I VINCITORI DEI GIOCHI Dal 27 luglio al 2 agosto si sono combattute le 14 categorie individuali, il 3 agosto il torneo a squadre misto. 122 le nazioni rappresentate alle competizioni individuali di judo con 378 judoka alla ricerca del titolo, 19 le squadre annunciate al torneo "mixed team". Qualche commento, giorno per giorno, polemica per polemica. -60 kg e -48 kg - Tsunoda e Smetov
Fuori dagli incontri per le medaglie i primi del ranking mondiali delle due categorie: l'italiana Scutto e il vicecampione olimpico di Tokyo Yang di Taipei si sono dovuti accontentare del settimo posto sconfitti, anche nei ripescaggi, dalla francese Boukli e dal giapponese Nagayama, giunti poi terzi. Tra le donne la categoria è stata vinta dalla favorita giapponese Natsui Tsunoda (classe 1992). Nella finale, opposta alla mongola campionessa mondiale 2024 Bavuudori, si è imposta grazie a un bel wazaari di tomoe-nage. Tecnica questa di cui è una grande esecutrice, nella versione che prevede il sollevamento dell'avversario con uso di due gambe. Al terzo posto la diciottenne svedese Babulfath, fermata in semifinale dalla giapponese, unicamente per tre penalità. La terza, dovuta alla sua eccessiva irruenza nello strappare le prese (peccato che gli "esperti" commentatori di internet non l'abbiano capito e si siano "lanciati" in una polemica atta solo a dimostrare la loro ignoranza delle regole). Da sanzionare l'atteggiamento inutilmente polemico della giovane svedese. Tra gli uomini la categoria ha visto il trionfo del kazako Yeldos Smetov (classe 1992) che, alla sua terza olimpiade, ha centrato l'appuntamento con l'oro dopo essere stato argento nel 2016 e bronzo nel 2021. Nella finale ha avuto la meglio sul francese Mkheidze per waza-ari, grazie a un kosoto-gake in contraccolpo. Al terzo posto il giapponese Nagayama e lo spagnolo Garrigos che lo aveva fermato nei quarti di finale. Il campione del mondo georgiano Sardalashvii è stato invece sconfitto dallo spagnolo nella finalina al golden score. La AJJF (Federazione giapponese di judo) ha protestato per il verdetto che ha sancito la sconfitta di Nagayama che avrebbe perso i sensi, a seguito di uno strangolamento, solamente dopo il mate e per il fatto che l'avversario non ha subito interrotto l'azione. Valutazione difficile da effettuare, in ogni caso la decisione andava rispettata ed anche Nagayama non ha dato un bel esempio. -66 kg e -52 kg - Keldiyorova e Abe
Binta Ndiaye non va oltre il secondo turno, fermata dalla israeliana Primo. Ci fosse stata Fabienne Kocher sarebbe andato altrimenti ? Impossibile dirlo. Insufficiente comunque la prova della diciannovenne vodese. Nella categoria femminile vince l'uzbeka Diyora Keldiyorova che crea la sorpresa eliminando negli ottavi la favoritissima Uta Abe, grazie a un ippon di tani-otoshi. Il fatto che i giapponesi partecipano poco alle gare del circuito IJF ha effetti negativi. Abe ha infatti incontrato negli ottavi la prima del ranking mondiale, non avendo in stagione acquisito punti. Troppa sicurezza per la giapponesina campionessa olimpica a Tokyo e quattro volte campionessa del mondo ? Peccato anche qui per il comportamento tenuto da Abe a seguito della sconfitta che metteva fine ai suoi giochi. Dispiacersi è umano disperarsi ... non è da judoka. Tutte europee le semifinaliste pertanto, con la campionessa olimpica -48 kg di Tokyo, la kosovara Krasniqi, che supera l'italiana Giuffrida per tre shido mentre la Keldiyorova ha la meglio sulla francese Buchard. In finale l'uzbeka, in stato di grazia, supera anche la kosovara. Nella finale per il terzo posto l'italiana si fa eliminare dalla brasiliana Pimenta per tre shido al quarto minuto di golden score. I suoi ripetuti falsi attacchi sono stati penalizzati. La Federazione Italiana protesta per il fatto che Giuffrida è stata arbitrata (e sanzionata) due volte dallo stesso arbitro: la rumena Babiuc, dimenticandosi che vi è una giuria a visionare quanto accade e - se del caso - a correggere le decisioni. Nella categoria maschile il favorito giapponese Hifumi Abe, non si è lasciato condizionare dal risultato negativo della sorella e - dimostrando ampiamente la propria assoluta superiorità - si è qualificato per la semifinale dove ha ritrovato il primo del ranking mondiale: Vieru della Modavia. Vittoria al golden score per wazaari. Nel secondo incontro di semifinale si sono invece incontrati il kazako Kyrgizbayev - che ha eliminato il coreano An Baul (due podi olimpici) e il francese Kyahr - e il brasiliano William Lima. È il brasiliano a qualificarsi per la finale ma contro Abe non c'è storia. Terzo posto per Vieru, che combatte senza coach ma che sa gestire al meglio gli incontri, e per il kazako Kyrgyzbayev. -73 kg e -57 kg - Deguchi e Heydarov
Grande attesa per Nils Stump, campione del mondo nel 2023. Al primo turno è opposto al mongolo Batzaya. Tre attacchi ben messi durante i quattro minuti del tempo regolamentare lasciano ben sperare. Al golden score tuttavia è il mongolo a marcare waza-ari in contraccolpo. Finisce qui l'avventura di Stump ai suoi secondi giochi olimpici. Il risultato è deludente e l'interessato lo sa. Batzaya si classificherà settimo. Nella categoria femminile la nippo canadese Christa Deguchi (classe 1995) corona il proprio sogno e vince il titolo olimpico. Da juniores combatteva per il Giappone; non avendo trovato spazio in nazionale ha pensato bene di cambiare nazione. Ai giochi di Tokyo le era stata preferita Jessika Klimkait che giunse terza. Nella classifica ranking 2024 ancora una volta le due judoka canadesi (prima e seconda al mondo) sono rimaste in corsa per l'unico posto disponibile sino ala fiine. È stata però la Deguchi a staccare il biglietto per Parigi. In finale ha superato per tre shido la coreana Huh, campionessa mondiale 2024, che è stata giustamente punita per la serie infinita di falsi attacchi portati (seoi-nage con una presa sola e senza alcuno squilibrio). Al terzo posto la giapponese Funakubo, che ha superato nella finalina la già campionessa olimpica brasiliana Silva, e la francese Cysique che si è sbarazzata, grazie ad un bel ippon di sumi-otoshi, della georgiana Liparteliani. Nella categoria maschile è l'azero Hidayat Heydarov (classe 1997), primo del ranking campione del mondo e campione d'Europa 2024, a uscire vincitore da una finale durata dieci minuti contro il ventitrenne francese Gaba. Un bel ippon ha concluso una battaglia intensa con attacchi reali portati da entrambi i contendenti. Bello e intenso lo spettacolto. Il bronzo è stato vinto dal giapponese Hashimoto e dal moldavo Osmanov, che nella finalina ha piazzato un chiaro ippon di ouchi-gari all'italiano Lombardo. Per la Georgia ha combattuto il già campione olimpico 2012 Shavdatuashvili (tre volte sul podio ai giochi); è stato però eliminato per tre penalità al primo turno da Gaba. Il francese giunto secondo, sostenuto dal pubblico, ha dato bella dimostrazione di crescita, non mancherà di farsi notare anche in futuro. La giornata è stata anche caratterizzata dalle ulteriori proteste della rappresentanza italiana. A ben guardare però l'ippon a Lombardo era tale. -81 kg e -63 kg - Leski e Nagase
Il pubblico francese attendeva di consacrare la campionessa olimpica in carica Clarisse Agbegnenou, trentaduenne, assoluta beniamina dell'Arena Champ-des-Mars. La Agbegnenou si è però dovuta "accontentare" del terzo posto fermata in semifinale dalla slovena Andrea Leski (classe 1997). Lascia così l'agonismo di alto livello con uno splendido ippon di osoto-gari in contraccolpo, vincendo la finalina che l'ha opposta all'austriaca Piovesana tra il tripudio degli spettatori. La slovena si impone in finale sulla sorprendente messicana Awiti Alcazar. Due delle favorite della categoria l'olandese, prima del ranking, Van Lieshout e la giapponese Miku Takaichi erano state eliminate nei primi turni senza possibilità di ripescaggio. Al terzo posto si è pure classificata kosovara Fazliu che nella finalina ha beneficiato di un errore della avversaria croata Kristo che, nel proiettarla in tani-otoshi, ha pensato bene di afferrare il pantalone. Risultato: invece di waza-ari per la croata, terzo shido a beneficio della kosovara. Fischi dal pubblico che però dimostra di ignorare le regole di arbitraggio attuali. Semmai è il regolamento che va ripensato in alcuni aspetti; chi scrive si è sempre espresso negativamente al riguardo delle assurde rotolate che attualmente danno l'ippon ... Nella categoria maschile la finale non poteva avere protagonisti migliori: il campione olimpico in carica giapponese Takaori Nagase (classe 1993) contro il georgiano triplo campione del mondo Tato Grigalashvili. Bell'incontro con il giapponese determinato che marca due waza-ari di tani-otoshi e si impone meritatamente ottenendo così la sua terza medaglia olimpica di cui due d'oro. Nagase non ha mai espresso un judo spettacolare tuttavia posizione e decisione negli attacchi lo hanno sempre caratterizzato positivamente. Al terzo posto il coreano Joonhwan Lee che nella finalina ha superato, per una spazzata valutata waza-ari, il belga Casse, e il tajiko Makhmadbekov che si è imposto sull'italiano Esposito grazie ad una immobilizzazione. -90 kg e -70 kg - Matic e Bekauri
La croata Barbara Matic (classe 1994), prima del ranking mondiale, vince la categoria -70 kg. In finale immobilizza per 18 secondi la tedesca Butkereit ottenendo un waza-ari e controllando l'incontro sino al termine del tempo regolamentare. Al terzo posto si classificano l'austriaca Polleres, già podio a Tokyo e la belga Willems. Nulla di fatto per la combattente giapponese Saki Nizoe che deve accontentarsi del settimo posto. I selezionatori francesi possono recriminare per avere mandato ai giochi Marie-Eve Gahie classificatasi solo settima, al posto della campionessa del mondo 2024 Margot Pinot. Per la finale della categoria maschile si qualificano il campione olimpico in carica georgiano Lasha Bekauri (classe 2000) e il coetaneo giapponese Sanshiro Murao. Parte bene il giapponese che piazza un bel waza-ari in tani-otoshi. Grazie ad una azione confusa a contatto, tipica del judo georgiano, Bekauri pareggia. Gli attacchi si susseguono e, sorprendentemente una proiezione in ouchi-gari del giapponese non viene valutata mentre, viene valutata (poco dopo) a favore del georgiano, una confusa azione a contatto con entrambi i competitori in attacco e poi in caduta. Bekauri vince così il suo secondo titolo olimpico. Al terzo posto il francese Ngayap Hambou che beneficia della squalifica per tre shido del brasiliano Macedo, esultando in modo assurdo come se avesse vinto con uno splendido ippon, e il greco Tselidis che negli ottavi aveva fermato il serbo Majdov vicecampione del mondo 2024. -100 kg e -78 kg - Bellandi e Kotsoiev
Daniel Eich, l'ultimo dei tre judoka svizzeri a scendere sui tatami, ha ottenuto un lusinghiero quinto posto. Tre le vittorie nelle qualifiche di cui due di prestigio sul vicecampione del mondo 2024 canadese Elnhas e sul già due volte campione del mondo spagnolo Sherazadishvili. In semifinale ha incontrato il georgiano Illia Sulamanidze. Purtroppo l'incontro è durato solo 12 secondi, ippon di tsubame-gaeshi al primo attacco. Nella finalina è stato invece fermato, per wazari, dall'israeliano Paltchik. A fine iincontro imbarazzante pasticcio arbitrale che attribuisce un terzo shido all'israeliano assegnando la vittoria al rossocrociato, poi corretta in quanto Paltchik era stato ammonito in precedenza solo una volta (l'errore stava sul tabellone che invece segnava due shido). Nella categoria femminile si sono quaificate per la finale l'italiana Alice Bellandi (classe 1998 - prima del ranking) e l'israeliana Inbar Lanir campionessa del mondo 2023. L'italiana si è imposta grazie ad un waza-ari ottenuto con un seoi-nage ben piazzato con caduta dell'israeliana pienamente sulla schiena. La tedesca Wagner, campionessa del mondo 2024, è stata fermata in semifinale dalla israeliana con un ura-nage valutato ippon. Nella finalina non ha avuto sorte migliore sconfitta dalla cinese Ma. Al terzo posto si è pure classificata la portoghese Sampaio che ha superato la giapponese Takayama. La categoria maschile è stata vinta dall'azero Zelym Kotsoiev (classe 1998), campione del mondo 2024. Nella finale con il georgiano Sulamanidze si è imposto a seguito di un terzo shido, per falsi attacchi, attributo a 10 secondi dalla fine, allorquando era in svantaggio di waza-ari. Inutili le proteste del georgiano rimasto sul tatami sperando in una modifica del verdetto. Sanzione giusta anche se severa, un minimo di accortezza e Sulamanidze sarebbe divenuto campione olimpico. Il giapponese Aaron Wolf, campione olimpico a Tokyo, si è fermato al settimo posto. Combattuto l'incontro dei ripescaggi che ha visto vincitore lo spagnolo Sherazadishvili che a sua volta si è dovuto accontentare del quinto posto. Al terzo posto si è classificato l'uzbeko Turoboyev. Bello il suo uchi-mata nella finalina che ha sorpreso lo spagnolo. Giornata negativa per Giappone e Francia rimasti fuori dal podio. +100 kg e +78 kg - Souza e Riner
La campionessa olimpica giapponese Sone viene fermata nei quarti dalla turca Ozdemir e si deve accontentare del settimo posto. La prima del ranking mondiale Romane Dicko viene a sua volta fermata dalla brasiliana Beatriz Souza (classe 1998) in semifinale. A sorpresa é la brasiliana a divenire campionessa olimpica sconfiggendo l'israeliana Hersho per waza-ari nella finale Al terzo posto, oltre alla francese Dicko che supera la serba Zabic, la coreana Hajun Kim che ha la meglio su Ozdemir. Teddy Riner (classe 1989) entra definitivamente nella storia vincendo il suo terzo titolo olimpico individuale innanzi al suo pubblico. Molto belli gli ippon di osoto-gari in semifinale, contro il tajiko Rachimov, e di harai-goshi, in finale contro il coreano Kim. Peccato per la scena pietosa dei quarti di finale dove, opposto al georgiano Tushishvili, dopo avere azzeccato un contraccolpo vincente, ci mette del suo partecipando a una giostra di spinte e calcetti con l'avversario (poi squalificato), nell'imbarazzo generale ... Le medaglie di bronzo si giocano tra il giapponese Saito e l'uzbeko Yuspov e tra il cubano Granda e il tajiko Rachimov. Saranno Yasupov e Rachimov a saire sul podio grazie a un vantaggio di waza-ari. Il Giappone rimane a bocca asciutta per il secondo giorno consecutivo; da notare che Saito aveva eliminato negli ottavi il campione olimpico di Tokyo Lukas Krpaleck grazie ad un bel harai-goshi. Il ventiduenne figlio d'arte (suo padre è stato oro olimpico nel 1984 e 1988) appare fragile e si lascia ancora sorprendere da contraccolpi. Team mixed - Francia
La finale attesa è arrivata sono state le formazioni di Giappone e Francia a contendersi il secondo titolo olimpico a squadre. Ricordo che la competizione a squadre è stata introdotta ai giochi di Tokyo e che allora, a sorpresa, fu la Francia a vincere. In questa edizione il Giappone cercava il riscatto e la Francia la riconferma. Il Giappone ha schierato i campioni olimpici Hifumi Abe e Natsui Tsunoda nella categoria superiore alfine di esprimere la miglior squadra possibile, oltre ai titolari Murao, Saito, Takaichi e Takayama. La Francia, forte dei suoi assi storici Riner e Agbegnenou (già oro a Tokyo), ha confermato i titolari Gaba, Chysique, Ngayap Hambou e Dicko. Il Giappone si era qualificato per la finale vincendo agevolmente la semifinale con la Germania (4 a 0) e il quarto di finale con la Serbia (4 a 1), a rischio invece il passaggio del primo turno contro la Spagna per il quale è stato necessario sorteggiare l'incontro di golden score. Decisiva Miku Takaichi che a -70 kg si è imposta sulla spagnola Cabana Perez. La Francia non era stata da meno vincendo la semifinale contro l'Italia, (4 a 1), il quarto contro la Corea (4 a 1) e il primo turno contro Israele (4 a 0). La formazione transalpina schiera Teddy Riner (che anche se non attacca - vedi incontro con l'italiano Pirelli - non viene mai penalizzato dai giudici) e l'Arena Champs-de-mars è una bolgia con il pubblico francese che sostiene a gran voce i suoi beniamini. La finale - conclusasi al golden score - è stata uno spettacolo di altissimo livello combattuta con rispetto e senza contestazioni da ambo le parti, come il judo comanda. Il Giappone in vantaggio per 2 a 0 grazie alle vittorie di Murao (-90 kg) e della sorprendente Takayama sulla Dicko (bronzo olimpico nei +78 kg alla quale regalava diversi chilogrammi) ha subito il primo punto grazie a Teddy Riner (+90 kg) che ha superato Saito. La successiva vittoria di Tsunoda, grazie a un bellissimo ippon di tomoe-nage a due piedi, ha portato il Giappone sul 3 a 1 con due match-ball a disposizione. Hifumi Abe (campione olimpico -66 kg) non ha centrato la sua occasione, al golden score - dopo avere attaccato per tutto l'incontro - ha subito il waza-ari dell'esplosivo Gaba (argento nei -73 kg). Medesima sorte per Miku Takaichi opposta a Clarisse Agbegnenou. 3 a 3 dunque il risultato con la necessità di determinare quale incontro sarebbe risultato decisivo per l'attribuzione della vittoria. Il caso ha sortito la categoria +90 kg con la ripetizione dell'incontro tra Riner e Saito e, ancora una volta, il trentacinquenne francese si è dimostrato decisivo. Onore al merito al supercampione francese e alle due squadre. Le finali per il terzo posto hanno opposto Italia a Brasile e Corea a Germania. A vincere sono state Brasile e Corea. Peccato per la squadra italiana che ha effettuato un ottimo torneo e che ha ceduto al Brasile unicamente nell'incontro di golden score che, per sventura di sorteggio, ha opposto la già campionessa olimpica Rafaela Silva alle ventunenne Veronica Toniolo. Nulla da fare per la figlia dell'Akyama Settimo, un waza-ari di uchi-mata dopo pochi secondi ha posto subito fine alle speranze di medaglia dell'Italia. Nel medagliere delle competizioni di judo è il Giappone, malgrado una edizione non esaltante, a risultare al primo posto con 3 titoli individuali (come avvenne a Rio de Janeiro nel 2016), 2 titoli individuali sono andati all'Azebargian e 2 (Riner e team mixed) alla Francia mentre ben 8 titoli sono stati attribuiti ad altrettante nazioni. Non si perda però di vista il fatto che Russia e Bielorussia, che certo hanno una tradizione importante nel judo, erano (purtroppo) assenti a questi giochi. |