Nr.17 / 15 dicembre 2021

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

La pandemia sfugge al controllo, riflettiamo su cosa ci si aspetta da un judoka coscienzioso. Torniamo poi a parlare delle finali nazionali 2021 grazie all'intervista parallela di Christian Edouard e Martin Motta i due juniores ticinesi saliti sul podio a Bienne. Rezio Gada ci ricorda l'importanza dell'allenamento cantonale e Manrico Frigerio ci propone un commento dal codice morale del judoka. La seconda edizione della Kano Taiiku-no-hi di Chiasso completa il numero.

 

La prossima pubblicazione è prevista per il 15 gennaio 2022, il coordinatore di TDJ ringrazia coloro che hanno collaborato, rendendo possibili i 17 numeri sino a qui pubblicati, e a nome dell'ATJB augura a tutti i judoka e alle loro famiglie delle ottime festività.

 

Chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del diciasettesimo numero:

  1. Riflettiamo sulla pandemia e non solo - Marco Frigerio
  2. Intervista doppia a Christian e Martin - Marco Frigerio
  3. L'allenamento cantonale - Rezio Gada
  4. Il codice morale del judoka: il rispetto - Manrico Frigerio
  5. La Kano Taiiku-no-hi - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

RIFLETTIAMO SULLA PANDEMIA E NON SOLO

Le misure di contenimento della pandemia stanno per inasprirsi nuovamente. Il virus si diffonde, muta e sorprende. La pratica del judo, per chi ha più di 16 anni, è a rischio. Attualmente è possibile unicamente a chi è in possesso del covid pass 3G (vaccino / guarigione / tampone negativo). È probabile che il tampone - a breve - non sarà più sufficiente per poter accedere ai tatami.

Un anno fa, proprio nel mese di dicembre, il Consiglio Federale ci aveva fermato, vietando agli adulti la pratica del judo. Per altro, in quel periodo, consentita unicamente "senza contatto".

Il sottoscritto, nella primavera 2021 - allorquando era stato possibile riprendere - consigliava ai propri allievi di vaccinarsi essendo perfettamente chiaro che la pratica di uno sport di contatto non permette di "tenere le distanze", ragione per cui - sia per il rispetto dovuto ai compagni, sia per praticità - il vaccino era da ritenersi la migliore via da percorrere.

Ancora oggi ne sono convinto e suggerisco caldamente, a chi vuole praticare judo e non è ancora vaccinato, di provvedere (salvo motivi "molto particolari"). Da un judoka per altro ci si aspetta che abbia compreso che una vita virtuosa impone delle scelte da effettuarsi per il bene comune. "Prosperità e mutuo benessere", uno dei principi fondamentali espressi da Jigoro Kano, impongono soluzioni che tengono conto del contesto sociale e non solo delle proprie idee e convinzioni.

 

Malgrado la pandemia, nel secondo semestre del 2021 abbiamo ritrovato, nella pratica del judo, una normalità parziale.

L'attività di palestra non ha subito interruzioni, le competizioni per gli over 15 sono riprese, si sono combattute le finali nazionali individuali e a squadre. Purtroppo le competizioni per bimbi e ragazzi under 15 stentano invece a ripartire; da due anni non si organizzano ad esempio i campionati ticinesi.

Mi auguro fermamente che, con la prossima primavera, avremo la possibilità di far effettuare ai nostri giovani le prime esperienze agonistiche "fuori dojo" e che le occasioni per mettersi alla prova e confrontarsi con gli altri (allenamenti comuni, stage, ecc.) siano date.

Malgrado tutto la stagione in corso - grazie alla pubblicità effettuata sia a livello cantonale sia a livello locale ed ai risultati agonistici di alto livello ottenuti da judoka svizzeri (terzo posto ai mondiali di Fabienne Kocher, terzo posto europeo di Nils Stump, titolo europeo cadetto e terzo posto ai mondiali junior di Binta Ndyaie) - ci ha portato ad avere un numero di iscritti superiore alla media.

Sta naturalmente alle singole palestre non perdere chi - con l'entusiasmo del novizio - ha iniziato la pratica della nostra disciplina.

La via del judo è notoriamente lunga e la crescita pure non è immediata; il "tutto subito" - tanto caro ai nostri giovani - non è in linea con le finalità della disciplina e con il discorso educativo di Jigoro Kano.

I singoli club hanno un ruolo importantissimo da svolgere: promuovere e far amare il judo e - qualora arrivassero misure restrittive - "inventare" una forma di contatto regolare con i propri soci che possa, comunque, coinvolgere almeno in parte i praticanti.

Si impara il judo attraverso kata, randori, mondo e kogi ha lasciato scritto Jigoro Kano:

tecnica, esercizio libero, confronto dialettico tra insegnante e allievi e conferenze a tema. Certamente vi è necessità di un contatto fisico per la pratica ordinaria, tuttavia - se ciò è impossibile - alternative esistono e il judo è il metodo che insegna ad adeguarsi.

 

L'augurio sincero è che il 2022 possa essere un BUON ANNO per tutti i judoka e le loro famiglie, ma non solo. 


INTERVISTA DOPPIA

Christian Edouard (DYK Chiasso) e Martin Motta (JB Bellinzona) sono i due juniores ticinesi che a Bienne sono riusciti a salire sul podio conquistando rispettivamente l'argento a -90 kg e il bronzo a -81 kg.

Abbiamo pensato di intervistarli. Così ci hanno risposto:

 

 

Quando e come siete arrivati al judo ?


Martin: ho iniziato a praticare judo così per gioco all'età di 6 anni, durante un corso di dopo scuola proposto dal caro Osvaldo Pirola ormai pensionato.

 

Christian: la persona che mi ha fatto scoprire il judo è stata mia mamma quando avevo 5 anni. All’inizio non era molto piacevole andare ad allenamento, dato che non avevo scelto personalmente di praticare questa disciplina. Nel corso degli anni però ho saputo apprezzare questo sport, ricco di valori e insegnamenti, che riesce a procurarti sicurezza in te stesso. Oggi ringrazio mia mamma per avermi fatto scoprire questo bellissimo sport, che più di una semplice disciplina è una vera e propria scuola di vita.

 

Cosa trovate nella pratica del judo ?

 

Martin: la pratica del judo mi apporta equilibrio perché mi permette di dare sfogo alle mie energie e di ritrovarle nei momenti di stanchezza. 

 

Christian: praticando il judo si è sicuri di essere sulla strada giusta, è uno sport ricco di valori, basato sul rispetto, che ti aiuta psicologicamente nella vita quotidiana e aiuta soprattutto ad interagire correttamente con le altre persone. Inoltre essendo uno sport molto impegnativo a livello fisico, aiuta molto a mantenersi in forma e a sviluppare un fisico quasi perfetto. A mio parere è uno degli sport più completi sotto questo aspetto, dato che tutti i muscoli del corpo lavorano durante gli allenamenti.

 

Pensate che il  judo vi abbia insegnato qualche cosa ?

 

Martin: il judo mi ha insegnato molto sia a livello sportivo che personale. Nel contesto sportivo mi ha trasmesso molti valori tra cui la determinazione, il rispetto per i compagni/avversari e sano spirito competitivo. Mentre a livello personale questo sport mi ha aiutato a sviluppare disciplina e spirito autocritico, valori che reputo molto importanti nella vita di tutti i giorni. 

 

Christian: decisamente, il judo mi ha insegnato il rispetto nei confronti degli altri, a comportarmi in modo coretto con le persone. Mi ha insegnato ad essere modesto, non troppo orgoglioso e credersi qualcuno che non si è. Il judo trasmette il controllo di sé stessi, essere lucidi nelle situazioni e non farsi prendere dalle emozioni, anche nelle situazioni più tese o complicate, questo sport aiuta a ragionare, prendendo le decisioni al momento giusto e nel modo giusto.

 

Quali sono i vostri obiettivi agonistici ?

 

Martin: purtroppo con l'evoluzione dell'attuale situazione pandemica è piuttosto difficile fissare degli obbiettivi agonistici a lungo termine, ad ogni modo so che nel breve periodo il mio intento è di riuscire a riprendermi al 100% da un infortunio avvenuto recentemente e di ritornare ad allenarmi con la stessa costanza che avevo prima (in realtà chi mi conosce sa a cosa aspiro veramente...).

 

Christian: il mio sogno nel cassetto sarebbe partecipare a grandi tornei internazionali come campionati europei o mondiali. La consacrazione finale sarebbe di partecipare alle olimpiadi. Ovviamente richiede molti sacrifici ed impegni, forse in futuro sarei pronto a dedicarmi interamente a questo sport


Avete un campione di judo a cui vi ispirate ? Per quale ragione ?

 

Martin: a dir la verità non ho un campione dal quale traggo particolare ispirazione. Penso che nel judo si possa imparare da chiunque perché ognuno attraverso la propria tecnica e la propria esperienza ti può insegnare qualcosa di nuovo. In particolare nel corso di questi anni ho potuto apprendere molto grazie all'impegno e ai sacrifici dei miei allenatori Rezio e Valentina e di tutti i membri del mio Club, ma la persona che più mi ha insegnato e stimolato soprattutto al di fuori del tatami, è mia mamma. Dunque per me tutte queste persone sono dei "campioni" perché, a loro modo, hanno saputo darmi ispirazione. 

 

Christian: il mio modello è il francese Teddy Riner, una vera e propria macchina da guerra. Indubbiamente il miglior judoka degli ultimi 10-15 anni, è sempre uno spettacolo vederlo combattere. Pur gareggiando nella categoria dei +100 kg, è dotato di un’agilità sorprendente e di una forza impressionante. Cerco di basare il mio judo su di lui, cercando di dominare il più possibile i miei avversari senza lasciare loro il minimo controllo nel combattimento, per facilitare i miei attacchi e poter vincere in modo rapido e spettacolare.

 

 

Un sentito grazie agli intervistati per la loro disponibilità.

Nella fotografia che segue Martin Motta e Christian Edouard medagliati, in judogi, con Loris Perosa bronzo nei cadetti -81 kg.


L'ALLENAMENTO CANTONALE

Sin da quando iniziai a praticare la nostra splendida disciplina, ahimè orami una cinquantina di anni fa, ho sentito parlare di allenamento cantonale. Mensile, settimanale, quindicinale … a scadenza regolare si sono sempre organizzati degli allenamenti aperti a tutti i judoka ticinesi. Il grande entusiasmo iniziale andava spesso pian piano diminuendo e di pari passo la frequenza, portando all’interruzione degli allenamenti. Dopo una breve pausa l’iniziativa veniva però sempre ripresa ….

Da qualche anno l’ATJB ha iniziato a riproporre un allenamento cantonale settimanale. La scelta è caduta sul venerdì sera, perché a fine settimana anche gli studenti sono più propensi a spostarsi, senza il pensiero di doversi recare a scuola il giorno seguente e magari affrontare qualche impegnativa prova.

La sede dell’allenamento è il Dojo Dr. Ulrico Kaeppeli a Bellinzona, sede del JBCB, ideale in quanto dojo spazioso e geograficamente centrale, vicino alla stazione di Giubiasco. Orario: 19.40-21.10.
L’allenamento è rivolto a un ampio pubblico, che va dagli U15 ai master. Anche se è pensato soprattutto per judoka giovani e adulti interessati all’agonismo, con ampio spazio al randori, c’è sempre una parte tecnica (perché nel judo non si finisce mai di imparare e di perfezionare) e quindi anche degli amatori ed ex agonisti vi partecipano volentieri.

La frequenza a questi allenamenti è molto buona, da 20 fino anche a 30 judoka di cui la gran parte sotto i 20 anni, segno che i giovani si trovano volentieri per allenarsi insieme e direi hanno bisogno di incontrarsi e mantenere i contatti con compagni di altre palestre che hanno conosciuto ad altre manifestazioni o corsi, come per esempio allo stage di Tenero.

Perché è da consigliare ai nostri giovani di partecipare all’allenamento cantonale?

Perché possono incontrare judoka di altri club ed hanno la possibilità di praticare e fare randori con una maggiore varietà di partner; per migliorare nel randori bisogna farne molto e praticare con i migliori, con chi ci crea delle difficoltà e ci stimola ad impegnarci per venirne a capo,
perché un dojo “pieno” di judoka trasmette energia e stimoli,
perché chi è interessato alle gare ma appartiene a un club poco votato all’agonismo può trovare una possibilità di allenarsi adeguatamente ed essere consigliato ...
e non da ultimo, perché ci si diverte e si trovano vecchi e nuovi amici!

Ricordo che un paio d’anni fa parlando con un allenatore nazionale questi mi disse che i judoka ticinesi sono bravi, tecnicamente preparati ma forse manca loro l’intensità nel randori che i coetanei che vivono nei maggiori centri d’oltralpe trovano, dovendosi misurare spesso con numerosi compagni di alto livello nei centri regionali e questo si nota nel loro atteggiamento in gara. L’allenamento cantonale punta nel suo piccolo ad ovviare in parte a questo svantaggio.

Quindi cosa aspettate? Partecipate all’allenamento cantonale del venerdì! Vi aspettiamo.

Per informazione gli allenamenti del venerdì vengono tenuti normalmente dal sottoscritto e da Valentina Ciceri (già allenatrice nazionale U18) con la collaborazione di Romolo Fibbioli (6° dan, maestro dipl. FSJ). Quando il maestro Yoshiyuki Hirano, con cui l’ATJB collabora regolarmente da qualche anno, scende in Ticino, è naturalmente lui a dirigere l’allenamento.

Ricordiamo che, come da disposizioni del Consiglio Federale in vigore dal 6 dicembre 2021, per partecipare agli allenamenti è attualmente necessario essere in possesso del Covid-pass.


IL CODICE MORALE DEL JUDOKA: IL RISPETTO

La virtù morale di cui parliamo in quest’articolo è il rispetto.

Questo principio è un pilastro fondamentale della cultura orientale che da sempre affascina ma che non è intrinseco della nostra mentalità capitalistica europea più incentrata su sé stessi e sull’aspetto di essere ad ogni costo superiore agli altri.

Nella pratica del judo il compagno di allenamento svolge un ruolo fondamentale ed è solo attraverso il suo miglioramento che posso riuscire a perfezionare me stesso. La concentrazione durante lo studio delle tecniche e l’energia impiegata durante la pratica del randori sono risorse che vengono investite in forma efficiente e costruttiva per il proprio miglioramento solo attraverso la piena collaborazione ed armonia nel lavoro con il compagno. La collaborazione e l’armonia possono germogliare e crescere attraverso la fiducia che può nascere solo attraverso un genuino rispetto del compagno di pratica, in gergo del proprio “uke”. Senza il rispetto non è possibile praticare il judo e ogni esercizio che viene svolto durante un allenamento di judo richiede e sviluppa questa virtù: dal saluto iniziale, all’attenzione alla caduta del compagno fino all’adattare il proprio randori al livello e alla fisicità del compagno.

 

Tra i grandi campioni sportivi degli ultimi anni un ottimo esempio da citare in qualità di interprete di questa virtù è il greco campione olimpico 2004 e tre volte campione mondiale Ilias Iliadis.

Ho avuto l’occasione di partecipare ad un campo di allenamento in Austria a Mittersil e di poterlo vedere direttamente durante diverse sessioni di allenamento. La sua disponibilità e la sua capacità di praticare con tutti ed i suoi incoraggiamenti e suggerimenti forniti a chiunque lo desiderasse al termine dei randori restano per me degli eccellenti esempi di cosa significa aver compreso l’importanza di avere dei compagni di allenamento e di mostrare a tutti il meritato rispetto senza classificarli sulla base della pura qualità agonistica.

 

Ilias Iliadis (classe 1986) è oggi ambasciatore dell'IJF. Il suo palmares si compone del titolo olimpico ottenuto nel 2004 a 17 anni, di tre titoli mondiali (2010/2011/2014) e di due titoli europei (2004/2011). È un judoka rispettoso e un esempio per tutti sul tatami.


LA KANO TAIIKU-NO-HI

 

Domenica 5 dicembre ha vuto luogo al dojo del DYK Chiasso la seconda edizione della Kano Taiku-no-hi, la festa dello sport secondo Kano.

Trentaquattro i giovani judoka in età tra i sei e gli undici anni impegnati nella competizione destinata a designare i migliori judoka 2021 del dojo di via Cattaneo 10 a Chiasso.

La formula di competizione proposta prevedeva degli esercizi di caduta e di tecnica, valutati da tre giudici, e la competizione classica a tempo (senza interruzione all'ippon).

Piacevole sorpresa è stata la visita di Samuel Knöpfel direttore uscente della Federazione svizzera di judo che, nel pomeriggio, ha funto da giudice.

 

La manifestazione, già proposta nel 2020, è stata diretta dal presidente del DYK Marco Frigerio, il quale ha potuto contare sulla collaborazione degli insegnanti Paolo Levi e Mattia Frigerio e sullo staff composto all'occasione da Manrico Frigerio, Mauro Ciresa, Matteo Vizzardi, Mary Mansur e Laura Olivieri.

Palpabile l'emozione e l'entusiasmo dei giovani e giovanissimi judoka che si sono esibili, suddivisi in tre classi: 6-7 anni, 8-11 anni e pre-agonisti. Dopo le tre prove previste dal programma tutti hanno ricevuto la medaglia di partecipazione e il calendario DYK 2022, i tre migliori giovani la targa speciale. Aina Lancianesi, Matteo Assandri e Chris Caccia sono risultati i migliori delle rispettive classi.

Due accompagnatori per ogni partecipante hanno potuto assistere all'evento, previa presentazione del covid-pass.

Un bel momento che ha permesso, anche a chi ha assistito, di meglio comprendere cosa sia il judo. Samuel Knöpfler si è complimentato con l'organizzazione indicando di non avere mai visto una formula di competizione come quella applicata, molto interessante per i giovanissimi judoka.

 

Un grazie a tutti coloro che hanno presenziato e partecipato alla Kano Taiiku-no-hi 2021 del DYK Chiasso.

 

La classe dei 6-7 anni con Aina Lancianesi protagonista.

 

La classe degli 8-11 anni con Matteo Assandri protagonista.

 

La classe dei pre-agonisti con Chris Caccia protagonista.


NOTIZIE IN BREVE

 

 

JC Brugg, tra gli uomini, e Stade Lausanne, tra le donne, sono le formazioni che hanno vinto i campionati svizzeri a squadre 2021.

Organizzati dal JC Cortaillod (NE) i campionati a squadre hanno chiuso una stagione molto particolare. Per il JC Brugg si tratta del diciassettesimo titolo nazionale mentre per lo Stade Lausanne è il primo in assoluto. Da notare la presenza alla competizione del bellinzonese Luca Wyler che ha combattuto tre incontri per il JC Romont rientrando, dopo un'assenza dai tatami agonistici di oltre un anno.

 

 

L'International Judo Federation ha formalizzato quattro nomination per desgnare il miglior ippon dell'anno; candidati sono la russa Daria Kurbonmamadova, l'italiano Angelo Pantano, il francese Orlando Cazorla o il giapponese Aroon Wolf.

Nel sito della IJF (www.ijf.org) è possibile votare dopo avere visto il rispettivo filmato. Il nome del vincitore verrà comunicato il 18 dicembre 2021. 

 

 

Sabato 12 marzo 2022 a Bedano viene organizzato il corso di aggiornamento monitori G+S: capo corso Edy Bozzini, capo classe Kazuhiro Mikami. Iscrizioni entro l'11 gennao 2022 nel sito G+S.

 


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