Nr.77 / 15 settembre 2024

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


Questo numero contiene qualche pensiero sulla manifestazione Sportissima, i risultati del torneo di Weinfelden e il commento del motto 2024 dell'IJF. Leggiamo poi il nono capitolo della quarta parte del racconto "Le stagioni del ciliegio" (Inverno) e la rubrica "l libri sul judo".

Indice:

  1. Sportissima 2024 - Marco Frigerio
  2. Il torneo di Weinfelden - Marco Frigerio - Marco Frigerio
  3. "No borders, judo for peace!" - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I libri sul judo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

SPORTISSIMA 2024

 

La manifestazione cantonale denominata Sportissima è un evento che vuole proporre agli interessati gli sport praticati nella sua regione di domicilio.

Da Biasca a Chiasso i club di judo sono invitati a partecipare, mettendosi a disposizione per far provare la disciplina e per proorre dimostrazioni di quello che è il judo.

 

L'edizione del 2024 verrà ricordata per la pioggia che non ha praticamente cessato di caraterizzare la giornata.

Poco male per chi era al coperto (come a Biasca e a Tenero) o per chi era al proprio dojo (come a Lugano), un pò meno per chi invece era all'esterno (come a Chiasso); in ogni caso l'esperienza insegna che la presenza è notevolmente superiore quando il sole settembrino splende.

Malgrado l'acqua a Chiasso, dove il judo viene proposto all'aperto sotto un tendone di protezione, le due dimostrazioni in programma sono state effettuate con buona partecipazione ed il judo sportivo è stato mostrato nella sua interezza.

Esercizi di riscaldamento, cadute, tecniche di proiezione, controlli al suolo ed applicazioni fino ad arrivare all'esempio di competizione, sono stai proposti da Palo Levi e dai suoi allievi, con il commento del presidente che non ha mancato anche di narrare la storia di Jigoro Kano e di commentare alcuni atteggiameti dei cosiddetti "campioni" alle recenti olimpiadi (la giapponesina Uta Abe che non ha saputo controllarsi ed ha pianto "come una disperata" dopo avere preso un bel ippon in tani-otoshi, la diciottenne svedese che si posiziona davanti all'arbitro e non voleva scendere dal tatami contestando il verdetto della semifinale, il georgiano che si spintona con Teddy Riner e che alza i toni dello scontro a livelli non accettabili).

Il judo vuole essere una scuola di vita, purtroppo non tutti lo comprendono e diversi "esempi" ai giochi sono stati deleteri.

 

Chi ha provato il judo a Sportissima a Biasca, Tenero, Lugano e Chiasso speriamo avrà modo di avvicinarsi allla disciplina con la giusta apertura mentale e la voglia di crescere nel rispetto dei compagni e del proprio club, acquisendo i principi che il Fondatore ha inteso trasmettere che comprendo anche il ridare quanto appreso negli anni al proprio gruppo di appartenenza.

Non sarà così per tutti, ma va bene lo stesso!

L'importante è che chi dirige continui ad indicare correttamente la via, chi deraglia c'é sempre stato e non mancherà nemmeno in futuro.


IL TORNEO DI WEINFELDEN

 Si è combattuto nel fine settimana del 7 e 8 settembre il torneo nazionale di Weinfelden (TG). Trattasi di un torneo ranking 1000, che attribuisce più punti per la classifica nazionale rispetto ai tornei 500.

Ha tuttavia il difetto di arrivare troppo presto, in Ticino le palestre si riattivano a inizio settembre, e per di più in concomitanza con Sportissima, manifestazione cantonale che coinvolge buona parte dei club.

Un numero discreto di ticinesi vi ha tuttavia preso parte.

 

Questi i risultati.

 

Senior

Martin Motta (JB Bellinzona) terzo posto nei -81 kg

Giulia Cambianica (JB Bellinzona) terzo posto -70 kg

 

U21

Alessandra Regazzoni (JB Bellinzona) primo posto a +78 kg

 

U18

Luke Bürgisser (DYK Chiasso) terzo posto a -90 kg

Clarissa Bernasconi (JB Bellinzona) terzo posto a -48 kg

 

Scolari U13

Natan Weber (DYK Chiasso) terzo posto a -33 kg

 

N.B.

Il quarto posto (di per sé inesistente nel judo, visto che chi perde dai terzi arriva quinto) non verrà più indicato, a partire da questo numero.

Il quarto posto comporta infatti tre sconfitte e nessuna vittoria (in una poule all'italiana 4) oppure una vittoria su quattro incontri (in una poule all'italiana a 5) per cui, non pare a chi scrive, un risultato che merita di essere evidenziato.

 

I prossimi appuntamenti ranking sono il torneo di Morat in programma il 21 e 22 settembre e il torneo di Uster in programma il 2 e 3 novembre.

Trattasi degli ultimi due tornei di qualifica per le finali nazionali. 


NO BORDERS, JUDO FOR PEACE

Il 28 ottobre, giorno della nascita di Jigoro Kano, è stato da anni istituito dall'International Judo Federation (IJF) come il judo day d'eccellenza.

Ogni anno viene proposto un diverso motto al quale ispirarsi ed al quale dedicare qualche pensiero. Quest'anno, oltre al motto scelto per il 2024 ("wellbeing"), nel sito della IJF figura in bella evidenza il motto "NO borders, judo for peace".

 

Che dire, considerando la situazione internazionale attuale, la proposta della IJF non può che essere condivisa.

"Judo senza confini per la pace" è una espressione da promuovere anche se, per effetto della naturale incomprensione tra i popoli che la storia ci riproprone costantemente, il motto è destinato a non trovare applicazione a vari livelli.

Nel 2024 abbiamo avuto almeno tre esempi. per quanto attiene al judo.

 

1)

Judoka iraniani che rifiutano di combattere con judoka israeliani.

Nel loro paese, rifiutandosi di combattere diventano degli eroi, la IJF invece è tenuta (giustamente) a sanzionarli!

 

2)

Judoka ucraini che non combattono quando ad un torneo partecipano combattenti russi.

I conflitti internazionali non dovrebbero influire sullo sport,  men che meno su di uno sport individuale in cui il singolo non è la nazione.

 

3)

Judoka russi che, pur essendo stati ammessi, rinunciano a partecipare ai giochi olimpici per solidarietà con i compagni ai quali si è impedito di partecipare.

I giochi sono stati così privati del miglior peso massimo del momento (Inal Tasoev), il terzo titolo olimpico di Riner, anche di ciò è debitore.

 

 

I motti non cambiano il mondo.

È l'educazione che lo cambia. È la sconfitta dell'egoismo che, anche nel judo (a volte), si ritrova. Insegnamo ai giovani che dare è bello e che dando si ottengono soddisfazioni.

Non si sa mai, in un futuro tutti questi steccati potrebbero essere superati.

Nel frattempo andiamo avanti a sperare che il mondo si possa migliorare.

Anche Jigoro Kano predicava "prosperità e il mutuo benessere" (Jita-kyoei), tre anni dopo la sua morte però il Giappone attaccava Pearl Harbor portando la Seconda guerra  mondiale sulle sponde del Pacifico.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 54)

A Sendai Noriko e Kyoshi ebbero modo di visitare il museo cittadino dove erano ancora visibili l’elmo e l’armatura del daimyo fondatore. L’elmo nero del daimyo ricordava, per forma e colore, quello del protagonista di Star wars.

Visitarono anche il castello di Aoba, benché della struttura originale rimanesse unicamente la torre di guardia, e il mausoleo di Zuihoden.

La città, che sorgeva sull’Oceano Pacifico, appariva tranquilla; la giornata trascorse quindi in pace.

La sera Noriko e Kyoshi iniziarono a raccontarsi i propri trascorsi.

Benché si conoscessero dai tempi della scuola media, non avevano avuto (allora) particolari contatti. Kyoshi era stato amico e compagno di allenamento di Shiro. Entrambi avevano fatto parte della squadra di judo della scuola di Kumamoto. Avevano condiviso trasferte per le competizioni dell’epoca e gioito per le vittorie dei compagni di squadra. Nulla di più.

Kyoshi spiegò a Noriko i suoi timori. Egli credeva nella famiglia, non si era però mai sentito pronto a condividere le proprie scelte, visto la fragilità delle relazioni moderne dove ognuno pensa solamente a sé. Noriko raccontò a Kyoshi perché era tornata a Kumamoto, ammettendo di avere sempre dato priorità in passato agli impegni professionali.

Ricordarono anche i compagni di corso in particolare Aki, la ragazza che dopo avere vinto il campionato giovanile nazionale aveva lasciato il dojo sbattendo la porta ed Hiro che, pur essendo un buon agonista aveva presto smesso di praticare. Parlarono di Shiro, padre felice oramai installato a Honululu e del piccolo Vincent dai capelli biondi e dai tratti orientali che Noriko vedeva regolarmente grazie alle videochiamate rese possibili dai mezzi di comunicazione moderni.

La serata fu piacevole, entrambi sembravano pronti ad aprirsi vicendevolmente.

 

A Morioka la coppia visitò il parco Iwate. Giunti innanzi all’ishiwari-sakura (ciliegio che spacca la roccia) si soffermarono a guardarlo con interesse. Il ciliegio era universalmente noto per la sua particolarità: le radici si erano insinuate in una fessura della roccia conquistando i propri spazi sino a romperla a metà. A quanto si diceva quel ciliegio aveva quattrocento anni.

Pensando allo splendore dell’albero cresciuto rigoglioso in un contesto difficile, Noriko si disse che in fondo nella vita bisogna rischiare e lottare per trovare il proprio spazio e la propria felicità.

Decise così di fare il primo passo.

Quella sera prese la mano di Kyoshi e lo guardò fisso. Non fu necessario dire nulla, il sentimento era ricambiato. Lo sguardo di Kyoshi non era altrimenti interpretabile. Non accadde altro anche se, per entrambi - in un istante - il futuro aveva improvvisamente e definitivamente imboccato una strada comune.

 

Ad Aomori i due visitarono il parco di Hirosaki e il castello. Per finire giunsero al tempio buddista sul Monte Ozore considerato, nella mitologia giapponese, come una delle porte dell’oltretomba. Un paesaggio straordinario in una valle misteriosa. Fecero il bagno nelle acque termali del tempio, sembrava loro di sentire la presenza dei kami[2] degli antenati defunti.

Quella sera la coppia ruppe gli indugi; non erano più amici e non avrebbe più potuto esserlo.

Avevano compiuto il passo da cui non è possibile tornare indietro. L’ “io” era stato consapevolmente sostituito da un “noi”, a trentacinque anni era giunto il tempo di costruire insieme un futuro di armonia, comprensione e felicità. Ci avrebbero provato per lo meno, i timori che sino a quel momento li avevano frenati erano stati accantonati. Era tempo di assumersi delle responsabilità.

 

La vacanza era terminata. Noriko decise che, una volta rientrata, avrebbe informato i genitori della relazione che aveva avuto inizio. Riflettendo a posteriori sull’itinerario della gita non poté, tuttavia, che sorridere. I genitori le avevano regalato un viaggio scegliendo intenzionalmente delle città che rappresentavano situazioni particolari che ben potevano identificare determinate fasi della sua vita: Fukushima, il disastro che l’aveva ricondotta a casa, Sendai, la pace ritrovata, Morioka, lo sbocciare di nuove emozioni destinate a farsi spazio come il ciliegio che spacca la roccia e che vince contro ogni aspettativa e logica, per finire ad Aomori, dove l’armonia ritrovata era destinata a confrontarsi con il fine della vita stessa.

Shinnosuke e Kaori rivedendoli, compresero al primo sguardo quanto era accaduto.

In cuor loro ne furono felici. Chissà che la coppia, rimanendo a Kumamoto, avrebbe dato loro dei nipoti da coccolare. A Shinnosuke tornò alla mente il padre di Jigoro, tra sé dovette ammettere che l’idea di regalare una vacanza per due alla figlia ben avrebbe potuto rientrare nelle strategie tipiche dell’avvocato.

 

A Kaori venne invece in mente un haiku

 

“Lacrime di venerazione

tingono le foglie

rosse che cadono”

 
 

 

Continua....


Il racconto "Le stagioni del ciliegio" è ora oggetto di una pubblicazione completa.

Chi è interessato può acquistarne una copia a CHF 15.-; il ricavato è per il DYK Chiasso a cui l'autore ne ha fatto dono.

La pubblicazione dei capitoli dell'Inverno proseguirà, come in precedenza.


I LIBRI SUL JUDO: Quaderni del Bu Sen (vol.1)

In Ticino il judo è arrivato negli anni cinquanta.

Lugano e Bellinzona sono stati i primi centri di pratica. Il judo di un tempo era caratterizzato da rigidità e tecniche avulse dallo studio di opportunità e movimento.

Negli anni settanta / ottanta il judo in Ticino guardava all'Italia, in particolare alla scuola del Bu Sen Milano di Cesare Barioli, considerata quella che promuoveva un judo di alto livello (tanti i campioni usciti dal dojo di via Arese) e un approfondimento culturale importante.

Negli anni novanta sono stati pubblicati i Quaderni del Bu Sen.

Una raccolta di scritti intesi a promuovere i valori e il significato che Barioli, profondo conoscitore della disciplina, aveva inteso.

 

Il volume 1 dei Quaderni del Bu Sen contiene articoli sulla storia del Giappone, sulla figura di Jigoro Kano e degli studi sul judo in particolare sugli shime-waza.

Tra gli articoli pubblicati vi è un articolo di Shinichi Oimatsu del 1984 "L'insegnamento contenunto nel Principio di "Tutti insieme per progredire attraverso il miglior impiego dell'energia".

Lo scritto indica i punti fondamentali per realizzare il principio nella vita:

  • diventare una persona di valore, proponendosi uno scopo a cui tendere grazie alle potenzialità di cui si è dotati;
  • credere che sia possibile diventare migliori e tendere con tutto l'essere a realizzarsi in questa direzione;
  • coltivare l'energia moderandosi nel mangiare, nel bere, nel dormire ... non dimenticando di considerare non solamente i problemi individuali ma anche quelli della società.

L'articolo si conclude come segue:

in Hagakure è scritto: "Nel mondo abbiamo molti maestri, ma pochi allievi che vogliono imparare e coloro che comprendono sono rari". Muovere anche un solo passo nella direzione della Via è impegnativo e rappresenta un momento importante nella vita dei giovani che si dedicano al judo. Dato che la pratica nutre lo spirito e il corpo, gli insegnamenti dovrebbero sempre ispirarsi alla visione del sig. Kano.

 

I Quaderni del Bu Sen di Cesare Barioli sono stati i primi libri, in lingua italiana, a rivalutare e promuovere i principi di insegnamento di Jigoro Kano.

"Il dare ha la sua gratificazione nella bellezza dell'avvenimento e va fatto con animo puro; il mondo migliorerà se tutti, o la maggior parte di noi, sarà nel dare" recita una nota di commento a pag.63.


NOTIZIE IN BREVE

 

Il 31 agosto il Team Ticino ha vinto due incontri alla ripresa del campionato svizzero a squadre di prima lega regione est.

Il turno casalingo ha portato bene alla squadra: 10-0 contro Lucerna e 8-2 contro Wii (SG).

 

 

April Fohou, diciottenne vodese in forza al JC Cheseaux, ha vinto il campionato europeo juniores che si è combattuto dal 5 al 7 settembre a Tallin.

La svizzera ha superato la polacca Marczak, la tedesca Gruenewald, la serba Andric e in finale (per waza-ari) la francese Teophile Darbes-Takam.

Quinto posto invece per il vallesano Stevan Maitin a -66 kg.

A seguire i tre judoka svizzeri (la terza era la bernese Mirja Pollheimer) il coach Flavio Orilik.

 

 

Martino Gada (JB Bellinzona) ha superato l'esame di cintura nera.

Complimenti e avanti nel cammino del judo che, come insegna papà Rezio, è un viaggio che dura tutta la vita.

 

Martino Gada con il proprio uke Giulia Cambianica.

I due tra il maestro Romolo Fibbioli istruttore di kata, 6° dan federale.


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