Nr.69 / 30 aprile 2024

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


In questo numero riflettiamo sui prossimi giochi olimpici, riferiamo della Coppa Malcantone e dei Campionati d'Europa, leggiamo il primo capitolo della quarta parte del racconto "Le stagioni del ciliegio" (Inverno) e la rubrica "l libri sul judo".


Indice del sessantanovesimo numero:

  1. Meno di novanta giorni ai giochi  - Marco Frigerio
  2. La Coppa Malcantone - Marco Frigerio
  3. I Campionati d'Europa - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I libri sul judo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

MENO DI NOVANTA GIORNI AI GIOCHI

 

Mancano meno di novanta giorni ai giochi di Parigi.

Il mondo però non sembra essere disposto a fermare i conflitti in funzione dell'evento, come avveniva nell'antichità.

Russia e Ucraina, Israele-Palestina e Iran, senza dimenticare il Sudan, lo Yemen ed altri paesi di cui si parla poco, appaiono sordi ai tentativi di mediazione. Il mondo attuale è divenuto una polveriera.

I giochi moderni hanno sempre risentito della situazione internazionale.

Le olimpiadi non vi furono infatti negli anni dei conflitti mondiali: nel 1916 (Berlino), nel 1940 (Tokyo) e 1944 (Londra).

I giochi di Montreal (1976) furono boicottati dagli stati africani per protesta contro il regime di apartheid del Sud Africa, nel 1980 a Mosca furono gli americani, il Giappone e alcuni paesi occidentali a non presenziare, nel 1984 a Los Angeles furono invece i paesi del blocco comunista a non partecipare e ad organizzare in parallelo i giochi dell'amicizia.

Eventi che nulla hanno a che vedere con lo sport influiscono sui giochi; a meno di novanta giorni dalla cerimonia inaugurale tutto è ancora possibile.

 

Nelle sale ticinesi è uscito il film "Tatami: una donna in lotta per la libertà".

Ambientato ai campionati del mondo di judo, il film è un esempio di come circostanze politiche possano influenzare lo sport.

I soci del DYK Chiasso hanno visto il film sabato 20 aprile in occasione di una proiezione privata al multisala di Mendrisio offera dal club.

Chi pratica judo e ha visto il film lo consiglia.

Le scene di combattimento sono sostanzialmente ben fatte. Per una volta è il judo ad essere posto in evidenza (e non altre arti marziali o la boxe), anche se il tema principale è la storia politica che vi sta dietro.

La regia del film, per altro, è una collaborazione tra un registra israeliano (Guy Nattiv) e una registra iraniana (Zahra Amir Ebrahimi) che interviene anche quale attrice nel ruolo dell'allenatrice della campionessa iraniana costretta a scegliere.
Il film è ispirato a una storia vera, al maschile; ai mondiali del 2019 Saied Mollaie (campione del mondo in carica -81 kg) venne costretto dalla sua federazione a perdere per non incontrare in finale l'israeliano Sagi Muki.
Mollaie si rifugiò in Germania dove ottenne asilo, di seguito combatté sotto la bandiera della Mongolia (2019/2022) attualmente dell'Azebargian (dal 2022), ai giochi di Tokyo arrivò secondo. Sarà presente ai giochi di Parigi.
Vale la pena di osservare anche che la federazione iraniana di judo venne sospesa per tempo ideterminato dall'IJF ma che tale decisione venne (vergognosamente) annullata dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna.
 
A Parigi dunque, speriamo ...

LA COPPA MALCANTONE

 

La Coppa Malcantone è il torneo regionale giunto alla sua 27esima edizione.

Costituisce una bella opportunità per i giovani judoka dei club ticinesi per confrontarsi anche con qualche combattente delle vicine regioni di Lombardia e Piemonte.

Domenica 21 aprile si è combattuto nella palestra delle scuole medie di Caslano.

La competizione ha riunito 24 società, tra queste 10 club ticinesi.

 

Lo scorso anno su questa newsletter erano stati espresse alcune critiche in merito all'atteggiamento che qualche società aveva tenuto, ignorando sistematicamente le regole arbitrali svizzere per le competizioni giovanili che prevedono per gli U11 e U13 il divieto di effettuare tecniche con le ginocchia al suolo (vedi TDJ 46 e 47).

Purtroppo, anche in questa edizione, atteggiamenti inappropriati si sono ripetuti, causando per altro anche qualche infortunio.

Incidenti a livello giovanile costituiscono un elemento negativo da evitare per quanto possibile. Se dipendono dal mancato rispetto delle norme istituite apposta per rendere meno pericolosa la competizione, c'è da interpellarsi seriamente sul senso dell'operazione.

Per il futuro la questione è facilmente risolvibile: la società che non si adegua e che protesta non dovrebbe più essere invitata, il ragazzo che non le rispetta le regole va squalificato !

Se non vi è altro modo per educare al rispetto delle regole, vanno adottate misure drastiche. Jigoro Kano ha sanzionato, nel corso della sua vita, anche i suoi migliori allievi, quando il comportamento non era degno di un judoka!

 

Per tornare alla cronaca, a livello di società, il torneo è stato vinto dal DYK Chiasso rappresentato per l'occasione da 21 giovani di cui 5 sono riusciti a salire, nella rispettiva categoria, sul gradino più alto del podio.

Queste le classifiche.

 

Società:

 

1 DYK Chiasso, 2 Bu Sen Luino, 3 Budokan Tre Valli, 4 Atletico Alexandria, 5 JC Ceresio Caslano.

 

 

I vincitori delle singole categoria (in neretto i judoka provenienti da club ticinesi)

 

U15F

Stella GIovanora (-44 kg), Alice Sofia Laiso (-52 kg), Sara Petrolini (-57 kg), Es Skally NIhal (-63 kg)

U15M

Oleksii Dmytrashyk (-40 kg), Sohaib Zid (-45 kg), Jordany Anicette (-50 kg), Pietro Cotti (-55 kg), Giacomo Guenzi (-60 kg), Christian Perosa (-73 kg)

U13 F

Romina Martino, Giorgia Regazoni, Letizia Ciardiello, Yuki Alliata, Arianna Bianchi

U13M

Dario falduto, Lorenzo Debenetti, Natan Weber, Haron Ben Mokhtar, Noah Di Fabio, Zeno Rossoni, Gabriel Izzo, Miron Cheban, Mario Alois, Alvi Alla

U11 F

Silvia Ferrari, Melanie Rodrigues, Maya Martino, Eva Ferrazzo, Clara Ricchiuti

U11 M

Andrea Dogliolo, Edoardo Di Biase, Andrea Baccalà, Axel Berisha, Enea Bontadelli, Leonardo Molteni, Cristin Albertini, Samuel De Trizio, Tobia Porrini, Gioele Casarin, Mattia Rosina, Michelangelo Wiver

 

 

 

Nella fotografia che segue 9 dei 21 judoka che hanno combattuto per il DYK Chiasso, prima società della classifica a squadre, con la coppa per il primo posto e la challenge che va vinta tre volte per poterla acquisire. I cinque vincitori di categoria sono presenti: Clara, Arrianna, Yuki, Natan e Oleksii, insieme a quattro compagni di squadra classificatesi secondi: Diego, Giacomo, Chris e Margherita.


I CAMPIONATI D'EUROPA

I Campionati d'Europa 2024 si sono combattuti a Zagabria.

Per la Svizzera erano presenti unicamente Aurelien Bonferroni (-81 kg), Loic Gerosa (-81 kg) e Aline Legweiler (-70 kg).

Chi è ancora in lizza per la qualifica ai giochi è rimasto a guardare, in attesa dei campionati del mondo e degli ultimi due appuntamenti del Tour IJF.

Anche altre nazioni hanno preferito non mettere a rischio la salute dei propri atleti di punta, scelta opinabile ma che ha creato spazio per qualche giovane combattente.

 

La prima giornata è.stata caratterizzata dalla vittoria dello spagnolo Garrigos (primo del ranking mondiale) che a -60 kg si è messo al collo la terza medaglia d'oro continentale in quattro anni. Il suo judo non è particolarmente tecnico ma il soggetto è un vero guerriero. In finale si è imposto grazie a uno yoko-shio-gatame.

Inguardabile è stato invece il vincitore dei -66 kg, il georgiano Margalashvili, sempre e solamente alla ricerca del contatto con due prese in cintura per l'esecuzione di tecniche di sollevamento. In finale ha avuto la meglio sul turco Demirel che, dopo avere schivato diversi attacchi, nulla ha potuto contro l'insistente irruenza del georgiano.

Migliore lo spettacolo  nelle categorie femminili a partire dalla giovane russa Dudina che in finale a -48 kg ha piazzato due wazaari alla francese Pont.

Classica invece la finale a -52 kg con la campionessa olimpiaca di Tokyo, la kosovara Krasniqi, che ha prevalso sull'esperta italiana Odette Giuffrida grazie ad un ashi-waza sul tempo eseguito in contraccolpo.

Nei -57 kg torna invece al successo l'ucraina Daria Bilodid, oggi ventitrenne. Già campionessa del mondo a -48 kg l'ucraina ha vinto la finale grazie alle sanzioni attribuite dell'avversaria slovena Kajzer. Da segnalare il settimo posto ottenuto dalla trentottenne portoghese Telma Monteiro, alla ricerca della qualifica per la sua sesta olimpiade.

 

La seconda giornata ha visto all'opera i tre svizzeri presenti.

Sconfitti al primo turno Aline Lengweiler e Loic Gerosa, solamente Aurelien Bonferroni si è ritagliato una prestazione discreta grazie a due vittorie. È stato fermato dal turco Albayrak classificatosi poi terzo.

L'azero Hidayat Heydarov ha confermato il proprio titolo europeo a -73 kg. Brutta la finale con il russo Danil  Lavrentev. apparso più tecnico e meno propenso a buttarsi (per altro inutilmente) sulle ginocchia. Tre shido per passività sono però risultati decisivi.

Nei -81 kg vittoria per il campione del mondo georgiano Tato Grigalashvili. Il solo che nelle finali di giornata è riuscito a imporsi con un bel ippon di sasae-tsuri-komi-ashi a sinistra contro l'olandese De Wit.

Nelle due categorie femminili in programma da segnalare la vittoria della ventitrenne ceca Renata  Zachova a -63 kg, già campionessa d'Europa junior 2020 al suo primo podio nella categoria senior e la conferma della croata Barbara Matic che però si è imposta solamente grazie alla squalifica per somma di penalità dell'avversaria la greca Teltsidou.

 

Il terzo giorno ha visto la vittoria dell'azero Elijan Hajiyev a -90 kg sull'ungherese Toth, mentre il georgiano campione olimpico Bekauri si è accontentato del terzo posto.

Due titoli invece ai combatteti russi (sempre sotto bandiera neutra AIN). Se il campione del mondo Inal Tasoev era atteso a +100 kg, la vittoria del ventiduenne Matvey Kanikovskiy a -100 kg sul georgiano Sulamanidze non era scontata.

Nelle categorie femminili Audrey Tchemeo ha ottenuto l'unico titolo per la Francia a -78 kg sconfiggendo la tedesca, già campionessa del mondo Anna-Maria Wagner, mentre l'isareliana Raz Hehko quello della categoria +78 kg.

 

Nella competizione a squadre mista la vittoria è andata, ancora una volta alla Francia in finale con la Georgia. I transalpini riscattano così un campionato che li ha visti conquistare unicamente cinque podi di cui un unico titolo. 4 a 0 il risultato della finale anche se discutibile è apparsa la squalifica del campione olimpico Lasha Bekauri, nell'ultimo incontro, per avere effettuato un attacco sulla testa.

Terzo posto per Germania, vincitrice nella fiinalina per 4 1 sull'Italia, e Serbia, vincitrice per 4 a 2 sulla Croazia.

Emozionante il quarto di finale che ha opposto la Georgia all'Italia conclusosi con tre vittorie maschili per la Georgia e tre vittorie femminili per l'Italia. Sorteggiata la categoria che fungeva da golden score, decisivo è risultato l'incontro a -90 kg, in cui Bekauri non ha avuto alcuna difficoltà a sconfiggere per la seconda volta l'italiano Rigano.

 

 

Questi i campioni d'Europa 2024:

 

-60 kg Francisco Garrigos ESP

-66 kg Vazha Margvelashvili GEO

-73 kg Hidayat Heydarov AZE

-81 kg Tato Grigalashvili GEO

-90 kg Eljan Haiyev AZE

-100 kg Matvey Kanikovskiy RUS

+100 kg Inal Tasoev RUS

 

-48 kg Kristina Dudina RUS

-52 kg Distria Krasniqi KOS

-57 kg Daria Bilodid UKR

-63 kg Renata Zachova CZE

-70 kg Barbara Matic CRO

-78 kf Audrey Tchemeo FRA

+78 kg Raz Hershko ISR

 

Un esempio di quello che il judo non dovrebbe essere.

La finale a -66 kg vinta dal georgiano Margvelashvili. Prese alla cintura e tentativi di sollevamento ripetuti a iosa.

Peccato che non si sia dedicato al sollevamento pesi ...

 

Bekauri / Mathieu, quarto incontro della finale a squadre vinto dal  francese per squalifica del campione olimpico georgiano a seguito di tecnica "sulla testa", il sorriso di Bekauri esprime molti dubbi sul giudizio.

Francia campione d'Europa grazie alle vittorie di Mokdar su Liparteliani, Gaba su Shavdatuashvili e Pinot su Tchantaria.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 46)

 

Il coro a bocche chiuse della Butterfly risuonò improvviso.

Shinnosuke aveva impostato la musica di Puccini quale suoneria del proprio cellulare. Quel coro lo aveva accompagnato negli anni ed era un ricordo bellissimo della primavera, allorquando - in trasferta con la nazionale juniores - aveva assistito per la prima volta alla rappresentazione dell’opera al Teatro di Colonia. Nel tempo era divenuto un esperto di musica lirica e, quando ne aveva l’occasione, non mancava mai di assistere ad uno spettacolo operistico.

Da giorni Shinnosuke e Kaori erano in attesa. Il termine era trascorso ed entrambi avevano iniziato a preoccuparsi.

È nato. Quattro chili. Tutto bene” disse d’un fiato Shiro che, da qualche anno, si era trasferito a Honululu dove aveva assunto un ruolo organizzativo in una importante catena alberghiera.

Ottimo. Ne siamo felici” rispose Shinnosuke. “Come avete deciso di chiamarlo?

Abbiamo scelto un nome straniero. D’altronde oggi tutto si confonde. La chiamano globalizzazione anche se a volte è solamente caos. La mia compagna, come sapete, è olandese e una esperta d’arte, per questo lo abbiamo chiamato Vincent”.

Van Gogh, il pittore che raffigurava paesaggi molto particolari. Mi ricordo un bellissimo quadro di un campo di girasoli, colori forti.

Esatto. Sandra è una sua grandissima ammiratrice”.

Auguri allora, vedremo nelle prossime settimane se riusciremo a venire a trovarvi. Ti passo tua madre; oggi sta abbastanza bene anche se le forze sono quelle che sono”.

Finalmente è nato” pensò Shinnosuke dopo avere passato il cellulare a Kaori che riposava sulla sedia a dondolo con in braccio Sakura. “Il primo nipote segna l’avvio di una nuova stagione: il ciclo naturale della vita che si conclude e che in parallelo riparte. Oramai ho vissuto abbastanza attraversando le fasi migliori, il tempo futuro sarà un regalo o una punizione”.

Kaori chiuse la telefonata con il figlio, commossa e contenta di essere divenuta nonna, si rivolse quindi al marito “Siamo nonni. Quando andiamo a trovarli?

Shinnosuke rispose “Devi dirmelo tu. Io oramai posso organizzarmi. Te la senti di affrontare un volo di otto ore e mezza?

Certo che me la sento. Voglio sicuramente abbracciare il mio primo nipote. Già non avrò molte occasioni in futuro, dato che le Hawaii non sono proprio dietro l’angolo. Almeno alla nascita vorrei vederlo. Chissà come sarà: padre giapponese e madre olandese. Uno spettacolo!

 

Da quando i ragazzi avevano terminato il liceo ed iniziato a percorrere la propria strada erano passati quattordici anni. Shiro aveva portato a termine la scuola alberghiera a Tokyo ed era entrato nel mondo del lavoro che lo aveva condotto in giro per il mondo. Da quattro anni era approdato a Honululu dove aveva incontrato Sandra iniziando una convivenza. Shinnosuke aveva incontrato la coppia due volte sempre a Kumamoto. La ragazza gli era apparsa una gaijin molto bella, particolarmente forte di carattere. Anche se una gaijin pensa e agisce diversamente da un giapponese, la coppia gli era sembrata solida. Era felice per Shiro che necessitava di un appoggio. La nascita del primo figlio, sperava Shinnosuke, avrebbe rinsaldato ulteriormente i legami tra i genitori.

Noriko invece era divenuta una dirigente dell’azienda di Osaka. Lavorava dodici ore al giorno e, per quanto possibile - seppure saltuariamente - aveva mantenuto la pratica del judo. Viveva sola e diceva di essere felice. Shinnosuke ne dubitava, tuttavia non aveva alcuna possibilità di influire sulle scelte della figlia.

Una volta lasciato il nido è difficile che i figli prendano seriamente in conto quanto viene detto dai genitori; se i messaggi non sono passati nel tempo della vita comune è indubbiamente troppo tardi.

 


 

Continua....


Il racconto "Le stagioni del ciliegio" è ora oggetto di una pubblicazione completa.

Chi è interessato può acquistarne una copia a CHF 15.-; il ricavato è per il DYK Chiasso a cui l'autore ne ha fatto dono.

La pubblicazione dei capitoli dell'Inverno proseguirà, come in precedenza.


I LIBRI SUL JUDO: "Principes et fondements"

 

Emmanuel Charlot, l'autore di "Principes et fondaments" (2006) è il responsabile della rivista francese "L'esprit du judo".

Il libro rappresenta una riflessione personale sull'essenza del judo.

 

Nella quinta parte del libro, intitolata "JUDO: la voie du guerrier pacifique", troviamo il capitoletto "vaincre ou convaincre" nel quale l'autore espone il proprio pensiero sul senso del combattimento.

Vincere è certo l'obiettivo del combattimento, tuttavia la vittoria deve essere la dimostrazione di avere compreso "qualche cosa": un gesto spontaneo, la giusta attitudine.

È nel livello tecnico che "l'avere compreso" trova la sua massima espressione.

L'arte di proiettare è determinante: "esiste emozione più forte per un judoka di un ippon perfetto?" si chiede l'autore.

ll gesto tecnico trasforma infatti l'affermazione egoistica e riesce a convince.

Il judoka non deve quindi limitarsi ad avere quale obiettivo la vittoria ma tendere all'eccellenza, come tecnico e come persona.

La sconfitta non è, come la vittoria, che un esperienza di vita. Vi è una sola forma di fallimento ed è "l'imbroglio", ci dice l'autore.

 

Un testo profondo che riesce ad esprimere il meglio di cosa è il judo, se rettamente compreso e trasmesso.

 

 

Emmanuel Charlot, giornalista e judoka francese, ci trasmette il suo pensiero sui fondamenti e sul senso del judo.

Una lettura seria sui principali temi che caratterizzano la disciplina.

Per comprendere perché il judo è molto più di uno sport.


NOTIZIE IN BREVE

 

Domenica 14 aprile al dojo del DYK Chiasso è stato presentato il libro "Le stagioni del ciliegio".

L'autore ha indicato come il racconto sia "un atto d'amore verso il judo, compagno di vita e fonte di ispirazione costante" e il dono che egli ha voluto fare all'associazione che presiede da 40 anni per la sua stagione d'oro (50esimo).

 

 

Domenica 21 aprile la squadra cantonale ha combattuto, nel campionato di prima lega est vincendo 6 a 4 contro il JC Uster 2 e risultando sconfitta dal JC Weinfelden con il medesimo rsultato. Sei sono le formazioni che combattono nel campionato che vede coinvolto il Team Ticino.

 

 

Sabato 27 aprile si è combattuto il Torneo ranking 1000 di S.Gallo.

Alcuni combattenti italiani, tedeschi e olandesi erano presenti ed hanno impreziosito la competizione. L'impressione è che il livello svizzero sia ancora, in media, inferiore a quello dei nostri vicini. C'é da fare e bisogna allenarsi (facendo judo e non pesistica) credendoci.

Sul podio nei senior Matthew Marastoni (DYK Chiasso - terzo a -73 kg)

Nei U21 Kai Bürgisser e Luke Bürgisser (DYK Chiasso - secondo e terzo a -90 kg), Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso - terza a -70 kg).

Nei U18 Eloisa Del Don (JK Biasca - seconda a -44 kg) e Luke Bürgisser (DYK Chiasso terzo a -90 kg).

Una critica all'arbitraggio. Non è possibile perdere diversi minuti prima che gli arbitri seduti al tavolo visionino il video e si esprimano. Troppe le chiamate alla responsabile, senza che al tavolo ci si assuma la responsabilità di decidere!


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