Nr.55 / 15 settembre 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


In questo numero una riflessione sulla ripartenza, i risultati del torneo di Weinfelden, qualche pensiero sul senso della cintura nera, il secondo capitolo della terza parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" (L'Autunno) e la rubrica "l libri sul judo".

 

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TDJ, è invitato a trasmetterli allo scrivente coordinatore (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).

Indice del cinquantaquattresimo numero:

  1. Riflessione - Marco Frigerio
  2. Il torneo di Weinfelden - Marco Frigerio
  3. Quattro nuove cinture nere a Bellinzona  - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I libri sul judo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

RIFLESSIONE

La stagione 2023/2024 è oramai in corso.

Da Chiasso a Biasca tutti i club sono operativi.

Le prime settimane del mese di settembre sono decisive per promuovere l'attività.

Non vanno perse le occasioni per mostrare il judo e parlarne.

 

Sportissima, tra gli altri eventi, è una occasione importante.

L'edizione di quest'anno è andata in scena domenica 10 settembre.

Permettere a bimbi e ragazzini incuriositi di provare qualche tecnica di judo è un momento di promozione irrinunciabile.

Mostrare loro in cosa consiste il judo è pure opportuno e necessario (nella fotografia che segue il gruppo del DYK Chiasso alla dimostrazione delle 14.00 sul palco di Piazza Indipendenza).

L'invito a partecipare gratuitamente al dojo a una lezione di judo e, all'occasione, scambiare quattro chiacchiere con il genitore che accompagna, è il passaggio finale indispensabile.

Varcata la soglia del dojo sta a noi: l'insegnante deve interessare e convincere e chi spiega il senso del judo deve essere concreto e crederci.

 

Naturalmente sappiamo bene che chi arriva al dojo non si fermerà in eterno, purtroppo.

La vita e gli eventi sconvolgono i piani e non è possibile avere certezze circa la "durata" di un allievo. Ai club spetta però il compito di fare tutto il possibile affinché le premesse per una durata prolungata su vari anni si possa realizzare.

L'obiettivo resta quello di creare un vero judoka ossia una persona sana fisicamente, forte mentalmente e utile socialmente.

 

Buon lavoro a tutti i club !


IL TORNEO DI WEINFELDEN

 

Il programma del secondo semestre prevede quest'anno tre tornei ranking.

Il primo si è combattuto sabato 9 settembre a Weinfelden.

Gli altri due sono previsti a Morat il 23 settembre e a Uster il 28 ottobre.

Solo al termine dei tre tornei si avrà la classifica ranking definitiva che determinerà chi si qualifica per le finali nazionali di Yverdon.

 

Il primo torneo del semestre è sempre stato piuttosto indigesto per i judoka ticinesi.

L'estate in Ticino dura di più rispetto alla Svizzera d'Oltralpe.

Ne consegue che, anche il livello di allenamento, è inferiore.

Malgrado ciò i judoka ticinesi, che hanno partecipato al torneo, hanno ottenuto buoni risultati.

Tra i senior si segnala la vittoria di Luca Wyler nei +100 kg e il terzo posto di Roberto Maserin nei -60 kg, entrambi del JB Bellinzona.

Nessun podio invece tra gli U21 anche se da segnalare sono il quinto posto di Kai Bürgisser (DYK Chiasso) nei -90 kg e il settimo di Greta Castellani  nei -63 kg (JC Biasca) classificata invece quinta nei senior.

Buone soddisfazioni per contro dagli U18 con la vittoria di Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso) -70 kg e i secondi posti dei fratelli Luke e Kai Bürgisser (DYK Chiasso) nei -81 kg e nei -90 kg. Secondo posto anche per Antonio Niceta (DYK Paradiso) nei +90 kg.

Da menzionare anche per il quinto posto di Martina Fontana (DYK Paradiso) -48 kg e il settimo di Martina Ingrami (JC Vezia).


QUATTRO NUOVE CINTURE NERE A BELLINZONA

Sabato 9 settembre a Uster quattro giovani judoka del JB Bellinzona sono stati promossi 1° dan dalla commissione di esami della SJV.

Complimenti a Martin Motta, Giorgio Gada, Giulia Cambianica e Loris Perosa (nella foto a seguire). Il passo è importante.

Un bravo anche ai preparatori Valentina Ciceri e Romolo Fibbioli che, divenuto istruttore federale per il nage-no-kata, ha saputo trasmettere con successo la "forma" richiesta per il passaggio di grado.

 

Il traguardo della cintura nera è visto da chi non pratica judo come un punto di arrivo.

Il judo invece insegna che la "mitica" cintura nera è in realtà un punto di ripartenza.

L'ottenimento della cintura nera conferma l'acquisizione delle conoscenze di base della disciplina e porta ad effettuare quel "salto di qualità" che, l'essere un vero judoka, richiede.

Nella storia abbiamo avuto chi - ottenuta la cintura nera - non si è più visto al dojo, chi si è fermato dopo qualche anno e, fortunatamente, chi ha compreso che l'ottenimento del "dan" implica dedizione e un serio impegno di approfondimento.

Il judo non si esaurisce con la fase agonistica della vita o con il superamento di un esame, è destinato ad accompagnare il praticante nelle quattro stagioni, con l'evoluzione che il passaggio degli anni naturalmente richiede.

Formare dei giovani e portarli all'esame federale di cintura nera è un esercizio meritevole ed importante. Garantisce il futuro di un club e costituisce un esempio per compagni di allenamento e per i più giovani.

L'impegno di chi ha ottenuto la cintura nera non deve però mancare dopo che, per la prima volta, ci si sposta dal lato degli insegnanti per il "rei".

 

Complimenti ai quattro giovani e a tutto il bel team del JB Bellinzona.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 32)

 

Il giorno seguente il suo quaranteseiesimo compleanno Shinnosuke si svegliò presto.

Non riusciva a dormire; accanto a lui Kaori invece sorrideva pur essendo ancora addormentata.

Gli anni erano trascorsi anche per lei. Aveva lasciato l’insegnamento al liceo per dedicarsi ai figli e li aveva seguiti lungo il difficile percorso di crescita. Da quando i gemelli avevano iniziato le medie aveva cercato di rientrare ma – dopo dieci anni – non era affatto semplice. Altri insegnanti erano giunti e il posto di professore di letteratura, a suo tempo occupato, era stato attribuito a terzi.

Shinnosuke aveva così cercato di coinvolgere la moglie nell’insegnamento del judo, avevano aperto dei corsi a partire dai sei anni; il dojo della scuola era a loro disposizione. I successi ottenuti erano tali che nessuno più si opponeva alle sue iniziative. La direzione scolastica per altro teneva tantissimo alle tradizioni e il judo veniva visto come un legame con il passato riproposto in formula moderna atto a trasmettere valori positivi ed a contribuire ad una sana crescita dei praticanti.

Certo, a volte, insegnando ai piccoli i genitori - con le loro domande - ti sorprendevano.

Era sempre difficile far comprendere il giusto messaggio.

Kaori iniziando ad insegnare ai giovani in età scolastica e si era presto accorta che le continue ripetizioni che l’avevano formata quale campionessa non erano adatte per quella fascia di età. Dopo un paio di esercizi infatti i giovani judoka pensando (a torto) di avere già compreso si fermavano e la guardavano in attesa di una nuova spiegazione.

Creare delle lezioni variate ma utili nella costruzione delle basi di un judoka era divenuto il suo obiettivo. Tutto ciò la coinvolgeva, anche se non aveva perso la speranza di poter riprendere ad insegnare letteratura.

 

Shinnosuke decise di alzarsi dal futon.

Aperto l’uscio di casa si accorse che le prime luci dell’alba avevano iniziato a trafiggere il buio della notte. Si sedette quindi sulla sdraio del porticato esterno e si mise ad osservare l’arrivo del giorno. Nel giardino innanzi al portico era stato piantato anni prima un ciliegio, nel riflesso delle prime luci l’albero e le foglie sembravano una figura mitologica stranamente sorridente.

Attese così l’ora in cui, secondo le abitudini di casa, tutta la famiglia avrebbe condiviso la prima colazione.

Dal vivere con Kaori e i gemelli Shinnosuke sapeva di attingere la forza per proseguire nel suo cammino; quel giorno si chiese come facessero coloro che non avevano con chi condividere il peso dell’esistenza.

Poco prima dell’ora abituale della sveglia anche Kaori, silenziosa, giunse nel portico e si sedette a fianco del marito. La luce era oramai sorta e il ciliegio era tornato ad essere tale.

Un’altra giornata stava per iniziare; entrambi avrebbero cercato di assolvere al meglio i propri compiti.

A un certo punto si sentirono i primi rumori provenienti dalla camera dei gemelli. L’abituale corsa per occupare per primo il bagno, l’acqua del lavandino che scorreva, i cassetti che venivano aperti alla ricerca dei vestiti.

Tutto sotto controllo, o almeno tale era la speranza.

 

 

Continua....

I capitoli da 1 a 15 (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera ("Haru"). I capitoli dal 16 al 30 (vedi TDJ 39/53) costituiscono la seconda parte del racconto: L'estate ("Natsu").

Con Il capitolo 31 inizia la pubblicazione della terza parte del racconto: L'autunno ("Aki").

Il disegno che segue è di Ottavia Amoruso Batista.


I LIBRI SUL JUDO: The manual of judo

 

Il libro "The manual of judo" fu scritto da Ernest John Harrison nel 1952.

La traduzione italiana è apparsa nelle edizioni La Comune nel 2009.

Il libro è storicamente interessante in quanto presenta la visione di chi è ritenuto la prima cintura nera europea. Harrison era arrivato in Giappone nel 1897 e si era appassionato al ju-jutsu prima di approdare al judo del Kodokan.

La sua visione del judo era legata alla difesa personale.

Rientrato in Europa sarà autore di vari libri; al termine della sua carriera sarà 4° dan.

 

Interessante e tuttora attuale è quanto scrive nelle note introduttive.

 

"Nessun giovane, per quanto la natura possa averlo dotato di un fisico in partenza gracile, non debba prendere in considerazione o scoraggiarsi dallo studiare e praticare il judo ... Forte volontà e tenacia congiunte ad una corretta pratica possono fare, senza eccessivi sforzi, dei veri miracoli sul piano fisico e sono comunque qualità indispensabili nella vita per ottenere dei risultati positivi in qualsiasi campo".

 

In merito alle proiezioni aggiunge poi:

 

"La qualità essenziale del judo è proprio la finezza che va messa nell'esecuzione del lancio, senza alcuno spreco di forza, ma con una scelta del ritmo e del tempo a cui il compagno non possa resistere".

 

Il Manuale di judo di Ernest Harrison è una lettura storicamente interessante.

"Il termine judo indica oggi quell'ingegnosa arte giapponese della difesa e dell'attacco senz'armi che ha preso il posto in Giappone ed ovunque nel mondo del più antico ju-jutsu ... L'obiettivo del dr. Jigoro Kano era quello di enfatizzare le basi etiche del suo nuovo metodo che erano in maggiore evidenza rispetto a quanto lo erano nelle vecchie ryugi".

Il judo, ancora oggi, se ben applicato è una disciplina per tutte le età di crescita personale.


NOTIZIE IN BREVE

 

43 nazioni per 366 judoka hanno partecipato al Campionato d'Europa junior del L'Aia.

Terzo posto per Binta Ndiaye sconfitta unicamente dall'italiana Veronica Toniolo che si è aggiudicata il titolo. La judoka vodese è salita di categoria e tenterà ora di conquistare un posto per i giochi di Parigi nei -57 kg.

Al torneo continentale hanno partecipato anche Aline Rosset (-63 kg) che è stata fermata al secondo turno dalla francese Melkia Auchecorne giunta poi seconda e April Fohouo (-70 kg) che è giunta quinta, sconfitta in semifinale dall'israeliana Adelina Novitzki e nella finalina dall'austriaca Elena Dengg.

Riferendo di questi campionati d'Europa junior non è possibile tacere il risultato straordinrio ottenuto dall' Italia che ha conquistato cinque titoli di cui due nelle categorie maschili grazie a Bright Maddaloni Nosa (-81 kg) e Jean Carletti (-100kg) e tre nelle categorie femminili grazie a Giulia Carnia (-52 kg), Veronica Toniolo (-57 kg) e Savita Russo (-63 kg). Nel tabellone a seguire l'Olanda con tre titoli e la Georgia con due titoli.

 

 

Loic Gerosa, ventunenne judoka del Judo Club Samurai Bernex ha vinto l'Europa Cup di Gaia (Portogallo) nella categoria -81 kg..

Cinque vittorie in altrettanti incontri per il suo primo titolo in un torneo di livello continentale.

La compagine svizzera ha pure ottenuto tre medaglie di bronzo grazie a David Gauch (-60 kg), Naim Matt (-73 kg) e Michele Fernandez (-52 kg).

Ventisei nazioni erano rappresentate al torneo.


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