LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 54)A Sendai Noriko e Kyoshi ebbero modo di visitare il museo cittadino dove erano ancora visibili l’elmo e l’armatura del daimyo fondatore. L’elmo nero del daimyo ricordava, per forma e colore, quello del protagonista di Star wars. Visitarono anche il castello di Aoba, benché della struttura originale rimanesse unicamente la torre di guardia, e il mausoleo di Zuihoden. La città, che sorgeva sull’Oceano Pacifico, appariva tranquilla; la giornata trascorse quindi in pace. La sera Noriko e Kyoshi iniziarono a raccontarsi i propri trascorsi. Benché si conoscessero dai tempi della scuola media, non avevano avuto (allora) particolari contatti. Kyoshi era stato amico e compagno di allenamento di Shiro. Entrambi avevano fatto parte della squadra di judo della scuola di Kumamoto. Avevano condiviso trasferte per le competizioni dell’epoca e gioito per le vittorie dei compagni di squadra. Nulla di più. Kyoshi spiegò a Noriko i suoi timori. Egli credeva nella famiglia, non si era però mai sentito pronto a condividere le proprie scelte, visto la fragilità delle relazioni moderne dove ognuno pensa solamente a sé. Noriko raccontò a Kyoshi perché era tornata a Kumamoto, ammettendo di avere sempre dato priorità in passato agli impegni professionali. Ricordarono anche i compagni di corso in particolare Aki, la ragazza che dopo avere vinto il campionato giovanile nazionale aveva lasciato il dojo sbattendo la porta ed Hiro che, pur essendo un buon agonista aveva presto smesso di praticare. Parlarono di Shiro, padre felice oramai installato a Honululu e del piccolo Vincent dai capelli biondi e dai tratti orientali che Noriko vedeva regolarmente grazie alle videochiamate rese possibili dai mezzi di comunicazione moderni. La serata fu piacevole, entrambi sembravano pronti ad aprirsi vicendevolmente. A Morioka la coppia visitò il parco Iwate. Giunti innanzi all’ishiwari-sakura (ciliegio che spacca la roccia) si soffermarono a guardarlo con interesse. Il ciliegio era universalmente noto per la sua particolarità: le radici si erano insinuate in una fessura della roccia conquistando i propri spazi sino a romperla a metà. A quanto si diceva quel ciliegio aveva quattrocento anni. Pensando allo splendore dell’albero cresciuto rigoglioso in un contesto difficile, Noriko si disse che in fondo nella vita bisogna rischiare e lottare per trovare il proprio spazio e la propria felicità. Decise così di fare il primo passo. Quella sera prese la mano di Kyoshi e lo guardò fisso. Non fu necessario dire nulla, il sentimento era ricambiato. Lo sguardo di Kyoshi non era altrimenti interpretabile. Non accadde altro anche se, per entrambi - in un istante - il futuro aveva improvvisamente e definitivamente imboccato una strada comune. Ad Aomori i due visitarono il parco di Hirosaki e il castello. Per finire giunsero al tempio buddista sul Monte Ozore considerato, nella mitologia giapponese, come una delle porte dell’oltretomba. Un paesaggio straordinario in una valle misteriosa. Fecero il bagno nelle acque termali del tempio, sembrava loro di sentire la presenza dei kami[2] degli antenati defunti. Quella sera la coppia ruppe gli indugi; non erano più amici e non avrebbe più potuto esserlo. Avevano compiuto il passo da cui non è possibile tornare indietro. L’ “io” era stato consapevolmente sostituito da un “noi”, a trentacinque anni era giunto il tempo di costruire insieme un futuro di armonia, comprensione e felicità. Ci avrebbero provato per lo meno, i timori che sino a quel momento li avevano frenati erano stati accantonati. Era tempo di assumersi delle responsabilità. La vacanza era terminata. Noriko decise che, una volta rientrata, avrebbe informato i genitori della relazione che aveva avuto inizio. Riflettendo a posteriori sull’itinerario della gita non poté, tuttavia, che sorridere. I genitori le avevano regalato un viaggio scegliendo intenzionalmente delle città che rappresentavano situazioni particolari che ben potevano identificare determinate fasi della sua vita: Fukushima, il disastro che l’aveva ricondotta a casa, Sendai, la pace ritrovata, Morioka, lo sbocciare di nuove emozioni destinate a farsi spazio come il ciliegio che spacca la roccia e che vince contro ogni aspettativa e logica, per finire ad Aomori, dove l’armonia ritrovata era destinata a confrontarsi con il fine della vita stessa. Shinnosuke e Kaori rivedendoli, compresero al primo sguardo quanto era accaduto. In cuor loro ne furono felici. Chissà che la coppia, rimanendo a Kumamoto, avrebbe dato loro dei nipoti da coccolare. A Shinnosuke tornò alla mente il padre di Jigoro, tra sé dovette ammettere che l’idea di regalare una vacanza per due alla figlia ben avrebbe potuto rientrare nelle strategie tipiche dell’avvocato. A Kaori venne invece in mente un haiku “Lacrime di venerazione tingono le foglie rosse che cadono” Continua....
Il racconto "Le stagioni del ciliegio" è ora oggetto di una pubblicazione completa. Chi è interessato può acquistarne una copia a CHF 15.-; il ricavato è per il DYK Chiasso a cui l'autore ne ha fatto dono. La pubblicazione dei capitoli dell'Inverno proseguirà, come in precedenza. |