Nr.29 / 30 giugno 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero riferiamo dell'assemblea cantonale del 15 giugno e dei risultati del torneo di Uster, proponiamo una intervista a Luca Wyler, leggiamo la sesta parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" e, prendendo spunto da un libro appena pubblicato, ricordiamo come è avvenuta la difussione del judo in Italia.

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


 

BUONA ESTATE.

 

Il prossimo numero di TDJ sarà pubblicato a fine luglio; con il mese di agosto verrà ripresa la cadenza quindicinale.

 

Durante il mese di luglio sarà possibile allenarsi nei dojo 

del Dragon's Club Bedano ogni martedì dalle 19.30 alle 20.30

del JB Bellinzona ogni martedì dalle 19.30 alle 21.00,

del DYK Chiasso ogni giovedì dalle 19.15 alle 20.30,

del JB Lugano lunedì, mercoledì e giovedì dalle 19.15 alle 20.15,

del DYK Paradiso ogni giovedì dalle 19.00 alle 20.30,

del Judo Club Vezia-Pregassona ogni giovedì a Pregassona dalle 19.30 alle 21.00.


Le lezioni indicate sono aperte a judoka (giovani e adulti) del Cantone.


Indice del ventinovesimo numero:

  1. L'assemblea cantonale 2022 - Marco Frigerio
  2. Il torneo di Uster - Marco Frigerio
  3. Intervista a Luca Wyler - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. L'introduzione del judo in Italia - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

L'ASSEMBLEA CANTONALE

Mercoledì 15 giugno a Vezia si è tenuta l'assemblea cantonale ATJB 2022.

 

Il presidente Curzio Corno è stato rieletto dopo avere riferito in particolare della relazione tra ATJB e FSJ e dell'attività di promozione svolta con successo nel corso del 2021..

Il comitato è stato ringiovanito grazie alla nomina di Manrico Frigerio e Luca Wyler, due judoka di valore, agonisti con risultati nazionali all'attivo, monitori GS da anni disponibili all'interno dei rispettivi club di appartenenza DYK Chiasso e JB Bellinzona ad aiutare ad eventi e manifestazioni.

Dal comitato si è congedato invece Willy Brunner il quale è stato ringraziato per quanto svolto in favore del judo ticinese nel corso di tanti anni. Willy non si è lascito sfuggire l'occasione di formulare un appello in favore dello studio dei kata, sicuramente recepito dai più.

Fabio Ciceri ha riferito della selezione U15, che ha ripreso l'attività negli ultimi mesi, e Rezio Gada degli U18 e U21. Ha ricordato le tre medaglie ottenute nelle categorie maschili giovanili alle finali nazionali del 2021.

 

Nel corso dell'assemblea vi è stata anche la relazione di Clara Podestà, giovane responsabile marketing coinvolta nel progetto diffusione judo che ha caratterizzato il 2021. Clara, che ha assunto il ruolo di promotrice social ATJB, ha spiegato l'importanza del ricorso a tali mezzi ed ha indicato le proposte di intervento previste per l'inizio della stagione 2022/2023 suscitando una certa discussione. L'importanza di una pubblicità alla radio, nei mesi di agosto e settembre, è stata in particolare sottolineata.

 

L'assemblea è terminata con l'appello di Marco Frigerio a leggere e divulgare Ticino Dojo Joho (TDJ) la newsletter che informa, approfondisce temi e promulga il judo. Purtroppo, come si è avuto modo di appurare, in alcuni club, la newsletter è ancora praticamente sconosciuta ...

Un'occasione persa di parlare (bene) della nostra disciplina alla quale va posto rimedio.

 


IL TORNEO DI USTER

Sabato 18 giugno si è combattuto il torneo ranking di Uster, ultimo appuntamento prima dell'estate con le competizioni che attribuiscono punti per la classifica nazionale.

Buoni i risultati ottenuti dai ticinesi.

Tra gli U18 Loris Perosa (JB Bellinzona) ha conquistato il secondo posto nei -81 kg, terzo posto (nella medesima categoria) per Kai Bürgisser (DYK Chiasso). La vittoria è andata allo zurighese Lester Graf.

Nelle categorie femminili secondo posto per Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso) nei +63 kg, al suo primo podio tra le cadette terzo posto per Alice Orsi (Vezia) e Chiara Ambrosini (JK Biasca) nei -52 kg.

Tra gli U21 da segnalare la vittoria di Loris Perosa nei -81 kg il quale ha superato nella finale il compagno di squadra Giorgio Gada.

Tra le donne terzo posto di Aurora Civati (JV Vedeggio) - 48 kg, Alice Orsi e Chiara Ambrosini -52 kg e Greta Castellani (JK Biasca) - 57 kg.

Tra i senior da segnalare il quinto posto nei -73 kg di Angelo Melera (JB Bellinzona) recente vincitore a Sierre, fermato da Alexis Bataillon (JC Bienne) vincitore poi della categoria e nella finale per il bronzo da Michael Hirtl.

 

Con il torneo di Uster si sono concluse le competizioni del primo semestre.

L'agonismo ripartirà a fine estate con i tornei di Arlesheim (27 agosto), Weinfelden (10 settembre ) e Morat (24 settembre) che definiranno i qualificati alle finali nazionali di Losanna del 26 e 27 novembre.

In questa prima fase della stagione quello che si è potuto osservare è la "sparizione" di vari combattenti junior (U21); la pandemia ha indubbiamente mietuto più vittime tra i 18/20 enni. Se si esaminano i combattenti delle categorie junior ci si accorge infatti che numerosi partecipanti sono cadetti e che, anche a livello di risultati, diversi U18 ottengono grandi soddisfazioni combattendo nella categoria di età superiore.

Ad esempio a Uster nella categoria -81 kg U18 i combattenti erano sette mentre negli U21 i combattenti erano sei ma di questi una buonaparte erano cadetti, per altro il vincitore è stato Loris Perosa (nato nel 2006). Nella categoria -52 kg femminile addirittura quattro le combattenti negli U18 e, le medesime quattro, nella categoria d'età superiore  ...

Su tale aspetto occorrerà interrogarsi.

 

 

Domenica 19 giugno si è svolto il torneo per scolari.

In competizione le categorie U15, U13, U11 e U9.

Tra gli U15 terzo posto per Luke Bürgisser DYK Chiasso) nei +60 kg. Nel suo percorso di gara tre le vittorie ottenute e due le sconfitte.

Tra gli U13 si segnalano il primo posto di Giulia Giovinazzo (JB Lugano), il secondo di Gleb Machula (JC Vezia)  e i terzi di Sasha Ghisla (JC Vezia) e Nikita Algisi (JK Biasca).

Tra gli U11 si segnala il primo posto di Daniel Lippuner (JC Vezia).

Nelle categorie di età giovani la formula di gara era simile alle gare educative riunendo infatti piccoli gruppi di combattenti e permettendo a tutti di effettuare tre incontri.

 


 

INTERVISTA A LUCA WYLER

 

Luca Wyler (classe 1992, 2° dan del JB Bellinzona) è il combattente più medagliato del Ticino degli ultimi quindici anni.

Recentemente è tornato a gareggiare nella categoria +90 kg ed ha vinto il torneo di Spiez, inoltre è stato nominato membro di comitato dell'ATJB.

Abbiamo ritenuto interessante porgli qualche domanda.

 

Come hai iniziato a praticare judo ?

 

Il mio inizio è stato influenzato indirettamente da mio nonno svizzero tedesco. Lui e mio zio appassionati e anche attivi ai tempi nella lotta svizzera, hanno indirizzato mia mamma a mandarmi a questo sport tradizionale svizzero. Pieno di valori e rispetto, molto simile su certi aspetti al judo.

In quei anni (parliamo del lontano 1998) in Ticino purtroppo o per fortuna non era ancora presente.

Durante l’evento “Estateinsieme” che promuove le società e la vita nel borgo di Bellinzona, sono venuto a contatto con il judo. Il judo era stato presentato dal maestro Osvaldo Pirola.

Il mio inizio al Judo Budo Club Bellinzona è avvenuto per motivi pratici, avendo la palestra praticamente sotto casa.

 

 

Con che intensità ti sei allenato in passato e quanto ti alleni oggi ?


Il periodo in cui ero cadetto/junior è stato quello più intenso a livello di allenamenti. Avevo la fortuna di avere un gruppo di coetanei ticinesi e dalla vicina Moesa, anche loro attivi agonisticamente, e degli allenatori (Rezio e Valentina) che mi hanno permesso di allenarmi maggiormente e con un obbiettivo agonistico.

Gli allenamenti judoistici variavano dalle 3 alle 4 volte a settimana. Oltre a questi lavoravo anche sulla parte fisica.

Oggi essendo nel mondo del lavoro non sempre mi è possibile allenarmi come vorrei e dovrei. Nonostante questo assieme ai giovani del club cerco di trovarmi e fare allenamenti tecnici e fisici. Arrivando così a 3 volte a settimana.

 

 

Sei tornato alle competizioni, quali sensazioni trovi ancora nell’agonismo ?

 

Io sono sempre stato appassionato della parte agonistica della nostra disciplina. Perché lo reputo un sistema validissimo di valutare il proprio livello tecnico, tattico e fisico.

Inoltre quale combattente non ha il piacere di mettersi in gioco?

Dopo la pandemia non è stato facile riprendere con la competizione. Perché comunque per un’atleta 2 anni di assenza è un lungo periodo. In particolare allenarsi ma non avere la sensazione e la pressione della gara non è facile.

D’aiuto è stata la richiesta da parte del Judo Club Romont (Yoshiyuki Hirano), di combattere con loro in squadra. Un gruppo di atleti, coach e sostenitori ambiziosi, motivati e molto simpatici, mi ha dato lo stimolo di allenarmi e dare del mio meglio.

Con questa motivazione, ho anche ripreso le competizioni individuali. Inizialmente con dei pensieri e dei dubbi circa il mio livello. Tuttavia lo potevo solo scoprire, provando.

 

 

Hai occasione di approfondire l’apprendimento dei kata ?

 

I kata da noi in allenamento vengono trattati dal maestro Romolo. Non è però sempre semplice integrarli in allenamenti e in gruppi più rivolti alla competizione.

Lo studio dei kata richiede tempo, pazienza e motivazione, in un periodo di impegni agonistici non sempre facili da trovare.

 

 

In quale ruolo ti vedi una volte conclusa la fase agonistica ?

 

Finora non ci ho ancora pensato. Ma l’attività di coach a bordo tatami mi ha sempre interessato, infatti chi mi conosce sa che svolgo questa attività dove posso. Poter aiutare un atleta durante la competizione mi da delle soddisfazioni personali. Questo chiaramente in momenti di felicità dopo una vittoria ma anche in momenti difficili dopo una sconfitta. Per questo motivo mi sono interessato alla formazione G+S nel ramo della competizione.

Inoltre assieme a Rezio gestiamo un gruppo d’allenamento, dove ci sono alcuni partecipanti che si affacciano all’agonismo.

Svolgendo queste attività cerco di trasmettere il sapere e la passione che mi sono stati passati a suo tempo dai miei maestri (Edy Colombo, Graziano Gianinazzi, Fausto Delle Coste, Rezio Gada, Valentina Ciceri, e molti altri).

 

 

Nella pratica del judo ti sei ispirato a qualche figura particolare ?

 

Mai a uno in particolare. Ho sempre apprezzato gli atleti che magari non sembravano i favoriti. Uno in particolare Yasuyuki Muneta, che nonostante il suo fisico magari non idoneo per alcuni, riusciva ad attivare una velocità sorprendente. La si notava molto bene nei suoi sasae-tsuri-komi-ashi.

Un altro atleta che mi ha sempre appassionato seguire è Keiji Suzuki con i suoi ashi waza spesso risultava letale.

Sono dell’idea che avere un solo modello sia svantaggioso, perché mai dovremmo essere come il modello che seguiamo non avremmo comunque mai il suo fisico e le sue capacità. Quindi bisogna cercare il meglio delle tecniche, movimenti o tattiche per diventare magari dei piccoli (grossi per la stazza) modelli nel nostro mondo sportivo e non.

 

 

Grazie Luca.

Sei sicuramente un punto di riferimento importante per tutti i giovani judoka ticinesi.

La recente disponibilità dimostrata ad assumere un ruolo in comitato ti fa onore.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / sesta parte)

Un giorno Shinnosuke si presentò al dojo del maestro Maruyama.

All’entrata vi erano i compagni di corso che ancora non avevano indossato il judogi. iil maestro era seduto all’interno, su di una panca, con aria assente. Shinnosuke gli chiese: “Tutto bene maestro ? Ci prepariamo per la lezione?” Maruyama lo guardò triste e gli rispose. “Oggi non faremo lezione. Dovete sapere che il vostro capitano ci ha lasciati. Ieri sera mi ha chiesto di poter parlare e mi ha detto che negli ultimi tempi ha scoperto il baseball e che, dopo avere effettuato una prova, ha deciso di lasciare il judo per questo sport”.

Shinnosuke rimase molto sorpreso dalla rivelazione: il capitano era il migliore del dojo, era anche un giovane educato e cortese con i compagni seppure un poco distaccato. Tutti contavano su di lui per la rivincita al torneo di Kyoto che si stava avvicinando. Insomma, nessuno si sarebbe mai aspettato una simile notizia. Tuttavia, Shinnosuke sapeva che il baseball in Giappone era molto popolare e che i campioni di quello sport, una volta raggiunto le leghe maggiori, guadagnavano molti soldi. Sfortunatamente, per i praticanti di judo non era affatto la stessa cosa.

Dopo avere detto al maestro che gli dispiaceva, Shinnosuke tornò a casa. A cena raccontò ai genitori cosa era capitato; il padre commentò l’episodio dicendo “Il judo è una disciplina bellissima per sognatori. Quanto ha narrato il maestro nel corso della serata genitori è verissimo, in teoria, apprendere realmente ad essere un judoka è però un esercizio complesso in cui solo pochi riescono”. Le parole del padre sorpresero Shinnosuke, anche perché in passato non aveva dimostrato grande interesse per la disciplina praticata dal figlio.

Il giorno seguente Shinnosuke tornò al dojo. Il maestro era al suo posto e così i compagni, nel loro judogi bianco, pronti per la lezione. Prima di iniziare però Maruyama disse: “Scusatemi per l’allenamento di ieri che non abbiamo fatto. Ho investito forze e energie per il vostro ex capitano. Quando qualcuno parte così inaspettatamente, ti fa sentire come se non si fosse riusciti a trasmettere i valori del judo e questo fa male. Come ha scritto il fondatore, tuttavia, sia da un successo sia da un insuccesso altra strada non v’è che ripartire”.

L’allenamento fu intenso, tutti i compagni sentivano di poter e dover dare di più per dimostrare al maestro che al dojo vi era ancora chi meritava la sua attenzione. Al termine della lezione, dopo il “rei”, Maruyama parlò nuovamente: “Shinnosuke sei il nuovo capitano del dojo, vedi di essere all’altezza e soprattutto sforzati di capire l’essenza del judo”.

Arrivato a casa Shinnosuke raccontò al padre della nomina con acceso entusiasmo. Tuttavia, il padre smorzò subito l’entusiasmo dicendogli “Più che un premio mi pare una punizione. Considera che dovrai essere sempre da esempio per i tuoi compagni e la figura di riferimento della scuola non solo al dojo”.

Shinnosuke lo sapeva ma, amando il judo, era pronto ad assumere anche questo ruolo. Quella notte dormì profondamente con il cuore gonfio di orgoglio. Era il capitano della palestra e non vedeva l’ora di mettersi alla prova al torneo di Kyoto.

 

  

I precedenti capitoli in TDJ 24-25-26-27-28; la continuazione nei prossimi numeri TDJ !


L'INTRODUZIONE DEL JUDO IN ITALIA   

È stato pubblicato di recente il libro "Il marinaio Carlo Oletti. Pioniere del judo in Italia".

Il libro, scritto da Andrea e Yuri Ferretti e da Giuseppe Galasso ed edito da Luni, narra dell'introduzione del judo in Italia avvenuta attraverso la marina militare.

Concretamente fu la marina di stanza in Oriente ad entrare in contatto con la cosidetta "lotta giapponese" e ad interessarsene, soprattuto in un'ottica di impiego bellico.

Il primo corso (della durata di quattro mesi) venne organizzato sull'incrociatore corazzato Marco Polo che stazionava nelle acque della Cina. L'istruttore, il cui nome non è noto, era un "maestro di ju-jutsu" trovato a Shangai.

Era previsto che gli allievi migliori avrebbero sostenuto degli esami al Kodokan.

Nell'ottobre del 1906 alcuni marinai si sottoposero effettivamente agli esami ma il risultato fu negativo; la colpa dell'insuccesso venne data al maestro ritenuto di scarso livello.

Inoltre, come si legge nel dispaccio del capitano Novellis del 4 novembre 1906 al Ministero della Marina, al Kodokan era opinione unanime che fosse necessario "un periodo di lezioinii non inferiore ai tre anni per formare un buon insegnante di ju-jutsu".

Venne quindi richiesto di poter assumere due istruttori, come consigliato dallo stesso Kano, ma il ministro non concesse il finanziamento.

Malgrado il livello "discutibile" i primi a promuovere delle dimostrazioni della disciplina in Italia furono i marinai che ne erano entrati in contatto. La prima in assoluto avvenne il 14 giugno 1908 a Roma presso Villa Corsini; pochi giorni dopo - visto il successo dell'evento -  il re Vittorio Emanuele III chiese che la dimostrazione vennisse ripetuta nei giardini del Quirinale. Negli anni a seguire furono promosse diverse esibizioni.

L'interesse per le "particolarità" dell'Oriente, all'inizio del XX secolo, era particolarmente diffuso in Europa, in Italia ad esempio risale a quel periodo l'opera giapponese di Giacomo Puccini ("Madama Butterfly"), rappresentata per la prima volta il 17 febbraio 1904 alla Scala di Milano.

 

Carlo Oletti (1888/1964), marinaio di stanza in Oriente, è conosciuto quale il vero pioniere del judo/ju-jutsu in Italia. Grazie al suo impegno infatti la disciplina venne introdotta nelle scuole militri del tempo. Cannoniere sull'incrociatore Vesuvio apprese i primi rudimenti dal timoniere Luigi Moscatelli, di seguito frequento la scuola di polizia a Nagasaki e il Kodokan dove avrebbe ottenuto la cintura nera nel maggio 1908.

La circostanza non è tuttavia chiara visto nei registri del Kodokan il passaggio di grado non è registrato.

Nel 1921, chiamato a Roma, venne incaricato di dirigere la scuoa centrale militare di educazione fisica dell'esercito che prevedeva anche corsi di judo.

Nel 1922 pubblicò il libro "La difesa personale" e nel 1935 "Lotta giapponese".

Nel 1928 incontrò Kano che, presente in Europa e venuto a conoscenza di una dimostrazione organizzata a Roma, non volle perdere l'evento.

Il judo praticato da Oletti, ha scritto Livio Toschi (consulente storico della FIJLKAM), utilizzava principalmente la forza, lo spirito della disciplina non era stato compreso. La conseguenza fu che in Italia, per una effettiva comprensione del principio "ju" (cedevolezza), bisognerà attendere il dopoguerra e l'arrivo dei primi giapponesi.

 

"Primo capitano del C.E.M.M., cavaliere dell'ordine della Corona d'Italia, Esperto di arti marziali, Padre del judo italiano", così è ricordato Carlo Oletti nel Dizionario Biografico edito dall'Ufficio storico della marina militare degli Uomini della Marina 1841-1946.


 

NOTIZIE IN BREVE

 

La Federazione Svizzera di Judo ha aggiornato il regolamento relativo ai campionati svizzeri individuali. Nel sito della federazione (www.sjv.ch) è possibile trovare la versione attualmente in vigore.

Per gli U18 si qualificano i giovani che hanno ottenuto almeno 4 punti ranking.

Per gli U21 e per gli elite si qualificano invece i primi 12 combattenti di ogni categoria del ranking nazionale, oltre ai quadri nazionali.

Per poter partecipare alle finali è necessario inoltre avere la nazionalità svizzera oppure, se stranieri, avere il permesso di soggiorno da almeno tre anni.

Il sistema di gara è a doppio ripescaggio, viene ripescato chi perde dai semifinalisti.

 

 

L'International Judo Federation ha autorizzato la partecipazione di judoka russi e bielorussi a competizioni internazionali a condizione che i medesimi si presentino sotto la bandiera neutra della stessa federazione internazionale di judo.

Al Grande Slam di Ulan Baator (Mongolia) hanno dunque partecipato atleti russi vincendo per altro quattro categorie maschili ed una femminile ed ottenendo altri 4 podi.

Il presidente della IJF Marius Vizer ha motivato la decisione con riferimento allo spirito della disciplina: "The sport of judo is a sport of education. It teaches values such as respect, friendship, courage, mutual aid. Judo has always strived to avoid political interference or any form of discrimination, against athletes or any other judo representatives. In our philosophy and communication, we often refer to ourselves, the global judo community, as the judo family and this is based on the very principles that guide us: friendship and respect."

Questi i vincitori del Grande Slam combattutosi nel fine settimana del 24-25-26 giugno.

Uomini

-60 kg Nagayama (JPN), -66 kg Battogtokh (MGL), -73 kg Makmadbekov (IJF), -81 kg Lee (KOR), -90 kg Igolnikov (IJF), -100 kg Kanikovskiy (IJF) , +100 kg Tasoev (IJF)

Donne

-48 kg Tsunoda (JPN), -52 kg Keldiyorova (UZB), - 57 kg Lkhagvatogoo (MGL), - 63 kg Nabekura (JPN), -70 kg Taimazova (IJF), -78 kg Umeki (JPN) , +78 kg Hershko (ISR)

 


 

Natsumi Tsunoda (classe 1992) ha vinto nei -48 kg i tornei del Grande Slam di Ulan Baator e Parigi (2022). È campionessa del mondo in carica (2021 - 48 kg).

In precedenza era stata campionessa d'Asia (2018) e vicecampionessa del mondo dei -52 kg (2017) sconfitta in finale dalla compatriota Ai Shishime.

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