Nr.71 / 31 maggio 2024

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


In questo numero riflettiamo sui senso dei dan onorifici, valutiamo i risultati dei campionati del mondo, salutiamo la presenza di Shohei Ono al dojo del DYK Chiasso, leggiamo il terzo capitolo della quarta parte del racconto "Le stagioni del ciliegio" (Inverno) e la rubrica "l libri sul judo".


Indice del settantunesimo numero:

  1. I dan onorifici: qualche pensiero - Marco Frigerio
  2. I campionati del mondo di Abu Dhabi  - Marco Frigerio
  3. Shohei Ono al dojo del DYK Chiasso - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I libri sul judo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

I DAN ONORIFICI: qualche pensiero

 

L'assemblea della Federazione Svizzera di Judo, in programma sabato 1 giugno, prevede, tra le varie trattande, la modifica del regolamento dan.

È proposto un inasprimento delle condizioni per l'ottenimento di dan onorifici.

La modifica si è resa necessaria in quanto la loro "distribuzione" è divenuta, in questi ultimi anni, una sorta di mercato poco compatibile con lo spirito del judo.

Le ultime settimane, prima dell'adozione del nuovo regolamento, sono però state l'occasione, per chi ancora tiene a questi titoli, di brigare per l'ottenimento della proposta di competenza cantonale; condizione necessaria per procedere.

 

Chi scrive pensa:

  • che i dan onorifici dovrebbero essere un regalo unico e irripetibile. Chi ha ricevuto già un dan onorifico in carriera non ha quindi alcuna ragione per chiederne un secondo !
  • che i dan onorifici vanno attribuiti unicamente per meriiti straordinari. Chi ha l'età si presenti all'esame, chi non l'ha più si accontenti del dan ottenuto in precedenza;
  • che i dan onorifici hanno un valore relativo, come per altro tutti i gradi. Non è il colore della cintura che importa ma quanto si è compreso e appreso del judo. Chi briga, utilizzando termini poco rispettosi, dimostra di essere molto lontano dai principi indicati da JIgoro Kano!

 

Chi scrive ha superato sei esami e porta la cintura bianco-rossa senza avere ricevuto regali. Ai giovani che leggono TDJ dico:

  • preparate gli esami di dan e superateli dimostrando di meritarvi il grado (almeno dal punto di vista tecnico);
  • studiate i kata, non solamente per gli esami, ma per divenire un judoka migliore;
  • se diventerete anziani e meritevoli la federazione deciderà se concervi il settimo dan. Se però questo non accadrà, nulla cambia.

 

Una cintura per allacciare il judogi la si trova sempre, semmai di colore bianco!

D'altronde agli albori del judo di cinture colorate non ce n'erano proprio e il bianco, in Giappone, è il colore della purificazione sia spirituale che fisica. Fin dai tempi antichi l'Imperatore era solito indossare abiti tradizionali bianchi per la maggior parte dei rituali shintoisti!

 


I CAMPIONATI DEL MONDO DI ABU DHABI

 

Da domenica 19 maggio a venerdì 24 maggio si sono combattuti i campionati del mondo a Abu Dhabi, l'ultimo torneo che permette di acquisire punti per la qualifica ai giochi olimpici di Parigi.

In passato nell'anno olimpico non venivano organizzati i campionati del mondo.

Già nel 2021 tuttavia vi furono sia i giochi, a Tokyo, sia i campionati del mondo, a Budapest, complice anche il fatto che i giochi erano stati posticipati di un anno.

107 le nazioni presenti a questi campionati, per 658 combattenti.

 

Sei gli svizzeri presenti a questi mondiali: Fabienne Kocher e Binta Ndiaye a -52 kg, al loro ultimo atto nella sfida interna, Nils Stump a -73 (comunque già qualificato in quanto campione mondiale 2023), Aurelien Bonferroni a -81, Daniel Eich a -100 kg  e Alina Lengweiler a -70 kg.

 

Domenica 19 maggio

Fabienne Kocher vince due incontri prima di fermarsi agli ottavi per un waza-ari subito dalla tedesca Ballhaus, classificatasi poi terza.

Binta Ndiaye arriva ai quarti dove viene sconfitta dall'uzbeka Keydorova; nei repechage viene fermata dall'ungherese Rapp. Settima la sua posizione finale.

Aquesto punto la scelta di chi rappresenterà la Svizzera ai giochi appare difficile: Ndiaye ha più punti nel ranking mondiale, Fabienne tuttavia ha un palmares migliore e al Grand Slam di Taskhent ha vinto la sfida diretta. "Affaire à suivre" !

La categoria -52 kg è stata vinta dall'italiana Odette Giuffrida che in finale ha piazzato un waza-ari in spazzata sull'uzbeka Keydorova. Per l'Italia si tratta di una medaglia d'oro mondiale ottenuta dopo 33 anni di attesa, le ultime due erano state ottenute da Alessandra Giugni e Emanuela Pierantozzi a Barcellona 1991. L'Italia non ha invece mai vinto un oro mondiale in una categoria maschile.

Nei -60 kg il ventenne georgiano Georgi Sardalashvili si impone in una categoria che prevedeva la partecipazione di due atleti giapponesi tra cui Ruyu Nagayama, l'unico judoka nipponico selezionato per i giochi che, per sua espressa richiesta, partecipava anche a questi mondiali.

 

Lunedì 20 maggio

Nils Stump, campione del mondo in carica, conquista una meritatissima medaglia di bronzo. Inizia alla grande il torneo ricuperando uno svantaggio di waza-ari sull'italiano Giovanni Esposito e ottenendo un bel ippon grazie ad una splendida esecuzione di hiza-guruma a sinistra sull'algerino Messaoud Dris. Nei quarti viene però superato dal mongolo Ankhzaja Lavjargal che in precedenza aveva eliminato il georgiano Shavdatuashvili, uno dei favoriti. Ripescato, Stump si qualifica per la finalina che domina e vince con due waza-ari a danno del tedesco Igor Wandtke (nella fotografia che segue il secondo dei due waza-ari).

La categoria -73 kg è stata vinta dall'azero 4 volte campione d'Europa Hidayat Heydarov che in finale - a venti secondi dal termine - ha ricuperato uno svantaggio sul ventiduenne giapponese Tatsuki Ishihara ottenendo ippon grazie a un kata-guruma in rotazione. Heydarov è stato campione d'Europa cadetti nel 2013 e 2014, campione del mondo junior nel 2017, lunga la strada per arrivare al primo titolo mondiale senior.

Nei -66 kg finale tutta giapponese tra il ventiquatrenne Takeshi Takeoka e il ventiduenne Ryoma Tanaka. Quest'ultimo si era qualificato per la finale battendo l'italiano Piras grazie ad un ashi-guruma al golden score. Meno di trenta secondi gli sono invece serviti per conquistare il titolo mondiale in una categorie dove i nipponici sono ampiamente superiori a tutti. Basti pensare che ai giochi vi sarà un certo Hifumi Abe a difendere la bandiera.

La coreana Mimi Huh, specialista in tuffi sulle ginocchia ... vince la finale a -57 kg superando al settimo minuti di golden score, per triplo ammonimento, la nippocanadese  Christa Deguchi, campionessa in carica. Brutto l'incontro di finale con avversarie in kenka-yotsu che non hanno trovato soluzione; purtroppo quando ciò accade è chi finge meglio gli attacchi a vincere !

 

Martedì 21 maggio

Aurelien Bonferroni si ferma al primo tunro sconfitto da Nugzari Tatalashvili.

Due le categorie in programma: nei -81 kg si conferma il georgiano Tato Grigalshvili che si impone in finale per wazaari sul russo Timur Arbuzov.

Nei -63 kg non riesce la francese Clarisse Agbenegnou a conquistare il suo settimo titolo mondiale sconfitta nei quarti dalla canadese Catherine Beauchemin-Pinard. Vince la ventunenne olandese Joanne Van Lieshout  in fiinale con la polacca Anelika Szimanska.

 

Mercoledì 22 maggio

Alina Lengweiler non va oltre il secondo turno a -70 kg, sconftta dalla russa Madina Taimazova che ha poi concluso al terzo posto la competizione.

La categoria è stata vinta dalla francese Margot Pinot che ha superato in finale per wazaari la connazionale Marie Gahie dopo avere avuto la meglio nei quarti della giapponese Shiho Tanaka per tripla sanzione di quest'ultima. Primo titolo mondiale per la trentenne francese che non sarà ai giochi di Parigi e che ha, alle sua spalle, una brutta vicenda di violenza domestica subita dall'ex compagno.

Finale da brivido quella che invece ha opposto la tedesca Anna-Maria Wagner all'italiana Alice Bellandi, con la tedesca superiore negli attacchi e nella posizione che, al golden score, riesce a strangolare l'avversaria. Bellandi non batte e sviene dopo l'ippon. Occasione persa per la bresciana che, in semifinale, si era sbarazzata grazie a un bel osoto-gari della francese Madeleine Malonga.

L'unica categoria maschile in competizione è stata vinta dal ventiseienne giapponese Goki Tajima che in finale si è importo sul serbo Nemanja Majdov grazie a una combinazione uchi-mata / kosoto-gake. Tajima è poco noto al circuito internazionale tuttavia è stato campione del giappone -90 kg negli ultimi due anni.

 

Giovedì 23 maggio

Daniel Eich, ultimo svizzero in competizione, vince due incontri prima di cedere per un waza-ari marcato in spazzata al tedesco George Utsilaure.

La categoria -100 kg viene vinta dall'azero di origine ucraina Zelim Kotsoiev che in finale supera il canadese Shady Elnahas.

Nelle categorie più pesanti si impongono il coreano Minjong Kim che, sorprendentemente si impone sul georgiano uram Tushishvile per immobilizzazione, e la giapponese Wakaba Tomita che ha la meglio sulla turca Kayra Ozdemir. Nella categoria maschile il Giappone era rappresentato da Hyoga Ota (vincitore degli All Japan 2021) che al secondo turno è stato fermato dal tajiko Timur Rakhimov, primo del ranking, risultato poi settimo. 

 

Venerdì 24 maggio

Il torneo per team miste viene vinto dal Giappone.

In finale è la Francia a tentare di fermare i nipponici, il risultato 4 a 1 con vittoria della sola Margaux Pinot per i transalpini.

Terzo posto per Georgia e per l'Italia che, finalmente presente nella competizione a squadre supera nella finalina l'Uzbekistan. Per trovare l'Italia sul podio bisogna risalire ai mondiali di Basilea del 2002.

 

 

Nel medagliere di questi campionati il Giappone conferma il primo posto grazie a tre vittorie individuali e alla vittoria a squadre.

Due i titoli mondiali conquistati da Corea, Azebargian e Georgia.

L'Italia vince un oro e due medaglie d'argento al femminile e soprattuto il terzo posto a squadre.

 

 

I campioni mondiali 2024 sono:

 

-60 kg G. Sardalashvili GEO

-66 kg R. Tanaka JPN

-73 kg H. Heydarov AZE

-81 kg T. Grigalashvili GEO

-90 kg G. Tajima JPN

-100 kg Z. Kotsoiev AZE

+100 kg M. Kim KOR

 

-48 kg B. Bavuudory MGL

-52 kg O. Giuffrida ITA

-57 kg M. Huh KOR

-63 kg J. Van Lieshout NED

-70 kg M. Pinot FRA

-78 kg A. Wagner GER

+78 kg W. Tomita JPN

 

Team mixed:

 1 Giapppone - 2 Francia - 3 Georgia e Italia


SHOHEI ONO AL DOJO DEL DYK CHIASSO

Domenica 2 giugno il doppio campione olimpico (2016 e 2021) e triplo campione del mondo (2013, 2015 e 2019) giapponese Shohei Ono è atteso al dojo del DYK Chiasso.

Il trentaduenne Ono terrà due lezioni riservate ai soci.

L’evento ha carattere eccezionale. Per la prima volta, un campione olimpico, sarà sul tatami a Chiasso. Ono, personaggio schivo ai riflettori, cresciuto judoisticamente alla scuola privata Kodogakusha di Tokyo e all’Università di Tenri – entrambe note per incarnare lo spirito tradizionale giapponese – ha deliziato per anni gli amanti del judo con spettacolari ippon di uchi-mata e osoto-gari.

Il responsabile della nazionale giapponese Kosei Inue l'ha indicato come il miglior judoka dell'ultimo decennio.

 

Intervistato dalla rivista francese “L’esprit du judo” in merito ai punti forti del judo giapponese ebbe a rispondere “Il sistema giapponese sa formare judoka di grandi qualità. Non si perde il filo nel corso degli anni, la direzione è chiara, il livello tecnico alto, le ore di allenamento sono numerose. Non ci si pone troppe questioni e si resta concentrati sulla meta indicata.” Alla domanda a sapere cosa gli ha insegnato il judo rispose “Ho appreso il judo totale, il rispetto dei principi e della tradizione … nella nostra disciplina il rispetto dovuto al nostro avversario è la cosa più importante“.

Terminato il periodo agonistico nel 2023 Ono tiene corsi ovunque nel mondo. In futuro, non sorprenderà certo ritrovarlo quale responsabile della nazionale giapponese. Nel fine settimana del 10-11 maggio ha tenuto lezioni ad Astana, in Kazakistan, dove erano riuniti i partecipanti all’ultimo Grand Slam.

 

Il DYK è orgoglioso e onorato di ospitare Ono nell’ambito degli eventi del 50esimo; dopo i corsi tecnici di Fabienne Kocher e Alexis Landais, la posa del ciliegio e della targa con l'haiku commemorativo, la pubblicazione del libro "Le stagioni del ciliegio", la serata cinema con il film "Tatami" e i notevoli risultati recentemente ottenuti, sarà un piacere concludere la stagione d'oro con Ono.

Tutti i judoka chiassesi che presenzieranno alle lezioni di Ono non potranno scordare facilmente l’incontro con un grandissimo campione che incarna lo spirito del judo tradizionale.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 48)

 

Il dojo di Kumamoto era stato agghindato a dovere.

Taro l’attuale preside della scuola media e tutto lo staff insegnanti erano presenti.

Il pensionamento di Shinnosuke era considerato un momento speciale.

Erano trascorsi trentacinque anni da quando Shinnosuke era divenuto il responsabile dei corsi di judo, grazie a lui il livello tecnico e agonistico si era decisamente innalzato. La scuola di judo di Kumamoto veniva oramai considerata come una delle migliori dell’isola di Kyushu, non era raro che studenti con aspirazioni sportive provenissero da cittadine lontane.

In questi anni Shinnosuke aveva allenato campioni come Jigoro (divenuto campione olimpico) e Masahiko (che pure aveva conquistato un podio mondiale), aveva cercato di trasmettere i valori del judo a centinaia di giovani, aveva cresciuto Noriko e Shiro (divenuti buoni judoka) ed aveva anche dato avvio ai corsi per adulti, insegnando a chi non aveva mai avuto occasione di praticare in gioventù.

A Kumamoto era divenuto una celebrità ed era noto come “il vicecampione del mondo gentile nei modi, profondo nel pensiero, grande tecnico”.

 

A Shinnosuke sembrava ieri quando, sotto la direzione dell’allora responsabile Miura, era giunto a Kumamoto quale assistente.

Ricordava benissimo le difficoltà dell’inizio quando era stato costretto a seguire le direttive del predecessore. Nemmeno aveva dimenticato l’ultimatum che Kenji, il preside di allora, gli aveva imposto, dopo i risultati poco edificanti del torneo a squadre di Fukuoka al quale aveva partecipato con i primi allievi.

In cuor suo era convinto che il successo ottenuto negli anni era in buona parte dovuto all’essere riuscito a coinvolgere il giovane Jigoro, a cui il padre - divenuto in seguito uno dei suoi più grandi sostenitori - aveva finto di proibire la pratica del judo. Ryunosuke, l’avvocato, era venuto a mancare da qualche anno. Shinnosuke era stato chiamato al suo capezzale quando, malato, lo aveva voluto salutare per l’ultima volta, alfine di ringraziarlo - ancora - per avere trasmesso i principi del judo a suo figlio. L’avvocato l’aveva guardato fisso e gli aveva detto “Praticando judo mio figlio è divenuto un uomo pronto a raccogliere le sfide della vita, con il rispetto e l’educazione nonché i valori che gli sono stati trasmessi. Sono sempre stato orgoglioso di come è cresciuto. In buona parte so di doverlo a lei. Mi scuserà se a suo tempo ho dovuto ricorrere ad un sotterfugio.

Shinnosuke da tempo aveva compreso le ragioni dell’avvocato, l’aveva quindi rassicurato e salutato per l’ultima volta con un inchino tradizionale a dimostrazione del forte rispetto che sentiva.

Jigoro aveva avuto una carriera judoistica straordinaria e, terminata la fase agonistica, era divenuto insegnante alla blasonata Tsukuba University di Tokyo. Da tempo non tornava a Kumamoto dove, spento il padre, non aveva particolari legami. Nei giorni precedenti la festa del pensionamento Jigoro non aveva però mancato di scrivere a Shinnosuke per augurargli una pensione viva e ricca di soddisfazioni “Perché anche dopo avere raggiunto l’età della pensione la vita offre molte occasioni per essere utile. L’inverno non va vissuto racchiuso in sé stesso ma rimanendo coinvolto sempre e comunque nel contesto sociale, trasmettendo là dove è gradita, l’esperienza acquisita nelle stagioni che l’hanno preceduto.

La festa fu un successo, vennero ricordati i bei momenti trascorsi.

Kaori, Shiro e Noriko non erano presenti, la moglie non si era sentita bene in mattinata ed era stata costretta a rimanere a casa, i figli - vivendo da tempo altrove - non erano stati coinvolti.

Tra i tanti presenti Shinnosuke ritrovò Takeo, il suo avversario di un tempo. Da qualche mese non gli era più capitato di incontrarlo. Vederlo lo colpì: appariva stanco e camminava con maggiore difficoltà del solito. “I sessantacinque anni sono un traguardo” gli disse. “Se non ci arrivi vuole dire che il tuo cammino si è interrotto troppo presto. Andare in pensione, per quasi tutti, significa dedicarsi a quello che piace, cosa pensi di fare?

Non credo che la mia vita cambierà. Finché potrò frequenterò i tatami e poi Kaori - come sai bene - non è sempre in forma per cui spesso il mio aiuto in casa è necessario. Se potremo cercheremo di viaggiare un po’; ho sempre sognato di tornare in Europa. Chissà!” ebbe a rispondergli.

Particolare piacere fece a Shinnosuke rivedere Aaron e Hiro. Aaron uno dei suoi primi allievi divenuto insegnante di judo, visibilmente emozionato, lo ringraziò ancora una volta per avergli fatto comprendere la profondità e i veri obiettivi della disciplina. Non era divenuto un combattente di alto livello ma aveva effettuato le sue esperienze scegliendo presto di diventare un insegnante. Grazie a lui la scuola di Nagasaki era cresciuta parecchio negli ultimi anni. Hiro era stato uno dei quattro finalisti del campionato nazionale giovanile di Hiroshima, benché avesse interrotto presto la pratica del judo serbava un ricordo nostalgico. Chiese pertanto a Shinnosuke se vi fosse la possibilità di frequentare il corso adulti. “Non saresti l’unico che, avendo praticato da giovane, decide di tornare sui tatami” gli rispose felice Shinnosuke, invitandolo a presenziare al prossimo allenamento.

Una volta rientrato Shinnosuke raccontò a Kaori della festa. Le luccicavano gli occhi; non essere riuscita a partecipare le bruciava. Sapeva però bene che non tutte le sue giornate erano uguali e che, quando non se la sentiva, rimanere a casa era la sola soluzione. “Non importa se non ci sarai. Pensa a te e riposati” le aveva detto Shinnosuke quella mattina “gli altri non possono capire.”

Seduti sotto il portico, guardando il ciliegio fiorito e rigoglioso piantato poco prima del matrimonio, Shinnosuke e Kaori - che aveva in braccio Sakura - rimasero in silenzio, persi nei propri pensieri.

Anche questa volta a Kaori venne alla mente un haiku.

 

“Pioggia di primo inverno

sarò forse chiamato anch’io

viaggiatore”

 


 

Continua....


Il racconto "Le stagioni del ciliegio" è ora oggetto di una pubblicazione completa.

Chi è interessato può acquistarne una copia a CHF 15.-; il ricavato è per il DYK Chiasso a cui l'autore ne ha fatto dono.

La pubblicazione dei capitoli dell'Inverno proseguirà, come in precedenza.




I LIBRI SUL JUDO: Il libro dei cinque anelli

Quando ero un ragazzo, il mio insegnante di judo mi regalò una copia de "Il libro dei cinque anelli" (Gorin-no-sho) di Miyamoto Musashi.

Non si tratta di un libro sul judo ma di "un manuale di tecnica di combattimento che non indulge in passi e movimenti, in parate e mosse segrete, bensì analizza i processi mentali per arrivare alla liberazione dello spirito" (vedi presentazione dell'edizione del 1984).

Allora ebbi a leggerlo; essendo giovane però non ne compresi pienamente il senso.

Come i saggi dei filosofi "Il libro degli anelli" è uno scritto che va ripreso e meditato con l'avanzare degli anni.

Descrive la via del guerriero "heiho" utilizzando cinque capitoli: il libro della terra ("chi-no-maki"), il libro dell'acqua ("mizu-no-maki"), il libro del fuoco ("hi-no-maki"), il libro dell'aria ("kaze-no-maki") e il libro del vuoto ("ku-no-maki").

Per capire infine il vuoto ("ku") - ci dice Musashi - il guerriero deve avere studiato a fondo, "comprendendo il suo dovere senza coltivare ambizioni nel cuore, affinando la saggezza e la forza di volontà, sviluppando l'intuizione e il potenziamento dell'attenzione, giorno e notte, quando i veli dell'illusione sono scomparsi".

Non so se è grazie alla lettura di questo libro che ho compreso presto l'importanza di avere sempre una visione completa di quanto accade attorno a noi.

"Stai attento a percepire sempre la realtà da un punto di vista elevato" scrive Musashi nel libro dell'acqua. "Affronta la situazione senza tensione, ma anche senza essere avventato: tieni la mente al centro, senza oscillazioni. Sii calmo di spirito e non ti distrarre assolutamente. Devi essere fluido e sensibile, linero e aperto".

Da questa esortazione ho sempre preso spunto.

 

Myamoto Musashi (1584/1645) è stato un samurai leggendario; probabilmente il più famoso di tutta il periodo feudale nipponico.

A 50 anni, a seguito di una crisi mistica, si ritira dalla vita pubblica dedicandosi alla calligrafia, alla pittura e alla poesia. "Il libro dei cinque anelli" è lo scritto che racchiude la sua esperienza di guerriero.

La sua vita è stata narrata nel romanzo "Musashi" di Eiji Yoshikawa (1892/1962) pubblicato a puntate tra il 1935 e il 1939 sul giornale Asahi Simbun, il quotidiano giapponese fondato nel 1879 e tuttora esistente. Da questo romanzo tradotto anche in italiano, di piacevole lettura, sono stati tratti vari film.

 

Il libro dei cinque anelli: un saggio sulla via del guerriero scritto dal più famoso samurai di ogni epoca Myamoto Musashi.

Il libro fu scritto a 60 anni, nella caverna Reigendo vicino a Kumamoto.

Musashi fu anche l'autore del documento Dokko-do ("la via che bisogna percorrere da soli") che si compone di 19 precetti.


NOTIZIE IN BREVE

La Coppa dell'imperatrice a Yokohama e lo Zen Nihon a Tokyo si sono combattuti a fine aprile con arbitraggio tradizionale. È stato reintrodotto il punteggio "yuko", sono state aumentate a 4 le sanzioni, è stato abolito il golden score (5 i minuti di competizione e 8 quelli della finale).

A quanto sembra la modifica è la conseguenza del fatto che nel 2023 le finali dei due tornei più prestigiosi del Giappone si erano conclusi con vittorie per sanzione dell'avversario.

Cambiamenti a livello internazionale sono dunque da prevedere, dopo i giochi di Parigi.

Il judo sportivo è da anni alla ricerca di un giusto compromesso e il Giappone ha espresso chiaramente con questa decisione che l'attuale regolamento va rivisto.

 

 

La vodese April Fohou ha vinto il torneo U21 di Malaga a -70 kg.

Quattro vittorie individuali sono state il suo percorso.

Eileen Probst si è classificata seconda alla torneo di Coppa Europa U18 a Bielsko Biala nella categoria -57 kg.

 

 

Diverse medaglie sono state ottenute dai judoka ticinesi al torneo ranking di Sierre.

Loris Perosa (JB Bellinzona) si è imposto nei -81 kg U21, terzo - nella medesima categoria - Martino Gada (JB Bellinzona) che ha pure ottenuto l'argento negli U18.

Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso) si é classificata seconda a -70 kg U21 e nella categoria senior..

Sarah Proietti (JB Bellinzona) ha vinto la categoria -70 kg U18.

Terzo posto per Angelo Melera (JB Bellinzona) a - 66 kg e pere Martin Motta (Jellinona) a -81 kg nei senior.

Nei master hanno combattuto anche Riccardo Arrigoni (JB Lugano e Marcel Castellani (JB Biasca), argento il prmo e bronzo il secondo.

 

 

Ai mondiali di Abu Dhabi il presidente della IJF Marius Vizer ha consegnato a Jean-Luc Rougé, primo francese a divenire campione del mondo, presidente della federazione francese di judo e segretario dell'IJF per anni, il diploma di 10° dan onorifico conferitogli nel 2023.

 

 

La diciottesima edizione della notte dei samurai del DYK Chiasso ha incoronato Illia Dmytrashyk. Dopo la sfida a palla/sedia, le prove di abilità e di cultura Illia è risultato il migliore tra gli sfidanti.

32 erano i partecipanti a questa edizione che, come tradizione, prevede di trascorrere una notte sul tatami, oltre a tre allenamenti di judo, giochi di squadra, esercizi di condizione e la teoria del presidente. Nella foto che segue il gruppo dei partecipanti.

 


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