Nr.18 / 15 gennaio 2022

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

L'ATJB augura una buona ripresa di attività a tutti i judoka sperando che il 2022 metta finalmente fine alla pandemia.

 

Il primo numero dell'anno propone qualche osservazione sui gradi del judo, il primo quadro della storia di Jigoro Kano rappresentata con successo alla festa di Natale del DYK Chiasso, la presentazione degli All Japan Championships, il tokui-waza di Manrico Frigerio e la rubrica protagonisti della storia del judo.  

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO, è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del diciottesimo numero:

  1. I gradi del judo - Marco Frigerio
  2. Una vita vituosa: Primo quadro - Mattia Frigerio
  3. Gli All Japan Championships - Marco Frigerio
  4. Il mio tokui-waza: harai-goshi - Manrico Frigerio
  5. Protagonisti della storia del judo: Vassili Oshchepkov - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

I GRADI DEL JUDO

Jigoro Kano introdusse la prima distinzione di grado tra i praticanti di judo del Kodokan nell'agosto del 1883 allorquando promosse Tsunenjiro Tomita e Shiro Saigo 1° dan.

La distinzione "Mudansha" (non graduati) e "Yudansha" (graduati), corrispondente oggi alla distinzione kyu/dan, risale quindi alle origini del judo.

Le cinture colorate che contraddistinguono i kyu sono nate invece in Europa; fu il maestro Kawaishi che le riprese (erano già in uso in Inghilterra negli anni venti del XX secolo) diffondendole in Francia nel secondo dopoguerra. In Giappone per diverso tempo i kyu erano contraddistinti unicamente dalla cintura bianca e dalla cintura marrone.

La cintura nera destinata ai primi cinque gradi dan è una creazione originale di Jigoro Kano, non esisteva all'epoca un corrispettivo nelle altre arti marziali. La cintura bianca e rossa e la cintura rossa, che distinguono i dan superiori, sono state introdotte nel 1930 al Kodokan.

 

Attualmente la competenza di attribuzione dei kyu è dei singoli club (i colori della cintura sono bianca, gialla, arancione, verde, blu, marrone); per bimbi e ragazzini vengono anche utilizzate le "mezze-cinture" (bianca e gialla / gialla e arancione / arancione e verde).

Le federazioni nazionali hanno sole la facoltà di promuovere un praticante ai gradi dan; con esami fino al 6° dan. I gradi superiori sono titoli onorifici che vengono attribuiti dalle federazioni nazionali e/o dalle strutture organizzative internazionali EUJ e IJF sulla base di criteri che considerano la persona e quanto la medesima ha svolto in favore della promozione della disciplina.

 

Il passaggio dal primo kyu (la cintura marrone corrisponde infatti al 1° kyu) al primo grado dan (contraddistinto dalla cintura nera) è giustamente considerato un "salto di qualità". Il passaggio va dunque meritato; in Svizzera - a differenza di altre federazioni - la vittoria ai campionati nazionali o a tornei internazionali non comporta automaticamente la promozione.

Un'agonista, pur vincente, non è necessariamente sufficientemente cognito nella tecnica e nei kata.

Per potersi presentare all'esame di 1° dan è necessario adempiere ai requisiti che il regolamento impone; un requisito importante è che il casellario giudiziale sia lindo. Il judo non è una disciplina per violenti o per chi non rispetta le regole della vita sociale. Approfondendo la vita del Fondatore ci si accorge che Jigoro Kano non era certo disposto a farsi prendere per il naso dai propri allievi, anche personaggi importanti della storia del judo come Yokoyama e Mifune subirono, in gioventù, delle sanzioni.

Necessario è poi dimostrare di conoscere a sufficienza il judo: dando una dimostrazione apprezzabile del nage-no-kata e delle tecniche di nage-waza e ne-waza richieste dal programma, nonché rispondere correttamente ai quesiti della prova scritta.

 

Come tutto quello che conta, anche la cintura nera va meritata. Impegnarsi, essere regolarmente sul tatami, approfondire le tematiche del judo sono elementi imprescindibili che devono contraddistinguere chi intende presentarsi alla prova che - se superata - permette il  salto di qualità.

L'auspicio è che quest'anno vi siano judoka ticinesi che si presentino agli esami di dan e che dimostrino di essersi preparati a dovere.

 

Le cinture del judo dalla bianca in rotazione antioraria sino alla rossa. Jigoro Kano non aveva un grado, veniva chiamato Shihan che potremme tradurre come "modello assoluto"; al termine della sua carriera indossava una cintura di colore bianco più larga rispetto a quella in uso ai principianti.


UNA VITA VIRTUOSA - PRIMO QUADRO

Iniziamo con questo numero la pubblicazione di "Una vita virtuosa", racconto in cinque quadri inediti di Mattia Frigerio rappresentato sabato 18 dicembre 2021 alla cena di Natale del DYK Chiasso.

Ogni quadro consta di un riassunto dei principali eventi del periodo della vita di Jigoro Kano e di una ipotetica riflessione del Fondatore.

 

 

LA GIOVINEZZA (1860/1877)


1860

Jigoro Kano nasce il 28 ottobre a Mikage, paesino vicino a Kobe.

Quinto figlio di Mareshiba Jirosaku Kano e Sadako Kano.

 

1869

Muore la madre Sadako Kano.

 

1870

Kano si trasferisce a Tokyo dove frequenta la “Shigemichi Juku”, scuola privata in cui viene insegnato il cinese e la calligrafia.

 

1873

Kano entra nel collegio “Ikuei Gijuku”, una scuola privata affiliata alla Keio University frequentata dai figli delle ricche famiglie. Le lezioni sono tenute in inglese e in tedesco.

 

1875

Kano inizia a frequentare la “Kaisei Gakko” (che nell’aprile 1877 diventerà la “Tokyo Imperial University”) seguendo corsi di lingua inglese. Visto la sua struttura minuta è spesso vittima di bullismo.

 

1877

Kano inizia a praticare ju-jutsu con Fukuda Hachinosuke maestro della Tenshin-shin’yo-ryu.


 

Oggi, per l’ennesima volta, mi sono ritrovato di fronte a quei ragazzi grossi e arroganti. Non appena mi hanno visto, hanno iniziato a prendermi in giro per la mia bassa statura e per la mia costituzione “fragile”. Ho cercato di evitare i loro sguardi, ma non ce l’ho fatta: guardandoli negli occhi ho risposto loro per le rime. Non riesco mai a tenere la lingua a freno…. Il risultato è stato il solito: botte e insulti.

Sono stufo di prenderle così come sono stufo di litigare con mio padre. “Le arti marziali sono vecchie, è una via morta e antiquata: devi imparare l’inglese e aprirti al mondo occidentale!”

L’inglese voglio impararlo, ma vorrei anche essere in grado di difendermi da solo. Così ho deciso di disobbedire: domani andrò nel dojo di jujitsu del maestro Fukuda. Sono ben consapevole che disubbidendo offenderò e mancherò di rispetto a mio padre, ma sono stanco di prenderle. È il momento di agire.


 

Jigoro Kano ricorda nelle sue memorie di avere avuto, in età giovanile, un carattere irascibile e di avere raggiunto, dopo tre anni di pratica, una buona stabilità e mitezza.


GLI ALL JAPAN CHAMPIONSHIPS

Il 25 e il 26 dicembre 2021 si sono combattuti a Tokyo gli "All Japan Championships", trattasi della competizione più importante del Giappone che si svolge tuttora in formula OPEN (una categoria unica senza distinzione di peso).

In genere il torneo viene combattuto nel mese di aprile, a Tokyo per gli uomini e a Yokohama per le donne.

Jigoro Kano non considerava il judo uno sport, tuttavia non si oppose quando - su insistenza del Butokukai di Kyoto - nel 1930 vennero istituiti i primi campionati nazionali del Giappone; allora non vi erano distinzioni di categoria e/o grado.

La prima edizione venne vinta da Kanbe Furusawa (di cui poco o nulla è noto), la prima edizione femminile si combatté nel 1986 e venne vinta da Kaori Hachinohe (1964/..., già campionessa d'Asia nei -61kg nel 1985).

Nella storia della competizione si annoverano anche pesi medi che - pur concedendo diverse decine di chili agli avversari - sono riusciti nell'impresa di vincere il torneo, tra questi Isao Okano (1944/... - vincitore nel 1967 e nel 1969) e Shinobu Sekine (1943/2018 - vincitore nel 1972).

 

Assenti coloro che hanno combattuto ai giochi olimpici e ai mondiali, l'edizione del 2021 è stata vinta da Hyoga Ota (1997/... - 180 cm per 120 kg dell'Università di Tokai) che nella finale - opposto al vincitore dell'edizione 2020 Ryonosuke Haga (campione del mondo 2015 a -100 kg) - ha piazzato un perfetto ko-soto-gari. Tra le donne la vincente è invece risultata Shiho Tanaka (1998 - già campionessa d'Asia 2019 dei -70 kg), che in finale ha avuto la meglio su Kodama alla quale concedeva 40 chili. Tanaka è allieva della International Pacific University, il cui direttore tecnico era Toshihiko Koga.

Per entrambi è la prima vittoria al torneo; nel palmares tra gli uomini saldamente al comando è Yasuhiro Yamashita con nove vittorie (1977/1985) e tra le donne Maki Tsukata pure con nove titoli (2001/2010).


IL MIO "TOKUI-WAZA": harai-goshi

Manrico Frigerio è cintura nera 3° dan, pratica judo da 25 anni, è monitore GS e arbitro regionale. In carriera ha collezionato 4 podi nazionali.

 

Il mio tokui waza è harai-goshi, letteralmente “spazzare con l’anca”.

L’esecuzione a destra classica della tecnica prevede lo squilibrio di Uke verso l’avanti destro e la proiezione a seguito del contatto con l’anca di Tori il quale, in equilibrio sul solo piede sinistro, lo va a falciare con la sua anca destra. Affinché la tecnica sia efficace è indispensabile che Tori alleni nella fase di studio (“Uchi-komi”) l’equilibrio su un piede solo ed il contatto tra il petto di Uke e il proprio busto, per tutta la fase di squilibrio, tirando col suo braccio sinistro la manica destra di Uke.

Una variante spesso più utilizzata in gara è la versione “maki-komi” in cui Tori sacrifica il proprio equilibrio cadendo in avanti e trascinando con sé Uke.

Nella versione classica o in forma di “maki-komi”, harai-goshi è stata per tutto l’arco della mia fase agonistica una delle tre tecniche che mi ha portato le maggiori soddisfazioni in competizione. In combinazione (“renraku-waza”) con o-uchi-gari e o-soto-gari, questa tecnica mi ha permesso di avere un ampio ventaglio di efficaci opzioni offensive per la mia strategia di combattimento.

Harai goshi è una tecnica molto utilizzata da judoka aventi una struttura fisica medio-pesante come la mia. Tra i più validi esecutori di mi permetto di citare Jean-Luc Rougé, campione mondale nel 1975 a Vienna e presidente della federazione francese di judo dal 2005 al 2020, il quale ha scritto il libro "Harai-goshi" della collana Judo Masterclass Techniques che consiglio vivamente di acquistare per chi vuole approfondire.


PROTAGONISTI DELLA STORIA DEL JUDO: VASSILI OSHCHEPKOV (1892/1937)

 

Oshchepkov era un orfano russo della regione del Sud Sakhalin che, a seguito delle relazioni allora esistenti, venne mandato in Giappone a studiare. Risultando il migliore del suo corso di judo presso il seminario teologico di Tokyo gli fu permesso di praticare la disciplina al Kodokan dove divenne la prima cintura nera russa il 15 giugno 1913 (e - stando ai registri - il terzo europeo).

Fu il fondatore della prima scuola di judo in Russia a Vladivostok; organizzò anche un incontro a squadre tra Russia e Giappone il 4 luglio 1917. Una delle primissime, se non la prima in assoluto, competizione a squadre internazionale.

Sostenne poi la Rivoluzione russa divenendo un ufficiale dell’Armata Rossa nel 1921.

Insegnò judo all’esercito ma, considerando la finalità differente della pratica della disciplina per rapporto ad un utilizzo militare, approfondì altre arti marziali trasformando quanto aveva appreso in una diversa forma di lotta.

Il suo contributo fu importante per la creazione del “sambo” la lotta russa sviluppatasi a partire dagli anni Trenta ancora oggi praticata.

Dal 1927 venne inserito quale traduttore nei servizi segreti, la sua residenza divenne Mosca.

 

Nel 1937 venne accusato di essere una spia al soldo del Giappone; ne seguì la sua esecuzione sommaria. Nel 1957 il governo russo lo ha riabilitato riconoscendo essersi trattato di un errore. Sotto il governo di Vladimir Putin la figura di Oshchepkov è stata rilanciata, si sono organizzati tornei di sambo dedicati al suo nome e, a Vladivostok, è stata inaugurata un’opera monumentale che lo rappresenta mentre riceve simbolicamente la cintura nera da Jigoro Kano (vedi foto che segue).

 

NOTIZIE IN BREVE

 

 

L'ATJB ringrazia sentitamente Samuel Knoepfel, direttore uscente della federazione svizzera di judo.

Samuel è l'unico responsabile nazionale che in Ticino è stato regolarmente presente - sin dalla sua assunzione della funzione - ad eventi agonistici e ad eventi promozionali e formativi, non disdegnando di dare una mano agli organizzatori.

Quest'anno ha presenziato: ad agosto allo stage di Tenero, a settembre al primo allenamento promozionale organizzato a Chiasso, a novembre all'allenamento con competizioni arbitrate a Bellinzona e a dicembre alla seconda edizione della Kano Taiiku no hi del DYK Chiasso.

Ci mancherà poter contare su di una persona realmente disponibile e disinteressata.

 

L'IJF ha posto in vigore una serie di modifiche delle regole arbitrali destinate ad essere applicate sino ai giochi olimpici di Parigi 2024.

Torneremo sul tema in un prossimo numero.

Per il momento ci limitiamo ad osservare come, a quanto sembra, si torna ad un concetto più restrittivo dell'ippon, non essendo più sufficiente una caduta che non coinvolga pienamente la schieda. Sul tema si rinvia al filmato che l'IJF ha elaborato.

 

Un saluto a Andrea Collovà che da diversi mesi risiede in Brasile dove sta studiando e praticando brazilian-jujitsu.

Andrea è un judoka ticinese che abita a Corteglia, iscritto al JC Ceresio, anche se a squadre ha combattuto per diversi anni nella formazione del DYK Chiasso. La sua voglia di praticare l'ha portato a sperimentare varie vie, l'esperienza che sta vivendo sarà sicuramente molto arricchente.

 

L'International Judo Federation ha premiato quale miglior ippon 2021 l'esecuzione di kata-guruma dell'italiano Angelo Pantano (1997/... - già campione europeo junior nel 2014) nei quarti di finale del Grand Prix di Zagabria.

Al torneo l'italiano si è classificato secondo conquistando la sua prima medaglia senior ad un torneo internazionale di alto livello.

 

 


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