Nr.33 / 15 settembre 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero vi proponiamo qualche riflessione sulla nuova stagione, evidenziamo i risultati ottenuti dai ticinesi al Torneo ranking di Weinfelden, leggiamo con interesse gli appunti di viaggio di Edy Bozzini a Cuba e la decima parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio", presentiamo infine un kata sconosciuto ai più.

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del trentatreesimo numero:

  1. È partita la nuova stagione - Marco Frigerio
  2. Torneo di Weinfelden - Marco Frigerio
  3. Appunti di viaggio a Cuba - Edy Bozzini
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. Il "Seiryoku-zen'yo-kokumin-taiiku" - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

È PARTITA LA NUOVA STAGIONE

Ed eccoci di nuovo sul tatami.

Ogni club ha ripreso gli allenamenti ed ha avuto modo di verificare quanti iscritti della scorsa stagione hanno rinnovato l'impegno e quanti - purtroppo - hanno deciso altrimenti.

La via del judo, lo sappiamo, è impegnativa. La pratica del judo è destinata a durare una vita. Chi si perde per strada difficilmente potrà dire di essere stato un judoka, semmai potrà vantarsi di avere praticato per qualche anno ... e magari anche di avere avuto risultati agonistici di rilevo. Non potrà invece mai affermare di avere appreso lo spirito della disciplina.

L'obiettivo del judo è chiaro e il Fondatore l'aveva ben espresso.

Praticare l'attacco-difesa per apprendere la tecnica, acquisire i principi che reggono la pratica del judo alfine di riuscire a farli propri nella vita di tutti i giorni e, rendersi conto, che quanto appreso va condiviso affiché altri ne possano beneficiare.

La trasmissione del judo e dei suoi valori si produce con la pratica attingendo all'esempio di chi ci ha preceduto e, non dimenticando mai, che il judoka vero non è un egoista che pensa solo a sé ma una persona pronta ad assumere un ruolo positivo in un contesto sociale.

 

Certo l'obiettivo per chi inizia la pratica è piuttosto lontano.

Certo i genitori che accompagnano un ragazzino al dojo (se non pratici del judo) non sono coscienti della differenza tra il judo e gli altri sport.

Ciò non toglie che chi insegna ne deve essere consapevole e la promozione del judo  deve tenere conto dell'obiettivo indicato dal Fondatore.

Ricordiamoci poi che il judo non è una disciplina riservata ai bimbi e ai ragazzi ogni associazione è invitata a promuoverne la pratica tra gli adulti.

 

 

 

BUON JUDO A TUTTI !

Nella foto che segue i partecipanti al primo allenamento cantonale della stagione (venerdì 2 settembe 2022) a Bellinzona.

 

 


I TICINESI AL TORNEO DI WEINFELDEN

Sabato 10 e domenica 11 settembre si è combattuto il torneo ranking di Weinfelden, penultimo appuntamento con le competizioni valide per la qualifica alle finali nazionali.

L'appuntamento non è particolarmente comodo per i judoka ticinesi che riprendono in genere ad allenarsi con regolarità ad inizio mese. La partecipazione a questo torneo è pertanto consigliata unicamente a chi durante l'estate è riuscito a praticare. Difficile pensare di presenziare quando, durante le vacanze scolastiche, ci si è tenuti lontani dal tatami ...

 

I risultati dei ticinesi presenti sono stati i seguenti.

 

Sabato.

Nei cadetti (under 18) secondo posto di Alice Orsi (JBC Vezia) -52 kg e terzo posto di Loris Perosa (JB Bellinzona) nei -81 kg, Antonio Niceta (DYK Paradiso) +81 kg e Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso) +63 kg.

Negli juniores (under 21) secondo posto di Giulia Cambianica (JB Bellinzona) -70 kg,  terzo posto di Alice Orsi (JBC Vezia) -52 kg e quinto posto di Christian Edouard (DYK Chiasso) -81 kg e Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso) -70 kg.

Nei seniores terzo posto di Giulia Cambianica (JB Bellinzona) nei -70 kg e quinto di Martin Motta (JB Bellinzona) -81 kg.

In questo periodo la categoria dei "ticinesi" è la -81 kg junior; ben quattro i judoka in competizione a Weinfelden; lo spettacolo non è mancato con due derby tra rappresentanti del sopraceneri (JB Bellinzona) e del sottoceneri (DYK Chiasso). Per le finali nazionali di Losanna andrà però considerato che i due combattenti svizzeri qualificati per i campionati d'Europa, Bonferroni e Gerosa, non hanno partecipato quest'anno ad alcun torneo ranking. La loro presenza a Losanna è tuttavia scontata.

 

Domenica.

Negli under 15 secondo posto per Clarissa Ferrari (JB Bellinzona) -48 kg, terzo posto Leonie Ferririoli (JB Biasca) +57 kg, quinto posto per Emily Ferrari (JB Biasca) -52 kg e settimo posto Luke Bürgisser (DYK Chiasso) +60 kg.

Negli under 13 da segnalare il terzo posto di Christian Perosa (JB Bellinzona nei +50 kg.

 

 

L'ultimo appuntamento con i tornei ranking per il 2022 è il torneo di Morat previsto per il fine settimana del 24 e 25 settembre.

Chi non ha ancora staccato il biglietto per le finali non potrà mancare.


APPUNTI DI VIAGGIO A CUBA

A Natale, fino ad inizio 2022, ero a Cuba.

Il 30 dicembre sono stato invitato da Ronaldo Veitia Valdivié a casa sua (vedi foto sotto).

Per quei pochi che non sanno, Veitia è stato il miglior coach/allenatore al mondo riconosciuto nella “all of fame IJF”.

Con la sua squadra femminile ha conquistato immensi risultati olimpici e mondiali.

Purtroppo questa fine anno era un brutto periodo per lui che aveva da poco perso l’amata moglie e soffriva molto la sua mancanza, aveva subito un’operazione e non stava molto bene, tanto che non voleva vedere nessuno, neanche le sue allieve amiche campionesse.

Ma ha assolutamente voluto ricevermi.

Nel vero spirito judoistico è stato come un fratello, raccontando, confidandosi e mostrando i suoi innumerevoli trofei, ricordi e riconoscimenti.

Un giorno, forse, racconterò di questo incontro straordinario.

Il 16 gennaio ha inaugurato il suo nuovo dojo “Primavera” sponsorizzato dalla federazione internazionale. Radio e TV locali ne hanno dato ampio risalto.

 

Altro volo a Cuba da fine luglio a metà agosto.

Tutti sanno che mi piace godere della buona cucina, del mare, ma il judo è la mia vita.

In qualunque parte del mondo ho sempre cercato un dojo da visitare, frequentare.

Dunque non potevo non farlo anche qui.

Dopo la pausa, il primo agosto ripartivano le lezioni a Cotorro, nel dojo di cui sopra,.

Ronaldo era in visita da suo figlio in Spagna ma aveva annunciato la mia visita al suo giovane allenatore che avevo conosciuto a dicembre.

Con noi un ex judoka ticinese, da anni trasferitosi alla Havana, che faceva da interprete.

Grazie Guido!

Tanti giovani judoka per questo primo allenamento, tutti in assoluto silenzio.

Grande attenzione ed impegno, tecnica efficace, judo di ottimo livello!

Non per nulla si sono già confermati come miglior squadra dell’isola!

Quanto vorrei che da noi ci fosse un gruppo di giovanissimi equivalente!

L’accoglienza è stata magnifica, come d’altronde in ogni dojo, emozionante, molto “fra judoka”, come vecchi amici...

Grande educazione e rispetto, rei e saluto individuale da parte di allievi e genitori, amicizia dall’allenatore e molto altro.

Malgrado il Maestro Veitia ("profe" per loro) fosse lontano e da lui era quasi mezzanotte, ha voluto chiamare in video telefonata per salutarmi e sapere se tutto era di mio gradimento.

In tutto questo si respirava il vero spirito del judo.

Purtroppo un paio di giorni dopo Ronaldo è stato ricoverato in coma all’ospedale di Alicante. Il figlio mi ha tenuto costantemente informato, con i bollettini medici e per fortuna c’è stata una buona ripresa. Gli facciamo tanti auguri di completo ristabilimento.

A oggi: è in una camera normale, non più in cure intense e migliora lentamente ma bene.

 

Nel frattempo anche le lezioni presso il dojo dello stadio Josè Marti (Vedado/Malecon) sono ripartite. A gennaio potei solo parlare con alcuni di loro e con la maestra di Karate e Tae kwon do (una nazionale!). Ed eccomi anche li per la prima lezione della ripresa, al mattino, malgrado le notti fossero molto lunghe e con poche ore di sonno.

Anche qui splendida  accoglienza, come fratelli che si incontrano dopo qualche anno.

Ecco la grande famiglia del judo.

E di questo dojo, di questa accoglienza, di questi allenamenti ve ne parlerò qui sotto.

 

Il maestro 7° dan, tre volte campione cubano, della mia stessa età, è coadiuvato da diversi allenatori, dal 2° al 4° dan ed il responsabile del club è sempre presente.  

Da gennaio ad agosto hanno raddoppiato l’area tatami.

Hai detto tatami?

E qui i ricordi vanno ad oltre 55 anni fa, dove iniziai, in quella legnaia, senza riscaldamento, una bella canna dell’acqua gelata per la doccia,  ma avevamo almeno dei tatami di paglia di riso, benché sul cemento non certo liscio.

Loro no.

Loro hanno un telo a coprire qualcosa di relativamente morbido, pochi centimetri di spessore, irregolare, in un locale, senza alcun comfort, che dimostra tutta la sua età.

Fuori nessuna doccia e per WC un buco senza acqua.

Ma un grande amore, una passione, una dedizione immensa per il judo.

Fra l’altro se chiedi a chiunque per strada ti sanno indicare dov’è questo o quel dojo e sanno perfettamente cosa sia judo.

I bambini, arrivano a piedi, e si allenano con o senza judogi, quello che c’è c’è e magari una fascia per cintura ….

Prima di partire ho lasciato 8 judogi nuovi, compresi quelli che usammo Barbara ed io durante quegli allenamenti e diverse obi colorate.

D’altronde se chi ha la fortuna di avere un lavoro guadagna 20.- CHF al mese, ci si deve arrabattare; cosa puoi pretendere?

Ricordo gli allenamenti dei miei inizi, duri, due ore, tanto randori (“shiai”), estremo rispetto per i gradi e gli istruttori, la filosofia del judo e quant’altro.

Ed ecco il passato che ritorna.

Come detto in occasione della lezione a Cotorro, massimo impegno, ripetizioni senza pausa fino al mate.

L’insegnante non spiega quasi nulla (ricordo i giapponesi di allora) mostra una o due volte e poi tutti eseguono in religioso silenzio, fino al mate. Se necessario corregge, coadiuvato dai collaboratori, individualmente durante la pratica, eventualmente ri mostra, poi prosegue con renraku ed opportunità. Gli allievi proiettano ogni volta, con grande energia.

Di seguito tanto randori con intenso agonismo.

I ragazzini prima di iniziare la lezione saltano, fanno ruote, salti mortali, ecc... e dopo le due ore di allenamento si sfidano ancora in randori gioiosi.

In occasione della loro prima lezione siamo stati spettatori.

Alla fine i responsabili e gli insegnanti si sono presentati ad uno ad uno ed abbiamo parlato, di judo ovviamente, di questa grande famiglia.

Alla seconda mi chiesero di partecipare e mostrare un paio di tecniche, una in tachi waza ed una di ne waza, ciò che mi succede praticamente ovunque, come d’altronde io stesso chiedevo ai miei ospiti nei vari club dove insegnavo, partendo da quello nella mia valle di Blenio.

Dopo questo mi chiesero di tenere la prossima lezione completa.

Ancora oggi, quasi ogni giorno, mi mandano saluti, ringraziamenti e i complimenti per la lezione.

Al termine della lezione successiva mi fecero un’inaspettata sorpresa.

Come detto, non hanno nulla, se non una grande generosità.

Ci offrirono un rinfresco, con bibite ed ottime torte (immaginate che poi eravamo attesi e a pranzo! Ma come dire no?). Nell’occasione ci offrirono dei ricordi e l’attestato di membro d’onore del club

E mi fermo qui.

Grazie judo, grazie per quello che mi hai dato e che mi darai, e grazie a chi ha saputo coglierne gli insegnamenti.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / decima parte)

 

Dopo un’estate di riflessione, Shinnosuke aveva infine scelto di diventare un atleta professionista.

Aveva così cominciato a frequentare il centro nazionale e si era quindi trasferito a Tokyo dove si allenavano i migliori giovani judoka del paese.

L’allenamento era previsto per ben tre volte al giorno: il mattino presto, il pomeriggio dopo le conclusioni delle lezioni scolastiche e la sera

Shinnosuke frequentava il terzo anno di liceo. I suoi genitori erano rimasti a Kyoto, li vedeva unicamente nei periodi di vacanza e qualche volta al fine settimana. Con il maestro Maruyama aveva perso i contatti poiché i molteplici impegni non gli avevano concesso l’occasione di passare a trovarlo. Tre anni erano trascorsi e il judo era diventato il suo unico punto di riferimento.

Un mattino Shinnosuke si era allenato come d’abitudine impegnandosi al massimo. Il primo allenamento della giornata era incentrato sulla pratica al suolo, lotta a terra e ripetizione dei principali hairi-kata erano i temi classici del primo allenamento della giornata. In realtà, Shinnosuke si riteneva molto più a suo agio nella pratica in piedi (uchi-komi e randori), al suolo non si sentiva particolarmente brillante. In aggiunta, aveva sentito dire che anche Jigoro Kano non aveva particolarmente curato la lotta a terra ritenendola meno importante.

All’uscita degli spogliatoi Shinnosuke venne travolto da una ragazza della squadra nazionale femminile che, da qualche tempo, si allenava in parallelo. “Scusa” disse la ragazza dirigendosi subito nella direzione opposta. Voltandosi tuttavia aggiunse con un timido sorriso: “Buon compleanno Shinnosuke”.

Il ragazzo compiva infatti diciotto anni quel giorno; sorpreso dall’inatteso augurio, si ripromise di scoprire chi fosse.

Al termine dell’allenamento del pomeriggio Shinnosuke venne trattenuto dall’allenatore, il quale gli disse: “Sei stato scelto per una trasferta in Europa, avrai modo di allenarti in Francia, Inghilterra, Germania e Italia. Sarà una trasferta nel corso della quale potrai comprendere come è il judo europeo. Sarete in quattordici due per ogni categoria di peso, tra i partecipanti sarà poi scelto chi rappresenterà il Giappone ai campionati del mondo junior in programma a settembre a Madrid”.

Shinnosuke fu molto felice dell’annuncio, la trasferta era una occasione per effettuare nuove esperienze sul tatami e anche al di fuori. Non era mai stato in Europa e, a quanto si diceva, vi erano paesi interessanti. Agli ultimi campionati nazionali si era classificato al secondo posto; la sua categoria era stata vinta da un judoka di nome Takeo, proveniente da Kyushu, che pure si trovava al centro nazionale e che sarebbe stato suo rivale per la qualificazione.

Non vedeva l’ora di chiamare casa e di informare i genitori della novità.

Verso sera riuscì a sentirli telefonicamente; il padre, come al solito espresse qualche dubbio, ma la madre gli disse che l’annuncio costituiva “Un bellissimo regalo di compleanno”.

Negli ultimi tre anni aveva lavorato duramente e la trasferta in Europa se l’era indubbiamente meritata.

 

 

 

Continua....

I precedenti capitoli sono stati pubblicati in TDJ 24-25-26-27-28-29-30-31-32.

Chi volesse ricuperare i capitoli precedenti trova le pubblicazioni nella pagina dell'ATJB (www.atjb.ch) cliccando sotto Ticino Dojo Joho.



IL SEIRYOKU-ZEN'YO-KOKUMIN-TAIIKU

Cosa è il "Seiryoku-zen'yo-kokumin-taiiku" ?

Se poniamo la domanda a cinture nere ed anche a qualche judoka di grado elevato non è affatto detto che sappia rispondere.

Il "Seiryoku-zen'yo-kokumin-taiiku" che si traduce "educazione fisica nazionale basata sul principio della massima efficienza" (vedi Kodokan Judo, 1977, pag.257) è uno dei tre kata originali creati da Jigoro Kano.

Non è un kata che viene richiesto per esami dan, per cui di fatto è quasi completamente negletto alle nostre latitudini.

Jigoro Kano tuttavia, oltre ad averlo creato negli anni 1924/1925, raccomandava la sua pratica regolare "prima del randori" come parte indispensabile degli esercizi preliminari.

 

Il kata si compone di due parti distinte: una prima fase in tandoku-renshu (esercizi individuali), nella quale vengono esercitati gli atemi, ed una seconda fase in sotai-renshu (esercizi a coppia) composta da dieci tecniche effettive di difesa "kime-shiki" e da altrettante tecniche in cui viene applicato il principio della cedevolezza "ju-shiki".

Considerando che il judo comprende anche i colpi (seppur non applicabili in ambito sportivo) la prima parte di questo kata è particolarmente indicata per esercitarli.

In rete (youtube) si trova il filmato di una dimostrazione di questo kata effettuata da una coppia di judoka nel 2014 innanzi agli alti gradi del Kodokan ed a Haruki Uemura, quinto presidente dal 2009.

Lo studio di questo kata richiede tempo tuttavia è un esercizio molto interessante dato che comprende, esprime e riprende le varie sfaccettature del judo: autocontrollo ("tandoku-renshu"), riflessi ed energia ("kime-shiki"), flessibilità e adeguatezza ("ju-shiki").

 

Nell'arco di una lezione è sempre opportuno dedicare 10/15 minuti all'apprendimento di un kata. Il "Seiryoku-zen'yo-kokumin-taiiku" si presta particolarmente e costituisce un valido strumento di approfondimento della disciplina.


NOTIZIE IN BREVE

 

Ai campionati del mondo cadetti combattuti a Sarajevo a fine agosto la judoka indiana Linthoi Chalambam ha vinto la categoria -57kg. Si tratta di un risultato storico; benché il judo in India sia arrivato all'inizio del XIX secolo e si sia sviluppato grazie anche al premio Nobel della letteratura del 1913 l'indiano Rabindranath Tangore nessun judoka del paese aveva mai ottenuto risultati agonistici di livello internazionale.

La vincitrice è allenata da un preparatore georgiano Mamuka Kizilashvili, nella finale ha avuto la meglio della brasiliana Bianca Reiz per wazaari.

Da notare anche il fatto che la squadra indiana ha partecipato in buon numero a questi campionati.

 

 

Dal 15 al 18 settembre a Praga si combatteranno i campionati europei U21.

Tre gli svizzeri selezionati: Binta Ndiaye -57 kg, Aurelien Bonferroni  e Loic Gerosa -81 kg. Chi volesse seguire gli incontri può collegarsi in diretta streaming a partire dal sito della IJF (www.ijf.org).

 

 

Il Judo Team Ticino di Joel Casada esce vincente dalla doppia sfida con il JC Wil e il JC Ebikon. La formazione ha avuto la meglio delle due squadre avversarie per 8-2, rispettivamente 6-4. Il Judo Team Ticino è ancora imbattuto nel campionato di 1° lega est ed al comando della classifica. Risultasse vincitore del campionato di 1° lega est, a novembre, avrebbe la possibilità di partecipare ai playoff di promozione per la LNB.

 

L'oro mondiale di Linthoi Chalambam è un risultato storico per il judo indiano.


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