Nr.23 / 31 marzo 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

Con questo numero presentiamo i CAMPIONATI TICINESI 2022 del 10 aprile e invitiamo tutti i nostri lettori a partecipare al CONCORSO TDJ 2022.

Proponiamo poi una riflessione su shiai e randori, e due interviste a protagonisti del judo ticinese del passato (Gianfranco Sassi) e del presente (Manrico Frigerio); concludiamo poi con una scheda tecnica sugli hairi-kata.

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del ventitreesimo numero:

  1. Il programma dei campionati ticinesi 2022 - Marco Frigerio
  2. Concorso TDJ 2022 - Marco Frigerio
  3. Intervista a Gianfranco Sassi - Marco Rossi
  4. Shiai e randori - Marco Frigerio
  5. Intervista a Manrico Frigerio - Marco Frigerio
  6. Scheda tecnica: gli hairi-kata - Marco Frigerio
  7. Notizie in breve - Marco Frigerio

 

Ai campionati ticinesi di Chiasso del 10 aprile viene organizzata una raccolta di cibo destinata al Tavolino magico, l'associazione che aiuta residenti con problemi economici. La raccolta sarà effettuata a beneficio dell'intero cantone Ticino e del distretto della Moesa; quanto raccolto verrà infatti trasportato alla centrale di Cadenazzo e poi ridistribuito alle 14 sedi che operano da Chiasso a Airolo.

PARTECIPA ANCHE TU portando derrate alimentari a lunga scadenza.

IL PROGRAMMA DEI CAMPIONATI TICINESI 2022

Il programma di domenica 10 aprile 2022 è il seguente:

 

Peso:

ore 08.45/09.00 ragazze B

ore 09.00/09.15 ragazze A

ore 09.15/09.30 scolari B

ore 11.15/11.30 scolari A

ore 12.45/13.00 cadette

ore 13.00/13.15 cadetti

ore 13.45/14.00 junior e senior M

ore 14.30/14.45 junior e senior F

 

Competizioni:

ragazze B dalle 09.00

ragazze A dalle 09.30

scolari B dalle 09.45

scolari A dalle 11.45

cadette dalle 13.15

cadetti dalle 13.30

junior e senior M dalle 14.15

junior e senior F dalle 15.00

 

Premiazioni: al termine di tutte le categorie di peso dei singoli gruppi di età.

Medaglie attribute dall' ATJB ai primi tre classificati di ogni categoria, coppa miglior combattente del gruppo di età (per scolari e cadetti) attribuita dal  DYK Chiasso

 

Luogo di gara: palestra delle scuole elementari di via Soave a Chiasso

Responsabile organizzazione: DYK Chiasso sotto patrocinio ATJB

Sul posto: postazione sanitaria, buvette, postazione raccolta di cibo destinato al Tavolino magico

Iscrizioni: per scritto, a mbfrigerio@bluewin.ch, entro l'8 aprile 2022

 

 

ATTENZIONE

Possono partecipare solo judoka tesserati alla propria federazione nazionale.

La competizione per le categorie scolari/ragazze A e B è possibile solamente per i tesserati alla FSJ iscritti ad un club affiliato alla ATJB !

Nelle categorie scolari/ragazze A e B applicano le regole approvate dalla FSJ per le competizioni giovanili (vedi regolamento 1.1.2017).

Scolari/ragazze A = strangolamenti, leve e ogni forma di sankaku-gatame sono vietati.

Scolari/ragazze B = strangolamenti, leve, ogni forma di sankaku-gatame, sutemi-waza, come pure kaeshi-waza all'indietro che comportano un sollevamento sono vietati - tecniche sulle ginocchia vengono considerate falsi attacchi e sono sanzionate - golden score limitato a 1 minuto - autorizzazione al coach ad intervenire anche durante la competizione - prese classiche all'inizio e ad ogni ripresa dell'incontro

CONCORSO TDJ 2022

Tornano i Campionati Ticinesi Individuali dopo due anni di pausa forzata, TDJ vuole sottolineare l'evento e indice un concorso tra i propri lettori.

Chi risponderà esattamente ai cinque quesiti che vengono posti, trasmettendo una e-mail al coordinatore di TDJ (mbfrigerio@bluewin.ch) entro venerdì 8 aprile 2022 parteciperà alla estrazione del PREMIO A SORPRESA che avrà luogo domenica 10 aprile alle palestre delle scuole elementari di Chiasso.

 

I quesiti si riferiscono a notizie e/o articoli pubblicati in TDJ.

Chi non fosse in grado di rispondere direttamente ha sempre la facoltà di accedere all'archivio delle pubblicazioni che si trova nel sito cantonale (www.atjb.ch).

 

 

Questi i quesiti:

 

1. Chi era il judoka giapponese ricordato nel primo numero di TDJ ?

2. Chi ha vinto l'ultima edizione della categoria OPEN combattuta ai giochi olimpici ?

3. A cosa si riferisce l'articolo intitolato "siate mare" pubblicato in TDJ 13 ?

4. In che giorno della settimana si svolge l'allenamento cantonale per giovani e adulti ?

5. Quanti numeri di TDJ sono stati pubblicati nel 2021 ?

 

ATTENDIAMO LE VOSTRE RISPOSTE !

 

 

NON MANCARE DI PARTECIPARE AL CONCORSO TDJ 2022

Le risposte sono da inviare per tempo a mbfrigerio@bluewin.ch

 

 

 


INTERVISTA A GIANFRANCO SASSI

 

 

Gianfranco Sassi (classe 1932 - 2° dan) è stato uno dei pionieri del judo ticinese.

Esponente del JBC Lugano è stato recentemente festeggiato dal proprio club di appartenenza per il suo novantesimo compleanno. Un bel traguardo a compimento di una vita piena anche dal profilo sportivo.

Marco Rossi, presidente del JBC Lugano, ha raccolto per noi l'intervista che segue.

 

 

Chi ha portato il judo in Ticino ?

Ugo Giannini è stato il primo che ha portato il judo in Ticino. Era un tipo efficace, studiava da solo e faceva il postino.

 

Quando hai iniziato a praticare judo ?

Ero in polizia e come difesa personale mi sono avvicinato al judo. In seguito ho avuto la possibilità di approfondire con maestri giapponesi in Italia che mi permisero di accelerarne lo studio e di progredire.

 

Dove si sono svolti i primi CTI ?

I primi CTI si tennero a Lugano in via Pretorio, in quella che allora era la palestra femminile. I partecipanti erano pochi e provenivano da tre club Lugano, Bellinzona e Muralto.

 

Per quanto sei stato attivamente presente sui tatami ?

Almeno per 62 anni ho praticato attivamente judo.

Ho insegnato a Lugano e poi anche a Judo Club Varese per diversi anni.

 

Cosa pensi dei giovani judoka di oggi ?

I giovani sono cambiati; mi fa piacere però vedere che sul tatami vi siano ancora tanti giovani.

 

 

Grazie mille Gianfranco per tutto quello che hai dato al judo ticinese e non, e per il tuo esempio di dedizione.

 

 

Gianfranco Sassi ha insegnato anche al JC Varese. È pertanto un judoka noto anche al di fuori dei tatami ticinesi avendo contribuito, negli anni, a crescere numerosi giovani. Recentemente ha compiuto novant'anni.


SHIAI E RANDORI

Il termine "shiai" designa l'incontro arbitrato.

Nel rispetto delle regole e tenendo presente lo spirito della disciplina i judoka si affrontano in una competizione destinata a determinare il vincitore delle singole categorie previste in un torneo. Un tempo vi era una sola categoria che non poneva distinzioni. Attualmente età e peso vengono considerate.

La vittoria nell'incontro va a chi ottiene l’ IPPON mediante l'esecuzione di una proiezione perfetta (che riunisce forza, controllo e caduta di uke sulla schiena), grazie a una immobilizzazione al suolo di 20 secondi oppure con uno strangolamento o una lussazione al gomito che portano alla resa dell'avversario.

Se al termine del tempo previsto non vi è stato l’ippon vince chi ha ottenuto un vantaggio. Chi ha marcato wazaari ("mezzo punto") avrà la meglio sul proprio avversario.

In caso di parità il regolamento internazionale attuale prevede il golden-score ossia un periodo supplementare di competizione. A partire dal 2014 il golden-score è illimitato: si proseguirà sino a che uno dei due combattenti non ottiene un vantaggio oppure uno dei due sarà sanzionato per la terza volta. Le sanzioni si chiamano shido e  vengono date principalmente in caso di passività, judo negativo, prese sotto la cintura, uscita dal tatami.

È indubbio che in competizione l'obiettivo è vincere, nel judo vero importa però anche come.

 

"Randori" si traduce generalmente come esercizio libero.

È l’occasione per il judoka di verificare, nel corso dell'allenamento, lo stato di apprendimento ed esercitare le proprie tecniche preferite applicandole ad ogni circostanza e situazione.

Durante il randori una tecnica può essere applicata portando uke nella posizione che più è consona (principio sen), la stessa può altrimenti svilupparsi da una opportunità che lo stesso uke offre inconsciamente (principio go-no-sen), può infine essere il risultato di una reazione istintiva che anticipa una intenzione di uke (principio sen-no-sen).

Il randori deve permettere di acquisire l’intuito, secondo Yokoyama “necessario è affidarsi al senso di percezione dei muscoli”.

Visto in un’ottica più ampia il randori è un esercizio fortemente educativo: “ogni combattente non può prevedere come si comporterà l’avversario e così bisogna essere preparati a reagire a qualsiasi attacco improvviso. Abituati a questo atteggiamento mentale si sviluppa un elevato grado di freddezza nel comportamento o di equilibrio mentale. Esercitando il potere dell’attenzione e dell’osservazione in palestra si sviluppa naturalmente questa facoltà o capacità così utile nella vita di tutti i giorni

Per trovare modo di sconfiggere l’avversario è indispensabile l’allenamento alla capacità di immaginazione, ragionamento e giudizio, facoltà che si sviluppa naturalmente nel randori" (tratto da Barioli, Kano Jigoro educatore, pag.158-159 - discorso di Jigoro Kano alla conferenza tenutasi all’Università della California del sud nel corso delle olimpiadi del 1932).

Il randori prepara allo shiai.

Il judoista deve plasmare con la sua personalità le forme tecniche che gli sono state insegnate e riprodurle nella sua interpretazione. Per allenarsi a ciò è necessario avere la mente sgombra da ogni tensione che non sia la ricerca dell’ IPPON e, in gara, non avere timore, essendo pronto a reagire in ogni situazione.

 

In fondo, a ben vedere, randori e shiai preparano il judoka ad affrontare al meglio le vicissitudini della vita.

 

INTERVISTA A MANRICO FRIGERIO

Manrico Frigerio (classe 1990 - terzo dan) è stato l'ultimo agonista ad essere premiato quale miglior judoka ticinese assoluto (nel 2020 il premio non è infatti stato attribuito a causa della pandemia).

Abbiamo pensato di raccogliere qualche suo pensiero sul judo, ora che ha concluso la carriera agonistica e che è divenuto arbitro regionale.

Manrico è anche vicepresidente del DYK Chiasso e monitore GS; da anni è regolarmente impegnato sul tatami del proprio club e spesso assume il ruolo di coach accompagnando i giovani chiassesi ai tornei nazionali.

 

 

Quando hai iniziato a praticare judo ?

 

Ho iniziato a praticare judo da bambino piccolo. A tre/quattro anni frequentavo qualche lezione con mio padre Marco e a partire dai cinque anni ho cominciato ad essere un praticante regolare del mio corso.

 

 

È abbastanza inusuale che i figli di un judoka continuino a praticare, come ci sei riuscito ?

 

Non ritengo che sia inusuale per il figlio di un judoka continuare a praticare questa disciplina, ho diversi amici e conoscenti che hanno proseguito la via dei loro genitori. Per riuscirci credo che sia fondamentale crearsi una propria identità di judoka e riuscire a sviluppare una propria visione della disciplina. Se si riesce in questi due aspetti allora, possedere un genitore judoka, è un arricchimento poiché è più semplice avere un partner con cui confrontarsi e quindi migliorare nello studio di questa disciplina.

 

 

Hai ottenuto in carriera quattro medaglie alle finali nazionali, quale il ricordo più bello ?

 

Ognuna di queste medaglie ha un significato unico e speciale. Penso che il ricordo più bello sia legato all'ultima medaglia (ndr CSI 2019) poiché mi ha permesso di ottenere il bronzo nella categoria Elite e concludere quindi la mia carriera agonistica senza nessun rammarico.

 

 

Hai fatto parte dei quadri nazionali allenandoti frequentemente anche al centro nazionale di Brugg, come valuti oggi questa esperienza ?

 

Ritengo che l'esperienza al centro nazionale ed i diversi campi di allenamento all'estero che ho frequentato durante la mia fase agonistica siano stati arricchenti sia dal profilo tecnico e competitivo sia dal profilo di crescita umana personale.

Queste esperienze sono state fondamentali per la mia crescita come judoka e come giovane adulto e per i solidi legami che ho instaurato con i vari compagni di allenamento e avversari che rivedo continuamente ad ogni torneo in cui accompagnando i nuovi giovani agonisti del Do Yu Kai Chiasso.

 

 

Con tuo fratello Mattia e tuo padre Marco sei coautore di un libro sul judo (ndr "JUDO: una visione globale"), come è stato partecipare alla stesura ?

 

Aiutare, con mio fratello Mattia, nostro padre nella stesura del nostro libro sul judo è stata un'intensa e coinvolgente esperienza. Scattare le foto e effettuare i filmati, dimostrare le tecniche ed in generale approfondire i numerosi aspetti storici e filosofici di questa disciplina insieme ai miei famigliari  mi ha permesso di ingrandire enormemente il mio bagaglio di competenze e ci ha permesso di mantenere sempre vivo il nostro rapporto sul tatami per tutti questi anni.

 

 

Hai un messaggio che vorresti dare ai giovani che iniziano la pratica sportiva e che nutrono sogni di gloria ?

 

L'unico consiglio che mi permetto di dare a tutti i giovani judoka è quello di divertirsi nello studio di questa variegata disciplina che, se svolta con impegno, permette a tutti di trovare il proprio aspetto preferito da approfondire !

 

 

Grazie Manrico per il tuo impegno.

 

Manrico Frigerio con il premio ATJB, miglior judoka 2019, ai piedi del Monte Fuji.


SCHEDA TECNICA: gli hairi-kata            

Il termine hairi-kata indica i metodi per arrivare al controllo.

Nell’esercizio al suolo sono innumerevoli le forme esistenti.

L’esecuzione di un hairi-kata dipende della posizione di uke. In genere tori esercita i passaggi di hairi-kata con partenza dalla posizione accucciata di uke (in giapponese "yotsubai"), dalla posizione allungata di uke, dalla posizione sulla schiena e dal centro delle gambe di uke. Altre situazioni sono comunque ipotizzabili come ad esempio con tori in posizione di difesa mentre uke attacca.

Gli hairi-kata possono condurre indifferentemente ad una immobilizzazione, uno strangolamento o una lussazione.

 
La lotta al suolo è materia a sé.
Jigoro Kano non aveva particolarmente approfondito il tema, si era però presto reso conto che la conoscenza andava sviluppata.
Uno dei massimi esperti fu Tsunedane Oda (1892/1955), responsabili delle scuole del Ko-Sen dell'est (scuole superiori e professionali).
Secondo Oda, il vero specialista della lotta al suolo non è solamente chi attacca l’avversario quando questi è in posizione di difesa, ma chi perfeziona i metodi per portare a terra l’avversario riuscendo ad applicare una tecnica di ne-waza (vedi E.J.Harrison, Katamewaza: il Metodo Oda, pag.66).
 
Un esempio semplice di hairi-kata viene proposto nelle tre fotografie che seguono; si ringraziano Chris Caccia e Matteo Perez - giovani judoka del DYK Chiasso - per la collaborazione e disponibilità.

 

Tori cerca di far rotolare uke sul fianco destro andando ad afferrare il gomito più lontano.

A questo punto uke normalmente si difende allontanando il braccio e spingendo verso tori.

 

Tori, approfittando della spinta di uke, va a chiudere con il braccio sinistro la spalla opposta di uke. Si allunga e, mantenendo il massimo contatto con uke, lo carica sopra di sé e lo fa rotolare verso la propria destra.

 

A questo punto uke si ritrova con la schiena al suolo. Tori lo controlla con il braccio sinistro. Al termine del rotolamento tori ha le gambe allungate; potrà poi assestare la posizione e arrivare nella forma classica di kesa-gatame.


NOTIZIE IN BREVE

 

Nel maggio 2021 è stato pubblicato il libro "Solide basi per un judo sicuro. Metodo e didattica" di Antonio Pitrelli.

Il libro presenta, in versione semplice e con esempi concreti, come progredire nell'insegnamento del judo. L'autore, laureato in scienze motorie, ha riversato nella pubblicazione la sua esperienza di cinquant'anni di materassina e di insegnamento scolastico.

Purtroppo Antonio Pitrelli è deceduto improvvisamente il 13 marzo scorso.

Con il Ticino Pitrelli aveva avuto frequenti contatti. Era stato il fondatore e il responsabile tecnico del Ken Kyu Kai di Somma Lombardo, nonché l'organizzatore dell'omonimo trofeo e di diverse edizioni dello stage di Cesenatico frequentati, negli anni, da alcuni judoka ticinesi.

L'ATJB partecipa al dolore dei famigliari, degli amici e dei numerosi allievi per la sua dipartita e lo ricorda con il suo motto "sii campione olimpico delle tue possibilità".

 

 

Le federazioni di judo di Russia e Bielorussia hanno comunicato alla IJF che, in conseguenza ai recenti eventi internazionali (guerra in Ucraina), nessun atleta russo o bielorusso parteciperà ai tornei internazionali previsti.

 

 

La FSJ ha omologato il 6° dan di Alexis Landais, attuale capo della formazione e sport di massa, ottenuto recentemente in Francia. Complimenti.

Si ricorda che, in Svizzera, la cintura bianca e rossa può essere ottenuta superando esami tecnici, ai quali si viene ammessi se si adempiono determinati criteri (anche comportamentali), rispettivamente quale titolo onorifico.

Chi scrive ritiene buona cosa attribuire il 6° dan, a chi è ancora in età per praticare, a seguito di un esame. I riconoscimenti onorifici dipendono infatti da "vari fattori"; un esame invece mette alla prova e definisce, in modo chiaro, chi il grado l'ha meritato.

Saper dimostrare il koshiki-no-kata (richiesto dalla FSJ per l'esame) è poi un esercizio importante che richiede approfondimento, non solo tecnico ma anche cuturale, ciò che per un sesto dan è essenziale.

 


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