Nr.31 / 15 agosto 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero scopriamo come ci si qualifica per i giochi olimpici di Parigi 2024, sviluppiamo il tema della difesa prendendo come spunto l'attacco di tai-otoshi, riflettiamo sull'importanza di apprendere e esercitare le "abilità tecniche fondamentali", leggiamo l'ottava parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" e riferiamo degli allenamenti estivi tenuti al dojo del DYK Chiasso.

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del trentunesimo numero:

  1. Come ci si qualifica per i giochi olimpici di Parigi 2024 - Marco Frigerio
  2. Le difese su tai-otoshi - Marco Frigerio
  3. Le abilità tecniche fondamentali - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. Il judo estivo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

 

A fine agosto riprende l'attività judoistica.

Chi conosce e apprezza il JUDO lo pubblicizzi nella cerchia delle sue conoscenze e amicizie. Il passaparola è sempre stata la miglior forma di pubblicità.

L'ATJB - per parte sua - darà avvio a una campagna pubblicitaria in radio e TV.

Grazie a tutti coloro che risulteranno attivi !


COME CI SI QUALIFICA PER I GIOCHI OLIMPICI DI PARIGI 2024

Il judo è presente alle olimpiadi sin dal 1964; ufficialmente è riconosciuto come disciplina olimpica dal 1972 per gli uomini, dal 1992 per le donne e dal 2021 per le squadre.

Le prossime competizioni olimpiche di judo sono previste dal 27 luglio al 3 agosto 2024 a Parigi all'Arena Champ de Mars. Chi fosse interessato ad acquistare dei biglietti può informarsi su www.paris2024.org/fr/billetterie.



372 saranno i judoka che potranno staccare il biglietto per i giochi di Parigi.

 

Di questi:

 

238 saranno i primi diciassette combattenti del ranking mondiale delle 14 categorie individuali in programma (7 maschili ed altrettante femminili). Ritenuto tuttavia che, ai giochi (al contrario che ai campionati del mondo), non è possibile avere due combattenti provenienti dalla medesima nazione nella stessa categoria e ciò anche se i due fossero i primi del ranking;

 

100 combattenti verrano invece determinati dal ranking continentale.

L'Europa ha diritto a ulteriori 25 combattenti: 13 per le categorie maschili e 12 per quelle femminili;

 

34 combattenti disporranno invece di un pass speciale: 14 combattenti sono garantiti al paese organizzatore e quindi alla Francia, 15 sono riservati alle nazioni più piccole ("universality places") mentre 5 sono attribuiti per la completazione delle formazioni miste che parteciperanno alla competizione squadre.

 

 

Quale obiettivo si prefigge la Svizzera a Parigi 2024 ?

 

A Tokyo i combattenti svizzeri furono due Fabienne Kocher che si classificò quinta nei -52 kg e Nils Stumpf che non andò oltre il primo turno nei -73 kg.

L'auspicio per Parigi è ottenre la qualifica di almeno quattro combattenti; considerando i recenti risultati ai tornei internazionali non sembrerebbe impossibile raggiungere un tale obiettivo. Tra le donne Fabienne Kocher è costantemente tra le prime della propria categoria, in crescita vi è poi la giovane losannese Binta Ndiaye che però (almeno al momento) combatte nei -52 kg.

Tra gli uomini Daniel Eich è pure tra i migliori a -100 kg; il bronzo recentemente ottenuto a Zagabria ne è stata l'ultima conferma. Anche Nils Stump potrebbe ricuperare e qualificarsi.

 

Rimanere tra i migliori sull'arco del quadriennio olimpico non è però impresa da poco, auguriamo che i nostri migliori judoka arrivino a staccare il biglietto per Parigi e - perché no - conquistino la quinta medaglia olimpica della storia per il judo svizzero.


LE DIFESE SU TAI-OTOSHI

Nello scorso numero abbiamo presentato i principi della difesa positiva e meglio il principio chowa (evitare l'attacco), il principio go (bloccare l'attacco) e il principio yawara (assecondare l'attacco).

Vediamo le loro applicazioni a partire da un attacco di tai-otoshi.

 

Applicare la difesa "chowa" su di un attacco di tai otoshi è possibile, spostandosi per tempo nella direzione del movimento di attacco per ritrovarsi nuovamente di fronte a chi ha attaccato. Se l'attacco è a destra lo spostamento verrà effettuato verso la propria destra, scavalcando la gamba di chi esegue la tecnica. 

La foto dà atto della prima fase (superamento con la gamba destra) che andrà poi completata con la rotazione completa del corpo e il superamento con la gamba sinistra, a meno che si intenda sfruttare il primo spostamento applicando direttamente un contraccolpo.

 

Applicare la difesa "go" su attacco di tai otoshi è possibile per contro avanzando la gamba sinistra in appoggio sulla materassina, mantendo la posizione eretta ed impedendo di conseguenza a chi attacca di arrivare a contatto.

Chi difende avrà anche interesse a staccare il braccio destro dalla presa di chi attacca.

Le posizione di chi attacca e di chi si difende si ritroveranno infine incrociate.

 

Applicare la difesa "yawara" su attacco di tai-otoshi significa lasciarsi trasportare dal movimento di chi attacca. Chi difende deve avanzare l'anca e la gamba sinistra, posizionandosi sopra l'anca e la gamba destra di chi attacca.

A seguito dello squlibrio portato da chi attacca chi difende si ritroverà di fronte pronto a contrattaccare.

 

L'apprendimento delle difese specifiche è importante in quanto garantisce un bel esercizio di randori.

Il bel gesto nel judo non dipende solamente dall'esecuzione della tecnica diretta (principio sen), ma anche da un'esecuzione di contraccolpi (principio go-no-sen) che dipendono in genere dall'esecuzione di una difesa positiva adeguata.

Senza perdere di vista, nell'esecuzione delle difese, che Jigoro Kano ha inteso insegnare a combattere in "shizen-hontai" utilizzando al meglio la propria agilità nell'applicazione del principio di adattabilità che del judo costituisce l'essenza.


LE "ABILITÀ TECNICHE FONDAMENTALI"

"HTF" è l'abbreviazione francese di "habilités techniques fondamentales".

Il termine coniato in Francia ha fatto scuola e viene utilizzato correntemente per indicare quella parte dell'insegnamento imprescindibile per un judoka, riferita alle basi del judo.

Nel libro "JUDO: una visione globale", scritto in collaborazione con i miei figli Manrico e Mattia, raggruppo sotto tale termine le spiegazioni relative a posizioni ("shisei"), prese ("kumi-kata"), squilibri ("kuzuri"), spostamenti ("shintai") e cadute ("ukemi").

Con gli anni ho imparato che esercitare regolarmente tali aspetti, ad esempio nella fase di riscaldamento della lezione, è importante.

La stabilità - conseguente ad una corretta esecuzione di posizione, prese, squilibri e spostamenti -  e la sicurezza conseguente alla piena capacità di caduta creano le necessarie premesse per poter costruire un vero judoka.

Insistere nello studio e nella ripetizione di esercizi atti a sviluppare l'apprendimento delle abilità tecniche fondamentali è quindi tutt'altro che inutile.

 

Naturalmente vi sono anche altre nozioni preliminari come il saper indossare la tenuta (" judogi"), fare un corretto nodo della cintura ("obi") e avere appreso il senso e la corretta esecuzione del saluto ("rei") che devono essere note.

Nell'ultimo numero dell'Esprit du judo, illustre rivista francese di judo (vedi nr. 99 agosto 2022 a pag.24), dodici esperti si esprimo sul tema della HTF, tra questi il maestro Hiroshi Katanishi (8° dan responsabile per anni del Judo Kwai Lausanne).

Nel suo intervento Katanishi indica l'importanza di utilizzare immagini semplici di immediata comprensione in particolare con i bambini. Egli afferma tra l'altro che il suo primo messaggio per chi inizia la pratica del judo è indirizzato all'autonomia nell'allacciarsi la cintura. A chi gli chiede spiegazioni è uso dire infatti che "chi non sa fare il nodo della cintura non può imparare a proiettare"!

Messaggio semplice di immediata ricezione.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / ottava parte)

Il secondo posto al torneo di Kyoto era stato il miglior risultato ottenuto dalla scuola del maestro Maruyama. Mai la scuola aveva raggiunto un simile piazzamento. Per celebrare il grande risultato, il maestro e il suo staff organizzarono una festa al dojo. Vennero invitati gli otto combattenti protagonisti, tutti i praticanti ed anche i vecchi allievi che oramai avevano riposto il judogi nell’armadio.

La festa prevedeva un pranzo in comune sul tatami. Shinnosuke, in quanto capitano della squadra, era la star dell'evento e i vecchi allievi gli si avvicinavano con il desiderio di conoscerlo e scambiare due chiacchiere. I praticanti più giovani arrivavano addirittura a chiedergli un autografo. Tutti i presenti sapevano che aveva vinto cinque incontri per ippon e che era stato complimentato per "la bellezza del judo che aveva espresso".

Alle domande che gli venivano poste, Shinnosuke cercava di dare risposte. A chi gli chiedeva il segreto della sua rapida crescita judoistica rispondeva: “È facile: basta allenarsi tutti giorni, impegnarsi ogni volta come se si stesse combattendo una finale, fare attenzione alle spiegazioni del maestro e ripetere e ripetere all'infinto le tecniche che si prediligono".

L'atteggiamento modesto di Shinnosuke piaceva al maestro Maruyama ed era in linea con gli insegnamenti del Fondatore, il quale aveva lasciato scritto che vittoria e sconfitta sono la stessa cosa in quanto entrambe costituiscono un punto di ripartenza. In entrambi i casi, la domanda che ci si deve porre è infatti la seguente: “E ora che faccio? Quale il mio obiettivo? "

 Il pranzo fu un evento piacevole per tutti i convenuti. Ad un certo punto un ragazzo della squadra di nome Hifumi chiese la parola. Ottenuto il consenso del maestro, iniziò a dire: “Maestro Maruyama, i suoi insegnamenti sono preziosi, così come l'esperienza che abbiamo acquisito durante le ore di allenamento e la competizione. Ognuno di noi ne è consapevole, siamo un gruppo che crede in lei e nel judo e che, grazie anche a Shinnosuke, potrà dare ancora di più in futuro. A nome di tutti i compagni di squadra, desidero ringraziarla".

Visibilmente commosso il maestro rispose "Grazie Hifumi e grazie a tutti coloro che si sono impegnati per questo risultato. Imparare a praticare un bel judo è un esercizio che dura una vita. Ciascuno di voi, terminata la fase scolastica, avrà meno tempo da dedicare alla disciplina. Non perdete di vista però che il judo rimane il vostro asso nella manica, praticarlo regolarmente nei limiti del tempo che la vita ci riserva è un toccasana per il corpo e per la mente. Non dimenticatelo mai."  

Terminato l'evento Shinnosuke ed i compagni si adoperarono per riordinare il dojo. Quando tutto risultò in ordine, Shinnosuke salutò il maestro pronto a tornare a casa. Prima di uscire dal dojo, Maruyama lo fermò dicendogli: “Ho parlato con il selezionatore nazionale presente al torneo. Mi dice che avrebbe piacere che, terminata la scuola, lo seguissi al centro nazionale a Tokyo; pensaci. L'agonismo non è tutto, ma può essere una scelta consapevole destinata a procurare grandi soddisfazioni".

Shinnosuke lo ringraziò e, tornato a casa, cominciò a riflettere sull’opportunità offertagli: studiare al centro nazionale ed intraprendere il percorso come agonista di alto livello. Al riguardo, non aveva ancora le idee chiare. Gli sarebbe piaciuto diventare un medico, ma anche un insegnante; l'unica certezza era quella di voler fare qualche cosa di utile.  Quella notte, Shinnosuke sognò di partecipare ai giochi olimpici: era sul podio più alto e la bandiera giapponese veniva innalzata mentre il pubblico presente nel palazzetto lo applaudiva senza sosta.

Svegliatosi aveva ancora il sogno ben presente e gli pareva ancora di sentire l'eco degli applausi; si chiese se quanto avesse sognato quella notte non fosse una vera e propria premonizione.

 

 

I precedenti capitoli in TDJ 24-25-26-27-28-29-30; la continuazione nei prossimi numeri TDJ !


IL JUDO ESTIVO

Quest'estate è particolarmente pregnante.

Le temperature sono parecchio elevate e hanno condizionato le possibilità di allenamento là dove il judo ha potuto continuare.

Tradizionalmente il termine giapponese "Shoku-geiko" indicava il periodo di allenamento speciale (30 giorni) che si svolgeva nelle ore più calde dell'anno e ciò in opposizione al termine "Kan-geiko" che invece distingueva l'allenamento organizzato nelle ore più fredde.

I due eventi erano ritenuti importanti per la formazione di un vero judoka.

In un articolo a firma M.Arima 7° dan della Rivisita Ufficiale del Kodokan del 1955 si legge:

"Nessuno potrà mai riuscire in niente in questo mondo se non fortifica il suo corpo ed il suo spirito ... per riuscire in tutto questo si deve essere pronti a sopportare il freddo, il caldo, il dolore e lo sforzo ... Alcuni dicono che l'allenamento estivo è inutile ... è vero che l'estate è molto calda, ma anche se la calura insopportabile di Tokyo ci può dare debolezza, la vinceremo se avremo la determinazione di sopportarla. Desidero che questo spirito possa essere instillato in quanti più uomini possibili, così che scoprano come sopportare caldo e sofferenza ... chi porta a termine questo corso di 30 giorni, da prova di condizione fisica superiore e dimostra inoltre che è immune da negligenza e svogliatezza. Uno Shoku-geiko è come una verifica con la quale una persona può accertarsi se egli è forte".

 

Benché in una forma sostanzialmente ridotta rispetto alla tradizione del Kodokan, al dojo del DYK Chiasso, gli allenamenti per giovani e adulti sono proseguiti durante tutto il mese di luglio, con frequenza settimanale, il giovedì sera.

Buona è stata la partecipazione: più di adulti del corso amatoriale che di giovani (agonisti) in realtà. La temperatura ha toccato anche i 35 gradi. Le lezioni sono proseguite alternando lo studio tecnico, al randori (che non può mancare) ed al ripasso del ju-no-kata che nella stagione appena conclusa era stato approfondito.

Giovedì 28 luglio si è tenuta la lezione che ha chiuso il corso estivo; a seguire un bel momento conviviale che ha riunito membri di comitato, insegnanti, senatori e praticanti al quale ha preso parte anche un apprezzato ospite (cintura nera) proveniente dall'Ucraina.

 

Le lezioni estive al DYK Chiasso riprenderanno martedì 16 agosto alle 19.15; chi volesse venire a trovarci è sempre ben accetto.

I corsi ufficiali della nuova stagione ripartiranno con lunedì 29 agosto 2022 in programma  il gioca-judo (a partire dai 4 anni) e gli allenamenti di introduzione al judo, pre-agonistici, agonistici e amatoriali.

Durante l'estate il dojo di via Cattaneo 10 è stato rinnovato (nuovi tatami in sala A e in sala B, tinteggio e ripristino dei locali sportivi, rifacimento dello spogliatoio insegnanti, nuovo accesso a retro).

Disporre di un dojo autonomo è una fortuna che, una volta acquisita, va meritata trattando con rispetto e cura ciò che, chi è venuto prima di noi, ci ha lasciato.

 

Un'immagine di alcuni judoka che hanno frequentato il corso estivo al DYK Chiasso. Il piacere di praticare non dipende dalla temperatura ...


NOTIZIE IN BREVE

 

Lunedì 15 agosto 2022 alle ore 20.00 allo Stage di Tenero organizzato dal JB Bellinzona che anche quest' anno sarà diretto da Yoshiyuki Hirano si terrà la conferenza "JIGORO KANO SI RACCONTA: La storia e i principi del judo raccontati dal suo Fondatore".

Approfondimenti culturali sono sempre ben accetti e contribuiscono a creare un vero judoka. L'appuntamento è facoltativo ma un "vero judoka" non può mancare.

 

 

Cinque ticinesi hanno partecipato allo Stage di Fiesch di Sergei Aschwander, presidente della FSJ, che si è concluso sabato 30 luglio: Giorgio Gada e Loris Perosa (JB Bellinzona), Alice Orsi (JC Vezia-Pregassona) Christian Edouard e Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso).

Nello stesso periodo Kai e Luke Bürgisser (DYK Chiasso) hanno partecipato al 12esimo Stage di Cesenatico organizzato dalla Robur et Fides di Varese di Marco Ghiringhelli.

Complimenti a chi ha scelto di dedicare del tempo al judo durante le vacanze estive, solo così si cresce.

 

 

Alfredo Vismara, noto judoka italiano allievo di Cesare Barioli, ha pubblicato il libro Kodokan Judo Rentai ho - Shushin ho.

Il libro completa la precedente pubblicazione Kodokan Judo Shobu ho (settembre 2020).

Trattasi di una presentazione completa, assistita da filmati, dei principi del judo e della progressione di apprendimento.

"Parlare di Kodokan judo equivale a parlare di educazione" afferma l'autore nella prefazione riprendendo l'incipit delle conferenze di Jigoro Kano sul tema.

Una lettura interessante ed arricchente per tutti, anche se (a mio modesto avviso) eccessivamente critica per rapporto al judo sportivo che per altro l'autore ha praticato intensamente in gioventù classificandosi quinto ai campionati del mondo del 1971 di Ludwigshafen.

 

 

Si sono svolti nel fine settimana del 5/7 agosto, a Nur-Sultan in Kazakistan, i Campionati asiatici di judo 2022.

Il Giappone ha conquistato 9 titoli sulle 14 categorie individuali in programma; considerando che non aveva (stranamente) combattenti in due categorie maschili, il risultato conferma la chiara supremazione dei judoka del Sol Levante.

I campioni d'Asia 2022 sono:

Ryuju Nagayama JPN (-60 kg), Baskhuu Yondonperenlei MGL (-66 kg), Daniyar  Shamshayev KAZ (-73 kg), Takeshi Sasaki JPN (-81 kg), Sanshiro Murao JPN (-90 kg), Dzhafar Kostoev UAE (-100 kg), Kokoro Kageura JPN (+100 kg).

Wakana Koga JPN (-48 kg), Diyora Keldiyorova UZB (-52 kg), MomoTamaoki JPN (-57 kg), Gankhaich Bold MGL (-63 kg), Yoko Ono JPN (-70 kg), Mami Umeki JPN (-78 kg), Akira Sone JPN (+78 kg).

Il judo asiatico non è solamente Giappone e Corea. Anche la Mongolia ha una importante tradizione judoistica, anche se la esprime con forti affinità alla lotta. Nella fotografia Bashun Yondonperenlein (classe 1993) campione d'Asia 2022 a -66 kg, vincitore del Gran Prix di Parigi 2022 e terzo classificato ai campionati del mondo 2021. Nella finale del campionato continentale si è imposto sul giapponese Ryoma Tanaka con un ushiro-goshi valutato ippon che gli ha permesso di ricuperare lo svantaggio iniziale di ouchi-gari.


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