LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 37) Erano passati diversi mesi dalla gara di Fukuoka e si era oramai vicini alla trasferta per le finali nazionali giovanili che, quell’anno si combattevano a Hiroshima. Unicamente i primi due classificati di ogni categoria erano qualificati per le finali. Noriko, giunta seconda al torneo del Kyushu, avrebbe quindi combattuto, insieme a Kyoshi, Aki e Hiro che si erano classificati primi. Shiro, giunto terzo, avrebbe accompagnato il padre e la sorella ma non avrebbe potuto combattere. Kaori non era in forma e, seppur a malincuore, aveva deciso di rinunciare alla trasferta. Prima di partire Shinnosuke riunì il gruppo. “La nostra scuola ha una tradizione. Il judo che pratichiamo è rispettato da tutti in quanto tecnico. Vi chiedo di combattere al vostro meglio tenendo presente che i combattimenti non sono una rissa brutale ma un’occasione per esprimere le proprie capacità. Sono sicuro che saprete farvi valere. Le finali nazionali sono sempre un torneo particolare: l’emozione è più forte e qualche volta gioca brutti scherzi. Pensate solo a ricercare l’ippon, il risultato, alla vostra età, conta poco, ve lo dico sempre”. I quattro ragazzi erano molto contenti di poter partecipare alle finali nazionali. Chi più chi meno i quattro finalisti avevano trascorso qualche notte insonne immaginandosi là al centro dell’Arena di Hiroshima sotto gli occhi di 2700 spettatori. Noriko aveva sognato il trionfo, Kyoshi aveva invece sognato una figuraccia. Tutti e quattro i finalisti della scuola però, superando le proprie paure, erano decisi a dare il massimo. La gara riservò gioie e dolori. Noriko, malgrado il proprio impegno, non andò oltre il primo turno, così come Hiro. Meglio di loro fecero Kyoshi che giunse terzo e, soprattutto Aki, che a sorpresa vinse la categoria. Da un lato Shinnosuke era soddisfatto per i due podi nazionali ottenuti su quattro partecipanti alle finali giovanili, d’altro lato, come padre, capiva perfettamente la delusione e forse anche il pizzico di invidia che il successo di Aki causava alla figlia. “Complimenti a tutti voi. Avete combattuto come vi avevo indicato e questo è, per me importante. Aki, vedo che mi hai ascoltato, e le combinazioni che abbiamo studiato sul tuo tokui-waza hanno dato i loro frutti. Molto bello il passaggio da seoi-nage in kouchi-makikomi.” Aggiunse poi: “Siamo un gruppo e tutti dobbiamo essere felici per i risultati ottenuti grazie al lavoro svolto insieme”. Noriko aveva capito perfettamente che l’ultima osservazione del padre era per lei. In realtà non era gelosa di Aki, con la quale sia allenava tutti i giorni, era scocciata per avere perso al primo incontro. Difficile quindi esprimere gioia quando non si è contenti della propria prestazione. Approfittando del fatto di essere a Hiroshima Shinnosuke visitò con il gruppo il parco e il Memoriale della pace, costruzione che ricorda la bomba atomica del 6 agosto 1945. Ebbe così modo di spiegare ai ragazzi come “A quel tempo il Giappone, sotto il controllo dei militari, aveva perso di vista i veri valori umani. Jigoro Kano era deceduto nel 1938 e, per sua fortuna, non aveva assistito al vergognoso attacco a Pearl Harbour che aveva portato all’entrata in guerra degli Stati Uniti. Se da un lato il memoriale ci ricorda la bomba che ha causato migliaia di morti, d’altro lato ci deve anche ricordare le cause e le scelte sbagliate dei nostri governanti di allora”. I giovani rimasero impressionati dalla cupola simbolo e ascoltarono in silenzio le spiegazioni di Shinnosuke. Shiro chiese al padre cosa fosse stato in precedenza l’edificio chiamato “la cupola della bomba atomica”. Gli venne risposto che l’edificio, costruito nel 1915 da un architetto europeo, ospitava la fiera di Hiroshima e che la struttura fu quella più vicino al luogo di esplosione della bomba che resistette. Rientrati a Kumamoto Shinnosuke, Noriko e Shiro trovarono Kaori a letto. Era evidente che non aveva passato una buona giornata. Appariva stanca e si capiva che, per seguire i racconti dei figli, doveva sforzarsi. I medici che aveva consultato a più riprese negli ultimi mesi non avevano saputo indicare un rimedio. Per poter andare avanti era costretta a prendere una serie di medicine ed a ritagliarsi dei periodi di ricupero durante la giornata. Shinnosuke era preoccupato, anche se non lo dava a vedere. Noriko e Shiro avevano compreso che qualche cosa non andava e, in casa, erano diventati più attenti e disponibili ad aiutare. A volte situazioni di emergenza contribuiscono a rinsaldare i legami. Continua.... I capitoli da 1 a 15 (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera ("Haru"). I capitoli dal 16 al 30 (vedi TDJ 39/53) costituiscono la seconda parte del racconto: L'estate ("Natsu"). Con Il capitolo 31 è iniziata la pubblicazione della terza parte del racconto: L'autunno ("Aki").
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