APPUNTI DI VIAGGIO A CUBAA Natale, fino ad inizio 2022, ero a Cuba. Il 30 dicembre sono stato invitato da Ronaldo Veitia Valdivié a casa sua (vedi foto sotto). Per quei pochi che non sanno, Veitia è stato il miglior coach/allenatore al mondo riconosciuto nella “all of fame IJF”. Con la sua squadra femminile ha conquistato immensi risultati olimpici e mondiali. Purtroppo questa fine anno era un brutto periodo per lui che aveva da poco perso l’amata moglie e soffriva molto la sua mancanza, aveva subito un’operazione e non stava molto bene, tanto che non voleva vedere nessuno, neanche le sue allieve amiche campionesse. Ma ha assolutamente voluto ricevermi. Nel vero spirito judoistico è stato come un fratello, raccontando, confidandosi e mostrando i suoi innumerevoli trofei, ricordi e riconoscimenti. Un giorno, forse, racconterò di questo incontro straordinario. Il 16 gennaio ha inaugurato il suo nuovo dojo “Primavera” sponsorizzato dalla federazione internazionale. Radio e TV locali ne hanno dato ampio risalto. Altro volo a Cuba da fine luglio a metà agosto. Tutti sanno che mi piace godere della buona cucina, del mare, ma il judo è la mia vita. In qualunque parte del mondo ho sempre cercato un dojo da visitare, frequentare. Dunque non potevo non farlo anche qui. Dopo la pausa, il primo agosto ripartivano le lezioni a Cotorro, nel dojo di cui sopra,. Ronaldo era in visita da suo figlio in Spagna ma aveva annunciato la mia visita al suo giovane allenatore che avevo conosciuto a dicembre. Con noi un ex judoka ticinese, da anni trasferitosi alla Havana, che faceva da interprete. Grazie Guido! Tanti giovani judoka per questo primo allenamento, tutti in assoluto silenzio. Grande attenzione ed impegno, tecnica efficace, judo di ottimo livello! Non per nulla si sono già confermati come miglior squadra dell’isola! Quanto vorrei che da noi ci fosse un gruppo di giovanissimi equivalente! L’accoglienza è stata magnifica, come d’altronde in ogni dojo, emozionante, molto “fra judoka”, come vecchi amici... Grande educazione e rispetto, rei e saluto individuale da parte di allievi e genitori, amicizia dall’allenatore e molto altro. Malgrado il Maestro Veitia ("profe" per loro) fosse lontano e da lui era quasi mezzanotte, ha voluto chiamare in video telefonata per salutarmi e sapere se tutto era di mio gradimento. In tutto questo si respirava il vero spirito del judo. Purtroppo un paio di giorni dopo Ronaldo è stato ricoverato in coma all’ospedale di Alicante. Il figlio mi ha tenuto costantemente informato, con i bollettini medici e per fortuna c’è stata una buona ripresa. Gli facciamo tanti auguri di completo ristabilimento. A oggi: è in una camera normale, non più in cure intense e migliora lentamente ma bene. Nel frattempo anche le lezioni presso il dojo dello stadio Josè Marti (Vedado/Malecon) sono ripartite. A gennaio potei solo parlare con alcuni di loro e con la maestra di Karate e Tae kwon do (una nazionale!). Ed eccomi anche li per la prima lezione della ripresa, al mattino, malgrado le notti fossero molto lunghe e con poche ore di sonno. Anche qui splendida accoglienza, come fratelli che si incontrano dopo qualche anno. Ecco la grande famiglia del judo. E di questo dojo, di questa accoglienza, di questi allenamenti ve ne parlerò qui sotto. Il maestro 7° dan, tre volte campione cubano, della mia stessa età, è coadiuvato da diversi allenatori, dal 2° al 4° dan ed il responsabile del club è sempre presente. Da gennaio ad agosto hanno raddoppiato l’area tatami. Hai detto tatami? E qui i ricordi vanno ad oltre 55 anni fa, dove iniziai, in quella legnaia, senza riscaldamento, una bella canna dell’acqua gelata per la doccia, ma avevamo almeno dei tatami di paglia di riso, benché sul cemento non certo liscio. Loro no. Loro hanno un telo a coprire qualcosa di relativamente morbido, pochi centimetri di spessore, irregolare, in un locale, senza alcun comfort, che dimostra tutta la sua età. Fuori nessuna doccia e per WC un buco senza acqua. Ma un grande amore, una passione, una dedizione immensa per il judo. Fra l’altro se chiedi a chiunque per strada ti sanno indicare dov’è questo o quel dojo e sanno perfettamente cosa sia judo. I bambini, arrivano a piedi, e si allenano con o senza judogi, quello che c’è c’è e magari una fascia per cintura …. Prima di partire ho lasciato 8 judogi nuovi, compresi quelli che usammo Barbara ed io durante quegli allenamenti e diverse obi colorate. D’altronde se chi ha la fortuna di avere un lavoro guadagna 20.- CHF al mese, ci si deve arrabattare; cosa puoi pretendere? Ricordo gli allenamenti dei miei inizi, duri, due ore, tanto randori (“shiai”), estremo rispetto per i gradi e gli istruttori, la filosofia del judo e quant’altro. Ed ecco il passato che ritorna. Come detto in occasione della lezione a Cotorro, massimo impegno, ripetizioni senza pausa fino al mate. L’insegnante non spiega quasi nulla (ricordo i giapponesi di allora) mostra una o due volte e poi tutti eseguono in religioso silenzio, fino al mate. Se necessario corregge, coadiuvato dai collaboratori, individualmente durante la pratica, eventualmente ri mostra, poi prosegue con renraku ed opportunità. Gli allievi proiettano ogni volta, con grande energia. Di seguito tanto randori con intenso agonismo. I ragazzini prima di iniziare la lezione saltano, fanno ruote, salti mortali, ecc... e dopo le due ore di allenamento si sfidano ancora in randori gioiosi. In occasione della loro prima lezione siamo stati spettatori. Alla fine i responsabili e gli insegnanti si sono presentati ad uno ad uno ed abbiamo parlato, di judo ovviamente, di questa grande famiglia. Alla seconda mi chiesero di partecipare e mostrare un paio di tecniche, una in tachi waza ed una di ne waza, ciò che mi succede praticamente ovunque, come d’altronde io stesso chiedevo ai miei ospiti nei vari club dove insegnavo, partendo da quello nella mia valle di Blenio. Dopo questo mi chiesero di tenere la prossima lezione completa. Ancora oggi, quasi ogni giorno, mi mandano saluti, ringraziamenti e i complimenti per la lezione. Al termine della lezione successiva mi fecero un’inaspettata sorpresa. Come detto, non hanno nulla, se non una grande generosità. Ci offrirono un rinfresco, con bibite ed ottime torte (immaginate che poi eravamo attesi e a pranzo! Ma come dire no?). Nell’occasione ci offrirono dei ricordi e l’attestato di membro d’onore del club E mi fermo qui. Grazie judo, grazie per quello che mi hai dato e che mi darai, e grazie a chi ha saputo coglierne gli insegnamenti. |