DUE CHIACCHIERE CON GIORGIO VISMARAGiorgio Vismara è judoka noto nel Cantone Ticino. Nei primi anni ottanta combatteva per il DYK Chiasso (con il quale ha vinto il campionato di LNB), per un ventennio ha poi fatto parte della nazionale italiana quale agonista (conquistando un terzo posto mondiale nel 1991 e diversi podi europei) e quale formatore, per alcuni anni ha poi allenato gli agonisti del DYK Chiasso e del JB Bellinzona prima di approdare alla guida della nazionale svizzera per due quadrienni olimpici. Domenica 29 settembre Giorgio era al dojo di via Cattaneo per due lezioni tecniche riservate ai soci (vedi fotografia dei partecipanti alla lezione riservata agli scolari). Ne abbiamo approfittato per intervistarlo sul tema dibattuto delle regole di arbitraggio. 1. I giochi di Parigi sono stati l’occasione di fare il punto sull’influenza delle regole arbitrali attuali sul judo. Cosa ne pensi in generale ? Credo che molti incontri vengano rovinati per via di decisioni arbitrali decisamente discutibili, sicuramente dovranno rivedere diverse situazioni, tipo passività, falsi attacchi e ostruzionismo. Anche rivedere quali attacchi e situazioni possono essere realmente pericolose nel Judo, dal mio punto di vista ci sono delle incomprensioni, tra tecnici e arbitri. 2. Vi sono sempre più combattenti specializzati a creare i presupposti per una vittoria grazie ad un terzo shido all’avversario. Quale soluzione intravvedi ? Uno dei problemi più grossi, è che gli atleti vengono premiati per attacchi che rompono l’azione dell’avversario. Attacchi eseguiti senza l’intento di proiettare, questi attacchi andrebbero sanzionati, questa è l’unica soluzione! 3. Mi è sembrato che ai giochi sia aumentata la litigiosità degli atleti e dei coach. Un tempo le contestazioni dei verdetti arbitrali erano rare se non addirittura inesistenti. Dove è finito l’insegnamento di Jigoro Kano che dice di accettare vittorie e sconfitte pronti a ripartire da capo ? Quando le regole non sono chiare, e si usano parametri differenti tra un tatami e l’altro, è normale che Jigoro Kano passi in secondo piano 4. Cosa hai pensato della “scenata” di Uta Abe per l’ippon preso ? Sinceramente sono dispiaciuto per lei, le aspettative erano tante, e sicuramente anche la pressione ha influito negativamente. Sono momenti duri, specialmente quando tutti danno la tua vittoria per scontata, anni di lavoro che sfumano in pochi secondi. Il suo è stato chiaramente un crollo psicologico. 5. Hai avuto modo di vedere i tre judoka svizzeri presenti ai giochi (Binta, Stump e Eich). Cosa pensi delle loro prestazioni ? Sono tre ottimi elementi, purtroppo non sempre va come si spera. Binta era alla sua prima esperienza olimpica, ma fa ben sperare per il futuro, Daniel ha fatto la sua gara, anche lui molto giovane e con un ottimo margine di miglioramento. Nils purtroppo ha commesso un errore, ma cosa possiamo rimproveragli, negli ultimi due anni ha vinto un mondiale e si è classificato terzo ancora nel 2024, tecnicamente è tra i migliori judoisti che io conosca, e si parlerà ancora molto di lui! 6. Teddy Riner è divenuto l’assoluto eroe dei giochi vincendo il suo terzo titolo individuale e il golden score nella gara a squadre. Nei quarti di finale tuttavia, opposto al georgiano Tushishvili, ci ha messo del suo. Hai visto l’episodio, cosa ne pensi ? Credo che Tushishvili sia stato provocato, dopodiché non giustifico la reazione del Georgiano. Purtroppo sembra che gli arbitri chiudano sempre un occhio quando si tratta di Riner, e in diversi casi, nella parte finale della sua eccezionale carriera, è stato un po’ aiutato! Vedi finale mondiale contro Tasoev, o contro Gennaro Pirelli nella gara a squadre. 7. Credi che cambieranno le regole arbitrali prossimamente ? Quali le novità in discussione ? Cambiarle non credo, spero che riflettano su le sanzioni date per passività, e sanzionino di più i falsi attacchi. Anche l’interpretazione su gli attacchi ritenuti pericolosi andrebbe rivista. Grazie Giorgio ! È sempre un piacere confrontarsi con chi l'alto livello lo frequenta davvero e auguri per il tuo percorso professionale che ti vede ora impegnato quale collaboratore della nazionale polacca. |