Nr.76 / 31 agosto 2024

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


Questo numero contiene una ulteriore riflessione sui giochi di Parigi.

Riprendiamo poi il tema classico dell'inizio stagione e riflettiamo sull'intervista rilasciata da Shohei Ono al sito di notizie sportive e culturali The Answer.

Ritroviamo infine l'ottavo capitolo della quarta parte del racconto "Le stagioni del ciliegio" (Inverno) e la rubrica "l personaggi della storia".

Indice del settantacinquesimo numero:

  1. Chi è il campione ? - Marco Frigerio
  2. La nuova stagione del judo - Marco Frigerio
  3. "Mi sono chiesto se sono all'altezza" - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

CHI È IL CAMPIONE ?

 

Sabato 3 agosto si è combattuto il torneo a squadre misto ai giochi di Parigi.

Incontro decisivo per l'assegnazione del titolo: Teddy Riner per la Francia e Tatsuru Saito per il Giappone.

Entrambi avevano combattuto il torneo individuale, il giorno precedente, con Riner che ha vinto il suo terzo titolo olimpico (raggiungendo così l'obiettivo inseguito da otto anni) e Saito che si è dovuto accontentare del quinto posto fermato in semifinale dal coreano Kim e, nella finalina, dall'uzbeko Yasupov.

Sfida decisiva quella tra il trentacinquenne plurimedagliato, nato nella Guadalupa francese, contro il ventiduenne figlio d'arte vicecampione del mondo nel 2022.

Sorteggiato come incontro "golden score" il combattimento ha assunto toni epici: passato contro presente, duello tra le due nazioni più rappresentative del judo mondiale, rivincita della finale a squadre dei giochi di Tokyo.

Giganti i due protagonisti: Riner 2.04 m per 140 kg contro Saito 1.89 m per 165 kg.

Giapponese all'attacco, francese in attesa, arbitro che non attribuisce sanzioni e bel ippon finale di Riner che si conferma essere l'eroe assoluto del judo francese.

 

Grande è stato il rispetto tra le due squadre con francesi esultanti e giapponesi in lacrime che salutano composti, dando la mano e felicitandosi con gli avversari.

Scambi di messaggi nei giorni a seguire hanno espresso reciproci complimenti per le prestazioni. Saito - sentendosi responsabile - della seconda sconfitta olimpica del torneo a squadre si è chiesto se potesse ancora rientrare in Giappone, dopo avere causato un tale disonore. Riner gli ha risposto ringraziandolo per l'onore di avere combattuto la sfida finale. Saito si è quindi ripreso affermando che è stato suo l'onore di avere combattuto con una leggenda, dando però appuntamento al campione francese ai prossimi giochi (Los Angeles 2028).

Uno scambio di complimenti, tutt'altro che scontato, tra due protagonisti assoluti dell'incontro.

 

La sfida Riner - Saito rimarrà nella storia dei giochi.

Chi è il campione tra i due ? Non è stato unicamente Riner a vincere, per una volta, nel torneo a squadre, ha vinto il judo !


LA NUOVA STAGIONE DEL JUDO

A settembre tutti i dojo del Cantone Ticino riprendono l'attività.

Dopo i giochi di Parigi vi saranno più adepti ?

Lasciamoci sorprendere.

Il passaparola e la pubblicità sono essenziali per la promozione.

 

Quali sono le iniziative che l'ATJB promuove ?

Messaggi in facebook e in instagram con frasi accattivanti ad effetto, oltre a qualche immagine di qualità.

E i club ?

Ognuno nel proprio piccolo dovrebbe attivarsi, contattando le scuole della propria zona per dimostrazioni e/o lezioni promozionali, e presenziando ad eventi locali. Forme di pubblicità più onerose potranno essere adottate, a dipendenza dei mezzi che le singole associazioni hanno a disposizione.

 

Promuovere correttamente la disciplina, evidenziandone i valori è pure indispensabile.

Il judo ha una sua finalità chiara (contribuire alla formazione di persone fisicamente sane, mentalmente forti e utili socialmente) che la distingue da altre attività sportive.

Tale particolarità non va certo sottaciuta ma posta in evidenza ad ogni occasione.

Senza iniziative promozionali serie il judo soccombe schiacciato da attività che vanno per la maggiore.

 

I passaggi in TV sono rari. Articoli sui quotidiani pure.

La lettura del racconto "Le stagioni del ciliegio" potrebbe aiutare i genitori a comprenderne la vera natura.

La partecipazione a manifestazioni come Sportissima, vetrina degli sport che si possono praticare nel Cantone, è essenziale.

Attualmente non abbiamo un supercampione "nostrano" che possa fungere da locomotiva. Nemmeno abbiamo una "squadra" che faccia parlare di sé.

Ricreare le condizioni per un movimento judoistico vincente, a livello cantonale, è un esercizio sul quale è opportuno riflettere ed investire.

 

Buon judo e buon inizio di stagione !


"MI SONO CHIESTO SE SONO ALL'ALTEZZA"

Shohei Ono, doppio campione olimpico e triplo campione del mondo era ai giochi di Parigi quale commentatore per la TV giapponese.

Ha rilasciato una intervista in lingua giapponese al sito di notizie sportive, culturali e di informazione "The Answer".

Abbiamo saputo che nell'intervista ha parlato del DYK Chiasso o meglio di un dojo di una piccola città svizzera dove è stato recentemente.

Abbiamo quindi cercato l'articolo e ce lo siamo fatti tradurre.

Questo il passaggio che ci ha dedicato:

 

"Recentemente, sono stato invitato a un dojo in una piccola città della Svizzera e ho avuto l'opportunità di insegnare lì.

Nel judo, ci sono judogi di colore bianco e blu, ma lì tutti indossavano quello bianco. Per i judoka giapponesi, il bianco rappresenta un simbolo di purezza e la disposizione mentale di affrontare ogni incontro come se fosse l'ultimo. Quel dojo svizzero seguiva uno stile autentico che valorizzava la tradizione giapponese, e quando veniva dato l'ordine del saluto, gli studenti si allineavano in ordine di rango. Esistono dojo simili in Europa.

Durante la mia carriera, ho spesso visto atleti europei cercare di comprendere la spiritualità del judo, talvolta anche più degli stessi judoka giapponesi. La presenza di dojo come questo mi ha fatto capire quanto il judo sia ben radicato in Europa, contribuendo allo sviluppo del judo europeo. Allo stesso tempo, vedendo judoka europei educati e disciplinati, mi sono chiesto se io stesso sono all'altezza dell'orgoglio di essere un judoka giapponese; è stata un'opportunità per riflettere su questo."

 

Ono è persona profonda (vedi TDJ nr.72).

L'esperienza europea (sarà in Scozia fino all'autunno 2025) lo ha portato a valutare nuovi orizzonti. A Chiasso lo abbiamo conosciuto e apprezzato. Da quanto abbiamo letto nell'intervista non possiamo che essere fieri di avere contribuito a trasmettergli qualche elemento in più sul quale riflettere. Il judo è molto più di una disciplina olimpica, è un compagno di viaggio che ci forma e che ci contraddistingue, per questo - quanto è stato rettamente recepito - va trasmesso alle future generazioni di praticanti.

La pratica poi è destinata a durare una vita.

 

In merito all'agonismo di alto livello, nell'intervista a "The Answer", Ono afferma anche:

"Più vincevo, più iniziavo a sviluppare una sorta di avversione per il judo. Dopo aver vinto due volte consecutive l'oro olimpico a Tokyo, sentivo il desiderio di allontanarmi, e, per essere onesto, ora non provo nemmeno la voglia di allenarmi. Tuttavia, vivendo in Europa, forse sto riuscendo a tornare alle radici. Penso che ora sia giusto riscoprire il piacere di praticare judo, il piacere di fare sport."

Peccato che, in facebook ed altri social media, di questo passaggio è stato ripreso unicamente il riferimento all'avversione per il judo. Titoloni "I hate judo", avulsi dalla riflessione sul senso vero della disciplina, sono stati postati da vari commentatori e hanno fatto il giro del mondo.

 

Il pensiero di Ono ci ha confermato, quanto (sulla base degli scritti del Fondatore) affermiamo da anni, ossia che il judo va oltre l'agonismo.

Di questa verità, anche Ono si sta rendendo conto; avendolo conosciuto non dubitiamo che ben presto arriverà a comprendere che medaglie e successi sportivi non sono così importanti. Nel cammino ("do") ci accompagnano solamente per un tratto!


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 53)

Dopo la vittoria al torneo i rapporti tra Noriko e Kyoshi si fecero più amichevoli.

La frequentazione al dojo era regolare, si vedevano quasi tutti i giorni, capitava anche che prendessero dei pasti insieme e che organizzassero delle gite nel fine settimana.

Kyoshi aveva iniziato a guardare la ragazza in modo diverso tuttavia - malfidente verso l’altro sesso - era fermamente convinto che una relazione duratura non sarebbe mai stata possibile.

Non volendo rischiare di rovinare tutto si manteneva quindi a distanza.

Noriko faticava a comprendere. Nella sua vita c’erano già state un paio di relazioni terminate male, ognuno aveva dato priorità al lavoro e ben presto ci si era ritrovati su binari divergenti. In questa fase della vita, le pareva che non vi fossero ostacoli a quella che avrebbe potuto diventare una storia importante. Kyoshi l’aveva sorpresa positivamente: aveva dei valori, era gentile e presente. Si sentiva pronta a compiere il passo che le avrebbe permesso di andare oltre l’amicizia.

 

Shinnosuke e Kaori seguivano l’evolversi della situazione in silenzio.

Entrambi erano convinti che i due avrebbero potuto avere uno splendido futuro. I punti comuni c’erano e l’energia di Noriko, a volte esplosiva, poteva essere quetata dalla tranquillità di Kyoshi.

Facevano quindi il tifo per la coppia, sperando in un futuro radioso per la figlia.

Fu così che, per i trentacinque anni di Noriko decisero di regalarle una gita di sette giorni, per due persone, nel nord dell’isola di Honshu. Dopo il volo con atterraggio a Tokyo avrebbero visitato Fukushima, Sendai, Morioka, per terminare ad Aomori dove avrebbero ripreso l’aereo per la capitale e la combinazione di rientro a Fukuoka.

Non a caso la gita cadeva in un periodo in cui Kyoshi era disponibile grazie alle vacanze scolastiche.

I due partirono così per il viaggio che avrebbe potuto cambiare la loro vita.

Entrambi, pur avendo qualche timore, erano felici di poter trascorrere qualche giorno insieme soli e lontani da tutto.

La gita aveva un itinerario particolare. Fukoshima era la città danneggiata dall’incidente alla centrale nucleare causato dallo tsunami del 2011. Sendai era una città verde circondata da montagne fondata dal daimyo Masamune Date nel 1600. Morioka e Aomori erano cittadine note soprattutto per i parchi di ciliegi la cui fioritura era uno spettacolo della natura.

 

A Fukushima la coppia ebbe modo di visitare la zona della centrale nucleare e di vedere i silos nei quali era stata raccolta l’acqua di raffreddamento contaminata. Da qualche anno l’acqua utilizzata per raffreddare gli impianti danneggiati veniva riversata in mare dopo essere stata parzialmente trattata, l’operazione, che avrebbe richiesto decenni, continuava a suscitare opposizioni.

Il rischio di inquinare la fauna marittima era concreto.

Noriko e Kyoshi furono fortemente impressionati da quanto videro. In serata ebbero modo di discuterne. “Il progresso non vale il rischio di un disastro atomico” sostenne la ragazza “gli effetti sulle prossime generazioni possono essere letali. Nessun governante ha imparato qualche cosa da Hiroshima. Ricordi la visita che mio padre organizzò al Memoriale della pace in occasione delle finali nazionali?

Ricordo bene la visita. Tuo padre non è mai stato solo un insegnante di judo ma un educatore a largo raggio. Al contrario di altri, cosiddetti ”maestri”, che tendono a  mantenere sotto di sé gli allievi, ha sempre avuto l’obiettivo di renderci autonomi. Sempre ha inteso sottolineare l’importanza di una continua ricerca personale” rispose Kyoshi.

Centoquarantamila vittime nel primo anno a Hiroshima e chissà quante altre a causa delle radiazioni successivamente. Purtroppo, da tempo abbiamo superato la linea di guardia e tornare indietro non sembra possibile” concluse Kyoshi.

Per lo più la cena proseguì in silenzio, distratti da quanto visto la coppia non ebbe modo di gioire della reciproca compagnia.

 

 

Continua....


Il racconto "Le stagioni del ciliegio" è ora oggetto di una pubblicazione completa.

Chi è interessato può acquistarne una copia a CHF 15.-; il ricavato è per il DYK Chiasso a cui l'autore ne ha fatto dono.

La pubblicazione dei capitoli dell'Inverno proseguirà, come in precedenza.


L'immagine che segue è di Ottavia Amoruso Battista.


I PROTAGONISTI DELLA STORIA: Teddy Riner

 

Teddy Riner (classe 1989) inizia il judo a sei anni, che pratica insieme ad altre attività sportive. A quattordici anni sceglie definitivamente la disciplina alla quale si dedica con grande successo.

Ha vinto 11 titoli mondiali: nel 2007, 2009, 2010, 2011, 2013, 2014, 2015, 2017 e 2023 nella categoria dei pesi massimi, nel 2008 e 2017 negli Open. Ai mondiali del 2010 ha pure ottenuto una medaglia di argento negli Open, sconfitto a giudizio arbitrale, per una preferenza contro due. A seguito di tale verdetto ebbe invero a reagire in modo “poco consono allo spirito della disciplina” rifiutandosi di dare la mano al vincitore …

Ha conquistato inoltre 5 titoli europei.

Il suo fisico estremamente potente (2,04 metri per 140 kg a fine carriera) non lascia grandi margini agli avversari; harai-makikomi è la sua tecnica preferita.

Ha ottenuto sette medaglie olimpiche tra cui tre titoli individuali nel 2012, 2016 e 2024 e due titoli a squadre 2021 e 2024.

Dopo Rio e dopo Tokyo Riner si era concesso una pausa agonistica di qualche anno; a due riprese è però tornato riuscendo nell’intento di ottenere la qualificazione ai giochi, all’inseguimento del terzo titolo individuale che a Parigi ha ottenuto con un ippon di harai-goshi nella finale che lo ha opposto al coreano Kim. È risultato inoltre decisivo per la vittoria al torneo a squadre nella finale con il Giappone; sorteggiato ha vinto l’incontro di golden score opposto a Saito.

È in assoluto il più titolato dei campioni. Ai giochi di Parigi ha avuto l’onore di essere designato come ultimo tedoforo colui che, insieme alla velocista Perec, ha acceso il braciere.

Intervistato dai redattori del sito IJF, aveva affermato:

"Il judo è uno sport con un codice morale e ti aiuta molto nella vita. Penso che la modestia sia un valore davvero importante al giorno d'oggi, specialmente per le persone che hanno successo. È in grado di parlare di te senza dimenticare da dove vieni, conoscendo i tuoi punti di forza ma anche i tuoi punti deboli".


NOTIZIE IN BREVE

Dal 28 luglio al 3 agosto si è tenuta a Fiesch (VS), la decima edizione dello stage organizzato da Sergei Aschwanden.

350 i judoka che vi hanno preso parte. Diverse le nazioni rappresentate.

Anche un gruppo di judoka ticinesi ne ha approfittato.

A quanto si legge nel sito della IJF lo stage viene in parte finanziato dalla federazione internazionale. Presente oltre a Aschwanden il giapponese Hiroshi Katanishi (già responsabile del JK Lausanne) divenuto ambasciatore del judo a livello europeo.

 

 

Dal 17 al 23 agosto ha avuto luogo la 31esima edizione dello stage estivo al centro nazionale di Tenero.

Lo stage è stato diretto da Yoshiyuki Hirano, giapponese direttore tecnico del JC Romont.

L'organizzazione è del JB Bellinzona (responsabile Valentina Ciceri) che dal 2009 ha ripreso il testimone dal JC Cadro organizzatore delle prime edizioni.

Esaurite da tempo le iscrizioni, lo stage ha riunito una sessantina di judoka provenienti da vari club del Ticino.

 

 

La FSJ ha selezionato i judoka che parteciperanno ai campionati europei juniores U21 che si combatteranno a Tallin dal 4 al 7 settembre. Trattasi di

F -57kg Mirja Pollheimer (2005), JJC Bern

F -70kg April Fohouo (2005), Judo Club Cheseaux

M -66kg Stevan Maitin (2006), Ecole de Judo Collombey- Muraz.

 

 

La FSJ sta proponendo ad inseganti e monitori la partecipazione ad un corso di formazione per ConfidenceCach.

Il corso è incentrato sull'etica sportiva e sulla responsabilità degli istruttori, intende preparare chi dirige a reagire correttamente in situazioni particolari.

  Interessati sono rinviati alla pagina www.sjv.ch.


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