Nr.26 / 15 maggio 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero valutiamo i risultati dei Campionati d'Europa 2022, rilanciamo l'importanza di allenarsi durante l'estate, leggiamo la terza parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio", intervistiamo il giovane neo cintura nera Mirto Regazzoni e approfondiamo un personaggio che ha fatto la storia del judo.

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del ventiseiesimo numero:

  1. I Campionati d'Europa 2022 - Marco Frigerio
  2. L'importanza di allenarsi durante l'estate - Marco Frigerio
  3. Intervista a Mirto Regazzoni - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia del judo: Hidekatsu Nagaoka - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

I CAMPIONATI D'EUROPA 2022

Nel fine settimana dal 29 aprile al 1 maggio si sono combattuti a Sofia (Bulgaria) i campionati d'Europa senior 2022.

 

Gli svizzeri

 

Daniel Eich ha conquistato una meritatissima medaglia di bronzo nella categoria -100 kg. Cinque gli incontri sostenuti, un'unica sconfitta (in semifinale) per somma di ammonizioni contro il polacco Kuczera. Da evidenziare sicuramente i due ippon piazzati al georgiano Varlam Liparteliani (plurimedagliato mondiale e anche olimpico) nei quarti e all'azero Elmar Gasimov (vicecampione olimpico 2016) nella finalina. Una combiazione koshi-guruma / ouchi-gari ha permesso al ventiduenne elvetico di cogliere l'attimo e con esso il terzo posto continentale.

Minore gloria per gli altri tre combattenti elvetici presenti.

Freddy Weizenegger (-66 kg) è stato sconfitto al primo incontro dal croato Robert Klacar.

Fabienne Kocher ha ottenuto il settimo posto nei -52 kg; dopo avere sconfitto la spagnola Ballestreros è stata fermata dalla israeliana Primo. Ripescata ha combattuto alla pari con  la campionessa olimpica kosovara Distria Krasniqi, perdendo al golden score per wazaari.

La giovane vodese Binta Ndyaie (- 52 kg), alla sua prima esperienza tra le senior, si è fermata al primo incontro. All'ottavo minuto di competizione ha subito un harai-goshi dalla tedesca Masha Balhaus.

Soddisfazione per il coach estone Budolin che, per il secondo anno consecutivo, torna dalla massima competizione continentale con un bronzo in una categoria maschile, nel 2021 era stato Nils Stump a salire sul podio a -73 kg.

 

 

Bogdan Iadov

 

La categoria -66 kg è stata vinta da Bogdan Iadov, un combattente ucraino.

Cinque incontri vinti per ippon sono il suo percorso netto. In finale, opposto allo spagnolo Gaitero Martin ha piazzato un ouchi-gari al terzo minuto valutato giustamente ippon.

Nato nel 1996 Iadov era stato vicecampione mondiale cadetto nel 2013 e vice campione europeo junior nel 2015. A parte qualche podio in alcuni tornei del Grande Slam ad oggi Iadov non era mai riuscito ad ottenere una medaglia contnentale senior.

A Sofia è stato il protagonista della squadra ucraina presente in buon numero all'evento.

La più nota combattente ucraina, Daria Bilodid - due volte campionessa mondiale a -48 kg - ha combattuto nella categoria -57 kg ed è stata sconfitta al secondo turno dalla francese Priscilla Gneto.

 

 

Gli italiani

 

Un argento e tre medaglie di bronzo sono il bottino dell'Italia a questi campionati d'Europa-

Giovanni Esposito, medaglia d'argento -73 kg, ha mancato di poco il titolo continentale. Dopo avere superato al golden score il campione del mondo 2022 Shavdatuashvili è stato superato nella finale dall'azero Heydarov per wazaari.

Elios Manzi ha invece ottenuto il bronzo nei -66 kg sconfito in semifinale dallo spagnolo Gaitero Martin per immobilizzazione al golden score.

Terzo posto anche per Alice Bellandi (-78 kg) e Asya Tavano (+78 kg); la prima ha avuto il pregio di superare nei quarti di finale la francesce Malonga.già campionessa del mondo nel 2019.

Poca gloria invece per l'olimpionica Odette Giuffrida solo settima nei -52 kg.

18 i partecipanti per l'Italia, il numero massimo consentito: un combattente per ogni categoria con facoltà di doppiare la presenza in due categorie maschili e due femminili.

 

 

I campioni d'Europa 2022

 

 -60 kg Garrigos (ESP)

 -66 kg Iadov (UKR)

 -73 kg Heydarov (AZE)

 -81 kg Grigalashvili (GEO)

 -90 kg Maisuradze (GEO)

-100 kg Korrel (NED)

+100 kg Spijkers (NED)

 

-48 kg Boukli (FRA)

-52 kg Giles (GBR)

-57 kg Nelson Levy (ISR)

-63 kg Howell (GBR)

-70 kg Gahie (FRA)

-78 kg Boehm (GER)

+78 kg Dicko (FRA)

 

Scorrendo il medagliere non è possibile non notare come la Francia, che per altro ha vinto il titolo a squadre alle olimpiadi di Tokyo, abbia ottenuto un'unica medaglia maschile (un bronzo a -60 kg).Tre titoli femminili sono certamente un bel risultato tuttavia non sufficiente per un paese con una tradizione judoistica così importante.

Ai campionati continentali 2023 che si combatteranno a Montpellier i transalpini avranno senz'altro modo di ricuperare.

In questa edizione contano pure due titoli femminili per l' Inghilterra, paese di buona tradizione judoistica, assente tuttavia negli ultimi anni dalle prime posizioni.

Tra gli uomini due titoli sono andati alla Georgia e all' Olanda (che ha pure ottentuto due secondi posti e un terzo posto); naturalmente l'assenza di judoka russi e bielorussi ha sottratto qualche sicuro protagonista all'evento.

 

L'ucraino Bogdan Iadov è campione d'Europa -66 kg.

L'Ucraina ha conquistato ulteriori due quinti posti nei -81 kg, un quinto posto a +100 kg e due settimi posti nelle categorie femminili dimostrando di disporre di una squadra di ottimo livello.


L'IMPORTANZA DI ALLENARSI DURANTE L'ESTATE

L'estate è un periodo in cui i singoli club sono generalmente chiusi e l'attività sportiva rallenta.

È un peccato perché molti ragazzi avrebbero più tempo per allenarsi dato che gli impegni scolastici sono sospesi.

In genere si suggerisce ai giovani di approfittarne per frequentare degli stages e si cerca di coinvolgere gli allievi più interessati.

 

Alle nostre latitudini gli stages di riferimento per gli agonisti sono quello di Fiesch (VS) diretto dall'olimpionico Aschwanden, quello di Tenero organizzato dal JB Bellinzona e quello di Cesenatico proposto da alcune società lombarde in particolare dalla Robur et Fides di Varese.

Diversi importanti ritiri vengono organizzati a livello internazionale, in particolare in Francia con la partecipazione anche di judoka di alto livello.

Frequentare gli stages é una bella occasione per confrontarsi con altri judoka e, al di là delle spiegazioni tecniche di chi li dirige, permette di pratîcare randori con chi non si conosce. Concretamente questo è il punto essenziale: per acquisire maggiore esperienza e per essere pronti ad affrontare situazioni inabituali è necessario praticare il più possibile con sconosciuti. Non sapendo quali attacchi farà il compagno di allenamento si impara ad affrontare l'ignoto, il randori ripetuto con i medesimi compagni - con il tempo - diventa una sorta di esercizio ripetitivo che non permette progressi oltre un certo limite.

 

Da questo punto di vista periodi di allenamento in Giappone e in Corea sono senza dubbio importanti per l'alto livello. Là dove si trova un numero importante di praticanti validi e sconosciuti si apprende meglio.

Jigoro Kano suggeriva di utilizzare bene l'estate, nel solco del miglior impegno dell'energia suggeriamo a tutti di trovare voglia, tempo e entusiasmo per praticare anche nei mesi che verranno.

 

 


 

INTERVISTA A MIRTO REGAZZONI

 

Sabato 7 maggio Mirto Regazzoni e Christian Edouard (classe 2003) hanno superato l'esame di 1° dan della FSJ a Uster.

I due giovani del DYK Chiasso possono ora iniziare a praticare seriamente judo.

La cintura nera è infatti - si dice - il punto di partenza per un vero judoka.

Abbiamo chiesto a Mirto qualche impressione e i suoi futuri obiettivi judoistici.

 


Quando hai iniziato a praticare judo e cosa pensi ti abbia trasmesso ?

 

Ho iniziato a praticare il judo  a 3 anni e mezzo, ormai più di 15 anni fa. La disciplina è stata una parte integrante della mia vita e tramite essa sono riuscito ad apprendere una molteplicità di nozioni e concetti che fanno parte della mia definizione in quanto persona. Oltre allo sviluppo del corpo e alla capacità di  gestione dello stesso, aspetto che purtroppo spesso appare in secondo piano nell’immaginario comune odierno, il judo permette di esaminare e sperimentare molte “virtù” morali e, senza imporre un pensiero, da la possibilità al judoka di scegliere se farle proprie. Inoltre, nel judo il rapporto con gli altri esseri umani, in termini di contatti sia fisici che mentali e di intesa, viene esplorato a fondo e ogni praticante impara a gestirsi in armonia con gli altri. Penso che questo aspetto all’interno della società odierna sia di importanza centrale e sempre crescente. Così si riconferma la validità di un metodo educativo/formativo a 360º come è il judo.

 

 

Come è stato l'esame federale ?

 

L’esame è stato impegnativo soprattutto mentalmente, eravamo entrambi molto tesi vista la nostra speranza. La concentrazione e il sangue freddo sono sicuramente gli aspetti a cui badare di più in loco ma ovviamente funzionano solo se accompagnati da un’adeguata preparazione.

 

 

Sei cosciente che diventando cintura nera sei solo all'inizio della pratica judoistica, quali sono i tuoi prossimi obiettivi ?

 

La cintura nera, almeno secondo me, è un traguardo importante proprio perché simboleggia la maturità raggiunta in ambito judoistico, ovvero la maturità che comprende le capacità di comprensione del significato insito nella disciplina e di esplorazione dello stesso, attraverso lo studio e la pratica. Sono quindi consapevole di essere, in un certo senso, “all’inizio della pratica judoistica”, detto ciò, ho intenzione di sfruttare la maturità acquista in questo campo per poterne esplorare anche molti altri, per questo mi sento di dire che al momento che il mio obbiettivo sportivo non è un’obbiettivo agonistico, bensì la ricerca di uno sviluppo ulteriore per me, sia nello spirito che nel corpo.

 

 

 

Complimenti a entrambi per la promozione. Mi auguro di vedervi regolarmente al dojo anche in un'ottica di trasmissione alle giovani leve di quanto appreso. Nel cammino del judo i ruoli e le funzioni cambiano nel corso degli anni, divenendo cintura nera si assume una posizione differente che richiede ricerca continua al fine di migliorarsi e invito alla trasmissione delle proprie conoscenze.

 


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / terza parte)

 

Venne così il giorno del torneo.

Shinnosuke era turbato, non aveva dormito per tutta la notte. Continuava però a pensare alle parole del maestro Maruyama: "Se non provi non sarai mai pronto".

Al torneo partecipavano le sedici migliori scuole del Kansai. Si combatteva alla Butokuden hall di Kyoto, una struttura tradizionale nella quale si erano esibiti - nel corso degli anni - i migliori judoka della regione, alcuni dei quali erano poi diventati campioni olimpici.

Shinnosuke sentiva la tensione salire, non aveva mangiato nulla, anche perché il suo stomaco non era in grado di trattenere niente.

"Shinnosuke" - chiamò improvvisamente il maestro - "sarai nella cinquina del primo incontro, preparati". Gli incontri si svolgevano infatti a squadre di cinque combattenti senza suddivisione di peso.

Ed ecco: la squadra di Shinnosuke venne chiamata per salire in materassina; avversaria la sscuola del maestro Yamada, vincitrice dell'edizione dell'anno precedente. Dopo il saluto, cominciarono gli incontri.

Shinnosuke avrebbe dovuto combattere il terzo incontro, prima di lui due compagni, dopo di lui altrettanti. L'ultimo combattente era Yoshi, il capitano della formazione.

Troppo emozionato per essere lucido e seguire i due incontri che lo precedevano, Shinnosuke salì in materassina palesemente agitato. Il suo avversario era un peso medio di nome Ichiro, alto all'incirca come lui. Incontro alla pari dunque.

"Hajime" decretò l'arbitro. Vennero fatte le prese e i primi spostamenti per studiarsi a vicenda, ma ecco che l'avversario con un guizzo rapace lo proiettò grazie ad un seoi-nage eseguito dalla posizione in ginocchio. Una di quelle tecniche che sorprendono chi non è avvezzo alle competizioni. Nulla da fare, "Ippon soremade" decretò l'arbitro. L'incontro era durato solo una ventina di secondi.

Una volta sceso Shinnosuke - malgrado la sconfitta - si sentì più rilassato, e riuscì a seguire gli incontri dei compagni che ancora dovevano esprimersi. Anche il quarto combattente della scuola venne sconfitto; solamente il capitano riuscì a vincere grazie a un osoto-gari valutato ippon.

Il sistema di gara prevedeva che ogni formazione incontrasse almeno tre squadre, successivamente le quattro migliori formazioni del torneo si sarebbero scontrate in un turno finale.

La scuola del maestro Maruyama doveva affrontare ancora due incontri e Shinnosuke sperava, in cuor suo, di avere l'opportunità di rifarsi.

Il maestro però non lo schierò nel secondo incontro che la squadra riuscì a vincere grazie a tre vittorie su cinque.

Prima del terzo incontro, Shinnosuke si avvicinò quindi al maestro e gli chiese se potesse combattere una seconda volta. Il maestro lo guardò intensamente e gli rispose "Vedi Shinnosuke oggi hai avuto la possibilità di provare la competizione. Hai combattuto ed hai perso. Il risultato non è importante, da questo punto però devi ripartire e cercare di migliorare. Tra un anno il torneo sarà ripetuto ed avrai la possibilità di fare meglio, nel frattempo allenati con impegno e con la voglia di divenire un bravo judoka. Altro oggi non ti serve."

Shinnosuke guardò quindi i compagni di squadra perdere il terzo incontro e terminare il torneo in dodicesima posizione. La squadra del maestro Hamada invece, ancora una volta, si era dimostrata superiore ed aveva vinto il torneo; seoi-nage in ginocchio era il tokui-waza della formazione e bisognava riconoscere che i judoka della scuola sapevano eseguirla al meglio.

Anche quella notte Shinnosuke non riuscì a dormire. Ripensando alle parole del maestro si chiedeva infatti come era possibile che per migliorare fosse necessario un tempo così lungo. In tanti altri ambiti i risultati si vedono subito ... perché nel judo non era così?

 

 

Il seguito del racconto nei prossimi numeri di TDJ !

Immagine a cura di Sara Zuccato.


I PROTAGONISTI DELLA STORIA:  Hidekatsu Nagaoka (1876/1952)      

Noto anche come Suichi Nagaoka.

Iscritto al Kodokan nel 1893 divenne uno dei maggiori esperti, in particolare dei sutemi.

Sembra che nel 1897 ebbe l’onore di combattere con Shiro Saigo comparso improvvisamente al Kodokan, il quale lo avrebbe complimentato (pur sconfiggendolo) per il suo potenziale.

Certo è invece che nel 1899 sconfisse Sakujiro Yokoyama nel corso della annuale cerimonia del kagami biraki.

Ancora nel 1937 Nagaoka partecipò ad un combattimento dimostrativo contro Hajime Isogai nella Seinenkan Hall del palazzo imperiale, essendo stato richiesto un incontro tra 9° dan.

 

Unitamente a Yoshiaki Yamashita contribuì ad elaborare il “katame-no-kata”, partecipando anche alla conferenza di Kyoto del 1906.

Venne nominato responsabile degli istruttori al Kodokan e gli venne conferito il 10° dan dallo stesso Kano nel 1937 con il quale aveva condiviso diversi viaggi.

Contribuì in modo fondamentale allo sviluppo del judo e fu uno dei più stretti collaboratori del Fondatore. Nel dopoguerra contribuì anche a sviluppare le tecniche di arresto in uso alla polizia.

Uno degli ultimi suoi allievi fu Toshiro Daigo (1926 / 2021), il tecnico di riferimento per svariati decenni del Kodokan.

 

Hidekatsu (Suichi) Nagaoka venne nominato, in vita il fondatore, 10° dan nel 1937 insieme a Isogai (vedi TDJ nr.24).


NOTIZIE IN BREVE

 

Non è riuscita l'impresa a Shohei Ono, alla sua terza partecipazione al girone fiinale degli All Japan Championships combattuti il 29 aprile a Tokyo, uscito di scena al primo incontro opposto al mediomassimo Maeda.

Il torneo OPEN che designa il campione assoluto del Giappone è stato vinto dal ventenne Tatsuru Saito - dimostratosi ottimo esecutore a sinistra - che, in finale, ha avuto la meglio (al decimo minuto di combattimento) di Kokoro Kageura (campione del mondo 2021 +100 kg) grazie ad un ashi-guruma valutato wazaari.

Saito è al suo primo titolo; suo padre Hitoshi Saito (1961/2015) è stato uno degli otto judoka giapponesi detentore della tripla corona avendo vinto due volte i giochi olimpici (1984 e 1988), il campionato mondiale (1983) e gli All Japan (1988).

 

Il 17 aprile a Yokohama si è svolta la competizione femminile OPEN che ha incoronato Wakaba Tomita, già vincitrice del torneo nel 2020. In finale ha superato Akemi Hashimoto. Tomita è giunta seconda ai mondiali 2021 (+78 kg) ed ha vinto quest'anno il Grande Slam di Parigi.


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