Nr.43 / 28 febbraio 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero ricordiamo lo spirito olimpico che dovrebbe contraddistinguere l'attività sportiva, i risultati del Grand Slam di Tel Aviv, riflettiamo sulle concomitanze, leggiamo il seguito del racconto "Le stagioni del ciliegio" con il quinto capitolo dell'Estate e la rubrica "libri sul judo".

 

Ricordo infine che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del quarantatreesimo numero:

  1. Lo spirito olimpico  - Marco Frigerio
  2. Il Grand Slam di Tel Aviv  - Marco Frigerio
  3. Concomitanze ? - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I libri sul judo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

CAMPIONATI TICINESI 2023

DOMENICA 12 MARZO

alle PALESTRE COMUNALI di via Soave a CHIASSO

 

Orario PESO

 

U13 ragazze entro le 09.00

U15 ragazze entro le 09.15

U13 scolari entro le 09.45 (-26 / -28 / -30 / -33), entro le 10.00 (-36 / -40/ -45 / +45)

U15 scolari entro le 11.00

U18 cadette entro le 13.00

U18 cadetti entro le 13.15

Junior / Senior M entro le 14.00

Junior / Senior F entro le 14.00

 

A seguire le competizioni.

Entrata libera. Per informazioni mbfrigerio@bluewin.ch.


LO SPIRITO OLIMPICO

I giochi di Olympia furono i più importanti giochi dell’antichità. Le cronache riportano 293 edizioni. I giochi si svolsero certamente dal 776 a.C. al 385 d.C. (le due date indicano la prima e l’ultima edizione di cui è noto il nome di un vincitore) molto probabilmente tuttavia essi risalgono ad almeno l’ 884 a.C. e proseguirono sino al quarto secolo d.C. Un periodo storico che supera abbondantemente il millennio.

 

Tutti i giochi dell’antica Grecia erano caratterizzati dalla sacralità. I giochi di Olimpia e i giochi nemei erano dedicati a Zeus, i giochi delfici ad Apollo e i giochi istmici a Poseidone. Inizialmente queste manifestazioni erano l’occasione per glorificare gli Dei, per questo il rituale era importantissimo e durante i giochi era prevista la cosiddetta tregua olimpica (“ekecheiria”) che prevedeva la sospensione di ogni evento bellico alfine di permettere un corretto svolgimento. La tregua entrava in vigore un mese prima dei giochi ed avevano una durata di almeno tre mesi. Durante questo periodo l’accesso all’Elide veniva dichiarato libero e la zona considerata neutrale. Chi violava la tregua veniva escluso dalle gare.

 

La storia è o dovrebbe essere una fonte di ispirazione per risolvere questioni che si pongono nell'attualità.

Concretamente, in vista dei giochi di Parigi 2024 - considerando la guerra in corso tra Russia e Ucraina sostenuta dalla NATO - la discussione è aperta a sapere se atleti russi e bielorussi avranno o meno la possibilità di prendere parte, sotto vessillo neutro, ai giochi.

Nel marzo 2022 l'International Judo Federation aveva autorizzato la partecipazione di judoka russi e bielorussi ai tornei internazionali sotto vessillo IJF, come per altro avviene da tempo per apolidi e richiedenti l'asilo. Tuttavia tali combattenti non hanno preso parte agli ultimi campionati del mondo e agli appuntamento del Grand Slam e non si ritrovano conseguentemente nella classifica ranking mondiale.

Sportivamente ciò significa indubbiamente una limitazione.

Ucraina ed altre nazioni premono attualmente affinché tale limitazione venga ufficialmente imposta per i giochi olimpici.

Dal profilo dello spirito olimpico v'è da chiedersi se una misura di questo genere sia legittima.

Il barone Pierre de Coubertin (1863/1937), considerato il padre dei giochi moderni, fu principalmente un educatore (come Jigoro Kano). Era convinto che lo sport fosse un ottimo metodo per promuovere la pace e la comprensione tra i popoli.

I pareri possono divergere.

Per quanto attiene a sport individuali, come il judo, limitazioni generali che toccano tutti gli atleti di un singolo Stato, a mio avviso, sono una sconfitta, non solo dello spirito olimpico, ma anche dei valori che il judo propone.

 

Lo sport (e i giochi olimpici a maggior ragione) non dovrebbero essere terreno di conflitto ma di pace e rispetto reciproco.

D'altrocanto lo sappiamo bene che le scelte politiche, di questo o quello Stato, non si decidono nelle palestre e men che meno sono gli atleti (in particolare quelli sui tatami) a decidere le guerre ...


GRAN SLAM DI TEL AVIV

Si è combattuto a Tel Aviv, nel fine settimana del 17 e 18 febbraio, il Grand Slam.

Per la Svizzera erano presenti i tre combattenti di primo livello, alla ricerca di punti per l'ottenimento della qualifica per le olimpiadi 2024 di Parigi.

Nils Stump ha vinto la categoria -73 kg grazie a una prestazione maiuscola che lo ha visto prevalere in semifinale sul cubano  Magdied Estrada e in finale sul tedesco Igor Wandtke.

Quinto posto per Fabienne Kocher nella categoria -52 kg sconfitta nella finale per il terzo posto dall'italiana Odette Giuffrida.

Daniel Eich invece non è andato oltre il secondo turno nei -100 kg, sconfitto dal portoghese Jorge Fonseca campione del mondo 2019 e 2021.

 

Per le altre categorie si segnala la finale tutta canadese dei -57 kg dove, per wazaari al nono minuto, Jessica Klimkait (già seconda al Grande Slam di Parigi) ha superato Christa Deguchi. Già ai giochi di Tokyo la Klimkait aveva "soffiato" il posto alla collega all'ultimo, il rischio a che ancora una volta la Deguchi (al momento prima del ranking mondiale) non riesca a partecipare alle olimpiadi appare piuttosto concreto.

Il tentativo di rientro nelle competizioni internazionali della trentenne campionessa olimpica e cinque volte campionessa del mondo francese Clarisse Agbenegnou a -63 kg non è riuscito, è stata sconfitta al primo turno dalla kosovara Laura Fazliu classificatasi poi al terzo posto.

Bella invcece la vittoria dell'italiana Alice Bellandi nei -78 kg che ha bissato il successo ottenuto al Master di Gerusalemme 2022. In finale ha sconfitto per wazaari la francese Madelaine Malonga campionessa del mondo 2019.

Nei -81 kg l'israeliano Sagi Muki è tornato a vincere un torneo importante, l'ultimo risaliva al 2019 anno in cui vinse anche i campionati del mondo. Cinque incontri positivi, l'ultimo, in finale, con il turco Vedat Albayrak.

Continua a collezionare vittorie per squalifica invece l'italiano Gennaro Pirelli, vincitore a sorpresa nel 2022 del Grand Slam di Tokyo nei -100 kg. Due dei tre incontri vinti lo sono stati per squalifica dell'avversario. Quinto posto finale il suo, sconfitto per ippon nella finalina dal brasiliano Leonardo Goncalves.

Nei +100 kg ha vinto il ventitrenne Tstsentsengel Odkhuu della Mongolia grazie a un wazaari in rotazione che ha sorpreso il trentenne azero Ushangi Kokauri. Difficile identificare chi possa realmente impensierire Teddy Riner (a parte il giapponese Saito), che con la vittoria ottenuta a Parigi non dovrebbe avere problemi con la qualifica per la sua quinta olimpiade.

 

 Questi i vincitori:

-60 kg Luka Mkheidze FRA

-66 kg Vazha Margvelashvili GEO

-73 kg Nils Stump SUI

-81 kg Sagi Muki ISR

-90 kg Beka Gviniashvili GEO

-100 kg Zelym Kotsoiev AZE

+100 kg Tsetsentsengel Odkhuu MGL

 

-48 kg Blandine Pont FRA

-52 kg Chelsie Giles GBR

-57 kg Jessica Klimkait CDN

-63 kg Catherine Beauchemin-Pinard CDN

-70 kg Margaux Pinot FRA

-78 kg Alice Bellandi ITA

+78 kg Raz Hershko ISR

 


CONCOMITANZE ?

Domenica 5 marzo a Bellinzona viene organizzata la gara educativa di primo livello, a Chiasso il secondo allenamento mensile domenicale per ragazzi, giovani e agonisti aperto a tutti gli interessati.

Venerdì 3 e sabato 4 marzo è annunciata la presenza a Bellinzona di Yoshiyuki Hirano.

 

Che dire di tutti questi appuntamenti nel medesimo fine settimana ?

Un mese prevede quattro fine settimana.

Un fine settimana è in genere riservato ad un torneo ranking (18 marzo Rheintal), un altro fine settimana è dedicato a qualche corso tecnico, un terzo prevede la partecipazione a qualche torneo giovanile (26 marzo Coppa Ornavasso).

In questo mese di marzo poi vi sono i campionati ticinesi (12 marzo).

Il risultato è che tutte le altre attività di iniziativa ATJB e/o di iniziativa dei singoli club - per forza di cose - sono concentrate nel solo fine settimana disponibile.

Unica data possibile quindi 4 e 5 marzo.

Naturalmente gli eventi proposti in concomitanza non sono forzatamente destinati ai medesimi utenti.

La gara educativa è per i giovanissimi, alle primissime esperienze extra club. L'allenamento domenicale è per pre-agonisti e agonisti che hanno già accumulato qualche esperienza competitiva. I corsi di Hirano sono mirati per utenti agonisti (in genere il venerdì) e per i più giovani (in genere il sabato).

Tutto bene dunque, se non fosse che, nei nostri club, coloro che accompagnano i ragazzi e si occupano di organizzare eventi sono quasi sempre le medesime persone.

 

Questo però è il judo che ti coinvolge a 360 gradi.

Le concomitanze sono la regola, non sono un problema; quando non le avremo più ci dovremo chiedere come andare avanti.

Grazie quindi a tutti coloro che si mettono a disposizione per organizzare eventi.

Ci sarà comunque chi non partecipa a un evento perché impegnato altrove, perché quanto proposto non interessa e/o perché "ha già dato" ....

Così è la vita: il judo non ha ancora risolto l'impossibilità di essere, al medesimo momento, in più posti.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 20)

 

Da qualche mese, terminato il proprio periodo agonistico Shinnosuke si era trasferito a Kumamoto. Al momento fungeva da aiutante alla scuola media; con il prossimo anno scolastico sarebbe invece subentrato all’insegnante titolare dei corsi di judo.

Kaori, avendo interrotto prima l’agonismo di alto livello, era divenuta da tempo una apprezzata insegnante di lettere al liceo.

Entrambi dimostravano con la propria scelta professionale di avere ben appreso la lezione di Jigoro Kano che - combattuto tra un futuro da politico, sacerdote o insegnante - aveva scelto la professione di insegnante nella convinzione che la stessa fosse la più importante al mondo. Kaori e Shinnosuke avevano sentito più volte la massima del fondatore del judo secondo cui “nulla sotto il sole è più importante della educazione” dato che “l’insegnamento di un solo uomo di valore può raggiungere una moltitudine, e il sapere di una generazione può influenzarne cento altre.”

Certo l’asticella da superare per essere considerato - secondo i criteri indicati da Kano - un insegnante degno di tale termine era piuttosto alta, entrambi tuttavia avrebbero cercato di assolvere al meglio il proprio compito. D’altronde, praticando judo, avevano avuto modo di imparare ad impegnarsi al massimo e a non sprecare mai energie in questioni futili.

Il giorno del matrimonio era infine arrivato: Kaori e Shinnosuke si sarebbero sposati secondo il rito shintoista.

Da tempo la cerimonia dello “Yui-no” era stata fissata per il 3 febbraio, giorno che - secondo il calendario giapponese - segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera e che d’ora innanzi avrebbe segnato anche l’anniversario della coppia.

Kaori era molto bella nel suo kimono bianco tradizionale; Shinnosuke indossava l’hakama nera ed esprimeva la fierezza di un vero guerriero.

La cerimonia si sarebbe svolta al Castello di Kumamoto, uno dei più noti castelli del Giappone costruito nel 1607 dal daimyo Kato Kiyomasa.

Entrambi erano al settimo cielo. Si conoscevano da undici anni, avevano condiviso successi e sconfitte sul tatami, erano riusciti a portare avanti la loro relazione malgrado la distanza e gli impegni diversi, ora erano finalmente pronti ad iniziare una nuova fase.

Kaori e Shinnosuke erano ben coscienti che la vita matrimoniale – per funzionare – richiede che all’“io” venga sostituito il “noi” e che, per ogni scelta, si tenga conto degli interessi e delle aspirazioni dell’altro.

La cerimonia fu memorabile.

Il maestro Maruyama, che Shinnosuke aveva invitato ma che essendo in cattiva salute non aveva potuto presenziare, aveva mandato il proprio dono: delle conchiglie di mare (naga-noshi), un regalo tradizionale che intende augurare alla coppia ogni felicità.

L’amico e avversario di un tempo Takeo era presente. Anche il suo dono, un barile di sake in legno di salice, aveva un significato particolare simboleggiando la gentilezza che mai deve mancare in un matrimonio.

Giunti a sera, ritirandosi per la prima volta nella propria abitazione, Kaori e Shinnosuke erano stanchi ma felici. La vita era certo cambiata, entrambi però erano intenzionati a fare in modo che in futuro, insieme, avrebbero superato le difficoltà che certo la vita non poteva mancare di presentare.

Kaori, prima di spegnere le luci, recitò un haiku di Kobayashi Issa:

 

“Ciliegi in fiore sul far della sera
anche quest’oggi
è diventato ieri.”

 

 

Continua....

I primi 15 capitoli (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera. A partire dal capitolo 16 (vedi TDJ 39) è iniziata la pubblicazione della seconda parte del racconto: L'estate.

L'immagine che segue è di Ottavia Amoruso Battista.



I LIBRI SUL JUDO: Kodokan judo

Dopo la presentazione del libro di chi scrive, JUDO: una visione globale, riferiamo in questa rubrica del classico libro edito dal Kodokan.

Due le versioni note in lingua italiana di "Kodokan JUDO".

Nel 1977 Mondadori pubblica una traduzione, curata da Cesare Barioli, della versione del 1955 pubblicata da Kodansha a Tokyo. La prefazione è del dott. Marcello Bernardi, noto pediatra milanese che ha praticato per anni judo al Bu Sen.

Nel 2005 le Edizioni Mediterranee pubblicano una nuova traduzione dalla versione inglese del 1986. La traduzione è curata da Alessio Rosoli. La prefazione è quella originale della versione revisionata e reca la firma di Yukimitsu Kano, nipote di Jigoro Kano all'epoca presidente del Kodokan.

 

Il libro edito nel 2005 può ancora essere acquistato.

Dalla sua ha il pregio dell'autorità originaria. Il Kodokan è la scuola di Jigoro Kano e quanto la medesima indica è sostanzialmente il punto di partenza per tutti i judoka.

Il difetto, a mio parere, è che la visione proposta non considera l'evoluzione della disciplina realizzatasi nel tempo. Nulla è indicato circa le strutture internazionali, le competizioni più importanti e coloro che hanno contribuito a sviluppare il judo al di fuori dei confini giapponesi. Inoltre non si è ritenuto di rinnovare le immagini e si sono utilizzate fotografie del tempo che fu, almeno per la parte delle tecniche di proiezione.

Infine alcuni passaggi nella traduzione in italiano sono discutibili.

Tra le due edizioni vi sono diverse differenze, molto più curata e attendibile è la versione di Barioli dalla quale mi piace proporvi un passaggio dalla prefazione:

"Dire che il judo restituisce l'uomo a sé stesso significa dire che la pratica di quest'arte impone il ricupero di certe qualità umane che si sono perdute negli stravolgimenti di una società disumana. Per esempio l'umiltà. Occorre accostarsi al judo spogli di ogni presunzione ... sulla materassina ... ci sono soltanto uomini (ndr e donne) uniti da un comune sforzo: lo sforzo di diventare migliori".

 

L'indice della versione del 2005 è il seguente:

Prefazione

I I concetti fondamentali

II Le tecniche

III Combattimento libero

IV Le forme

V Salute e pronto soccorso

Appendici


NOTIZIE IN BREVE

 

Majlinda Kelmendi (classe 1991), prima campionessa olimpica del Kosovo (2016) due volte campionessa del mondo (2013 e 2014) e quattro volte campionessa d'Europa (2014, 2016, 2017 e 2019), è stata intervistata nell'ottobre 2021, poco dopo essere stata costretta a uscire di scena al primo turno dei giochi di Tokyo. L'intervista è ancora pubblicata nel sito dell'Unione Europea di Judo (www.eju.net).

"È stato il giorno più brutto della mia vita" ha raccontato, tuttavia la consapevolezza di avere contribuito a creare il successo di altre esponenti della squadra (due le medaglie d'oro ottenute da judoka del Kosovo ai giochi del 2021) l'ha portata a superare lo sconforto e a gioire per il risultato insperato ottenuto dal gruppo. Sapere di avere dato tutto, anche quando il risultato sperato non viene raggiunto, è importante per non avere rimpianti e guardare sereni al futuro.

 

 

Tre giovani ticinesi hanno partecipato sabato 25 febbraio al torneo di Thionville in Francia. La trasferta è stata organizzata a livello individuale dalle famiglie dei tre interessati.

Quinto posto per Loris Perosa, bella esperienza per Alessandra Regazzoni e Martino Gada. Confrontarsi con coetanei provenienti da altri paesi ed esperienze è fondamentale per la crescita e per rendersi conto del proprio livello.

Bravi, bella iniziativa.


Leggi le edizioni precedenti di Ticino Dojo Joho

 

Vai all'archivio

 

 

 

 

 

© Associazione ticinese Judo e Budo ATJB

www.atjb.chinfo@atjb.ch