LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 51)Il torneo della regione di Kyushu era una competizione importante per il territorio. Vi si ritrovavano i migliori judoka dell’isola ed anche qualche combattente proveniente dal vicino arcipelago di Okinawa. Quell’anno il torneo veniva organizzato a Satsuma, una cittadina ubicata nella zona ovest della prefettura di Kagoshima. Satsuma era nota storicamente per essere stata la regione dell’ultima ribellione dei samurai, in particolare per la figura di Takamori Saigo che, essendosi opposto alla forzata occidentalizzazione del Giappone, aveva creato un’ultima sacca di resistenza, schiacciata definitivamente dalle forze nazionaliste con la battaglia di Shiroyama. Come dal proposito espresso, quando aveva maturato la sua decisione, Noriko aveva informato Kyoshi e i genitori solamente due sere prima del torneo. Kyoshi le aveva detto “l’avevo capito. L’impegno che hai messo negli allenamenti e gli esercizi di condizione che ti sei imposta me l’hanno indicato ben presto. Sei hai bisogno un coach sono con te”. Meno positiva fu invece la reazione di Kaori e Shinnosuke; i genitori (che per altro avevano combattuto delle finali mondiali e che certo non erano contrari alle competizioni) erano preoccupati per questo improvviso ritorno di fiamma. In realtà temevano che una delusione avrebbe fatto nuovamente ricadere Noriko nella crisi personale che l’aveva riportata a Kumamoto. Non volendo però sembrare allarmisti si erano limitati ad indicare che “a trentaquattro anni sei un po' fuori tempo massimo”. Kaori aveva infatti combattuto sino a ventidue anni, vincendo tutto quello che si poteva, mentre Shinnosuke aveva concluso la carriera agonistica a ventinove anni. Noriko aveva chiesto a Kyoshi di accompagnarla fungendo da coach. Era così arrivata a Satsuma il giorno precedente il torneo ed aveva trovato alloggio in un ryokan, ben decisa a dimostrare a tutti ma soprattutto a sé stessa che era ancora in grado di combattere. Non pensava certo di poter vincere il torneo, tuttavia voleva dimostrare di saper praticare e, perché no, piazzare qualche bel ippon. Le operazioni di peso si conclusero presto. Come capita troppo spesso nelle competizioni di judo, tuttavia, prima che i combattimenti iniziassero, si dovette attendere parecchio. La categoria di peso di Noriko fu l’ultima. Finalmente giunse il momento. La prima avversaria di Noriko fu una ragazzina diciottenne, fisico al top, sguardo fiero, massima concentrazione. Probabilmente si stava chiedendo cosa ci facesse una “vecchia” ancora sui tatami. La “vecchia” però era tutt’altro che intenzionata a lasciarsi bistrattare; infatti, dopo avere subito uno svantaggio iniziale Noriko riuscì a ricuperare e ad imporsi grazie ad un seoi-nage a sinistra che sorprese la sua avversaria. Il tabellone prevedeva tre incontri per qualificarsi per la finale di categoria, il primo passo era stato fatto tuttavia la strada appariva ancora lunga. Terminato il primo incontro Noriko si fermò a bordo tatami e, dando seguito al consiglio di Kyoshi, iniziò a guardare le sue future avversarie. “Studiale, osserva i loro attacchi, così non potranno sorprenderti” le aveva detto il coach. Noriko, che in gioventù non si era mai fermata ad osservare le avversarie, comprese subito la sensatezza del consiglio; non aveva più l’età per andare allo sbaraglio. “Per combattere - le aveva sempre ripetuto il padre - “ci vuole concentrazione e attenzione. Nulla deve distrarti. Un unico obiettivo. Durante la competizione è necessario rimanere concentrata, lontano da ogni distrazione: amici, genitori, fidanzato compreso”. A trentaquattro anni finalmente aveva capito che il padre aveva ragione. “Nulla deve distrarmi” ripeteva tra sé mentre, osservando la sua prossima avversaria, si era accorta che la stessa tendeva ad avanzare con il passo destro creando opportunità interessanti. Al secondo incontro infatti Noriko ne approfittò, l’avversaria avanzò erroneamente con il passo destro ed ecco l’attacco di osoto-gari spiazzante e vittorioso. “Allora non eri distratta quando tuo padre spiegava la sua tecnica preferita” disse Kyoshi quando Noriko sorridendo scese dai tatami. “Lascia stare! Le ripetizioni di “osoto-gari” nella mia famiglia non si possono contare. Non è mai stata la mia tecnica, contrariamente a Shiro; qualche idea su come la si esegue però me la sono fatta negli anni” rispose la ragazza. La semifinale fu intensa. L’avversaria non aveva pecche ed era di dieci anni più giovane; il golden score fu una sofferenza per Noriko che si era allenata, ma che non aveva più i tempi di ricupero di una ventenne. Un errore al suolo le permise ancora una volta di uscire vincente, l’avversaria si era sporta troppo su di lei che afferrando il braccio era riuscita a ribaltarla immobilizzandola lateralmente in yoko-shio-gatame. Ed eccola qualificata per la finale del torneo regionale, che non era mai riuscita a vincere in gioventù. Uscendo dai tatami, dopo la semifinale, per la prima volta da quando erano iniziate le competizioni guardò verso la tribuna. Seduti l’uno accanto all’altra Shinnosuke e Kaori si tenevano per mano parlottando tra di loro, visibilmente felici. Erano venuti a supportarla. “Siete proprio dei genitori straordinari” pensò la ragazza “mi avete dato affetto e amore, mi avete riempito di valori, consigli e regole, pur lasciandomi la libertà di scegliere ed anche di sbagliare. So bene che ci sarete sempre per me” e un moto d’emozione la investì. Cercando di scacciare i sentimenti che dentro di lei si stavano manifestando si disse “non è ancora tempo, la gara non è finita e la finale è sempre l’incontro più difficile”. A Satsuma Shinnosuke ebbe modo di incontrare Shohei, il giovane che a suo tempo l’aveva sconfitto nella finale mondiale di Baku. Erano anni che i due non si vedevano. Fu un momento toccante per entrambi. Era sempre emozionante ritrovare coloro che erano stati avversari e scoprire che, i ricordi della primavera rimangono vivi più che mai e che, con il tempo, è il sentimento di amicizia e rispetto a prevalere. Shohei felicitò Shinnosuke per il bel judo che Noriko stava esprimendo lamentandosi per il fatto che i suoi figli invece avevano scelto altro. La sua carriera agonistica era stata costellata di successi, era divenuto un insegnante di notevole fama, spesso richiesto all’estero. Una vera e propria stella che però, da tempo, viveva separato dalla moglie ed aveva scarsi contatti con i figli. “Tornassi indietro” disse a Shinnosuke salutandolo “farei altre scelte. La famiglia è importante”. Continua....
Il racconto "Le stagioni del ciliegio" è ora oggetto di una pubblicazione completa. Chi è interessato può acquistarne una copia a CHF 15.-; il ricavato è per il DYK Chiasso a cui l'autore ne ha fatto dono. La pubblicazione dei capitoli dell'Inverno proseguirà, come in precedenza.
L'immagine è di Ottavia Amoruso Battista.
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