Nr.35 / 15 ottobre 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero protagonisti sono i campionati del mondo individuali e a squadre che si sono combattuti a Taskhent in Uzbekistan dal 6 al 13 ottobre.

Leggiamo poi qualche pensiero sulla stagione in corso, il dodicesimo capitolo del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" e una valutazione personale del sistema ranking in auge.

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del trentacinquesimo numero:

  1. I campionati del mondo individuali - Marco Frigerio
  2. I campionati del mondo a squadre - Marco Frigerio
  3. Segnali dalla stagione in corso - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. Il sistema ranking - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

ALLENAMENTI CANTONALI CON GIORGIO VISMARA

 

Sabato 15 ottobre alle 17.30 al dojo di via al Chioso 7 a Lugano (allenamento per cadetti, junior e elite) e Domenica 16 ottobre alle 10.00 al dojo di via Cattaneo 10 a Chiasso (allenamento per scolari) torna in Ticino Giorgio Vismara.

Già responsabile della nazionale svizzera Giorgio ha forti legami con il territorio. In gioventù, prima di iniziare la carriera di agonista in Italia che lo ha portato ad ottenere un terzo posto ai campionati del mondo del 1991 ed a partecipare alle olimpiadi di Barcellona, ha infatti combattuto per il DYK Chiasso con il quale ha vinto nel 1982 il campionato di LNB.

Prima di divenire allenatore nazionale ha poi diretto gli agonisti di Chiasso e Bellinzona contribuendo a formare diversi buoni combattenti, tuttora attivi sul tatami.

Il suo ritorno, in particolare al dojo di Chiasso che lo ha visto crescere, è sempre molto gradito.

 

Un'occasione da non perdere !


I CAMPIONATI DEL MONDO INDIVIDUALI

A Taskhent in Uzbekistan si sono combattuti i campionati del mondo di judo 2022.

571 i combattenti qualificati, in rappresentanza di 82 nazioni provenienti da tutti e cinque i continenti.

La nazionale uzbeka, allenata dal già campione olimpico di Atene 2004 Ilias Iliadis, è una realtà emergente nel panorama agonistico del judo. I titoli nei -90 kg e nei -100 kg conquistati alla manifestazione ne sono stati la dimostrazione.

Dopo un anno particolarmente intenso dal profilo agonistico (2021), nel corso del quale si sono organizzati i campionati del mondo a Budapest e i Giochi Olimpici a Tokyo, l'edizione 2022 appariva interessante soprattuto per identificare nuovi protagonisti e conferme.

Nel 2021 i campioni del mondo e i campioni olimpici erano stati:

Tra gli uomini:

-60 kg Abuladze (RUS) / Takato (JPN), -66 kg Mayurama (JPN) / Abe (JPN), -73 kg Shavdatuashvili (GEO) / Ono (JPN), -81 kg Casse (BEL) / Nagase (JPN), -90 kg Sherazadishivili (ESP) / Bekauri (GEO), -100 kg Fonseca (POR) / Wolf (JPN), +100 kg Kageura (JPN) / Krpalek (CZE);

Tra le donne:

-48 kg Tsunoda (JPN) / Krasniqi (KOS);  -52 kg Shishime (JPN) / Abe (JPN), - 57 kg Klimkait (CDN) / Giakova (KOS),  -63 kg Agbegnegnou (FRA) / Agbegnenou (FRA) - 70 kg Matic (CRO) / Arai (JPN), -78 kg Wagner (GER) / Hamada (JPN),  +78 kg Asashina (JPN) / Sone (JPN).

Va detto che i judoka giapponesi che avevano partecipato ai campionati del mondo nel giugno 2021 non erano coloro che erano stati selezionati per i giochi; ciò malgrado ben 5 i titoli mondiali oltre ai 9 titoli olimpici erano stati ottenuti dai combattenti del Sol levante lo scorso anno, per un totale di 14 titoli su 24. La supremazia del Giappone era dunque stata ampiamente confermata.

Cinque campioni olimpici giapponesi, e due campioni mondiali, erano presenti a Taskent.

 

L'edizione 2022 tuttavia ha riservato delle sorprese.

Il Giappone ha infine conquistato cinque titoli individuali (come nel 2021), confermandosi la nazione più forte. Da segnalare sono poi i due titoli ottenuti dal Brasile, tra le donne, e i due titoli ottenuti dall' Uzbekistan, tra gli uomini.

 

Nelle categorie maschili:

 

-60 kg

Il campione olimpico NaohisaTakato si è imposto sconfiggendo in finale il mongolo Ariunt Enkhtaiwan grazie a due wazaari di kouchi-gari che è riuscito a piazzare in meno di due minuti.

Al terzo posto Yung Yang (Taipei), l'attuale primo del ranking mondiale, e l'esperto kazako Yeldos Smetov. Da segnalare il settimo posto ottenuto dall'italiano Angelo Pantano che, negli ottavi ha sconfitto il belga Jorre Verstraeten, terzo classificato ai recenti campionati europei.

 

-66 kg

Grande era l'attesa per la sfida tra i giapponesi Hifumi Abe (dell'università Nittai Dai) e Yoshiro Maruyama (dell'università di Tenri) che, ancora una volta, si sono in effetti ritrovati in finale dopo un percorso netto effettuato con stile differente. Tradizionale, con splendidi ippon di uchi-mata, il percorso di Maruyama, moderno con posizioni poco ortodosse quello di Abe. In finale però quest'ultimo, sfruttando un attacco di Maruyama, malgrado la sanzione di passività subita, ha marcato un wazaari ed ha così conquistato il suo terzo titolo mondiale.

Al terzo posto Denis Vieru (MDA) e An Baul (KOR) che ha sconfitto nella finalina l'italiano Elios Manzi. Lo svizzero Freddy Weizenegger, dopo avere superato il primo turno, è stato sconfitto al golden score dall'azero Orkham Safarov a seguito di un contraccolpo portato su di un suo attacco di seoi-nage. Peccato perché alla fine del tempo regolamentare Waizenegger aveva ottenuto, dall'arbitro centrale, il riconoscimento di un vantaggio poi annullato che gli avrebbe permesso di superare anche il secondo turno.

 

-73 kg

Non riesce nell'impresa di riconquistare il titolo mondiale, a cinque anni di distanza, Soichi Hashimoto sconfitto in finale dal mongolo Tsogbaatar Tsend-Ochir già bronzo ai giochi di Tokyo del 2021. Peccato perché il giapponese trentunenne aveva eliminano il vicecampione olimpico Lasha Shavdatuashvili nei quarti e l'israeliano Tohar Butbul per tripla sanzione in semifinale dimostrandosi in buona forma.

Terzo posto per il brasiliano Daniel Cargnin, che supera l'italiano Manuel Lombardo, e per e l'azero Hidayat Heydarov. Lo svizzero Nils Stump, dopo un primo incontro vinto, si è dovuto scontrare con l'esperto Shavdatuashvili. Incontro alla pari senza vantaggi, proseguito al golden score, conclusosi a favore del georgiano per somma di ammonizioni. L'uscita finale che ha decretato il terzo shido poteva essere evitata.

 

-81 kg

Tato Grigalashivili ha vinto la categoria superando in finale, al golden score, il belga Matthias Casse. Decisivo il quarto di finale nel quale ha superato il campione olimpico Takanori Nagase per somma di ammonimenti, anche se (a dire il vero) la scelta arbitrale di punire il giapponese (classificatosi poi terzo) è apparsa discutibile dato che il georgiano, per tutto l'incontro, aveva dimostrato scarsa iniziativa e si era limitato a impedire le prese.

Terzo posto anche per l'austriaco Shamil Borchashvili.

 

-90 kg

Il campione olimpico Lasha Bekauri, non è riuscito a bissare il successo ottenuto a Tokyo. Dopo avere eliminato il giapponese Kosuke Mashiyama (classe 1999) al suo debutto in un campionato mondiale individuale, è stato fermato dall'idolo di casa Davlat Bobonov per somma di ammonizioni.

In finale l'uzbeko ha poi superato l'italiano Christian Parlati grazie a tre sanzioni. Parlati,  diversamente dagli incontri di qualifica, è apparso parecchio teso e totalmente inattivo, assolutamente giustificati i tre shido.

Le medaglie di bronzo sono andate a Bekauri e all'altro georgiano Luka Maisuradze.

Lunedì 10 ottobre l'intero movimento judoistico uzbeko ha festeggiato grazie a Bobonov il primo titolo mondiale della sua storia.

 

-100 kg

Il canadese Kyle Reyes si qualifica per la finale con l'uzbeko Muzafarbek Turoboyev.

In un incontro al golden score nel corso del quale l'uzbeko ha assunto posizioni "al limite della decenza judoistica", un wazaari di ouchi-gari gli ha permesso di conquistare il titolo mondiale.

Al terzo posto si sono classificati l'azero Zelym Kotsoiev e l'olandese Michael Korrel.

Nulla di fatto per lo svizzero Daniel Eich. Dopo una splendida stagione che lo ha portato ad ottenere ottimi piazzamenti nei tornei del grande slam, Eich è stato superato al primo turno dall'azero Kotsoiev. Stessa sorte per il giapponese Kentaro Iida, campione asiatico 2018, sorprendentemente fuori al primo turno.

 

+ 100 kg

Il campione giapponese All Japan 2022 Tatsuru Saito era particolarmente atteso. La sua giovane età e il fatto di essere figlio di Hitoshi Saito (uno degli otto giapponesi detentori della Tripla corona avendo vinto i giochi olimpici, i mondiali e gli All Japan - deceduto nel 2015) lo indicavano come protagonista della categoria.

Le aspettative non sono state disattese Saito si è infatti qualificato per la finale dopo avere superato nei quarti l'olandese Roy Meier e in semifinale il tagiko Temur Rachimov. In finale tuttavia, opposto al cubano Andy Granda, non è riuscito a trovare sbocchi ed ha subito la tattica dell'avversario apparso più attivo. Peccato anche per la mamma di Saito che, dalla tribuna, mostrava la fotografia del padre (deceduto) come ad invocare un suo intervento ...

Al terzo posto si sono classificati il georgiano Guram Tushishvili e il coreano Minjong Kim

Il campione olimpico 2021 Lukas Krpalek, apparso lento ed affaticato, è stato eliminato dal coreano Minjong Kim negli ottavi di finale.

 

 

Nelle categorie femminili:

 

-48 kg

La campionessa del mondo 2021 Natsumi Tsunoda ha confermato il titolo sconfiggendo in finale per ippon la germanica Katherina Menz.

Al terzo posto si sono classificate l'italiana Assunta Scutto e la kazaka Abiba Abuzhakynova.

Da notarsi che tra le partecipanti vi era anche l'altra giapponese Funa Tonaki, che aveva ottenuto l'argento ai giochi olimpici, dove era stata preferita alla Tsunoda. In questi campionati Tonaki si è dovuta accontentare del settimo posto in conseguenza alla squalifica decretata nei quarti di finale. La Tsunoda nata nel 1992 dimostra, con il suo secondo titolo mondiale conquistato a trent' anni, come il judo sia una disciplina "a lungo termine".

 

- 52 kg

Uta Abe si è confermata campionessa del mondo.

In finale ha superato l'inglese Chelsie Giles. Terzo posto per la francese Amandine Buchard e per la kosovara Distria Krasniqi.

Poca gloria per le svizzere Fabienne Kocher (terza classificata lo scorso anno), sconfitta al primo turno dalla kazaka Gaukhar Irmagambetova, e Binta Ndiaye che, dopo avere superato il primo turno, si è vista la strada ostruita dalla vicecampionessa olimpica francese Bouchard.

 

-57 kg

La brasiliana Rafaela Silva, già campionessa olimpica 2016, ha conquistato il titolo mondiale sconfiggendo in finale per wazaari di uchi-mata la giapponese Haruka Funakubo (classe 1998), unica judoka ad avere vinto tre titoli mondiali juniores. 

Terzo posto per la canandese Jessica Klimkait e per la mongola Enkriilen Lkhagvatogoo.

Nulla di fatto per l'ucraina Daria Bilodid (già campionessa mondiale a diciassette anni nei -48 kg), classificatasi settima; a fermarla la brasiliana e - nella finalina - la combattente mongola. Il salto di due categorie di peso si conferma sofferto.

   

-63 kg

La giapponese Megumi Horikawa si è imposta superando nei quarti di finale la prima del ranking mondiale, Lucy Renshall, in semifinale la portoghese Barbara Timo e in finale la canadese Catherine Beauchemin-Pinard al decimo minuto di combattimento.

Al terzo posto si classificano la portoghese e la francese Manon Deketer. che conquista un bronzo importante nella categoria dominata negli ultimi anni dalla connazionale Clarisse Agbegnenou.

Horikawa era stata vicecampionessa mondiale junior nel 2013 ed aveva vinto il Grande Slam di Tokyo (da junior) nel 2012, recente il suo ritorno sulle scene mondiali. Aveva acquisito il diritto a partecipare ai mondiali a seguito della vittoria ottenuta in aprile ai campionati nazionali.

 

-70 kg

Due erano le giapponesi in competizione Saki Niizoe (classe 1996), campionessa d'Asia 2018, e Shiho Tanaka (classe 1998), campionessa d'Asia 2019, entrambe si sono qualificate per le semifinali dove hanno incontrato due judoka croate: la sorprendente Lara Cvietko e la campionessa mondiale in carica Barbara Matic.

La doppia sfida si è risolta a favore delle europee che si sono poi incontrate in finale

mentre le giapponesi hanno dovuto "accontentarsi" della finalina dove Niizoe ha ottenuto il bronzo mentre Tanaka è stata sconfitta dall'olandese Sanne Van Dijke.

 

-78 kg

A sorpresa la finale si è combattuta tra la brasiliana Mayra Aguiar (già campionessa del mondo nel 2014 e nel 2017) e la sconosciuta cinese Zhenzhao Ma che nei turni di qualifica ha esibito in una serie di kosoto-gake di ottima fattura.

Un bel wazaari di tani-otoshi ha presto risolto l'incontro a favore dell'esperta Aguiar che ha così conquistato il terzo titolo mondiale.

La giapponese Shori Hamada, campionessa olimpica, si è dovuta accontentare del quinto posto superata, nella finalina, dall'ucraina Yelizaveth Lytvynenko grazie ad un perfetto sasee-tsurikomi-ashi a sinistra. Il secondo bronzo è stato ottenuto dalla polacca Beata Pacut-Kloczko.

 

+78 kg

La francese Romane Dicko ha vinto la categoria garantendo l'unico oro ai transalpini.

In finale ha superato la brasiliana Beatriz Souza che ha eliminato la cubana Idryz Ortiz, nei quarti di finale, e in semifinale la giapponese Wakaba Tomita.

Terzo posto per l'altra francese Julia Tolofua, vincente in una finalina in cui il judo era totalmente assente, e per la giapponese.

 

 

Che dire dei cinque svizzeri in competizione.

Il campionato del mondo non è un torneo del Grande Slam, per ottenere un risultato importante corpo, mente e cuore devono essere presenti.

Nessun combattente si è classificato tra i primi sette della propria categoria.

La strada per Parigi 2024 è ancora lunga e, soprattutto Binta Ndiaye e Daniel Eich hanno i numeri e l'età per esserci.

Buon lavoro quindi a chi ne gestisce la preparazione.

 

Davlat Bobonov campione del mondo nei -90 kg. Prima medaglia d'oro mondiale dell'Uzbekistan, paese organizzatore di questa edizione dei campionati.


I CAMPIONATI DEL MONDO A SQUADRE

L'ultimo giorno delle competizioni di judo dei giochi olimpici 2021 di Tokyo avevano riservato una grande sorpresa.

La Francia di Teddy Riner e Clarisse Agbenegnou aveva superato, nella finale del torneo a squadre, il Giappone. Per la prima volta da quando si compete con le formazioni miste (3 donne e 3 uomini) il Giappone si era dovuto accontentare della medaglia d'argento. Il primo titolo olimpico della categoria a squadre (come avvenuto negli OPEN del 1964) non era stato vinto dai padroni di casa.

 

A Taskhent i giapponesi ambivano al riscatto.

17 le formazioni al via, di queste 7 provenienti dall'Europa, 6 dall'Asia, 3 dalle Americhe e 1 dall'Africa. Le nazioni qualificatesi per le semifinali sono state la Francia (che ha superato Georgia e Cina), Israele (vincente su Uzbekistan e Corea), il Giappone (che si è imposto per 4 a 0 su Repubblica Dominicana e Olanda) e la Germania (che ha superato Mongolia e Ucraina).

Come è noto le squadre si compongono di tre uomini (-73kg, -90 kg e +90 kg) e tre donne (-57kg, -70 kg e +70 kg). La vittoria si ottiene al raggiungimento del quarto punto; in caso di parità (3 vittorie a 3) viene sorteggiato un incontro da ripetere il cui risultato sarà decisivo essendo sufficiente un wazaari per imporsi.

Sostenuta dal pubblico di casa la formazione dell'Uzbekistan dopo avere superato il Brasile non è riuscta a ripetere l'impresa opposta a  Israele, decisivo il punto ottenuto nei massimi da Peter Paltchik che, pur concedendo parecchi chilogrammi all'avversario, ha marcato wazaari di seoi-nage ed è riuscito a mantenere il vantaggio sino al termine del combattimento ottenendo così la quarta decisiva vittoria. 4 a 2 il risultato finale. Sorprendente invero la decisione del direttore tecnico Ilias Iliadis di non schierare i due recenti campioni del mondo contro la formazione israeliana terza classificata ai giochi.

 

Le semifinali si sono quindi combattute tra Francia e Israele e tra Giappone e Germania. Netti i risultati: la Francia ha superato 4 a 1 Israele e il Giappone 4 a 0 la Germania. In finale si sono quindi ritrovate le formazioni che, ai giochi di Tokyo, già si erano scontrate.

Risultato finale, di uno scontro alla pari, 4 a 2 per il Giappone che, grazie alle vittorie ottenute da Goki Tajima, wazaari di seoi-nage e di ouchi-gari, Hyoga Ota, wazaari di deashi-barai e seoi-nage, Kenshi Harada ippon di immobilizzazione e Saki Niizoe ippon di strangolamento si è ripreso il titolo.

Per la Francia le vittorie individuali della finale sono state ottenute da Romane Dicko, fresca campionessa mondiale nei +78 kg e da Sarah Cysique (-57 kg).

Al terzo posto si sono classificate le formazioni della Germania che ha superato la Cina per 4 a 1 e di Israele che ha superato l'Olanda per 4 a 2, rimontando due punti. Di notevole fattura l'ippon di tsuri-goshi del giovane Ido Levin (-73 kg).

 

 

Nella foto la formazione del Giappone che ha sconfitto la Germania in semifinale: Saki Niizoe (-70 kg), Kosuke Mashiyama (-90 kg), Wakaba Tomita (+70 kg), Hyoga Ota (+90 kg), Haruka Funakubo (-57 kg), Kenshi Harada (73 kg).

Nella finale con la Francia a -90 kg ha invece combattuto Goki Tajima.


SPUNTI DALLA STAGIONE IN CORSO

La stagione in corso è partita in modo particolarmente positivo.

I numeri ci dicono che la pubblicità effettuata nel corso dell'estate è stata pagante.

L'esercizio va quindi ripetuto in futuro, lo stesso compete all'ATJB che certo ha quale primo obiettivo la promozione della disciplina sul territorio cantonale.

 

Al di là dei numeri di chi, per la prima volta, si è avvicinato a uno dei nostri dojo vi è però anche l'esigenza di sapere quanti allievi non hanno rinnovato l'iscrizione e che ricambio vi è stato tra gli iscritti.

Non dispongo dei dati dei singoli club tuttavia mi sento di dire che nella nostra disciplina il ricambio è notevole. Ogni stagione, buona parte dei giovanissimi non si ripresenta e viene sostituita da neofiti.

Interrogarsi sul perché non è quindi cattiva cosa.

 

La domanda da porsi è: cosa si aspettano i genitori dei bimbi e dei ragazzini che compaiono al dojo dal judo ?

Le risposte sono diverse sicuramente.

C'è chi non si aspetta nulla e vede il judo come uno sport tra tanti.

C'é chi si aspetta che, in pochissimo tempo, il figlio o la figlia diventi un campioncino.

C'é chi si aspetta che, praticando judo, il bimbo o la bimba assimili l'educazione e i principi morali che il judo vuole insegnare.

 

Spiegare ai genitori che il judo è una disciplina che si apprende con il tempo e che l'educazione e i principi che vuole trasmettere si acquiscono con la pratica costante e regolare è compito dei nostri insegnanti e dei dirigenti dei club.

Al dojo non avvengono miracoli. Per diventare un judoka servono anni di costante impegno e di pratica sul tatami.

Chi suona il piano il lunedÌ, pratica danza il martedì, partecipa alla lezione di judo il mercoledÌ, segue un corso di lingue orientali il giovedì, si riposa il venerdÌ e va in montagna nel fine settimana è un soggetto che difficilmente potrà crescere nel judo.

Chi gioca a calcio - allenandosi 3 volte e partecipando alle partite nel fine settimana - e pratica judo (quando riesce) una volta a settimana, ben difficilmente potrà diventare un judoka.

"Grazie per quanto avete dato, in questi anni, a nostro figlio, però ha scelto un altro sport" ci comunicano (a volte) i genitori. "Diversi suoi amici lo praticano e allora ..."

Che rispondere? "Grazie signora per averci avvisato, non tutti lo fanno ... mi spiace per suo figlio che ha perso un'occasione: crescere imparando una disciplina utile sotto tutti i punti di vista!"


Riflettiamo quindi su come possiamo insistere maggiormente e trasmettere il giusto messaggio: il judo è si una attività individuale ma è svolta con il gruppo. Il miglioramento del singolo deve risultare utile al gruppo, la crescita deve essere comune.

"Forte, sano e utile alla società" era l'obiettivo di crescita espresso da Jigoro Kano, crediamoci e divulghiamo il concetto.



LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / dodicesima parte)

Dopo due settimane di allenamento al centro nazionale di Parigi era tempo di trasferirsi in Inghilterra.

Saito, il responsabile del gruppo, aveva spiegato ai giovani judoka giapponesi che il dojo più antico d’Europa il Budokwai si trovava a Londra e che, agli albori del XX secolo, aveva ospitato i più noti judoka dell’epoca.

Saito, che era un buon conoscitore della storia del judo, aveva raccontato le gesta dei “Four kings of Cuba”, quattro judoka che, disubbidendo alle direttive imposte da Jigoro Kano, avevano combattuto per decenni tra America e Europa nei music hall, sfidando lottatori, pugili e chiunque fosse disponibile a combattere per denaro. Il più famoso, Mitsuyo Maeda, era poi divenuto l’insegnante della famiglia Gracie in Brasile, clan che di seguito aveva creato il ju-jutsu brasiliano.

Dovete sapere che il judo si è imposto sul ju-jutsu grazie alla propaganda che Jigoro Kano riuscì a proporre, personalmente, in occasione dei suoi viaggi all’estero. A Londra riuscì a convertire al judo il patron del Budokwai, Gunji Koizumi. L’aspetto educativo della disciplina che il Fondatore ribadiva, in genere, ad ogni occasione era decisivo. La lotta veniva elevata a metodo educativo e ciò costituiva la rivoluzione del judo e il suo punto forte”.

 

Arrivati al centro di performance nelle Midlands all’Università di Wolverhampton Shinnosuke e compagni non vedevano l’ora di confrontarsi anche con i judoka britannici.

Durante le due settimana trascorse a Parigi Shinnosuke aveva ben sopportato il randori europeo e, con il passare dei giorni, aveva imparato a controllare la foga e la forza che i judoka francesi mettevano nell’esercizio. Aveva imparato in particolare che un avversario molto aggressivo va lasciato sfogare e che, solo in un momento successivo ai primi assalti, è possibile proiettarlo.

Il suo osoto-gari aveva colpito e impressionato tutti, praticanti e allenatori, per la sua rapidità di esecuzione.

Era quindi curioso di proseguire nella sua esperienza in terra straniera.

Il responsabile della nazionale inglese li accolse in modo estremamente gentile; ai giapponesi venne dato il tempo di riprendersi, il primo allenamento era previsto solamente dopo due giorni.

Passeggiando per il campus, Shinnosuke si avvide che anche la squadra femminile era ospitata.

Approfittando della pausa concessa i responsabili avevano deciso di organizzare una serata tra connazionali.

Shinnosuke ebbe quindi modo di conoscere la ragazza che, inaspettatamente, gli aveva formulato gli auguri di compleanno. Si chiamava Kaori e da due anni era campionessa junior del Giappone; proveniva da Kumamoto, la medesima regione del suo avversario di categoria Takeo.

Di lei si diceva che fosse molto brava nella lotta al suolo e in particolare nell’esecuzione degli hairi-kata, ossia i passaggi che portavano al controllo.

La serata fu particolarmente positiva, Shinnosuke rimase piacevolmente colpito dalla determinazione della ragazza, la quale gli confidò che la sua ambizione era quella di vincere i campionati del mondo junior, i quali si sarebbero svolti di lì a un mese a Madrid.

Il giorno seguente era tempo di tornare sul tatami; il primo allenamento previsto, in via eccezionale, riuniva le formazioni maschili e femminili. Sul tatami erano presenti una settantina di judoka di ambo i sessi.

Anche i judoka britannici interpretavano il concetto di randori in modo diverso rispetto agli insegnamenti del maestro Mayurama, Shinnosuke tuttavia era pronto e il suo osoto-gari continuò a mietere vittime anche se, con la coda dell’occhio, non perdeva di vista Kaori la quale, senza un attimo di tregua, sosteneva pacificamente un ritmo micidiale.

Nei giorni a seguire, gli allenamenti proseguirono separatamente per maschi e femmine; Shinnosuke non ebbe più modo di vedere Kaori. In seguito, Shinnosuke venne a sapere che la squadra femminile era partita per la Francia, dove sarebbe rimasta tre settimane prima di trasferirsi a Madrid in attesa dei campionati del mondo.

Tornato a concentrarsi sull’allenamento Shinnosuke si sentiva in forma e pronto per le prossime tappe del suo primo viaggio europeo previste per Germania ed Italia; Saito aveva detto al gruppo che avrebbe annunciato i nomi dei selezionati per i campionati del mondo a Roma. Shinnosuke era consapevole che Takeo era in assoluto il numero uno della categoria, tuttavia sentiva di star progredendo costantemente e nutriva la segreta speranza di essere selezionato comunque.

 

 

Continua....

I precedenti capitoli sono stati pubblicati in TDJ 24-25-26-27-28-29-30-31-32-33-34.

Chi volesse ricuperare i capitoli precedenti trova le pubblicazioni nella pagina dell'ATJB (www.atjb.ch) cliccando sotto Ticino Dojo Joho.



IL SISTEMA RANKING

Il sistema ranking in vigore prevede che, per poter partecipare alle finali nazionali, è necessario qualificarsi tra i primi 12 (JUNIOR E ELITE) di categoria partecipando ed ottenendo buoni piazzamenti nei sette tornei previsti a calendario.

Da Morges (gennaio) a Morat (fine settembre) i tornei ranking si susseguono, in epoca normale, sull'arco di nove mesi. I responsabili nazionali possono poi aggiungere ai qualificati chi è attivo a livello internazionale; i nostri judoka piu noti (quadri nazionali) raramente prendono parte ad un torneo ranking.

I CADETTI (U18) invece acquisiscono il diritto a partecipare alle finali nazionali conquistando 4 punti ai tornei ranking, senza riguardo al numero complessivo dei qualificati per ogni categoria.

Il sistema distingue tornei ranking 500, dove si garantiscono a ogni partecipante tre incontri, e tornei ranking 1000 che si svolgono secondo la formula a eliminazione con doppio ripescaggio, per cui può capitare che la trasferta porti a combattere una sola volta.

Tornei ranking 500 attribuiscono meno punti rispetto a tornei ranking 1000.

 

In questa stagione, a causa della pandemia, non è stato possibile organizzare tutti i tornei normalmente previsti. Le gare si sono concentrate a giugno e a settembre, periodi in cui c'é chi deve affrontare altre sfide (si pensi alla maturità ad esempio) e chi, troppo rilassato durante l'estate, non è ancora allenato a dovere.

Ne è indubbiamente risultato che diversi combattenti della categoria junior hanno disertato buona parte dei tornei concentrandosi, come spesso accade, sull'ultimo.

A Morat, torneo di per sé già parecchio impegnativo per la presenza abituale di judoka francesi e italiani di buon livello, il numero dei partecipanti fosse particolarmente alto.

Il risultato della speculazione è stato che diversi judoka meritevoli non hanno ottenuto la qualifica a scapito di cadetti che hanno partecipato a più tornei acquisendo in precedenza i punti decisivi.

Sulla possibilità di combattere in due categorie di età sarebbe buona cosa interrogarsi, così come sull'utilità di partecipare a una serie di tornei in cui gli avversari sono sempre i medesimi.

 

Un tempo la qualifica avveniva per tutti quindici giorni prima delle finali.

I primi due classificati al torneo di qualifica, organizzato simultanealmente nelle quattro regioni della Svizzera, si qualificavano identificando così gli otto finalisti di ogni categoria.

Alla finale il sorteggio designava la composizione della poule a otto, tre gli incontri necessari per divenire campione svizzero.

La finale era quindi uno spettacolo di livello superiore ai tornei ranking e un bel momento di judo, spettacolare e contenuto nel tempo visto il numero limitato di partecipanti.

Ripensare il sistema attuale con un occhio al passato non appare quindi fuori luogo.

 


NOTIZIE IN BREVE

 

Al Senior European Cup di Celje (Slovenia) del 1 e 2 ottobre, presenti 28 nazioni, Lukas Wittwer ha vinto la categoria -81 kg con cinque incontri individuali. In finale ha superato lo sloveno Jus Mecilosek.

Olivia Gertsch si è classificata seconda, unica sconfitta in finale contro la polacca Anna Dabrowska. Fatale per la judoka bernese un ko-soto-gake in contraccolpo ben portato.

Terzo posto per Simon Gautschi nei -90 kg che, nella finalina, ha superato il croato Josep Bulic e quinto posto invece per Marion Liengme nei -63 kg.

La Svizzera era ben rappresentata al torneo.

 

 

L'ATJB ha promosso, nel mese di ottobre, due allenamenti regionali importanti.

Yoshiyuki Hirano ha allenato i judoka U18, U21 e senior a Bellinzona e Lugano venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre, come pure gli scolari U15 e U13 a Lugano sabato 1 ottobre (vedi fotografia).

Ottima la partecipazione anche se limitata ai club più attivi del momento.

 

Il gruppo degli scolari a Lugano. Morote-seoi-nage la tecnica proposta da Yoshi al gruppo presente sul tatami di via al chioso 7.


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