Nr.47 / 30 aprile 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero qualche riflessione di un giovane arbitro, la presentazione dei prossimi campionati del mondo, un commento sull'importanza del ricambio generazionale, il seguito del racconto "Le stagioni del ciliegio" con il nono capitolo dell'Estate e la rubrica "l libri sul judo".

 

Ricordo infine che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del quarantasettesimo numero:

  1. Riflessioni di un giovane arbitro - Manrico Frigerio
  2. Previsioni per i campionati del mondo di Doha - Marco Frigerio
  3. L'importanza di un ricambio generazionale preparato - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I libi sul judo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

RIFLESSIONI DI UN GIOVANE ARBITRO

Il judo che voleva il fondatore Jigoro Kano non è solo un’arte marziale, ma dovrebbe essere una via da percorrere ricca di principi educativi e morali che dovrebbero essere trasmessi ai praticanti al fine di diventare delle persone socialmente sane ed utili.

Purtroppo, nonostante questo aspetto educativo sia lo slogan più utilizzato da tutte le palestre ad inizio stagione per attrarre nuovi iscritti, la sua applicazione nei vari dojo è ben diversa e queste differenze si manifestano soprattutto nelle competizioni giovanili.

 

Lo scorso 2 aprile è stata riproposto dal Judo Club Caslano la tradizionale Coppa Malcantone, torneo giovanile organizzato sull’arco di una giornata per diverse fasce di età, dagli U11 fino ai cadetti U18. I diversi approcci delle numerose palestre presenti a questa competizione, sono state a mio avviso un fulgido esempio di quanto possa essere applicato in forma diversa il concetto di judo.

Avendo partecipato quale arbitro alla competizione, ho potuto assistere da una posizione privilegiata i giovani combattenti presenti e ho potuto osservare enormi differenze nella loro impostazione allo shiai.

 

Vedere ragazzi e ragazze di undici anni combattere utilizzando tecniche pericolose per gli avversari, incitati dagli allenatori e non in grado di fare il saluto iniziale, è stato purtroppo un pessimo spettacolo per il sottoscritto e non solo. Vedere allenatori che spingono a quell’età per la vittoria in un torneo ad invito, che urlano contro noi arbitri e che non si curano di trasmettere i principi basilari del judo, mi ha fatto pensare per alcuni momenti di non essere ad un torneo giovanile di judo ma bensì ad assistere ad altri sport…

 

Questa mia riflessione è stata scritta non al fine di muovere un attacco contro questa categoria di allenatori, ma con l’idea di far riflettere, da una parte tutti noi veri insegnanti di judo su cosa dovrebbe trasmettere la nostra disciplina e cosa ci differenzia da una brutale lotta, dall’altra a far prestare attenzione ai genitori sul scegliere correttamente i dojo dove viene insegnato il vero judo per i propri figli.

 


PREVISIONI PER I CAMPIONATI DEL MONDO DI DOHA

Il comitato della IJF ha deciso di permettere la partecipazione ai campionati di Doha (Quatar) ad atleti russi e bielorussi alfine di garantire a tutti le medesime chances di qualifica ai giochi olimpici di Parigi 2024.

Combattenti russi e bielorussi parteciperanno quindi ma sotto bandiera "Individual Neutral Athlete", come si è fatto in passato per i rifugiati.

 

La competizione avrà luogo dal 7 al 13 maggio 2023. 100 saranno le nazioni rappresentate per 684 combattenti. Il continente più rappresentato è l'Europa con 40 nazioni e 344 combattenti, a seguire l'Africa con 22 nazioni e 77 combattenti, l'America con 18 nazioni e 100 combattenti, l'Asia 17 nazioni e 152 combattenti e l'Oceania 3 nazioni e 11 combattenti.

 

Le classifiche ranking IJF dicono che i primi della classe sono attualmente

-60 kg Yang (TPE)

-66 kg Vieru (MDA)

-73 kg Shavdatuashvili (GEO)

-81 kg Grigalashvili (GEO)

- 90 kg Bobubov (UZB)

-100 kg Sulemainidze (GEO)

+100 kg Rakimov (TJK)

 

-48 kg Bouckli (FRA

-52 kg Giles (GBR)

-57 kg Silva (BRA)

-63 kg Renshall (GBR)

-70 kg Matic (CRO)

-78 kg Bellandi (ITA)

+78 kg Dicko (FRA)

 

Nessun giapponese è primo.

Ciò non sorprende se si pensa che in questa stagione i judoka giapponesi si sono mossi molto poco ed hanno partecipato con il contagoccie ai tornei del Grande Slam.

Chi segue le competizioni internazionali sa però che le classifiche ranking, utili per definire lo schema della competizione, trovano raramente conferma al lato pratico.

Azzardiamo quindi qualche previsione personale.

 

-60 kg

Il giapponese triplo campione del mondo e campione olimpico in carica Naohisa Takato è indubbiamente il favorito. Antagonisti principali sono il combattente di Taipei, al primo posto del ranking, Yung Yang, il francese Luka Mkheidze vincitore del Grande Slam di Tel Aviv e di Antalya, nonché lo spagnolo campione d'Europa Francisco Garrigos.

 

-48 kg

La giapponese Natsumi Tsunoda è la campionessa mondiale in carica, dovrà però fare i conti con l'ispirata francese Shirine Boukli vincitrice del Master di Gerusalemme.

Avversarie da considerare saranno l'italiana Assunta Scutto (bronzo ai mondiali 2022), la mongola Narantsetseg Ganbaatar e la tedesca Katharina Menz.

 

-66 kg

Gli inarrivabili campioni giapponesi Hifumi Abe e Joshiro Maruyama sono i favoriti.

Nel 2022 furono protagonisti della finale che vide il primo (pur passivo) vincitore sul secondo a seguito di un contraccolpo valutato wazaari. Per simpatia personale mi auguro che il secondo (molto più tecnico) si prenda la rivincita.

Tra gli outsider vanno segnalati l'ucraino campione d'Europa Bogdan Iadov, l'esperto moldavo Denis Vieru, primo del ranking, e il russo Yago Abuladze (campione del mondi 2021 nei -60 kg)

 

-52 kg

La giapponese Uta Abe, campionessa olimpica e mondiale, è la favorita.

L'inglese Chelsie Giles, la kosovara Distria Krasniqi (campionessa olimpica), la francese Amandine Buchard e l'italiana Odette Giuffrida sono le avversarie più quotate.

Anche la svizzera Fabienne Kocher potrà dire la sua, nel 2021 si classificò terza ai mondiali.

 

 -73 kg

Campione del mondo in carica è il mongolo Tsogtaatar Tsend-Ochir, sconfitto poche settimane fa dall'italiano Manuel Lombardo nella finale del Grande Slam di Antalya.

Il nostro favorito è tuttavia il georgiano Lasha Shavdatuashvili (classe 1992) che ha al suo attivo tre medaglie olimpiche e due titoli mondiali l'ultimo dei quali ottenuto nel 2021.

Il Giappone sarà rappresentato dall'esperto Soichi Hashimoto, già campione del mondo nel 2017. Da seguire sarà anche lo svizzero Nils Stumpf, vincitore del Grand Slam di Tel Aviv.

 

-57 kg

La campionessa mondiale e olimpica brasiliana Rafaela Silva è la favorita.

Dovrà fari i conti però con la  giapponese Haruka Funakubo sempre alla ricerca del suo primo titolo senior dopo avere collezionato tre titoli mondiali junior.

Le canadesi Jessica Klimkeit e Christa Deguchi e l'ucraina Daria Bilodid andranno però tenute d'occhio.

 

-81 kg

Il campione del mondo georgiano Tato Grigalashvili è il favorito.

In stagione ha vinto il torneo del Grande Slam di Parigi e il Master di Gerusalemme. Suoi avversari principali il belga Matthias Casse e l'azero di origini iraniane Saeid Mollaei.

In corsa per il titolo anche il campione olimpico giapponese Nagase Takanori che non pratica un judo brillante ma che non è certo un avversario comodo.

 

-63 kg

La giappones, campionessa mondiale in carica, Megumi Horikawa è la favorita.

La britannica Lucy Renshall, la canadese Catherine Beauchemin-Pinard e la kosovara Laura Fazliu sono tuttavia avversarie da tenere ben presenti.

Da segiuire sarà anche la francese Clarisse Agbenegnou, campionessa olimpica in carica e pluricampionessa mondiale, tornata recentemente a combattere per cercare di ottenere la qualifica ai giochi del 2024.

 

-90 kg

Il campione mondiale uzbeko Davlat Bobunov intende bissare il successo ottenuto nel 2022 avanti al pubblico di casa. Per noi il favorito è però il giapponese Sanshiro Murao vincitore del Master di Gerusalemme in crescita di consapevolezza in questa stagione. Avversari da considerare saranno anche il georgiano campione olimpico Lasha Bekauri, l'olandese Noel Van T End, l'italiano Christian Parlati e il russo Mikhail Igonikov campione d'Europa 2020.

 

-70 kg

La croata Barbara Matic, campionessa del mondo, è la prima del ranking. Può quindi essere indicata come favorita anche se all'ultimo torneo del Grande Slam è stata sconfitta dalla giapponese Saki Niizoe.

Da considerare sono anche l'emergente spagnola di origini giapponese Ai Tsunoda Roustant, vincitrice del Grande Slam di Parigi, l'australiana Aoife Coughlan, la francese Marie Eve Gahie e l'austriaca Michaela Polleres.

 

-100 kg

In questa categoria non vi è un particolare favorito.

Buone possibilità hanno l'italiano Gennaro Pirelli, che ha vinto il Grande Slam di Tokyo,  e lo svizzero Daniel Eich, che si è classificato secondo al Grande Slam di Antalya. Avversari agguerriti sono il canadese Kyle Reyes, i georgiani Ilia Sulemainidze (primo del ranking) e Varlam Liparteliani, l'austriaco Aaron Fara, il portoghese Jorgé Fonseca (due volte campione del mondo) e il giapponese Kentaro Iidia.

 

-78 kg

L'italiana Alice Bellandi è la favorita, reduce da una stagione straordinaria che l'ha vista vincere il Master di Gerusalemme.

Outsider importanti la tedesca Anna-Maria Wagner, la francese Audrey Tchemeo e la brasiliana campionesa del mondo Mayra Aguiar.

Per il Giappone è annunciata la campionessa olimpica trentaduenne Shori Hamada che certo non va presa sottogamba.

 

+100 kg

Il nostro favorito è il giapponese Tatsuru Saito, secondo ai mondiali 2022 e vincitore del Master di Gerusalemme. Avversari il connazionale Kokoro Kageura, il francese Teddy Riner, tornato a combattere con l'obiettivo di qualificarsi per la sua quinta olimpiade, il cubano Andy Granda campione mondiale in carica, l'uzbeko Alishr Yasupov e i russi Tamerlan Bashaev e Inal Tasoev.

 

+78 kg

La giapponese campionessa olimpica Akira Sone è la favorita.

Dovrà vedersela con la francese Romane Dicko (campionessa del mondo in carica), con l'israeliana Raz Hershko, la turca Kayra Sayid e la coreana Hayun Kim.

 

Competizione TEAM misto

La competizione prevede formazioni composte da tre uomini e tre donne. Chi vince quattro incontri sui sei previsti si impone. In caso di parità (tre vittorie a testa) viene sorteggiato un incontro che viene ripetuto e che diventa decisivo per la vittoria del team.

Francia e Giappone sono le nazioni dominanti nella competizione a squadre mista.

Ai giochi di Tokyo fu la Francia a sorprendere il favoritissimo Giappone che resta tuttavia il primo della classe. Outsider Israele, Brasile, Olanda e Germania; le squadre dell'est Europa invece, nella competizione mista, hanno attualmente difficoltà ad emergere non disponendo di judoka donne di primo livello internazionale.

 

 

Ricordo a tutti gli interessati che le competizioni si possono seguire gratuitamente in diretta creando un account nel sito della International Judo Federation (www.ijf.org). Chi ha tempo si colleghi: due finali di categoria al giorno e gran finale la domenica con la competizione a squadre mista.

 

Gli svizzeri Nils Stump (-73 kg) e Daniel Eich (-100 kg) hanno le carte in regola per ambire ad un podio mondiale. Stump ha vinto in stagione il Grande Slam di Tel Aviv, mentre Eich si è classificato secondo al Grande Slam di Antalya.


L'IMPORTANZA DI UN RICAMBIO GENERAZIONALE PREPARATO

In ogni genere di attività e gruppo il ricambio generazionale è importante: porta nuove idee e garantisce, quando viene preparato, un passaggio di consegne coordinato e indolore.

Su tale aspetto, a mio parere, Jigoro Kano non è un esempio particolarmente illuminante.

È rimasto sino alla fine presidente del Kodokan, ha previsto una successione in famiglia (che non teneva conto della capacità judoistica) e - pur dovendo cedere ai suoi allievi la trasmissione del judo sui tatami - si è ritagliato il ruolo intangibile di "vecchio saggio" mantenendo sino alla fine le facoltà decisionali principali.

Dopo di lui la presidenza del Kodokan è passata infatti al nipote Nango Jiro, figlio di una sorella. Jiro aveva praticato judo in gioventù ma di seguito era divenuto ammiraglio della marina giapponese, facendo tutt'altro.

 

Il passaggio generazionale va preparato.

Nessuno di noi è immortale e, avanzando gli anni, è opportuno pensarci seriamente e trasferire le competenze a chi è in età per occuparsene.

Se valutiamo tale aspetto con riferimento all'ATJB e ai club affiliati ci accorgiamo che la generazione di coloro che oggi hanno da poco superato o si avvicinano ai sessant'anni è tuttora (in genere) al comando e che i giovani rappresentati nel comitato cantonale sono unicamente due.

Qualche sforzo in questa direzione è quindi necessario.

Quando nel 1990 divenni presidente ATJB avevo 26 anni ed ero 3° dan, da 5 anni ero presidente del DYK Chiasso. Ho ricoperto la carica cantonale sino al 2005 quando la maggioranza dei club di allora ha ritenuto di cambiare, scegliendo una presidente che è rimasta qualche anno e che certo non ha introdotto particolari innovazioni.

Il cambio di presidenza non era stato preparato; per i più, semplicemente, avevo fatto il mio tempo (quindici anni) ed andavo sostituito. 

 

Da presidente cantonale onorario auspico che un tale "modus operandi" non si ripeta e che il ringiovanimento del comitato e il passaggio di consegne possa essere coordinato.

Mi auguro che, oltre a Manrico e Luca (nominati nel 2022), all'assemblea 2023 si possa procedere a nominare qualche altro trentenne, di modo che, chi è della mia generazione ed ha fatto il suo tempo, possa passare "senza drammi" il testimone.

Preparare un passaggio coordinato evita scossoni, come vi furono nel 2005.

Il tempo scorre inesorabile.

A chi viene dopo di noi è meglio lasciare un bel ricordo.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 24)

Shinnosuke era sempre più impegnato a far comprendere a chi praticava che per imparare judo era necessario concentrarsi e ripetere costantemente le tecniche.

Una sera, uscendo dal dojo, si imbatté nuovamente nel giovanissimo Jigoro.

Shinnosuke non vi aveva fatto caso, ma Jigoro sbirciava abitualmente gli allenamenti del gruppo degli agonisti. Incuriosito dalla figura di quel maestro, che aveva sfiorato il titolo di campione del mondo, il ragazzino aveva trovato un angolo nascosto, non distante dall’accesso del dojo, dal quale osservare indisturbato quanto veniva praticato.

Di norma Jigoro rientrava prima che il dojo venisse chiuso. Tuttavia, quella sera si era attardato e, avendo visto Shinnosuke insistere sull’importanza del tai-sabaki (movimento rotatorio che precede l’esecuzione della tecnica), aveva deciso di cimentarsi e di provare il movimento.

Fu così che quando Shinnosuke lo vide, Jigoro stava esercitando il movimento di equilibrio su un piede solo per harai-goshi.

Bravo” disse il maestro al giovane “Vedrai: ripetendo l’esercizio da solo, il movimento diventerà automatico e, applicato nel combattimento, sembrerà naturale”.

Vistosi scoperto, Jigoro cessò immediatamente l’esercizio. I complimenti gli avevano fatto piacere naturalmente, tuttavia si sentiva in soggezione. “Grazie” si limitò a dire prima di avviarsi verso il suo domicilio. “Torna a trovarci” gridò Shinnosuke per farsi sentire “ed entra pure al dojo. Non è mai troppo presto per imparare il judo”.

 

Tornato a casa, raccontò a Kaori dell’incontro appena avuto.

Certo che incontrare un Jigoro, per un insegnante di judo è particolare” gli disse la moglie.

In ogni caso anche io ho una bella novità. Aspettiamo un judoka; oggi sono stata dal medico e mi ha confermato l’attesa”.

Shinnosuke non poteva essere più felice, sarebbe divenuto presto padre.

Una nuova generazione avrebbe scritto la continuazione della sua storia. Abbracciando Kaori riuscì ad esprimerle la sua felicità.

Quella notte dormì sodo sentendosi in pace con il mondo, si riteneva fortunato nella vita e nello sport e sentiva di dover trasmettere quanto aveva appreso.

 

Il mattino seguente, prima di andare al lavoro, ricevette una lettera dal suo vecchio compagno di squadra Hifumi: il maestro Maruyama era morto improvvisamente a Kyoto.

Il suo primo insegnante, colui che gli aveva trasmesso l’amore per il judo e la tecnica sulla quale costruire aveva lasciato questo mondo, non c’era più.

Seppur da diverso tempo non lo incontrava, il ricordo dei suoi insegnamenti era ancora vivido e il dispiacere per la sua dipartita fu enorme.

Shinnosuke annunciò a Kaori che si sarebbe recato al funerale che avrebbe avuto luogo di lì a qualche giorno e che avrebbe presenziato alla riunione che gli ex allievi avevano indetto in suo ricordo al dojo, luogo nel quale Shinnosuke aveva compiuto i primi passi nel judo.

Certo che la vita ti sorprende” rifletté tra sé Shinnosuke “un nuovo arrivo e una partenza, l’alternarsi di gioia e di dolore senza alcuna possibilità di controllo.”

Dopo avere accarezzato la guancia sinistra di Kaori, che l’aveva abbracciato stretto alla notizia, si incamminò come ogni mattina verso la scuola dove, anche quel giorno, avrebbe cercato di dare il meglio di sé.

In fondo questo è l’importante: una vita virtuosa e la trasmissione del sapere acquisito”.

 

 

 

Continua....

I primi 15 capitoli (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera. A partire dal capitolo 16 (vedi TDJ 39) è iniziata la pubblicazione della seconda parte del racconto: L'estate.


L'immagine è di Ottavia Amoruso Battista.



I LIBRI SUL JUDO: Kodokan Throwing Techniques

Nel 2005 il Kodokan pubblicò il libro "Throwing techniques" di Toshiro Daigo (1926/2021).

Daigo era noto per essere il tecnico di riferimento del Kodokan di fine secolo.

In gioventù era stato campione All Japan nel 1951 e nel 1954, direttore tecnico della nazionale giapponese alle olimpiadi di Montreal (1976) e Los Angeles (1984) e presidente della All Japan Judo Federation dal 1979 al 1989.

Obiettivo dichiarato del libro era unificare la terminologia esistente con riferimento ad esecuzioni moderne di tecniche sviluppate a partire dalla forma classica.

Le tecniche di proiezione indicate nel libro sono 67: 15 te-waza, 11 koshi-waza, 21 ashi-waza, 5 ma-sutemi-waza e 15 yoko-sutemi-waza.

Negli ultimi anni il Kodokan ha aggiunto un ashi waza e meglio obi-tori-gaeshi, di modo che nell'elenco pubblicato nel sito ufficiale le tecniche di proiezione riconosciute sono attualmente 68.

 

Il libro è uno strumento di riferimento importante.

Ogni tecnica viene analizzata grazie a una approfondita spiegazione, le fotografie di riferimento, i punti chiave e le sue modalità esecutive. Non mancano anche interessanti rinvii storici come ad esempio il riferimento alla tecnica preferita di Jigoro Kano: uki-goshi e come, per poter superare la difesa su tale tecnica messa in atto da Shiro Saigo, il fondatore ebbe a creare harai-goshi.

 

 

Il gokyo del 1921 prevede 40 tecniche suddivise in cinque gruppi di otto proiezioni ciascuno.

Il judo però è evoluto ed oggi le tecniche di proiezione riconosciute dal Kodokan sono 68. Chi pratica è tenuto a conoscere i nomi delle tecniche ed a saperle eseguire. Il libro di Daigo fornisce una spiegazione per ciascuna di loro.


NOTIZIE IN BREVE

 

17 rappresentanti del DYK Chiasso hanno presenziato domenica 16 aprile alla trasmissione "Domenica" diretta da Carla Norghauer su RSI 1 (vedi fotografia).

Il presidente Marco Frigerio ha avuto occasione di esprimersi sulle valenze educative del judo con riferimento alla figura del fondatore Jigoro Kano.

Una bella occasione per promuovere la nostra disciplina anche se, come sempre, il tempo dedicato al judo non è stato straordinario. "Così è la vita" ... un judoka deve saper sfruttare al meglio quegli spazi che vengono concessi !

 

 

Il 19 aprile 2 rappresentanti del JC Cadro: Dario Capelli e Mattia Prosperi, hanno partecipato alla trasmissione "Siamo fuori" su RSI 1.

Hanno così ricordato i cinquant'anni della società.

Complimenti al JC Cadro per l'anniversario.

 

 

Sabato 22 aprile l'ATJB ha organizzato a Bellinzona la competizione educativa di secondo livello. Buona la partecipazione.

 

 

Domenica 23 aprile Manrico Frigerio ha diretto al dojo del DYK Chiasso il terzo allenamento agonistico domenicale che la società propone, con cadenza mensile, a tutti gli interessati.

Anche questa volta non sono mancati giovani judoka provenienti dalla Lombardia.

 

 

Sabato 29 aprile il Judo Team Ticino ha vinto contro il Judo Team Regensdorf e contro il JC Brugg 2 per 4 vittorie a una.

La squadra cantonale assume quindi la testa della classifica del Campionato Svizzero di Prima lega 3.

Complimenti alla squadra coordinata da Joel Casada.


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