Nr.78 / 30 settembre 2024

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


Questo numero contiene una riflessione sulla recente squalifica decisa dalla IJF per il segno della croce effettuato dal serbo Majdov ai giochi, i risultati del torneo di Morat e una intervista a Giorgio Vismara, già allenatore della nazionale svizzera.

Leggiamo poi il decimo capitolo della quarta parte del racconto "Le stagioni del ciliegio" (Inverno) e la rubrica "l protagonisti della storia".

Indice:

  1. Squalifica per il segno della croce? - Marco Frigerio
  2. Il torneo nazionale di Morat - Marco Frigerio
  3. Due chiacchiere con Giorgio Vismara - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

SQUALIFICA PER IL SEGNO DELLA CROCE?

L'IJF ha comunicato di avere squalificato il combattente serbo Nemanja Majdov per cinque mesi per avere effettuato il segno della croce, non essersi inchinato all'avversario ed essersi tolto il judogi sul tatami, nell'ambito dell'incontro degli ottavi di finale ai giochi di Parigi contro il greco Theodoros Tselidis.

Tale comportamento avrebbe violato l'art.3 del codice etico dell'IJF.

 

Chi scrive ritiene di avere visto a più riprese in passato e ai giochi, combattenti che esprimono, rivolgendosi principalmente per sé stessi un gesto "religioso" (segno della croce, inchino rivolto a La Mecca), senza che lo stesso abbia ad offendere avversari, arbitri o altre persone.

Non risulta per altro al sottoscritto che in passato ciò abbia condotto a sanzioni.

È quindi piuttosto sorprendente leggere la motivazione della sanzione adottata ai danni di Majdov. La fobia del nostro tempo, intesa a vietare gesti religiosi classici e tradizionali, porta a decisioni di difficile comprensione.

Vi è una estrema differenza tra l'effettuare un gesto per sé stessi (come per altro fatto da Majdov prima di salire sul tatami nel corso della camminata di avvicinamento all'area di gara) e un gesto provocatorio indirizzato ad altri.

Non vi è offesa nel riconoscersi credente ed esprimerlo allorquando non si crea alcun disturbo al resto dell'umanità. Il segno della croce effettuato su sé stessi non disturba nessuno, così come non disturbano i gesti che indicano la propria appartenenza a questa o quella nazione a fine incontro che tanto vanno di moda.

Il "politically correct" del nostro tempo rende, chi deve decidere, incapace di effettuare quelle distinzioni naturali e ordinarie che il semplice buon senso dovrebbe imporre.

 

Diverso il discorso per il mancato saluto all'avversario a fine incontro e l'essersi tolto la casacca del judogi sul tatami.

Tali atteggiamenti sono chiaramente contrari allo spirito della disciplina, che impone il rispetto dell'avversario e dell'ambiente circostante; una sanzione era dunque, comunque, giustificata, anche se, in questo caso, cinque mesi possono apparire eccessivi.

 

Squalificare un combattente per avere effettuato il segno della croce durante la camminata di avvicinamento al tatami di gara è una totale assurdità.

Il gesto religioso, riferito a sé stesso, non offende nessuno.

 


IL TORNEO DI MORAT

Si è combattuto nel fine settimana del 21 e 22 settembre il torneo nazionale di Morat (BE).

Diversi combattenti provenienti da Francia e Italia hanno alzato il livello della competizione rendendola più impegnativa.

Numeri importanti di partecipazione come i 42 combattenti dei -66 kg U18 sono segnali positivi e confermano un accresciuto interesse per il judo.

 

 

Diversi i ticinesi in competizione.

Questi i risultati.

 

Senior

Roberto Maserin (JBB Bellinzona) terzo a -60 kg

 

U21

Alessandra Regazzoni (JB Bellinzona) seconda a -70 kg

 

U18

Martino Gada (JB Bellinzona) terzo a -81 kg

Eloisa Del Don (JK Biasca) seconda a -44 kg

Elena Callegari (DYK Chiasso) terza a -70 kg

 

U11

Clara Ricchiuti (DYK Chiasso) prima nella propria poule a quattro.

 
 
Nessun podio per i giovani del Ticino nelle categorie U13 e U15, malgrado la presenza di numerosi giovani provenienti da vari club.
Il migliore è risultato Jacopo Tettamanti (DYK Chiasso) con quattro vittorie su sei incontri disputati a -55 kg U15.Peccato per la finalina che lo ha visto soccombere al suolo.
Una accresciuta attenzione a chi intende dedicarsi all'agonismo va indubbiamente data. Sta "in primis" ai singoli club identificare e crescere i futuri combattenti; a livello superiore compete per contro la formulazione di proposte di allenamento complementari interessanti.
La formazione del Team U15 è la proposta che l'ATJB formula (vedi sotto notizie in breve); compatibilmente con gli impegni di club l'iniziativa va senz'altro salutata positivamente.

 


DUE CHIACCHIERE CON GIORGIO VISMARA

Giorgio Vismara è judoka noto nel Cantone Ticino.

Nei primi anni ottanta combatteva per il DYK Chiasso (con il quale ha vinto il campionato di LNB), per un ventennio ha poi fatto parte della nazionale italiana quale agonista (conquistando un terzo posto mondiale nel 1991 e diversi podi europei) e quale formatore, per alcuni anni ha poi allenato gli agonisti del DYK Chiasso e del JB Bellinzona prima di approdare alla guida della nazionale svizzera per due quadrienni olimpici.

 

Domenica 29 settembre Giorgio era al dojo di via Cattaneo per due lezioni tecniche riservate ai soci (vedi fotografia dei partecipanti alla lezione riservata agli scolari).

Ne abbiamo approfittato per intervistarlo sul tema dibattuto delle regole di arbitraggio.

 

 

1.

I giochi di Parigi sono stati l’occasione di fare il punto sull’influenza delle regole arbitrali 

attuali sul judo. Cosa ne pensi in generale ?

 

Credo che molti incontri vengano rovinati per via di decisioni arbitrali decisamente discutibili, sicuramente dovranno rivedere diverse situazioni, tipo passività, falsi attacchi e ostruzionismo. Anche rivedere quali attacchi e situazioni possono essere realmente pericolose nel Judo, dal mio punto di vista ci sono delle incomprensioni, tra tecnici e arbitri.

 

 

2.

Vi sono sempre più combattenti specializzati a creare i presupposti per una vittoria grazie ad un terzo shido all’avversario. Quale soluzione intravvedi ?

 

Uno dei problemi più grossi, è che gli atleti vengono premiati per attacchi che rompono l’azione dell’avversario. 

Attacchi eseguiti senza l’intento di proiettare, questi attacchi andrebbero sanzionati, questa è l’unica soluzione!

 

 

3.

Mi è sembrato che ai giochi sia aumentata la litigiosità degli atleti e dei coach.

Un tempo le contestazioni dei verdetti arbitrali erano rare se non addirittura inesistenti. Dove è finito l’insegnamento di Jigoro Kano che dice di accettare vittorie e sconfitte pronti a ripartire da capo ?

 

Quando le regole non sono chiare, e si usano parametri differenti tra un tatami e l’altro, è normale che Jigoro Kano passi in secondo piano

 

 

4.

Cosa hai pensato della “scenata” di Uta Abe per l’ippon preso ? 

 

Sinceramente sono dispiaciuto per lei, le aspettative erano tante, e sicuramente anche la pressione ha influito negativamente. Sono momenti duri, specialmente quando tutti danno la tua vittoria per scontata, anni di lavoro che sfumano in pochi secondi. Il suo è stato chiaramente un crollo psicologico.

 

 

5.

Hai avuto modo di vedere i tre judoka svizzeri presenti ai giochi (Binta, Stump e Eich). Cosa pensi delle loro prestazioni ?

 

Sono tre ottimi elementi, purtroppo non sempre va come si spera. Binta era alla sua prima esperienza olimpica, ma fa ben sperare per il futuro, Daniel ha fatto la sua gara, anche lui molto giovane e con un ottimo margine di miglioramento. Nils purtroppo ha commesso un errore, ma cosa possiamo rimproveragli, negli ultimi due anni ha vinto un mondiale e si è classificato terzo ancora nel 2024, tecnicamente è tra i migliori judoisti che io conosca, e si parlerà ancora molto di lui!

 

 

6.

Teddy Riner è divenuto l’assoluto eroe dei giochi vincendo il suo terzo titolo individuale e il golden score nella gara a squadre. Nei quarti di finale tuttavia, opposto al georgiano Tushishvili, ci ha messo del suo.  Hai visto l’episodio, cosa ne pensi ?

 

Credo che Tushishvili sia stato provocato, dopodiché non giustifico la reazione del Georgiano.

Purtroppo sembra che gli arbitri chiudano sempre un occhio quando si tratta di Riner, e in diversi casi, nella parte finale della sua eccezionale carriera, è stato un po’ aiutato! Vedi finale mondiale contro Tasoev, o contro Gennaro Pirelli nella gara a squadre.

 

 

7.

Credi che cambieranno le regole arbitrali prossimamente ?

Quali le novità in discussione ? 

 

Cambiarle non credo, spero che riflettano su le sanzioni date per passività, e sanzionino di più i falsi attacchi. 

Anche l’interpretazione su gli attacchi ritenuti pericolosi andrebbe rivista. 

 

 

Grazie Giorgio ! È sempre un piacere confrontarsi con chi l'alto livello lo frequenta davvero e auguri per il tuo percorso professionale che ti vede ora impegnato quale collaboratore della nazionale polacca.

 


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 55)

E fu così che Noriko diede alla luce un bimbo.

La nascita avvenne in anticipo rispetto al termine previsto. Il bimbo nacque in buona salute anche se piccolo, la madre pure non ebbe alcun problema. Come tutti i genitori novelli anche Noriko e Kyoshi erano però preoccupati. “Pesa poco. Non mangia abbastanza. Ha perso duecento grammi dalla nascita” ripetevano pensierosi.

Nonno Shinnosuke cercava di tranquillizzarli dicendo loro che non c’era nulla di cui preoccuparsi, visto che il bimbo era nato sano. “Vedrete che nel giro di poche settimane avrà ricuperato”.

 

Discutendo tra loro, i nonni sorridevano per le preoccupazioni dei genitori.

Shinnosuke ripeteva “Nulla di nuovo sotto il sole. È il ciclo della vita che riparte. Preoccupazioni classiche di tutti i neogenitori”.

Kaori gli faceva eco “La sola cosa che dovranno capire è che la vita non sarà mai più come prima. Le preoccupazioni per un figlio non ti abbandonano mai, anche se questi ha oramai trent’anni.”

Entrambi ricordavano benissimo, con una punta di nostalgia, i primi tempi con i gemelli. Il continuo cullare e nutrire. L’alternarsi ad accorrere al primo pianto. La bilancia di riferimento, prima e dopo i pasti. Le urla per la crescita dei primi dentini. Momenti oramai lontani ma che difficilmente si scordano.

Anche la stanchezza del sonno perduto allora era un ricordo lontano; con il tempo in memoria rimangono quasi solo i bei momenti.

Kaori era felicissima avrebbe avuto un nipote vicino da cullare e coccolare.

Che nome avete scelto?” aveva chiesto Shinnosuke ai genitori.

Kyuzo” fu la risposta di Noriko “come Kyuzo Mifune, il tecnico di riferimento del dopoguerra, soprannominato addirittura “il Genio del judo” per la sua maestria”.

Shinnosuke rimase colpito dalla scelta. La tradizione di famiglia, legata al judo, che aveva portato ad attribuire ai suoi figli nomi in auge all’epoca di Jigoro Kano veniva portata avanti.

In fondo anche Noriko e Kyoshi si sono conosciuti grazie al judo” pensò tra sé “ogni coppia ha la sua storia, nella nostra famiglia c’è però un filo conduttore ben definito”.

 

Shiro e Sandra, informati della nascita del nipote giunsero subito a Kumamoto con il piccolo Vincent.

Visitare il neonato, fino a qualche settimana dopo la nascita, era possibile solamente per i parenti stretti, nessuno oltretutto era autorizzato a toccarlo. Il terrorismo psicologico che i pediatri moderni tendevano ad inculcare ai neogenitori era imbarazzante. Shinnosuke era convinto che si trattasse di misure esagerate, tuttavia decise di tenere la propria opinione per sé. “C’è da chiedersi come abbiano fatto le precedenti generazioni a sopravvivere sinora” ebbe tuttavia a pensare. Kaori per contro non riuscì a trattenersi e si lamentò con la figlia di non poter prendere tra le braccia il piccolo Kyuzo.

Tutta la famiglia riuscì però a riunirsi e questo fu, per tutti, un bel momento.

Vincent, che nel frattempo aveva compiuto tre anni, sfuggendo al controllo dei genitori riuscì ad accarezzare il cuginetto tirandogli anche un orecchio sotto lo sguardo inorridito di Noriko e Kyoshi.

Venne ripreso gentilmente da Kaori, tuttavia non sembrava convinto. L’impressione era che, a suo modo, volesse mettere subito in chiaro il suo ruolo dominante di “primo nipote”.

Sandra, in ogni caso, non diede importanza all’evento, era una madre piuttosto tranquilla e sapeva prendere la vita come veniva senza inutili complicazioni.

Shinnosuke aveva assistito alla scena e dentro di sé ne aveva riso.

Era felice: entrambi i suoi figli avevano dato alla luce dei nipoti, avrebbero gioito e pianto per le loro imprese, avrebbero compreso che fare il genitore non è scontato e che lo si impara solo strada facendo, avrebbero avuto una esistenza piena assumendo e assolvendo quegli impegni che le diverse stagioni della vita comportano.

 

 

 

Continua....


Il racconto "Le stagioni del ciliegio" è ora oggetto di una pubblicazione completa.

Chi è interessato può acquistarne una copia a CHF 15.-; il ricavato è per il DYK Chiasso a cui l'autore ne ha fatto dono.

La pubblicazione dei capitoli dell'Inverno proseguirà, come in precedenza.


L'immagine che segue è di Ottavia Amoruso Battista.


I PERSONAGGI DELLA STORIA: Kyuzu Mifune (1883/1965)

Scoprì il judo tredicenne a Sendai nel nord del Giappone.

Giunto al Kodokan nel 1903 fu allievo diretto di Sakujiro Yokoyama e di Jigoro Kano.

Ottimo combattente, divenuto istruttore - dopo la morte del Fondatore – fu il tecnico di riferimento del Kodokan.

A quarant’anni venne sfidato da un lottatore di sumo molto più grosso di lui. Mifune accettò la sfida e vinse applicando la sua tecnica preferita “kubi-nage”.

 

Venne nominato 10° dan nel 1945; in lui il Kodokan aveva individuato la figura “non compromessa” in grado di permettere al judo di superare le disavventure belliche del Giappone.

In effetti fu grazie a Mifune ed al generale americano Curtis LeMay (che ebbe modo di praticare al Kodokan) che la disciplina poté riprendere il proprio sviluppo e diffondersi ulteriormente.

È considerato uno dei massimi tecnici mai esistiti, venne addirittura soprannominato il “genio del judo”. Ha creato un interessante kata dei contraccolpi (nage-ura-no-kata).

È autore dello studio “The canon of judo” pubblicato la prima volta nel 1954 e protagonista di un filmato di circa 120 minuti prodotto dalla TV giapponese nel quale vi è una presentazione tecnica estremamente completa. Mifune (unitamente al Fondatore dell’aikido) è stato nominato “Tesoro nazionale” dall’imperatore. Nel 1964 assistette ai giochi olimpici di Tokyo nei quali erano previste le competizioni maschili di judo a livello dimostrativo.

Si dice che Mifune, dalla sua entrata al Kodokan e sino alla morte avvenuta per cancro nel 1965, non mancò mai un allenamento.

 

Mifune è stato anche l'autore delle parole della "Canzone del judo" ("Judo-no-uta") composta in occasione del suo settantesimo compleanno (1953).

La musica era di Kosako Yamada. La terza strofa della Canzone del judo recita:

"La Via del Judo non conosce limite,
il cuore adattabile non ha nemici.
Vediamo, tutte le nazioni mano nella mano,
costruire l’ideale di amicizia.
Questa è la vera Via del Judo.
Questa è la vera Via del Judo."


NOTIZIE IN BREVE

 

Si è combattuto a metà settembre il Gran Prix di Zagabria.

40 nazioni rappresentate per 319 combattenti. Nessuno svizzero in competizione.

La gara è stata caratterizzata dal ritorno di un team giapponese, in particolare nelle categorie femminili.

4 le vittorie per il Giappone grazie a Koga (-48 kg), Omori (-52 kg), Yamaguchi (-63 kg) e Nakano (+100 kg). 2 vittorie a testa per Francia (Mokdar e Hayime) e Olanda (Vermeer e Van Diike) nelle categorie femminili. 2 vittorie a testa per Ungheria (Szegedi e Safrany) e Kazakistan (Davlatov e Ratmetkali) nelle categorie maschili.

 

 

Sabato 28 settembre a Bedano si è tenuto un corso di kata.

Il corso è stato diretto da Jean-Pierre Ryser. Una quindicina i partecipanti che hanno potuto approfittare dell'esperienza dell'esperto romando.

 

 

L'ATJB promuove la formazione di un team U15 a tutti i giovani, dai 10 ai 14 anni, interessati all'agonismo.

Responsabili Fabio Ciceri e Nice Ceresa, i quali potranno contare anche sull'esperienza di Yoshiyuki Hirano (giapponese 6° dan formatosi all'Università di Tenri, da anni in Svizzera quale allenatore del JC Romont) che dirigerà con regolare frequenza (due a semestre) degli allenamenti in Ticino.

Il calendario degli appuntamenti è stato pubblicato nel sito cantonale.

Il primo allenamento diretto da Hirano sarà sabato 12 ottobre  al dojo del JB Lugano.

Nella foto i partecipanti all'allenamento del 28 settembre a Bellinzona.

Per informazioni fabiociceri@me.com.

 


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