Nr.22 / 15 marzo 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

In questo numero alcuni judoka, non più giovanissimi, ricordano i loro "primi campionati ticinesi". Proponiamo poi il quinto e ultimo quadro della storia di Jigoro Kano "Una vita virtuosa", l'intervista a Yoshiyuki Hirano, una breve riflessione sulle conseguenze della guerra nello sport, nonché la rubrica "I protagonisti della storia del judo" dedicata a Ichiro Abe recentemente scomparso.

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del ventiduesimo numero:

  1. I miei primi campionati ticinesi - Marco Frigerio
  2. Una vita vituosa: Quinto quadro - Mattia Frigerio
  3. Intervista a Yoshiyuki Hirano - Marco Frigerio
  4. La guerra in Europa: conseguenze per lo sport - Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia del judo: Ichiro Abe - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

 

Ai campionati ticinesi di Chiasso del 10 aprile viene organizzata una raccolta di cibo destinata al Tavolino magico, l'associazione che aiuta residenti con problemi economici. La raccolta sarà effettuata a beneficio dell'intero cantone e del distretto della Moesa; quanto raccolto verrà infatti trasportato alla centrale di Cadenazzo e poi ridistribuito alle 14 sedi che operano da Chiasso a Airolo.

PARTECIPA ANCHE TU portando derrate alimentari a lunga scadenza.


I MIEI PRIMI CAMPIONATI TICINESI

 

Tornano i Campionati Ticinesi Individuali dopo due anni di pausa forzata.

Un appuntamento regionale importante, un tempo molto ben frequentato.

Abbiamo pensato di promuovere la manifestazione anche grazie al ricordo di qualche judoka, non più giovanissimo, tuttora attivo sul tatami.

Di seguito sette judoka ci raccontano la loro esperienza.

 

 

Edy Bozzini (Budo Club Vedeggio Manno - 6° dan)

 

Il prossimo 10 aprile 2022 ci saranno nuovamente i campionati ticinesi individuali.

Quest’anno si terranno a Chiasso, organizzati dal locale Do Yu Kai.

54 o 55 anni fa toccò a me cimentarmi per la prima volta in una gara ufficiale.

Ho vaghi ricordi. Ormai la memoria di ferro è arrugginita.

Avevo da poco iniziato judo, dunque dovrebbe essere il 1968.

Il judo kwai Biasca fu fondato nel 1966 e subito anche la sezione di Bodio.

Io, bleniese abitante ad Acquarossa, dovetti attendere di ottenere la patente di guida per potermi recare al dojo di Biasca.

Pesavo qualche chilo meno del limite di categoria fissato ai 70 kg.

Come in uso a quei tempi si tenevano le selezioni di club.

Quella volta erano sul palco a Bodio.

Nell’occasione battei anche un collega cintura gialla di quasi 100 kg.

Mi selezionarono.

Ma per partecipare ai campionati dovetti prima superare l’esame di cintura gialla, 5° kyu.  Ai tempi non era facile.

Si doveva presentare il primo kyo del go-kyo ed il programma al suolo, con nomi,  traduzioni, ecc ...

Oltre agli insegnanti locali veniva Willy Nussbaum (un mito).

Ed arrivò l’8 dicembre. (Almeno credo, visto che all’epoca era quella la data fissa)

Ero juniori. Era la prima gara.

Immaginate come potevo sentirmi.

Quando vidi che gli avversari “erano già cintura arancio” (oggi fa sorridere), rimasi un po’ stupito e preoccupato.

Ma poi usci la grinta del “montanaro”.

Tecnica poco, qualcosina che funzionava, ma tanta voglia di far bene.

Per farla breve persi un solo incontro “ai punti” ed ottenni il terzo posto.

Mi diedero una medaglietta color bronzo, piccola, ma per me era gran cosa.

E fu l’inizio di una lunga avventura. Ma questa è un’altra storia..

I campionati erano molto frequentati. Si pre selezionavano i partecipanti nel club e poi vi erano le selezioni cantonali per accedere alle finali in data successiva.

Ogni club poi aveva la sua squadra.

Mi piace ricordare anche il mio secondo posto ai Campionati ticinesi del 1970, ormai élite.

 

 

Marco Frigerio (DYK Chiasso - 6° dan - presidente onorario ATJB)

 

Ricordo la grande agitazione, anche perché - avendo iniziato a praticare judo a sei anni - ero già cintura marrone e tenevo particolarmente a ben figurare.

Era il 1976, avevo dodici anni, incontrai una cintura gialla di due anni più vecchio. Mi presi un bel seoi-nage e atterrai sulla testa. Le lacrime non mancarono: più per la figura che per il dolore (credo). Le sconfitte però fanno crescere e da esse ho imparato molto.

Ho poi combattuto in una quindicina di edizioni vincendone una decina (nella mia categoria di peso -78 kg e due volte anche nella categoria OPEN). Ricordo la prima finale OPEN che combattei a Biasca nel 1982 contro Edy Colombo (un senior bellinzonese affermato che era giunto terzo ai campionati nazionali del 1979, di peso superiore al mio); vinsi per juji-gatame; avevo 18 anni e sognavo un futuro judoistico importante.

I campionati ticinesi sono una bella occasione per effettuare esperienza e per comprendere che, anche se l'agonismo non è tutto, è indubbiamente un'occasione per verificare a che livello il nostro judo si situa.

 

 

Marco Rossi (JB Lugano - 4° dan)

 

Quest'anno a settembre festeggio 50 anni di appartenenza al Judo Budo Club Lugano.

Questo traguardo, comporta evidentemente una qualche dimenticanza del passato così dettagliata come possono essere stati i primi campionati ticinesi.

Ci proviamo comunque. ;-)

Se non vado errando sono stati quelli organizzati dal Judo Kwai Muralto nella primavera del 1973 o 1974.

Ricordo che già allora gareggiavo nella categoria bambini +50 Kg. Ricordo anche che in categoria non eravamo tantissimi, ma sicuramente la presenza di un certo Roberto Cattaneo del Do Yu Kai Chiasso faceva paura a tutti. La giornata finì con la vittoria di Roberto nella tanto "amata" categoria dei "pesi massimi". Chiaramente tutti ne parlavano, anche perché era già un judoka di un certo livello. Forte sia fisicamente che tecnicamente.
Non ricordo bene, forse riuscì a conquistare il bronzo o forse nemmeno quello.

 

Ad ogni buon modo fu sicuramente una giornata indimenticabile, anche perchè come per tutti, l'emozione della prima "vera gara" e soprattutto gara importante, gioca sempre un ruolo importantissimo. La presenza di tantissimi bambini che si confrontavano l'uno con l'altro lasciò in me un'impronta molto positiva.

Non da ultimo, la presenza dei miei genitori per la prima volta ad un torneo di judo. Il loro supporto mi diede uno stimolo in più a continuare con questo sport così arricchente e pieno di soddisfazioni.

 

 

Curzio Corno (presidente ATJB - 2°dan)

 

I ricordi tornano agli inizi anni 70, quando i campionati ticinesi rappresentavano una delle prime gare importanti nella vita di un giovane judoka.

In quel periodo i campionati cantonali avevano una rilevanza elevata e si svolgevano in due tappe:

la prima fase era una qualifica, nella quale i primi quattro di ogni categoria di peso accedevano alle finali,

la seconda tappa si svolgeva due settimane dopo e raggruppava solo i finalisti.

Quasi tutte le categorie avevano più di dieci partecipanti di vari club diversi del cantone.

La mia esperienza personale:

alla mia prima partecipazione nella categoria scolari – 55 kg, mi trovai a combattere in una poule con parecchi judoka e con ragazzi di due anni in più di me.

Riuscii a qualificarmi per le finali con grande orgoglio per questo risultato.

Le finali si tennero due settimane dopo a Melide, con la presenza dei migliori rappresentanti ticinesi di tutte le categorie: dagli scolari agli elite.

In quell’occasione giunsi terzo, ero molto soddisfatto di ottenere una medaglia di bronzo alla mia prima partecipazione ai campionati cantonali.

Per tutti l’emozione era alta, in particolare per un giovane ragazzo categoria scolari, che si trovava fra i finalisti dei campionati ticinesi e poteva seguire le gare degli elite, juniori e cadetti!

Due anni più tardi, all’ultimo anno da scolaro ottenni la medaglia d’oro, in quell’occasione i campionati cantonali si svolsero a Riazzino. Di anno in anno la preparazione per la gara di campionato rappresenta un’occasione di crescita sportiva e tecnica.

Mi ricordo che ero iscritto nella categoria scolari +55 kg, con oltre quindici ragazzi.

In finale vinsi in un derby bellinzonese, in quanto io ero del Judo Budo Club Bellinzona, mentre il mio avversario del Shung Do Kwan Bellinzona, club rivale della stessa città.

Anche per ragione di rivalità la tensione era alta e il pubblico parecchio e molto rumoroso.

Chiaramente fui molto orgoglioso sia per il mio risultato personale, sia per il mio club, che per la prima volta ottenne il maggior numero di medaglie superando il Club di Muralto (il più titolato di quel periodo).

A partire da quell’anno (1975) il Judo Budo Club Bellinzona rimase per parecchi anni consecutivi la miglior società dei campionati, con una squadra composta da judoka di talento e uno spirito d’amicizia fra di loro.

 

 

Fabrizio Roberti (JK Biasca - 2° dan)

 

I miei primi CTI risalgono agli anni settanta, 1976 se non sbaglio, mi ricordo una grande tensione accompagnata da nausea, un problema che mi sono poi trascinato per tutta la mia "carriera" di agonista, alla fine riuscii a salire sul gradino più basso del podio, e, visto che ero al debutto, era un risultato senz'altro positivo.

Dopo 46 anni ho raggiunto il grado di 2°dan e vado ancora in palestra, questo è il "podio" più bello.

 

 

Ottavio Bernasconi (DYK Chiasso - 2° dan)

 

Giornico 1976

Ricordo bene quella piovosa giornata del 1976, i miei primi Campionati Ticinesi, la mia prima competizione: avevo 12 anni. Giunti presto sul posto, rammento le luci dei lampioni, per raggiungere la palestra avevamo addirittura dovuto attraversare un ponte, Giornico mi era sembrato immenso. Quattro incontri. Vinti rapidamente i primi due contro delle cinture gialle, miei pari grado, affrontai poi una cintura marrone che mi maltrattò atterrandomi facilmente a due riprese ponendo fine ai miei sogni di gloria. Delle persone mi dicevano quando dovevo iniziare a quando avevo finito, probabilmente gli arbitri. Dell’ultimo incontro ricordo solo il risultato: sconfitto. Tutto sommato la mia esperienza fu positiva e in seguito partecipai a un’altra decina di Campionati Ticinesi.

Il combattimento resta una pratica essenziale del judo ma non va esasperato, ogni praticante deve essere nella condizione di decidere se e quando combattere.

 

 

Fabio Guazzo (JK Biasca - 2°dan)

 

Ricordo ancora oggi i miei primi campionati Ticinesi di 45 anni fa.

Sentirsi chiamare al microfono "Fabio Guazzo sul tatami 1" incominciavano paure, emozioni, ansia.

Una volta sul tatami con l`avversario di fronte, passava tutto si combatteva e il migliore tra i due passava al turno successivo, alla fine del combattimento con il massimo rispetto ci si stringeva la mano.

Dopo 7/8 combattimenti sono riuscito a salire sul podio più alto "E al microfono si sentiva Fabio Guazzo Campione Ticinese".

Emozioni forti che provo ancora adesso, essendo un istruttore GS e vedere i miei allievi nelle stesse situazioni.

Judo e uno stile di vita eccezionale.

 

 

Nella foto che segue (tratta dal sito del JB Lugano) un'immagine di alcuni combattenti luganesi ai campionati ticinesi del 1956 che - per quanto noto a chi scrive - sono stati i primi della storia.


UNA VITA VIRTUOSA - QUINTO QUADRO

In questo numero il quinto e ultimo quadro della pubblicazione di "Una vita virtuosa", racconto in cinque quadri inediti di Mattia Frigerio rappresentato sabato 18 dicembre 2021 alla cena di Natale del DYK Chiasso.

Ogni quadro consta di un riassunto dei principali eventi del periodo della vita di Jigoro Kano e di una ipotetica riflessione del Fondatore. I primi quattro quadri sono stati pubblicati in TDJ nr.18, 19, 20 e 21.

 

 

LA CONCLUSIONE (1922/1938)

 

1922

Kano diventa membro della Camera dei pari alla quale si accede solo per nomina diretta dell’Imperatore.

 

1926

Viene inaugurata la sezione femminile del Kodokan.

 

1928

Kano visita nuovamente l’Europa; passando per la Cina e la Russia si reca alle Olimpiadi di Amsterdam. Effettua dimostrazioni e conferenze in Italia, in Inghilterra e in Germania.  Visita la sede della Società delle nazioni a Ginevra.

 

1929

Il filosofo e premio Nobel indiano Rabindranath Tagore visita il Kodokan e chiede un insegnante di judo per l’università da lui aperta a Calcutta.

 

1930

Vengono organizzati, su insistenza del Dai Nihon Butokukai di Kyoto, i primi campionati nazionali di judo del Giappone.

 

1931

Kano pubblica “Judo Kyohon” (Fondamenti del judo) una raccolta di suoi precedenti articoli sul judo.

 

1932

Kano presenzia alle Olimpiadi di Los Angeles. Durante il soggiorno visita diverse associazioni di judo nella costa ovest degli USA. Tiene una conferenza all’ Università della California del sud in cui presenta il judo agli sportivi occidentali.

 

1933

Kano è nuovamente in Europa, sarà a Berna il 19 settembre.

In Germania incontra Adolf Hitler. Gli viene imposto di parlare alla radio. Kano saluta in giapponese, esprime le sue impressioni su Berlino in tedesco e conclude in inglese presentando il principio educativo del judo.

A Londra discute di una possibile Federazione di judo mondiale.

 

1935

Kano nomina postumo Yoshiaki Yamashita primo 10° dan del judo.

 

1936

Kano è alle Olimpiadi di Berlino. Avrà occasione di premiare e di stringere la mano a Jesse Owens il velocista americano di colore che conquista 4 medaglie d’oro.

In Giappone nomina 10° dan Hajime Isogai e Hidekazu Nagaoka.

 

1938

Kano partecipa alla riunione del CIO che si svolge al Cairo dove si ridiscute la candidatura di Tokyo per le olimpiadi del 1940. Si reca poi ad Atene dove partecipa a una funzione commemorativa per il barone De Coubertin. Parte per gli Stati Uniti dove a New York incontra i rappresentanti del CIO. Attraversa in volo l’America (New York / Seattle) e raggiunge il Canada in automobile per imbarcarsi il 23 aprile, a Vancouver, per il rientro in Giappone.

Durante il rientro, il 4 maggio, muore di polmonite a bordo del piroscafo Hikawa-Maru.

 

 

 

Le foreste del Canada hanno un proprio mistero verde dove l’armonia e il selvaggio vanno a braccetto. Fra tutte le nazioni nelle quali ho viaggiato, in questa ho trovato una quiete magica. Niente caos, niente schiamazzi e nessuna voce frastornante. Silenzio e sussurri lieti, come una dolce musica prima di addormentarsi. Ebbene, spero di aver trasmesso i miei ideali sul judo in questo modo, senza urlare e senza imporli. Vorrei che il judo continuasse a germogliare in tutte le terre del mondo, ma non con forza, bensì con la delicatezza della pioggia o come le carezze della brezza marina. Sono invecchiato e come tutti gli anziani precipito nella poesia. Tornato a casa, vorrei riprendere a comporre nuovi haiku, bere del tè all’ombra del ciliegio e osservare la luna che fa capolino dal comignolo della casa del vicino. Sono felice e soddisfatto, ho ancora molto da dire e altrettanto da fare. Tuttavia, se il mio cammino dovesse improvvisamente interrompersi, non ne avrei a male: ho allenato corpo, spirito e mente, sono pronto ad affrontare qualsiasi viaggio che sia in questo o nell’altro mondo. Ma ora è tardi e gli occhi accanto alla candela si stancano in fretta. È meglio riposare.

Buonanotte Jigoro.


Jigoro Kano ci ha lasciato il judo: una disciplina sportiva, nata dalla tradizione marziale delle scuole di ju-jutsu di fine Ottocento, che vuole essere un metodo educativo.


INTERVISTA A YOSHIYUKI HIRANO

 

Yoshiyuki Hirano (classe 1977 - 6° dan) - conosciuto da tutti in Svizzera come Yoshi - è il  judoka giapponese, responsabile tecnico del JC Romont.

Yoshi ha degli ottimi contatti in Ticino ed è divenuto negli ultimi anni il tecnico di riferimento dello stage estivo che il JB Bellinzona propone a Tenero nel mese di agosto.

L'ATJB ha iniziato da poco una collaborazione con Yoshi, al quale si è chiesto di dirigere alcuni allenamenti cantonali.

Abbiamo pensato quindi di intervistarlo per conoscere meglio le sue esperienze judoistiche e il suo pensiero sul judo svizzero.

Di seguito le risposte alle nostre domande (ndr abbiamo provveduto personalmente alla traduzione dal francese).

 

 

 

Dove hai imparato a praticare judo in Giappone ?

 

Ho iniziato a sei anni al "Takata dojo" nella regione Hyogo. Era un piccolo dojo di ca.55 mq, ho praticato per sei anni.

Dai quindici anni ho frequentato, per tre anni, il liceo tecnico di "Mikage" a Kobe. Non mi sono mai allenato così tanto come in quel periodo. Sull'arco di un anno avevamo solamente quattro giorni di congedo dalla pratica del judo. Tre giorni in estate e il 31 dicembre. L'anno ricominciava il 1 gennaio con il primo allenamento !

Poi sono andato all'università di Tenri per quattro anni. L'università propone meno allenamenti del liceo, ma di maggiore "qualità". Ho vissuto con Tadahiro Nomura che è divenuto triplo campione olimpico ! C'erano anche due altri campioni del Giappone e numerosi membri dei quadri nazionali. I professori erano di alta qualità. L'allenatore principale era Yoshimi Masaki (campione del Giappone OPEN nel 1986 e 1987), vi erano inoltre i maestri Yamamoto, Fuji (quattro volte campione del mondo), Hosokawa (campione olimpico a Los Angeles 1984 e campione del mondo 1985) e Tosa.

 

 

Quale è stata la tua esperienza di combattente in Giappone ?

 

Purtroppo non ho ottenuto un podio al campionato nazionale. Mi sono qualificato due volte al campionato del Giappone junior (alle finali si qualificano solamente 18 combattenti per categoria) ma non sono andato oltre.

Ho vinto il campionato junior OPEN (senza categorie di peso) delle medie della città di Kobe, ricordo che vinsi cinque incontri e la finale, combattuta contro un judoka di 120 kg che più tardi sarebbe divenuto un sumotori professionista.

 

 

Il judo in Giappone è nel programma scolastico, come funziona ?

 

Il judo che viene proposto nel programma scolastico è una iniziazione alla disciplina. Si apprendono le cadute e dei movimenti semplici. Ho avuto modo di praticare judo alle medie e al liceo con miei amici  che si erano interessati a praticare judo come qualsiasi altro sport.

 

 

Come sei arrivato in Svizzera ?

 

Quando ero al primo anno all'Università di Tenri mi è capitato di frequentare uno stage in Francia e di effettuare un combattimento contro Sébastien Pittet (campione svizzero -66 kg all'epoca). Qualche mese più tardi Sébastien è venuto ad allenarsi a Tenri. Mi sono ricordato di lui e Sébastien si è ricordato di me, siamo divenuti buoni amici. Successivamente Sébastien è venuto regolarmenbte ad allenarsi a Tenri. L'università mi aveva richiesto di effettuare esperienze di uno o due anni all'estero, grazie a Sébastien ho avuto modo di venire in Svizzera.

 

 

Cosa pensi del livello del judo in Svizzera ?

 

Attualmente gli atleti di punta hanno un ottimo livello invece non è ancora sufficientemente sviluppato il judo di base. Il livello di competizione è certo importante ma, per me, è più importante che i judoka continuino a praticare e si impegnino per il judo lungo l'intera vita.

 

 

Credi che il judo abbia influenza la tua personalità ?

 

Se si pratica per molti anni sicuramente.

Per qualche persona il judo resta uno sport. Ma se viene praticato a lungo, si riflette di più e si comprende meglio. A dipendenza di quanto si è praticato e con chi, può certamente influenza la nostra personalità.

 

 

 

Grazie Yoshi per la disponibilità, ti aspettiamo al 25 marzo per il prossimo allenamento cantonale che sei chiamato a dirigere.

 


LA GUERRA IN EUROPA: CONSEGUENZE PER LO SPORT                 

La Russia di Vladimir Putin ha invaso l'Ucraina.

È guerra in Europa, non troppo lontano dalle nostre latitudini.

Non intendiamo qui addentrarci in discussioni di carattere politico.

Ci limitiamo ad osservare le reazioni del mondo sportivo e rileviamo come la Federazione Internazionale di Judo, abbia prima sospeso (il 27 febbraio 2022) e poi definitivamente revocato (il 6 marzo 2022) Putin dalla carica di presidente onorario e da qualsiasi altra funzione, e come il presidente dell' Unione Europea di judo il russo Sergej Soloveychik (in carica dal 2007) abbia rassegnato spontaneamente le proprie dimissioni così come il segretario generale Ezio Gamba (attuale coordinatore della nazionale russa al quale, per i risultati ottenuti alle olimpiadi del 2012, era stata conferita la nazionalità onoraria russa).

Altre organizzazioni internazionali sportive hanno adottato sanzioni nei confronti delle squadre russe limitando la loro partecipazione agli eventi sportivi internazionali.

 

Qualcuno si è chiesto: perché la IJF si è mossa e se sia giusto "confondere" lo sport e la politica ?

A mio modo di vedere, nella nostra disciplina che ha una finalità educativa importante, vi è un codice morale che costituisce la base per potersi riconoscere judoka.

Gli otto valori del codice morale, ricordati anche nel precedente numero di TDJ, hanno un senso solamente se costituiscono il punto di partenza delle scelte di chi è attivo nel judo: dal singolo judoka all'organizzazione internazionale massima.

Un presidente onorario dell'IJF che scatena una guerra di conquista non è indubbiamente in linea con i valori che il judo vuole proporre.

Benché Putin risulti portatore dell' 8° dan e gli si riconosca di saper praticare judo (esistono filmati di conferma al riguardo) è pacifico che, nel judo, la pratica senza riferimenti etici non merita alcun apprezzamento.

Un presidente onorario poi - già per il suo ruolo straordinario - dovrebbe incarnare i valori della disciplina; bene ha quindi fatto l'IJF ad intervenire subito con la sospensione e - benché Mario Vizer (presidente della IJF dal 2007) sia un buon amico di Putin - con la revoca definitiva da tutte le cariche.

 

Impedire invece a ogni atleta russo di competere ad un evento internazionale, in quanto il suo presidente ha scelto di aggredire uno Stato limitrofo, è una decisione che non mi convince.

Non tutti gli atleti russi sono schierati con Putin e, anche se lo fossero, non vedo come sia possibile scartare tutti coloro che provengono da un paese posto all'indice dalla politica internazionale.

La soluzione più equa, per altro adottata anche negli ultimi anni dall'IJF per altre situazioni, è di permettere la partecipazione alle competizioni internazionali anche ad atleti russi, senza però riferimenti allo Stato d'origine, sotto bandiera IJF, dimenticando i colori bianco rosso e blu.

 

Auguriamoci che la guerra termini presto e che non lasci sul campo uno sfracelo di morti e di povere vittime, civili e non !

  


I PROTAGONISTI DELLA STORIA: Ichiro Abe

 

 

È deceduto il 27 febbraio, all'età di 99 anni, Ichiro Abe: uno dei due ultimi 10° dan viventi del Kodokan. Verrà ricordato nel corso di una cerimonia ufficiale di commiato al Kodokan il 26 marzo.

 

Iniziò a praticare judo a 12 anni. Frequentò la scuola superiore di Tokyo. Divenne cintura nera l’anno della morte di Jigoro Kano (1938).

Venne inviato dal Kodokan in Francia nel 1951; insegnò a Tolosa e a Parigi. Non conoscendo il contesto francese al suo arrivò si venne a creare una sorta di rivalità tra il judo insegnato da Kawaishi e il “judo Kodokan” che egli proponeva.

Nel 1953 si trasferì in Belgio dove divenne il direttore tecnico della federazione; tenne corsi in tutta Europa e nel 1955 fu consigliere tecnico dell’Unione Europea.

Era considerato un tecnico straordinario e un grande pedagogo. In merito al judo sportivo si è sempre espresso in modo critico sostenendo che avrebbe causato la perdita dei valori legati alla disciplina. A suo avviso, compito degli insegnanti, era continuare a trasmettere il vero spirito del judo.

Rientrato in Giappone ha diretto dal 1969 al 1997 la sezione internazionale del Kodokan. È stato anche protagonista della “rinascita” del vero “spirito del judo”. Al termine di una intervista rilasciata nel 2003 aveva formulato il seguente consiglio: “non esiste solamente il judo competitivo, studiate un po’ più il judo, studiatelo più a fondo”.

Era stato promosso 10° dan nel 2006.

 

Ichiro Abe (1922/2022) è stato uno dei massimi tecnici di riferimento del Kodokan, 10° dan dal 2006.


NOTIZIE IN BREVE

 

In memoria di Marzio Frigerio (12.8.1940/24.2.2022).

L'ATJB ricorda il presidente del DYK Chiasso degli anni settanta/ottanta, fautore della costruzione del dojo (sede autonoma di via Cattaneo 10 a Chiasso), nonché entusiasta trascinatore della squadra di giovani che ebbero a conquistare la Coppa Svizzera l' 8.12.1984, nella finale combattuta al Palapenz contro i campioni svizzeri del JK Lausanne.

 

Sabato 5 e domenica 6 marzo si è combattuto il Praga European OPEN.

Binta Ndyaie, giovanissima promessa del judo elvetico (campionessa europea U18 lo scorso anno), si è classificata seconda nella categoria senior -52 kg. Unica sconfitta quella subita in finale, al golden score, contro la tedesca Annika Wurfel. Al terzo posto della stessa categoria la friburghese Manon Monnard.

Terzo posto nei -57 kg anche per l'esperta Evelyne Tschopp.

Tra gli uomini segnaliamo invece l'ottimo secondo posto ottenuto nella categoria -100 kg dall'argoviese Daniel Eich, sconfitto nella finale dal due volte campione del mondo portoghese Fonseca, ed il settimo posto ottenuto da Samuel Waizenegger nei -60 kg.

 

Sabato 12 e domenica 13 marzo a Bedano sono previsti un corso tecnico e un corso di kata sotto la direzione del prof. Kazuhiro Mikami (9° dan Kodokan) e Edy Bozzini (6° dan FSJ). È ancora possibile annunciarsi.


Leggi le edizioni precedenti di Ticino Dojo Joho

 

Vai all'archivio

 

 

 

 

 

© Associazione ticinese Judo e Budo ATJB

www.atjb.chinfo@atjb.ch