Nr.40 / 15 gennaio 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

Buona ripresa e buon anno !

 

Il concorso di Natale è stato vinto da Gregory Jones (classe 2014 del DYK Chiasso).

Il vincitore ha ricevuto una copia cartacea dei due volumi del libro JUDO: una visione globale (edizione 2023).

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato (28 le schede rientrate, di cui 17 con cinque risposte corrette). L'estrazione ha avuto luogo domenica 8 gennaio 2023 nel corso della cerimonia del "kagami biraki" al dojo del DYK Chiasso, alla presenza dello scrivente notaio.

 

In questo numero vi presentiamo Shohei Ono, il campione giapponese che ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni, leggiamo l'intervista a Chiara Ambrosini e Greta Castellani, campionesse svizzere di nage-no-kata under 21, commentiamo i risultati del World Judo Masters di Gerusalemme, approfondiamo la conoscenza con "i protagonisti della storia" e ci rituffiamo nel racconto "Le stagioni del ciliegio" con il secondo capitolo dell'Estate.

Le avventure di Shinnosuke continuano.

 

Marco Frigerio

 

 

Ricordo infine che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del quarantesimo numero:

  1. Shohei Ono annuncia il ritiro - Marco Frigerio
  2. Intervista a Chiara e Greta - Fabrizio Roberti
  3. World Judo Masters di Gerusalemme - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

SHOHEI ONO ANNUNCIA IL RITIRO

Shohei Ono, il più grande campione dell'ultimo decennio, ha deciso di lasciare le competizioni. L'annuncio è stato dato a metà dicembre. Nella pur breve intervista rilasciata ha indicato di non sentirsi pronto per ulteriori sfide e di percepire, negli ultimi tempi, una sorta di "paura" ("a sense of fear") che mai, in precedenza, lo aveva disturbato.

Non sarà quindi presente ai giochi di Parigi nel 2024.

Nel suo futuro il ruolo di coach, Ono è interessato al programma promosso dal Comitato Olimpico Giapponese, di cui Kosei Inoue (direttore tecnico della nazionale giapponese sino ai giochi di Tokyo) è responsabile e che prevede anche soggiorni formativi nel Regno Unito.

 

Shohei Ono è nato il 3 febbraio 1992 nella Prefettura di Yamaguchi, la regione più a sud dell'isola di Honshu.

Trasferitosi a Tokyo dopo le scuole elementari si è formato in una scuola privata, alla Tsurumaki Junior High School e, dal 2010 al 2019 all'Università di Tenri. È stato capitano della squadra di Tenri sino al 2013, anno in cui - a seguito di una brutta vicenda di bullismo - gli stata revocata la funzione ed è stato sospeso per tre mesi dalla federazione giapponese.

Ono ha sempre combattuto nella categoria -73 kg. Nel 2011 è stato campione del mondo junior, nel 2012 ha vinto il Gran Slam di Tokyo.

Nel 2013 ha conquistato il suo primo titolo mondiale senior a Rio de Janeiro, sconfiggendo in finale il francese Ugo Legrand grazie ad uno splendido ippon di hane-goshi.

Assente nel 2014 ha rivinto il titolo nel 2015 sconfiggendo in finale il connazionale Riki Nakaya (classe 1989 - argento alle olimpiadi 2012 e campione del mondo 2011 e 2014), staccando così il biglietto per i giochi del 2016. Si noti che ai mondiali del 2013 Nakaya (campione in carica) dovette essere ospedalizzato, a seguito di un osoto-guruma subito nei quarti di finale da Nyam-Ochir (MGL).

Ai giochi di Rio (2016) Ono ha vinto il suo primo titolo olimpico superando in finale il combattente azero Rustam Orujov, dopo avere sconfitto in semifinale il georgiano Lasha Shavdatuashvili (campione olimpico 2012 a -66 kg).

Dopo una pausa agonistica di quasi due anni Ono è tornato a combattere.

Nel 2018 ha vinto il suo unico titolo continentale ai Campionati d'Asia. Il terzo titolo mondiale è stato ottenuto nel 2019 a Tokyo, superando nuovamente, in finale, l'azero Orujov.

Ai giochi di Tokyo (2021) Ono ha conquistato il suo secondo titolo olimpico superando in finale, al golden score, il georgiano Lasha Shavdatuashvili. Nella gara a squadre, la sorprendente sconfitta del Giappone fronte alla Francia, non gli ha permesso di ottenere il terzo oro olimpico.

 

Malgrado il peso leggero Ono ha pure tentato la gloria negli All Japan Championships, senza tuttavia riuscire a titolo più ambito per un giapponese.

Il suo stile di judo è stato definito semplicemente "magnifico"; Kosei Inoue lo ha indicato come il "miglior combattente in assoluto".

Le sue tecniche preferite sono classiche: uchi-mata e osoto-gari. Spettacolari le sue esecuzioni a partire da una bella posizione eretta di controllo. In internet è possibile ammirare la serie infinita dei suoi ippon.

I successi di Ono, in una delle categorie classicamente più numerose (-73 kg), sono ancora più significativi se si considera la fortissima concorrenza interna.

Negli anni 2010/2020 ben quattro giapponesi hanno vinto infatti i campionati del mondo: oltre al già citato Riki Nakaya (2011 e 2014), Soichi Hashimoto (2017, con argento nel 2018 e 2022) e Hiroyuki Akimoto (2010) il quale per altro nella finale del Grand Slam di Tokyo del 2015 aveva sconfitto Ono.

 

I suoi ippon ci mancheranno, ma come sempre - con il tempo - il suo ricordo rimarrà solamente in chi ha avuto modo di vederlo all'opera e di apprezzare il suo spirito e la sua fantastica tecnica.


INTERVISTA A CHIARA E GRETA

 

Chiara Ambrosini e Greta Castellani (JK Biasca) hanno vinto il campionato svizzero di nage-no-kata nella categoria under 21 ed hanno ottenuto la medaglia d'argento nella categoria élite.

Era la sola coppia ticinese presente alla manifestazione che si è tenuta a Villards-sur-Glàne domenica 18 dicembre.

Fabrizio Roberti ha raccolto per TDJ  l'intervista che segue.

 

 

Quando avete iniziato a fare Judo?

Entrambe all’età di 8 anni nel dojo del Judo Kwai Biasca.

 

Quante volte alla settimana vi allenate?

Greta: se inizialmente erano due allenamenti a settimana, da quando frequento la SPSE a Tenero sono almeno 4 allenamenti a settimana tra Biasca e Bellinzona ed ogni tanto il fine settimana.

Chiara:  erano due allenamenti a settimana, ma negli ultimi anni e da quanto sono al liceo di Bellinzona, nella classe sportiva, sono quattro allenamenti tra Biasca e Bellinzona.

 

Come sono andati i campionati Svizzeri di Kata?

Greta & Chiara: ora è molto più facile rispondere, quindi molto bene! Comunque vi sono stati vari aspetti che non erano molto evidenti prima. Tutti gli altri pensavano già alle festività natalizie mentre noi eravamo ancora concentrate a fare judo. Il giorno della gara eravamo iscritte nelle tre categorie di Nage No Kata: U18 3 gruppi; U20 5 gruppi ed Elite. Potendo partecipare al massimo due volte sia come tori che come uke, come definito dal regolamento, seguendo i consigli ricevuti dagli allenatori, decidevamo di partecipare ai due gruppi superiori rinunciando alla nostra categoria di età. Debuttavamo nelle eliminatorie della categoria Elite dove passavamo il turno in terza posizione. Poi si attendeva il pomeriggio le finali. Riuscivamo a mostrare un kata migliore del mattino e quindi eravamo contente. Dopo un attimo di pausa e senza conoscere ancora il risultato elite, affrontavamo anche la finale U20 dove dobbiamo ammettere di aver fatto un qualche errore di troppo. Fortunatamente anche le altre coppie in gara ne avevano fatti. Venivamo quindi informati della vittoria U20, ma anche del secondo rango negli elite dietro solo ai favoriti Al e Zach Pauchon, attuali vicecampioni del mondo U23. Eravamo felici.

 

Come siete arrivate alle competizioni di Nage No Kata?

Greta & Chiara: Veramente è stato per un insieme di molti fattori. All’inizio era importante conoscere le mosse per passare di cintura, poi alcuni monitori ci hanno mostrato vari aspetti legati all’importanza dei kata, in seguito anche la fortuna di incontrare le persone giuste al momento giusto. Soprattutto il fatto di poter lavorare in coppia, come anche divertirci insieme. Dopo la gara educativa a Bellinzona in inverno 2022, siamo stati ad una gara di Kata a Liestal, dove; pur non avendo fatto un risultato da podio, due giudici ci hanno fatto i complimenti e detto di continuare a lavorare sui dettagli, spiegando che la tecnica da sola non bastava. Abbiamo quindi avuto la fortuna di poter andare al corso di Kata a Fiesch dove si è aperto un nuovo mondo! Ci veniva chiesto se eravamo interessate a partecipare a qualche allenamento con il Swiss Kata Team e se volevamo in futuro partecipare a qualche gara.

Avendo il supporto di “casa” abbiamo risposto di sì ed è andato tutto oltre le più rosee aspettative. Uno degli allenatori (Hanspi Glaser) ci ha invitati, prima, a partecipare al torneo in Ungheria, poi a quello in Olanda, arrivando quindi preparate per i campionati Svizzeri. Dopo questi ultimi risultati siamo entrati a far parte del Team Nazionale. Ricapitolando brevemente, durante il 2022 è transitato un treno sul quale abbiamo avuto la fortuna, il coraggio e la possibilità di salire.

 

Cosa trovate veramente importante per riuscire nei Kata?

Greta: è fondamentale avere un partner di ruolo con il quale ci si può applicare e soprattutto divertirsi e con il quale si riesce anche a trovarsi regolarmente per allenarsi. Bisogna credere nei principi del kata e quindi essere consapevoli che nelle gare vengono valutati i dettagli. Sicuramente avere dei monitori che possono correggerti, quindi frequentare dei corsi specifici. Ricordiamo che il Nage No Kata è solo il primo di diversi Kata. 

Chiara: soprattutto la sintonia con la partner.

 

Nei Kata, ritenete che sia più importante il ruolo di tori o di uke?

Greta & Chiara: sono entrambi importanti in ugual misura, di fatto il kata é un lavoro di squadra, dove ogni errore viene valutato, ed è la coppia a risentirne. È importante che entrambi riescano ad eseguire e comprendere i due ruoli ma in competizione è preferibile che uno si specializzi in un ruolo, in quanto sono veramente molti i dettagli da mettere a posto per ognuno. Se all’inizio entrambe eseguivamo tutti e due i ruoli, a Fiesch siamo state “costrette” a fare una scelta specifica e dove abbiamo anche compreso quanto fosse importante per i dettagli. La scelta tra noi è comunque stata spontanea.

 

Sappiamo che fate gare di kata e anche di shiai, avete una preferenza fra le due discipline?

Greta: se al momento ho una preferenza sul Kata dovuta all’entusiasmo e dai risultati ottenuti, ho sempre anche la voglia di competizioni individuali, Jigoro Kano ci insegna che entrambe le discipline sono importanti. Personalmente ritengo che aiutano a progredire reciprocamente.

Chiara: sono due ambiti diversi che mi appassionano in egual misura.

 

Quali sono secondo voi i vostri punti di forza e gli aspetti su cui invece credete di dover migliorare ?

Greta: I punti di forza sono il supporto della mia famiglia, l’aiuto dei miei monitori e l’amicizia con Chiara, devo ancora migliorare nella mia organizzazione personale, nella gestione del tempo che scorre e reagire meglio agli imprevisti. Nelle gare riuscire a diventare più reattiva e credere maggiormente nelle mie possibilità.

Chiara: ho energia ed entusiasmo per tutto ciò che faccio ma devo ancora riuscire a controllare meglio le mie emozioni quando sono sotto pressione.

 

Chiara frequenti la prima liceo in una classe con programma sportivo che facilita il raggiungimento degli obbiettivi sportivi e scolastici, Greta frequenti la scuola per sportivi d'élite di Tenero: è difficile gestire studio e sport?

Greta:  Ognuno lo vive in modo diverso, comunque dopo il periodo Covid, il 2022 mi ha messo in difficoltà diverse volte e non sempre ho il tempo per fare tutto come vorrei. Il tempo riesco a trovarlo ma non è sempre compatibile con il recupero delle proprie energie tra ogni allenamento, né si presenta al momento giusto per lo studio. Ogni tanto devo rinunciare a qualche allenamento per prepararmi ai test che arrivano, come anche condividere il tutto quando ci sono le gare. Ma anche il mondo del lavoro si presenta allo stesso modo. Basta essere motivati e si può riuscire, magari rinunciando a qualche altro aspetto o desiderio.

Chiara: Sì, ci sono sacrifici, bisogna sapersi organizzare sfruttando bene il tempo nell’arco della giornata ma fin che c’è la passione è fattibile.

 

Avete delle persone alle quali vi ispirate?

Greta: tralasciando le molte persone che mi vengono in mente, ci tengo a menzionare tre persone del nostro club dai quali prendo esempio: Dusan, che oltre ad avere tante conoscenze tecniche e molta pazienza con noi, nel poco tempo che ha a disposizione è capace a trasmettere tanti valori importanti ed utili sia sul tatami che nella vita di tutti i giorni; poi i fratelli Marco e Guy Casada, capaci sempre di sorprenderci per il loro spirito giovanile e la loro disponibilità.

Chiara: io aggiungo altre due persone che ci hanno dato molto negli ultimi tempi: Flavio Marchetti, che con il suo essere sempre presente e disponibile è un supporto e fonte continua di motivazione; poi Hanspi Glaser che nell’ultimo anno ci ha accolti nel Swiss Kata Team facendoci sentire subito parte del gruppo.

 

Quali sono i prossimi obiettivi che vi siete prefissate?   

Greta: trovo che al momento io abbia tanti desideri ed obiettivi, forse troppi, ma devo anche organizzarli e gestirli, nell’immediato futuro sono sicuramente: continuare e terminare bene la scuola, fare la patente della macchina e continuare ad allenarmi per migliorare.

Chiara:  ho appena iniziato il liceo che desidero portare avanti bene, sicuramente partecipare ad altre gare sia di shiai che di kata.

 

 

Complimenti, da parte dell'ATJB, per i risultati ottenuti e, soprattutto, per l'impegno dimostrato.

La via del judo ha varie sfaccettature; kata e randori sono tuttavia complementari, approfondire entrambe è la premessa per divenire un vero judoka.

Nella foto Chiara e Greta, sul podio più alto, con il prof.Kazuhiro Mikami, promotore delle gare di kata in Svizzera, sin dalla fine degli anni settanta.


WORLD JUDO MASTERS DI GERUSALEMME

Dal 20 al 22 dicembre si è combattuta la tredicesima edizione del World Judo Masters. Il torneo, originariamente riservato ai primi sedici del ranking mondiale, si è ampliato permettendo la partecipazione ad un numero maggiore di judoka. La sua particolarità è il fatto che più combattenti provenienti dalla medesima nazione, se ai primi 32 posti della classifica ranking, hanno diritto di partecipare.

L'edizione 2022 ha riunito 58 nazioni e 367 combattenti.

 

5 gli svizzeri presenti che però non hanno particolarmente brillato.

Freddy Weizenegger è stato eliminato al secondo turno dal francese Bouba nei -66 kg.

Fabienne Kocher è stata fermata al primo turno dalla coreana Jung mentre Binta Ndiaye è stata superata al secondo turno dalla combattente ungherese Reka Pupp nei -52 kg,

Nils Stump è stato sconfitto al primo turno dal brasiliano Daniel Cargnin nei -73 kg, risultato poi il vincitore della categoria, e Daniel Eich, nei -100 kg, è stato sconfitto al primo turno dal giapponese Kentaro Iida.

 

17 i partecipanti provenienti dall'Italia. Alice Bellandi ha vinto l'oro nei -78 kg. Dopo avere superato, per squalifica, la brasiliana campionessa del mondo Aguyar, ha avuto la meglio delle titolate francesi Malonga (classe 1993) e Tcheumeo (classe 1990). Bella prestazione anche per Assunta Scutto, campionessa del mondo junior 2021, classificatasi terza nei -48 kg. Nella finalina si è imposta grazie a due brillanti utsuri-goshi, a fermarla la giapponese Koga (vicecampionessa del mondo 2021).

Terzo posto anche per Odette Giuffrida a -52 kg fermata in semifinale dall'inglese Giles. La categoria è stata vinta dalla kosovara Distria Krasniqi la quale ha così conquistato il quarto  titolo master, come per altro la ventottenne giapponese Miku Takaichi (nata Tashiro) nei -63 kg che, con questa vittoria ha staccato il biglietto per i prossimi campionati del mondo a fianco della connazionale (campionessa del mondo in carica) Megumi Horikawa.

 

Una menzione finale per Tatsuru Saito (+100 kg), ventenne giapponese figlio d'arte che ai campionati del mondo si era dovuto accontentare del secondo posto. Nella finale ha superato il tagiko Rachimov, primo del ranking mondiale, per immobilizzazione.

Nel medagliere il Giappone conta tre titoli contro i due ottenuti da Georgia e Francia.

 

I vincitori delle categorie sono stati:

-60 kg Harim Lee KOR

-66 kg Baruch Shmailov ISR

-73 kg Daniel Cargnin BRA

-81 kg Tato Grigalashvili GEO

-90 kg Sanshiro Murao JPN

-100 kg Ilia Sulamanidze GEO

+100 kg Tatsuru Saito JPN

 

-48 kg Shirine Bouckli FRA

-52 kg Distria Krasniqi KOS

-57 kg Christa Deguchi CDN

-63 kg Miku Takaichi JPN

-70 kg Michaela Polleres AUT

-78 kg Alice Bellandi ITA

+78 kg Romane Dicko FRA


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 17)

A ventinove anni, Shinnosuke era pronto per il suo ultimo campionato nazionale. Purtroppo il suo tokui-waza era oramai noto e alcuni degli avversari si allenavano specificatamente per pararlo: sarebbe risultato difficile sorprenderli e ripetere quel gesto che lo aveva portato in passato a ottenere grandi successi. Pur allenando combinazioni e ripetendo le possibili varianti, Shinnosuke aveva preso coscienza che con il passare degli anni anche l'energia e l'elasticità della primavera diminuiscono. Rendersi conto del tempo che passa e adeguarsi è ciò che Jigoro Kano in fondo aveva indicato nei propri scritti: la vita va affrontata con la flessibilità dei rami del ciliegio, sia i momenti belli sia quelli più difficili.

Effettuati i sorteggi, Shinnosuke considerò il proprio girone alla sua portata. I due avversari principali, Shohei e Yoshizu, erano infatti dall'altra parte del tabellone: vincendo i suoi tre incontri di qualifica, Shinnosuke avrebbe potuto raggiungere la finale senza grossi intoppi.

In effetti, dopo avere superato agevolmente i primi due avversari, Shinnosuke ebbe la meglio sul coetaneo Hifumi suo compagno di squadra sin dai tempi del Kansai, l’allievo che anni prima, durante la cena di festeggiamento per il secondo posto ottenuto al torneo a squadre, aveva lodato a nome di tutti gli studenti il maestro Maruyama. Hifumi conosceva bene il suo avversario e, sorprenderlo con un passaggio al suolo, non fu cosa facile. Shinnosuke vi riuscì unicamente all'ottavo minuto di golden score. Intanto nella semifinale parallela il giovane Shohei aveva sorpreso Yoshizu con uno splendido uchi-mata, guadagnandosi la qualifica per la finale al posto di chi, l'anno precedente, si era classificato terzo ai campionati del mondo. Shinnosuke si sarebbe quindi dovuto giocare la finale con Shohei con il dubbio che, in ogni caso, considerando la bravura e la giovane età del suo avversario, correva il rischio di non essere selezionato. L'incontro fu molto combattuto, parare gli attacchi di uchi-mata del giovane avversario non era scontato, ma Shinnosuke vi riuscì per tutto il tempo di competizione. La sua posizione eretta e la rapidità negli spostamenti, che ancora era in grado di gestire, gli permettevano di schivare per tempo gli attacchi. Fu così che l'esperienza, fronte all'audacia, ebbe la meglio. Difesa go su l'ennesimo uchi-mata e contrattacco immediato in tani-otoshi con ottenimento decisivo del wazaari al golden score.

Shinnosuke ce l'aveva fatta! A ventinove anni era campione nazionale per la terza volta. La speranza era che il titolo gli permettesse di ottenere la selezione per quelli che avrebbero dovuto essere i suoi ultimi campionati del mondo. Sul podio Shinnosuke complimentò Shohei; era più che convito che l'avversario avrebbe avuto una carriera luminosa. Il tempo lo avrebbe portato sicuramente a controllare l'irruenza giovanile e a renderlo più cauto nelle sue scelte d’attacco. Tra il pubblico che era accorso a sostenerlo Shinnosuke intravvide Takeo, il campione del mondo junior di Madrid (undici anni prima) che da tempo aveva interrotto la pratica del judo ma che spesso ne sentiva la nostalgia. "Bravo Shinnosuke" gli disse l'amico, un tempo avversario, "è un piacere vedere che, pur essendo al termine della tua carriera da agonista, sai prenderti ancora le tue soddisfazioni".

Shinnosuke chiamò Kaori appena terminato la cerimonia di premiazione: la ragazza lo complimentò, dicendogli: "L'ultimo anno di primavera non poteva iniziare meglio".

Shinnosuke rimase così in attesa di sapere se sarebbe stato selezionato per i campionati del mondo a Baku. Chissà perché, quando attendeva risposte di questo tipo, nella mente gli sembrava di risentire il coro a bocca chiusa di Madama Butterfly, l'opera vista undici anni prima a Colonia.

 

 

Continua....

I primi 15 capitoli costituiscono la prima parte del racconto: La primavera.

A partire dal capitolo 16 è iniziata la seconda parte del racconto: L'estate.

I capitoli precedenti sono stati pubblicati dal nr.24 al nr.38 di TDJ.


I PROTAGONISTI DELLA STORIA: Alfred Rhode (1896 / 1978)

Alfred Rhode è considerato il padre del judo tedesco.

Figlio di un guardia-boschi partecipò alla Prima guerra mondiale in cui si ferì ad un ginocchio.

Lavorò quale ufficiale di polizia prima a Berlino e poi a Francoforte dove fondò il “Deutscher Judo Club” che viene considerato il secondo club di judo in Europa.

 

Nell’agosto del 1932, in occasione del primo stage estivo di Francoforte, fonda il “German Judo Ring”. Propone la costituzione di una associazione europea e organizza nel 1934 a Dresda i primi campionati d’Europa.

Con l’avvenuto del nazionalsocialismo il judo venne inserito tra le attività di pertinenza dell’Associazione Nazionalsocialista del Reich per l’esercizio fisico (NSRL). Vennero così sviluppate delle regole autonome divergenti per rapporto agli insegnamenti del Kodokan a cui invece Rhode faceva riferimento.

Dopo la Seconda guerra mondiale sarà il fondatore del collegio dan tedesco e il suo primo presidente dal 1952 al 1967.

Già a partire dagli anni Trenta Rhode aveva sviluppato una parallela attività commerciale che prevedeva la vendita di tatami, di judogi e di altri oggetti di pratica. La sua società “Sport Rhode” è stata per decenni sponsor dell’associazione tedesca di judo.

 

È stato il primo portatore di dan tedesco e, alla fine della carriera, era 8° dan.

A ottant’anni non disdegnava di allenarsi ancora settimanalmente.

La sua vita è oggetto di un libro autobiografico “Alfred Rhode. Ein Leben für den Judosport” (1997).


NOTIZIE IN BREVE

 

Tra la fine e l'inizio dell'anno nuovo diversi enti organizzano degli interessanti stages.

Chi intende migliorarsi nella pratica del judo non ha che l'imbarazzo della scelta.

Ne segnaliamo due tenutisi recentemente, non particolarmente lontano dal Ticino.

A Bardonecchio, Piemonte, si è svolto il tradizionale stage invernale organizzato dalla associazione sportiva Akiyama Settimo. Successo garantito visto la presenza di due campioni del mondo in attività: il giapponese Soichi Hashimoto (-73 kg) e la giappo-canadese Christa Deguchi (-57 kg).

A Macerata, Marche, organizzato dall'ADS Dojo Kenshiro Abbe di Corridonia, si è tenuto uno stage con la partecipazione della campionessa olimpica 2004 e 2008 Ayumi Tanimoto allenatrice della nazionale junior femminile giapponese.

 

 

A Mittersil, Austria dal 9 al 17 gennaio viene organizzato il tradizionale camp EU agonistico con la partecipazione di 685 judoka provenienti da 65 nazioni.

Un'occasione di crescita per chi ha un livello internazionale.

Per la Svizzera sono annunciati: Samuel Waizenegger, David Gauch, Loan Celikbilek, Lionel Schwander, Syd Stoya, Loic Gerosa, April Fohou e Alina Lengweiler.

È assicurata la presenza dei migliori judoka europei tra cui i georgiani Lasha Shavdatuashvili e Varlam Liparteliani, la kosovara Distria Krasniqi e l'ucraina Daria BIlodid

Manrico Frigerio che ha partecipato a due edizioni dello stage lo ricorda così: "Mittersill è un campo di allenamento olimpico (OTC) organizzato in Austria frequentato da numerose prime squadre nazionali seniores e juniores. Ricordo in particolare la partecipazione della prima squadra russa con la presenza di Mikhaylin e Nifontov medagliati alle Olimpiadi di Londra 2012 e le presenze di Iliadis e Zantaraia plurimedagliati a più edizioni delle Olimpiadi e dei campionati del mondo.

A Mittersill ogni giorno erano previste quattro sessioni di allenamento giornaliere (due per i maschi e due per le femmine) di due ore ciascuna. Lo schema era sempre lo stesso: 15 minuti riscaldamento,15 minuti uchi-komi e randori suddivisi in due gruppi in base alla categoria di peso.

Ho frequentato il campo di allenamento di Mittersill per due edizioni, nel 2010 e nel 2011. La prima volta sono stato con la nazionale svizzera guidata da Giorgio Vismara e Jenny Gal mentre la seconda con un piccolo gruppo di amici della Lombardia.

Stage come Mittersill sono raccomandabili per degli agonisti fortemente orientati verso la competizione e che siano già in possesso di un buon bagaglio tecnico-tattico di esperienza."

 

 

Sabato 7 gennaio sette giovani judoka ticinesi hanno partecipato al primo Randori day nazionale 2023 a Grenchen.

Loris Perosa, Martino e Giorgio Gada, Luke Bürgisser, Chiara Ambrosini, Greta Castellani e Alessandra Regazzoni non hanno mancato l'occasione di praticare con chi non si ha l'abitudine. Bravi, avanti così.

 

 

Hironori Shinomya (8° dan), giapponese residente in Svizzera dagli anni settanta, è deceduto all'età di 74 anni il 27 dicembre scorso. È stato il direttore tecnico del JC Galmitz ed ha collaborato per decenni con le Associazione cantonali romande. Sposatosi in Svizzera ha avuto due figlie judoka Yoko e Aki. Aki è stata medaglia di bronzo ai campionati del mondo junior nel 2002.

L'ATJB porge sincere condoglianze alla moglie Kathy e ai famigliari.


 

Hironori Shinomya, 8° dan, è mancato.

Proveniente dall'università di Tenri, dal 1974 al 1976, aveva allenato la nazionale francese.

Successivamente si era stabilito in Svizzera dove, per decenni, ha diretto il JC Galmitz. Nei primi anni trascorsi in Svizzera aveva vinto il campionato nazionale per stranieri.

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