Nr.36 / 30 ottobre 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero torniamo con qualche riflessione sui recenti campionati del mondo, salutiamo - con entusiasmo - gli allenamenti regionali speciali proposti dall'ATJB e  - con rispetto - la "partenza" dell'ultimo decimo dan del Kodokan.

Leggiamo poi il tredicesimo capitolo del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" e la rubrica "i protagonisti della storia".

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del trentaseiesimo numero:

  1. Valutazioni dopo i campionati del mondo - Marco Frigerio
  2. Gli allenamenti regionali speciali - Marco Frigerio
  3. L'ultimo decimo dan del Kodokan - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia: Mitsuyo Maeda - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

IL 28 OTTOBRE SI FESTEGGIA IL "WORLD JUDO DAY"

 

Jigoro Kano era nato il 28 ottobre 1860.

La data è stata istituita nel 2011 quale giornata mondiale del judo.

Negli anni la IJF ha indicato i valori a cui un judoka deve ispirarsi.

Per il 2022 è stato proposto il valore della INCLUSIONE: uniti nel o con il judo.

 

Un pensiero ai fondamenti morali della nostra disciplina non guasta, anzi.

Trasmettere i valori a chi pratica siano essi bimbi, ragazzi o adulti è importante, senza mai dimenticare che è un onore potersi dire un judoka !

 

Diventare un vero judoka, ecco un traguardo da raggiungere studiando, condividendo e comportandosi di conseguenza.


VALUTAZIONI DOPO I CAMPIONATI DEL MONDO

I campionati del mondo di Taskhent in Uzbekistan si sono conclusi recentemente.

Il medagliere vede, sulle 15 categorie in programma (14 individuali + mixted team), il primo posto del Giappone con un totale di 13 medaglie (6 oro - 5 argento - 2 bronzo), seguito da Brasile 2-0-2, Uzbekistan 2-0-0, Francia 1-1-3, Canada e Mongolia 1-1-1, Croazia 1-1-0, Georgia 1-0-3 e Cuba 1-0-0.

 

In Europa la Francia si conferma la prima nazione, anche e soprattutto grazie alla bella prestazione espressa nella gara a squadre.

La vittoria ottenuta nella finale dal mixed team Japan non è stata così netta come il risultato (4 a 2) sembrerebbe indicare; l'estrema aggressività delle combattenti delle categorie femminili della squadra transalpina ha reso difficile il compito delle avversarie. Meno di un minuto ha impiegato Romaine Dicko (campionessa del mondo +78 kg) a eliminare per ippon l'avversaria giapponese Wakanabe. Sino al termine del sesto incontro il ricorso al golden score non era così impossibile da ipotizzare.

Tra le altre nazioni la Georgia conferma la sua forza limitatamente alle categorie maschili, mentre Croazia e Kosovo - al contrario - ottengono risultati nelle categorie femminili.

L'Italia, che sorprendentemente non ha parteciato alla competizione a squadre, e la Germania, che invece ha confermato il terzo posto dei giochi nella competizione, marcano presenza confermando di essere realtà importanti.

 

In Asia, oltre al Giappone, va notato il doppio oro maschile dell'Uzbekistan ora allenato dell'ex campione olimpico Ilias Iliadis.

Mongolia e Cina costituiscono ancora importanti nazioni di riferimento; non è ancora tempo invece di nuovi paesi anche se vi è indubbiamente un crescita (l'oro ottenuto ai mondiali cadetti da un esponente dell'India ne é la dimostrazione).

 

In America sono il Brasile e il Canada ad avere ottenuto maggiori podi.

L'oro del cubano Granda nei +100 kg riporta sul gradino più alto un esponente di un paese che per anni ha avuto un grande tradizione agonistica e che oggi (complice indubbiamente la crisi) ha difficoltà a proporre nuovi agonisti non da ultimo per ragioni economiche.

 

Difficile infine per i paesi africani e dell'Oceania trovare spazio, anche se di combattenti provenienti da questi due continenti ve ne sono a dimostrazione e conferma che il judo è una realtà planetaria.

 

 

I risultati agonistici dipendono dall'allenamento, dal carattere, dalla determinazione, dalle capacità del tecnico che cura la preparazione ma anche dalle risorse che una federazione riesce a mettere a disposizione.

La partecipazione agli eventi internazionali ha dei costi importanti che non tutte le federazioni possono permettersi.

Un peccato che anche nel judo l'economia debba contare, tuttavia così gira il mondo e - alle nostre latitudini - dovremmo essere ben coscienti della grande fortuna che abbiamo avuto a nascere qui.


GLI ALLENAMENTI REGIONALI SPECIALI

Nel corso del mese di ottobre l'ATJB ha organizzato due serie di allenamenti speciali per judoka ticinesi.

Yoshiyuki Hirano, 6° dan, giapponese formatosi all'Università di Tenri e direttore tecnico del JC Romont, ha tenuto lezioni per giovani e adulti a Bellinzona e per scolari a Lugano.

Giorgio Vismara, 6° dan, già responsabile della nazionale svizzera con un passato di combattente e allenatore anche in Ticino in particolare al DYK Chiasso, già terzo classificato ai campionati del mondo 1991, ha diretto l'allenamento per giovani e adulti a Lugano e l'allenamento per scolari a Chiasso (nella foto che segue il gruppo di domenica 16.10.2022).

 

Due eventi importanti da non perdere offerti dall'ATJB.

Quando si ha a che fare con professionisti seri di alto livello è facile rendersene conto; prestando la dovuta attenzione a quanto viene spiegato si capisce l'importanza di porre l'accento sui dettagli di costruzione della tecnica destinati a fare la differenza.

Nelle lezioni dedicate agli scolari Hirano, specialista per sua naturale struttura di seoi-nage, ha insistito sugli squilibri e sulla posizione che tori deve apprendere una corretta esecuzione della tecnica. Vismara, dopo una serie di interessanti dettagli nei passaggi al suolo, ha spiegato la combinazione hiza-guruma / osoto-gari evidenziando come, di fatto, il primo attacco deve diventare un sorta di passaggio (o finta) per l'esecuzione della proiezione finale.

Ci auguriamo che chi ha frequentato i corsi abbia acquisito il più possibile, anche se la prima cosa da comprendere è che la pratica del judo è fatta di infinite ripetizioni. Dopo la spiegazione di un movimento lo stesso va compreso, riprodotto, ripetuto, ripetuto e ripetuto all'infinito alfine di renderlo automatico.

Purtroppo oggi la pazienza dei giovani judoka - abituati ad ottenere soddisfazione con un "click" su di un tasto del telefonino in un nanosecondo - è piuttosto limitata ...

Far comprendere loro che l'esecuzione corretta di una tecnica richiede comprensione,  ripetizione e regolarità non è semplice.

 

Un appunto finale.

È un peccato che diversi club non approfittino di quanto l'ATJB sta, di questi tempi , regalando.

Privare i propri giovani judoka di esperienze al di fuori del proprio dojo originale, è una forma di "seppuku" (suicidio tradizionale giapponese) destinato a marcare la prossima generazione di judoka che - forzatamente - si ritroveranno con un orizzonte judoistico  limitato non essendo stati abituati a vedere oltre il proprio tatami di allenamento !


L'ULTIMO DECIMO DAN DEL KODOKAN

Il 21 ottobre è deceduto Yoshimi Osawa (1926/2022), l'ultimo decimo dan vivente del Kodokan di Tokyo. Dopo Toshiro Daigo e Ichiro Abe, anche l'ultimo dei tre decimi dan promossi nel 2006 se n'è andato.

 

Nella sua storia il Kodokan ha promosso quindici decimi dan. Il primo è stato, postumo,  Yoshiaki Yamashita; all'epoca (1935) era ancora Jigoro Kano a decidere.

Successivamente si sono alternati periodi con e senza decimi dan.

L'ultima nomina a decimo dan, che ha preceduto i tre del 2006, risaliva al 1983 (Sumiyuki Kotani -1903/1991).

La tendenza a voler conferire il massimo grado corrispondente alla cintura rossa a personaggi di spicco, che hanno contribuito a fare la storia della disciplina, sembra di questi tempi prevalere.

Possiamo quindi aspettarci qualche promozione ?

Il candidato ideale è Haruki Uemura (1951), presidente del Kodokan e detentore della tripla corona, essendo uno degli otto judoka giapponesi ad avere vinto olimpiadi (1976), mondiali e All Japan.

Qualche altro esponente meritevole, come ad esempio Yasuhiro Yamashita (1957), pure detentore della tripla corona, non manca certamente. Vedremo se al prossimo kagami biraki (la cerimonia di inizio d'anno) il Kodokan annuncerà delle novità in questo senso.

 

Va detto però che qualche decimo dan nel mondo esiste tuttora, dato che le federazioni nazionali e financo la International Judo Federation non disdegnano di distribuire un tale titolo. Sulla competenza all'attribuzione si potrebbe discutere.

Certo è però che c'è chi tiene in modo particolare a raggiungere l'ultimo gradino della scala e brigando in tal senso cerca di ottenerla.

Detto tra noi lettori di TDJ tuttavia l'attribuzione di un tale titolo onorifico sembra quasi essere un comiato anticipato ...


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / tredicesima parte)

 

Shinnosuke e compagni erano da poco giunti a Colonia, al Leistungzentrum della Deutscher Judo-Bund (DJB).

Dopo le settimane di allenamento a Parigi e a Wolverhampton, la fatica cominciava a farsi sentire. Gli europei interpretavano male il randori (esercizio libero) e ogni allenamento diventava una sorta di competizione. Naturalmente, all’aumentare della stanchezza aumentava contemporaneamente il rischio di infortunarsi.

Saito, il responsabile del gruppo, aveva indicato che la Germania negli anni trenta del XX secolo aveva promosso e sviluppato la pratica del judo e nel 1934 - in pieno periodo nazista – la Germania aveva organizzato i primi campionati d'Europa a Dresda. Tuttavia, il judo veniva interpretato come un mezzo di attacco, dimenticando completamente i principi ai quali Jigoro Kano si era ispirato. Inutili al riguardo erano state le visite del maestro Kano a Berlino negli anni 1933 e 1936 (alle olimpiadi estive): il dittatore Adolf Hitler e il regime al potere aveva ben altre aspirazioni rispetto al fondatore del judo.

Gli allenamenti a Colonia, una volta iniziati, erano subito apparsi difficili per il gruppo nipponico. I judoka tedeschi erano fisicamente molto forti anche se dal profilo tecnico erano piuttosto carenti. Nel concetto tedesco prima veniva la forza e la condizione e poi il judo: il risultato era spesso un randori "rigido", assai poco piacevole.

L'ultima sera in Germania Saito riunì il gruppo, precisando che di lì a pochi giorni avrebbe deciso chi avrebbe partecipato ai campionati del mondo e chi no. Il Giappone aveva infatti diritto a nove posti nelle sette categorie maschili. Ciò significava che in due categorie vi sarebbero stati due combattenti selezionati.

Shinnosuke sperava di avere la sua occasione per confrontarsi con i migliori judoka del mondo. Tuttavia, non essendo il primo della sua categoria, sapeva di essere in ballottaggio per uno dei due posti supplementari. "Per questa sera tuttavia la federazione germanica ci ha organizzato una sorpresa" concluse Saito dopo aver radunato i judoka "lasciatevi alle spalle pensieri e aspettative e godetevi lo spettacolo che ci viene proposto".

Un pulmino condusse la squadra al Teatro dell'Opera di Colonia al Rheinparkweg, dove gli atleti avrebbero assistito alla rappresentazione di Madama Butterfly, l'opera lirica di Giacomo Puccini. Ambientata a Nagasaki alla fine del XIX secolo. Madama Butterfly ha per protagonista la giovane Cio-cio san. Shinnosuke non aveva mai ascoltato della musica lirica e, in realtà, era poco interessato alla serata. Si sedette in platea pronto ad annoiarsi e convinto che la "sorpresa" in realtà fosse una sorta di punizione per chissà quali strani motivi. Pur non conoscendo l'italiano, la lingua dell'opera, non ebbe difficoltà a seguire la storia della povera sedicenne che l'ufficiale di marina Pinkerton "sposa" nell'attesa di convolare a nozze in America con "una vera sposa americana”. Al ritorno dell'ufficiale (tre anni dopo le "nozze"), comprendendo di non avere alternative, Cio-cio san decide di lasciargli il figlio nato dalla relazione e di darsi la morte con la cerimonia dello "jigai" (il "seppuku" delle donne giapponesi): "con onore muore chi non può serbar vita con onore" !

Seppur la storia fosse ambientata in un tempo lontano, Shinnosuke si lasciò coinvolgere: il duetto d'amore di fine primo atto, il colloquio con il console americano al secondo, l'assolo "un bel dì vedremo" della protagonista, il coro a bocche chiuse che segna il passare della notte dell'inutile attesa e lo straziante addio del terzo atto, raramente lasciano indifferente uno spettatore. Lo spettacolo fu grandioso e al termine delle due ore e mezzo della rappresentazione Shinnosuke fu tra coloro che più applaudirono i protagonisti.

Tornato nella propria stanza, sapendo che il giorno dopo sarebbero partiti per Roma, ultima tappa prima di Madrid, Shinnosuke sentiva risuonare dentro di sé la musica che aveva da poco ascoltato: come Madama Butterfly attendeva notizie impazientemente.

 

 

Continua....

I precedenti capitoli sono stati pubblicati in TDJ 24-25-26-27-28-29-30- 31-32-33-34-35.


Chi volesse ricuperare i capitoli precedenti trova le pubblicazioni nella pagina dell'ATJB (www.atjb.ch) cliccando sotto Ticino Dojo Joho.



I PROTAGONISTI DELLA STORIA: Mitsuyo Maeda (1878/1941)

Giovanissimo intendeva dedicarsi al sumo.

Venne tuttavia indirizzato al judo visto la sua struttura. A diciassette anni iniziò la pratica della disciplina frequentando il Kodokan e divenendo un protagonista della “seconda generazione”.

È noto per essere stato un grandissimo combattente, si dice abbia sostenuto più di 2'000 incontri.  Vista la sua abilità nella lingua inglese nel dicembre 1904 venne inviato negli USA (all’epoca era 3°dan) insieme a Nobushiro Satake, per assistere Tsunejiro Tomita nella divulgazione della disciplina. Insegnò judo a New York, in Nord Carolina e in Alabama.

Disubbidendo alle direttive di Jigoro Kano ebbe ad inserirsi nel giro degli incontri professionisti di wresling divenendo una leggenda con il nome di “Conde Koma”. Il soprannome gli venne attribuito in Spagna dove rimase qualche tempo nel 1908: “Conde” per i suoi modi signorili, “Koma” (da “komaru” che in giapponese significa “in difficoltà”) per il suo pessimo stato finanziario.

Visse in centro America in particolare a Cuba (fu il primo a introdurre il judo all’Havana) e in Mexico prima di trasferirsi nel 1915 in Brasile dove contribuì in modo determinante allo sviluppo del ju-jutsu, insegnando judo alla prima generazione della famiglia Gracie nota per avere creato il “brasilian ju-jutsu”.

Organizzò l’emigrazione di giapponesi in Brasile, in particolare a Parà, città creata a seguito di tale iniziativa. Continuò ad insegnare judo in Brasile.

Naturalizzato cittadino brasiliano assunse il nome Otavio Maeda e si creò una famiglia.

 

Morì nel 1941 senza mai avere fatto ritorno in Giappone, venne promosso postumo 7° dan.

È stato il primo combattente MMA ad alternare competizioni in varie discipline marziali. Sua la frase: “se conosci qualcuno che pensa che può battermi digli che sono libero ogni venerdì pomeriggio”.

 

NOTIZIE IN BREVE

 

Si svolto, nei giorni 21/23 ottobre, il Grand Slam di Abu Dhabi (Emirati Arabi).

Assenti i giapponesi, erano comunque 65 le nazioni rappresentate per un totale di 414 judoka.

Sei gli svizzeri in competizione.

Nils Stump vince la categoria -73 kg superando in fiinale l'italiano Giovanni Esposito (secondo ai campionati d'Europa 2022). Per qualificarsi ha vinto quattro incontri. Stump è un ottimo combattente: ha una buona posizione ed un'invidiabile varietà di tecniche.

Quinto posto nei -52 kg di Fabienne Kocher, sconfitta nelle qualifiche dall'italiana Odette Giuffrida, e nella finalina dall'israeliana Gefen Primo. Nella medesima categoria Binta Ndiaye è invece stata fermata agli ottavi dalla francese Astride Gneto (prima classificata al torneo).

Freddy Weizenegger nei -66 kg è stato sconfitto al primo turno dall'azero Tofik Mammadov, mentre Aurelien Bonferroni nei -81 kg, dopo due incontri vinti, è stato sconfitto nei quarti dal canadese François Gauthier Drapeau per ippon.

Infine Aline Lengweiler nei -70 kg è stata sconfitta al secondo turno dall'israeliana Maya Goshen.

Da segnalare la buona prestazione corale dell'Italia che conquista un primo posto grazie a Elios Manzi nei -66 kg, due secondi posto (Francesca Milani -48 kg e Giovanni Esposito - 73 kg) e tre terzi posto (Matteo Piras -66 kg, Odette Giuffrida -52 kg e Martina Esosito -70 kg), nonché il ritorno del ceco (due volte campione olimpico) Lukas Krpalek vincitore nei +100 kg.

 

 

Dal 28 al 30 ottobre si combattono i campionati d'Europa under 23 a Sarajevo.

Quattro sono gli svizzeri selezionati: Manon Monnard -52 kg, Olivia Gertsh -57 kg, Freddy Weizenegger -66 kg e Aurelien Bonferroni -81 kg.

38 le nazioni che partecipano alla competizione.

 

 

Il Judo Team Ticino ha vinto il campionato svizzero di Prima Lega est, conquistando 26 punti nei dodici incontri previsti. Sette erano le formazioni in lizza in questo primo campionato post pandemia.

Il Team Ticino di Joel Casada avrà quindi la possibilità di combattere il turno di promozione in LNB il 29 ottobre a Neuchâtel. Quattro le squadre in competizione per un unico posto in LNB che il team Basel (ultimo classificato di LNB) intende mantenere.


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