Nr.3 / 15 maggio 2021

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero trovate un breve racconto destinato ai piccoli judoka. L’auspicio è che genitori ed insegnanti prendano lo spunto e leggano o raccontino “Il viaggio immaginario di Kano” a chi, da poco, ha iniziato a praticare. Un racconto analogo verrà proposto con cadenza mensile.

Vi proponiamo anche una riflessione sul termine "Sensei" (o "Maestro") che nelle arti marziali, non infrequentemente, viene abusato. 
Chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del terzo numero:

  1. Il “Sensei” nel judo – Marco Frigerio
  2. I primi 35 anni del Judo Waza Capriasca – Willy Brunner
  3. I campionati d’Europa 2021 – Marco Frigerio
  4. I viaggi immaginari di Kano: nella terra dei canguri – Thea Bontadelli
  5. I viaggi reali di Jigoro Kano – Marco Frigerio

IL “SENSEI” NEL JUDO

Il termine giapponese “Sensei viene generalmente tradotto in italiano con il termine “Maestro”; in realtà la traduzione più corretta sarebbe “colui che c’era prima”.

 

In Occidente il termine giapponese viene correntemente utilizzato per indicare un insegnante che ha acquisito una certa notorietà (“insegnante qualificato”); da diversi anni la Federazione Svizzera di Judo rilascia per altro - dopo superamento di un determinato esame - il diploma di “Maestro di judo” (“Judo-Lehrer” in tedesco, “Professeur de Judo” in francese).

 

Stando al pensiero originale di Jigoro Kano un “Sensei” - oltre a conoscere ed a sapere trasmettere gli aspetti tecnici della disciplina - dovrebbe costituire un esempio al quale ispirarsi e ciò sia al dojo che nella vita. Jigoro Kano (vedi Fondamenti del judo, Auspicio agli insegnanti, 1919, pag. 178) si è espresso al riguardo delle qualità richieste per gli insegnanti precisando in particolare come l’insegnante deve tendere sempre al progresso coltivando costantemente la propria personalità, il proprio addestramento tecnico e l’arricchimento della conoscenza nel senso più globale possibile; inoltre deve prestare la massima cura ed attenzione agli allievi non dimenticando di seguirli “anche sul piano individuale, pronto a soccorrerli con consigli di ogni tipo”.

L’importanza - per un insegnante - di continuare ad approfondire la disciplina e le proprie conoscenze è evidente. Un insegnante di judo che non ha occasione di praticare la disciplina perde infatti ben presto lo smalto e non evolve, di conseguenza anche l’insegnamento che impartisce ne è influenzato negativamente.

 

Un punto controverso nelle arti marziali è il rapporto “Maestro/allievo”. Nel judo tradizionale si dice che il rapporto è condizionato da “un particolare sentimento che si instaura tra Maestro e allievo, che non è definibile semplicemente né come amore né come amicizia, e che gli orientali chiamano kimochi. Ciò non significa tuttavia che il Maestro deve mantenere il controllo sui propri allievi dimenticandosi che l’obiettivo della disciplina è quello di formarli e seguirli nella crescita personale, ma anche di renderli autonomi. Sapere mettersi da parte lasciando spazio a chi si è formato è una caratteristica che deve essere ben presente in un vero Maestro. Come ha scritto Emmanuel Charlot (capo redattore della rivista francese “L’Esprit du judo” – nr.73 pag.80) “Farsi da parte per dare un po’ di spazio a un giovane combattente o a un apprendista insegnante permette all’energia di rimanere viva, all’aria di rimanere fresca. Equilibrio sottile nell’arte di assumere le proprie responsabilità in una dinamica più grande di noi senza rinunciare al traguardo finale del cammino e senza egoismo, aspirando sempre a che il patrimonio di esperienza acquisito sopravviva”.

 

Che fare quando ciò non avviene? Alfredo Vismara (figura tecnica di riferimento degli Amici del judo Italia) ha indicato che, in questo caso, sta all’allievo “uccidere il proprio Maestro”, tale separazione – da adottare “nel momento giusto, senza traumi psicologici” – è infatti la conseguenza naturale dell’evoluzione. Quello che viene tagliato sarà il rapporto di dipendenza, non necessariamente la visione ideologica che è stata trasmessa.

Jigoro Kano non veniva chiamato Sensei, il termine utilizzato era Shihan che potremmo tradurre come “modello assoluto”.


I PRIMI TRENTACINQUE ANNI DEL JUDO WAZA CAPRIASCA

 

Incoraggiati da alcuni genitori della Capriasca, nel 1985 viene ufficialmente fondato a Tesserete il Judo Waza Capriasca. L’attività viene dapprima svolta in un’aula delle Scuole elementari di Tesserete, poi visto il numero costantemente in aumento di atleti, nella palestra delle stesse elementari gentilmente messa a disposizione dal Municipio.  Gli allenamenti si svolgono di lunedì e per dare la possibilità di allenarsi almeno due volte la settimana, anche di venerdì a Ponte Capriasca.
La nostra attività si rivolge a ragazze e ragazzi dagli 8 anni e adulti senza limite di età. Attualmente il Club conta 70 soci attivi. Il Judo Waza Capriasca è affiliato all’Associazione Ticinese di Judo e alla Federazione Svizzera di Judo.

I nostri giovani partecipano a corsi di perfezionamento esterni e ogni anno ad un campo d’allenamento al Centro sportivo di Tenero (agosto) e a Mürren (luglio) e a diversi corsi tecnici.

Il Judo Waza Capriasca ha formato 6 cinture nere (un 6. Dan, un 3. Dan, un 2. Dan e tre 1. Dan), e cinque monitori Gioventù e Sport. 

Nel 2020 era prevista una bella festa che, purtroppo, ha dovuto essere annullata.

 

 

Lo stemma del Judo Waza Capriasca di cui i coniugi Willy e Mariuccia Brunner sono stati e sono tuttora i trascinatori.


I CAMPIONATI D’EUROPA SENIOR 2021

 

Si sono svolti a Lisbona dal 16 al 18 aprile 2021 i campionati europei senior.

L’appuntamento era particolarmente importante in quanto costituiva una delle ultime possibilità per staccare il biglietto di partecipazione alle prossime olimpiadi estive in programma dal 23 luglio a Tokyo.

La nazionale svizzera era rappresentata da quattro combattenti. Evelyne Tchopp e Fabienne Kocher nei -52 kg femminili, Nils Stump nei -73 kg e Cyril Grossklaus nei -90 kg.

Tutti e quattro hanno saputo dare il meglio di sé.

Nils Stump (1997) in particolare ha ottenuto una prestigiosa medaglia di bronzo riuscendo a sconfiggere nelle qualificazioni il campione olimpico Fabio Basile, per immobilizzazione, e – nella finale per il terzo posto – l’italiano Giovanni Esposito grazie a due wazaari di osoto-gari e hiza-guruma a sinistra. Peccato per la semifinale persa al golden score per un seoi-nage in ginocchio nei confronti del kosovaro Akil Giakova che si classificatosi al primo posto. Con questa prestazione Stump dovrebbe essersi garantito la sua prima partecipazione ai giochi.

Quinto posto invece per Evelyne Tchopp sconfitta nella finalina dalla israeliana Gefen Primo malgrado stesse conducendo l’incontro grazie ad un wazaari. Tchopp era già stata medaglia di bronzo europeo negli anni 2017 e 2018. Peccato invece per Fabienne Kocher che dopo due incontri vinti ha dovuto inchinarsi alla futura campionessa d’Europa francese Amandine Buchard e nei ripescaggi alla connazionale Tchopp.

Anche Evelyne Tchopp stacca il biglietto per i giochi, attualmente è la tredicesima del ranking IFJ; si tratta delle sue seconde olimpiadi avendo già partecipato all’edizione del 2016.

Cyril Grossklaus, trentenne argoviese (da oltre dieci anni attivo a livello internazionale), si è dovuto inchinare al secondo incontro al campione del mondo 2019 l’olandese Noel Van T End che, nell’ultimo minuto, l’ha proiettato in tsurikomi-goshi.

Buone le prestazioni di tutti e quattro i judoka svizzeri e soprattutto, finalmente, la bandiera rossocrociata è tornata a sventolare in una categoria maschile.

 

 

Nils Stump terzo classificato ai Campionati Europei di Lisbona.


I VIAGGI IMMAGINARI DI JIGORO KANO

Tanto tempo fa Jigoro Kano decise di partire per un viaggio nella terra dei canguri, l’Australia. Mise tante cose in valigia perché il viaggio in nave era davvero lungo, pensate il Giappone si trova a più di 6000 km dall’Australia.

Dopo giorni e giorni di viaggio il maestro arrivò in Oceania e più precisamente a Darwin, a nord dell’Australia. Da qui il viaggio del nostro maestro proseguì a piedi. Jigoro Kano s’incamminò verso Canberra, la capitale. Dopo varie ore di cammino, con le gambe stanche e la fronte sudata, si fermò a osservare un bellissimo Koala che stava mangiando delle foglie di eucalipto. Jigoro Kano decise allora di fare una pausa e di sedersi all’ombra dell’albero. Mentre osservava il simpatico marsupiale che tanto gli ricordava un orsetto, un po’ per il caldo e un po’ per la stanchezza si addormentò e iniziò a sognare….

Cosa è questo strano rumore? Da dove viene? Jigoro Kano si alzò in piedi e dietro all’albero al quale si era appoggiato per riposare c’era un canguro con i guantoni che faceva il prepotente con il piccolo koala. Il canguro continuava a saltare e a dare dei pugni all’albero per far cadere il koala. Alla vista di quella scena Jigoro Kano pensò a cosa poteva fare per aiutare il nuovo amico e si ricordò di una tecnica che si chiama Okuri-ashi-barai. Jigoro Kano allora si avvicinò al canguro e proprio mentre saltava, prima che potesse ritoccare terra gli fece una spazzata laterale e con l'aiuto delle braccia lo accompagnò a terra. Il grosso canguro cadde per terra facendo un gran fracasso.

Quel rumore nel sogno svegliò il maestro che si alzò in piedi e, sorridendo, prese la sua valigia per continuare il suo viaggio.

 


I VIAGGI REALI DI JIGORO KANO

 

Jigoro Kano non è solamente il Fondatore del judo ma un grandissimo educatore, in Giappone è noto per avere diretto per un ventennio la scuola magistrale di Tokyo e per i suoi studi sull’educazione. Considerando l’epoca in cui è vissuto (1860/1938) non si può non rilevare - studiando la sua vita - il numero elevato di viaggi, al di fuori del Giappone, che ebbe ad effettuare. Se ne contano almeno nove.

Il primo viaggio all’estero fu in realtà decisivo per le sue future scelte professionali. Per un anno e mezzo, tra settembre 1889 e gennaio 1891, Kano visse infatti in Europa, dove era stato inviato dal Ministero dell’educazione giapponese per studiare i programmi didattici occidentali. Risiedette a Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Berlino; al riguardo va ricordato che nel corso della sua formazione scolastica aveva studiato inglese e tedesco, lingue che padroneggiava.

Rientrato a Tokyo divenne l’esperto dei sistemi educativi d’Occidente e nel 1893 verrà incaricato di preparare la riforma del sistema scolastico giapponese.

I viaggi all’estero di Kano coincidono poi, in genere, con l’anno dei giochi olimpici. Kano fu infatti il primo asiatico designato membro del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). In tale veste presenziò ai giochi di Stoccolma (1912), Anversa (1920), Amsterdam (1928), Los Angeles (1932) e Berlino (1936). In occasione di queste trasferte Kano visitò anche paesi vicini o sulla tratta. Nel 1928 visitò la Società delle nazioni a Ginevra e nel 1933 (nel corso di un viaggio promozionale in Europa atto a sostenere la candidatura di Tokyo per le olimpiadi del 1940) fu anche a Berna.

Il suo ultimo viaggio avvenne nel 1938. Presenziò alla riunione del CIO al Cairo, si recò poi ad Atene per partecipare ad una cerimonia commemorativa per il Barone De Coubertin (il padre dei giochi olimpici moderni), visitò poi Francia e Italia e – attraversando l’Atlantico – approdò a New York. Da qui sorvolò gli Stati Uniti arrivando a Seattle sulla costa del Pacifico. Da Vancouver prese poi il piroscafo che l’avrebbe dovuto riportare a Tokyo.

A bordo del piroscafo Hikawa-Maru, si spense però a seguito di una polmonite il 4 maggio 1938.

 

A seguito del primo viaggio all'estero Jigoro Kano comprese che avrebbe dedicato la sua vita all'educazione. Una delle sue massime più note esprime bene le ragioni di questa sua scelta: "Nulla sotto il cielo è più importante dell'educazione: l'insegnamento di un solo uomo di valore può raggiungere una moltitudine, e il sapere di una generazione può influenzarne cento altre". 

 

 

La tomba di Jigoro Kano a Tokyo in Prefettura di Chiba.

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