Nr.10 / 31 agosto 2021

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

È tempo di tornare al dojo. Tutti i club affiliati alla ATJB riprendono l'attività. Ci siamo quindi interrogati sugli obiettivi della nuova stagione e sul principio di "prosperità e mutuo benessere". Completano il numero gli interventi sullo stage di Tenero 2021, la rubrica "i protagonisti della storia del judo" e la presentazione di osoto-gari che - auspichiamo - sia la prima di una serie di interventi tecnici dedicati al "tokui-waza" (tecnica preferita) di chi pratica judo in Ticino.

 

Chi avesse contributi da pubblicare in TICINO DOJO JOHO è invitato a trasmetterli al coordinatore del progetto (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).


Indice del decimo numero:

  1. Riparte la stagione - Marco Frigerio
  2. Prosperità e mutuo benessere - Marco Frigerio
  3. Lo stage di Tenero - Rezio Gada
  4. Il mio tokui-waza: osoto-gari - Marco Frigerio
  5. Protagonisti della storia del judo: Yoshiaki Yamashita - Marco Frigerio

RIPARTE LA STAGIONE

Quattordici sono attualmente i club affiliati alla ATJB.

Con il mese di settembre l'attività riprende pienamente: proposte di corsi e lezioni vengono promosse ovunque da Chiasso a Biasca. Dai bimbi di 4 e 5 anni, da ragazzini ed dai giovani con mire agonistiche, dagli adulti amatori, chi desidera avvicinarsi al judo ne ha piena facoltà.

 

Grazie alle iniziative ideate dalla commissione diffusione judo sostenuta dall'esperta marketing Clara Podestà, l'ATJB è orgogliosa di poter affermare di avere svolto il proprio compito che - in questo inizio di stagione - era indubbiamente quello di creare le premesse affinché il judo potesse essere maggiormente conosciuto, apprezzato e praticato.

Soprattutto dopo un periodo contraddistinto da limitazioni e regole che hanno ridotto fortemente le possibilità di pratica un intervento promozionale coordinato appariva necessario; l'ATJB ha colto l'attimo ed ha saputo ideare una campagna promozionale inedita incentrata sui valori del judo che ha riscosso un discreto successo.

Non bisognerà abbassare la guardia e sarà necessario continuare con la promozione a livello locale. Crediamo nel judo e nei valori che propone per cui insistiamo nel ribadirli, vediamo di rispettarli, diamoci da fare per divulgare la pratica e diamo lustro a quelli che saranno i risultati agonistici della nuova stagione.

Il judo svizzero nel 2021 ha ottenuto un bronzo mondiale, un bronzo continentale, un quinto posto olimpico e un titolo europeo under 18, che dire ? Un periodo estremamente positivo a livello di risultati, del quale tuttavia la stampa non riferisce ...

Tocca a noi mettere in risalto questi eventi; al dojo parliamo di judo (anche agonistico), informiamo le famiglie e dimentichiamo le "casacche colorate" di chi non ha meglio da fare che correre dietro a una palla (per altro per cospique somme di denaro).

 

Il motto del volantino trasmesso a tutti i club, non è pura teoria.

"Be a Judoka! (poiché) la pratica del judo ispirata ai suoi principi e valori è un'occasione di crescita personale unica!" merita piena conferma; bisognerà però che gli insegnati dimostrino di crederci veramente e risultini degni rappresentanti della disciplina.

 

Viva il Judo quindi, compagno di viaggio per una crescita personale seria e continua. 

Ai recenti campionati d'Europa under 18 la giovane Binta Ndyaie del JK Losanna ha conquistato una prestigiosa medaglia d'oro. Auguri per una carriera lunga e luminosa.


PROSPERITA' E MUTUO BENESSERE

Il principio "ji-ta-kyo-ei" tradotto generalmente come "prosperità e mutuo benessere"

oppure “tutti insieme per progredire” oppure ancora “prosperità condivisa” viene generalmente interpretato come segue: chi pratica judo non deve essere un egoista, che pensa solo a sé, ma una persona indirizzata verso un ideale più alto: il miglioramento di sè deve permettere di migliorare il gruppo e più in generale la società.

 

Per Jigoro Kano la pratica “richiede soprattutto ordine e armonia tra tutti i membri di un gruppo e questa condizione può essere ottenuta con l’aiuto e le mutue concessioni, che portano alla prosperità e al mutuo benessere.

Prosperità e mutuo benessere è la fase ideale del judo Kodokan, il fine ultimo, che può essere raggiunto solo da coloro che, avendo completamente padroneggiato l’arte e lo spirito di combattimento, hanno superato le nozioni di vittoria e di sconfitta” (vedi Judo Kodokan, 1977, pag.19).

Infatti “tutte le cose, grandi e piccole, si relazionano tra loro … se si agisce in accordo con i propri interessi rifiutando di riconoscere i bisogni degli altri, ciò porterà alla reciproca distruzione e niente è più svantaggioso o pericoloso per la società … dovremmo cessare i conflitti senza senso ed essere tolleranti” (vedi "Che cosa è il Jita-Kyoei ?” dal sito del Kodokan Institute).

 

Patrick Roux - judoka francese campione d'Europa e terzo classificato ai mondiali del 1987 -  ha osservato come, contrariamente agli sport a squadre (dove è la fusione dei talenti a contare), nel judo il progresso è dato da un costante sforzo individuale al servizio degli altri e questa è la via per progredire e far progredire (vedi L'art du judo pag.82).

Per una vera crescita nel judo è infatti essenziale il contesto e la collaborazione tra i singoli che si sviluppa nel gruppo di pratica. Non è possibile apprendere il judo operando individualmente, “la palestra di judo è il luogo dove collaborazione e aiuto reciproco non sono astrazioni che tutti condividono senza tradurle in pratica, ma sono realtà concrete e quotidiane con le quali ognuno deve fare i conti ad ogni lezione”.

 

Avendo appreso il principio, grazie alla pratica del judo, nella vita quotidiana dovrebbe essere automatico non considerare unicamente sé stessi ma avere un occhio di riguardo e di concreta attenzione per il proprio contesto sociale.

 

Sarah Asahina, dopo avere vinto la finale dei campionati del mondo di Budapest 2021, trasporta fuori dal tatami la sua avversaria Wakaba Tomita infortunatasi ad un piede.


LO STAGE DI TENERO

 

Malgrado le limitazioni imposte dalle regole covid, lo stage di judo tenutosi al Centro sportivo nazionale di Tenero dal 14 al 20 agosto si è svolto con successo – sia a livello sportivo sia ricreativo – grazie anche alla presenza di un prestigioso maestro quale Yoshiyuki Hirano e al navigato staff organizzativo del Judo Budo Club Bellinzona capitanato da Valentina Ciceri.

 

Sul tatami le sorti di questa 28esima edizione del corso, erano state nuovamente affidate al Maestro Yoshiyuki Hirano - 6° dan laureatosi alla prestigiosa università di Tenri e prof. di Judo diplomato FSJ - che, da una decina d’anni, ne ha assunto la direzione tecnica.

Il maestro giapponese non si è risparmiato nel trasmettere conoscenze tecniche e consigli alla quarantina di giovani partecipanti provenienti da 10 club della Svizzera Italiana, suddivisi in due gruppi. Il nostro sensei è stato coadiuvato nella parte judoistica da monitori qualificati ed esperti come Fabio Ciceri (resp. cantonale U15), Luca Wyler, Fabio Villa, Rezio Gada (resp. cantonale U18/U21), Camilla Gambetta e Stefania Huber che hanno anche affiancato Nice Ceresa, responsabile delle numerose attività all'aperto. Infatti, arrampicata, canoa, stand up paddle, baseball, skater hockey, unihockey, beach volley, ping pong, staffette speciali, pallanuoto e tuffi hanno completato l'intensa attività settimanale proposta ai giovani, ai quali era stata messa a disposizione, rigorosamente per il tempo libero, anche una sorta di “sala giochi” con tanto di biliardo, calcio balilla, freccette, giochi di società e carte.

A farla da padrone in questo stage estivo, ovviamente, il judo, che ha impegnato i giovani in 2/3 allenamenti giornalieri, incentrati sì sulla tecnica e la preparazione al combattimento ma anche sui fondamentali e sulla filosofia e la storia di questa arte marziale. A inizio settimana c’è stata pure la gradita visita del direttore della Federazione Svizzera di Judo Samuel Knoepfel, mentre giovedì il giovane insegnante lombardo Ismaele Vismara è subentrato al nostro Yoshiyuki .

 

L'intensa attività ha messo inoltre alla prova il team di cucina - alle prese con 40 teenager sempre affamati - però i cuochi Tiziano e Fausto sono sempre riusciti a soddisfare la vorace "clientela" avvalendosi di volenterosi aiutanti quali Margrit e Tazio.

Dopo la serata di chiusura del corso con quiz e giochi vari, ragazzi e ragazze si sono salutati venerdì pomeriggio, stanchi ma soddisfatti della settimana trascorsa assieme. I loro volti felici e il buon umore regnato per tutto il corso sono stati la miglior ricompensa per l’impegno profuso da tutti i collaboratori e dagli organizzatori di questa riuscitissima 28esima edizione.

In questo periodo che ha limitato la libertà e le possibilità di socializzare, l’aver potuto trascorrere un piacevole ed arricchente soggiorno in una vera e propria “isola felice” come il campus sportivo di Tenero, per tutti i partecipanti, dai giovani ai monitori sino ai collaboratori, è stato un vero toccasana!

Anche per questo motivo l’organizzazione dell’edizione 2022 è già praticamente iniziata … arrivederci all’anno prossimo!

 


IL MIO TOKUI-WAZA: osoto-gari

Iniziamo una nuova rubrica nella quale i judoka, che praticano nel Cantone, hanno la possibilità di illustrare - dopo una breve presentazione del proprio curriculum judoistico - la propria tecnica preferita ("tokui-waza").

 

Marco Frigerio: breve presentazione:

Pratico judo dal 1970, a sedici anni ero cintura nera, il 3 ottobre 2015 ho superato l'esame della FSJ di 6° dan. Ho praticato per anni judo agonistico, ho raggiunto 4 podi nazionali (2 junior e 2 senior), ho fatto parte dei quadri giovanili svizzeri partecipando a competizioni internazionali di rilevo. Sono stato presidente della ATJB dal 1990 al 2005, di cui sono presidente onorario. Sono presidente del DYK Chiasso dal 1985, dove insegno ai corsi amatoriali per giovani e adulti. Ho scritto tre libri sul judo: JUDO una visione globale (prima edizione 2008), JUDO: i protagonisti della storia (prima edizione 2020), JUDO: spunti per lezioni a distanza (prima edizione 2020). Sono il coordinatore di TDJ dove ho pubblicato numerosi articoli.

Il mio tokui-waza è osoto-gari.

 

Osoto-gari significa "grande falciata esterna".

È una tecnica di gamba (ashi-waza), piuttosto semplice da apprendere, molto meno da applicare "sul tempo" in randori e nel combattimento.

Osoto-gari è la tecnica di proiezione che ha caratterizzato per anni i judoka giapponesi dell'Università di Tenri che ho avuto il piacere di frequentare durante un mese, nell'ormai lontanissimo 1982.

È una tecnica che, in competizione, mi ha dato grandi soddisfazioni.

 

La descrizione: osoto-gari consiste nel falciare la gamba di appoggio di uke con un movimento ampio della propria gamba destra.

Tori deve avanzare verso uke cercando il massimo contatto con spalla, petto ed avambraccio destro alfine di creare lo squilibrio necessario.

La falciata dovrà essere portata in modo deciso con coscia e polpaccio, la punta delle dita del piede destro di tori dovrà essere rivolta verso il basso. L’intero corpo di tori dovrà seguire il movimento della gamba; questa, dopo avere caricato, scenderà verso il polpaccio di uke con movimento energico, analogamente il busto e la testa andranno a seguire.

 

Le opportunità: a mio modo di vedere la tecnica può essere applicata

  • quando uke indietreggia con la gamba destra, in questo caso tori dovrà avanzare rapidamente fino a portare il proprio piede sinistro vicino al piede destro di uke prima di procedere,  
  • quando uke avanza con la gamba destra, in questo caso tori dovrà andare incontro ad uke, anticipandolo, posizionandosi lateralmente ed andando a falciare la gamba prima che la stessa appoggi,
  • quando uke avanza con il passo sinistro, in questo caso tori dovrà anticipare il movimento inserendosi a contatto, prima che uke raggiunga la propria stabilità appoggiando nuovamente il piede sinistro,
  • quando uke si sposta lateralmente verso la propria destra, in questo caso tori dovrà inserirsi in diagonale ed eseguire la tecnica in quella direzione. A dipendenza dell'uso della gamba destra tori potrebbe eseguire osto-gari (se falcia) o ashi-guruma (se ostacola).

Una combinazione: osoto-gari / nidan kosoto-gari

Chi studia seriamente un tokui-waza deve costruire attorno alla tecnica scelta occasioni di concatenazioni. Una combinazione che mi è particolarmente cara è quella in cui, partendo da un attacco di osoto-gari tori, appoggiato il piede destro, lancia la gamba sinistra andando a falciare il piede sinistro di uke eseguendo così kosoto-gari sulla seconda gamba (nidan kosoto-gari).

L'esecuzione agonistica della tecnica richiede che tori si lanci insieme ad uke arrivando lateralmente e controllando la caduta di uke sulla schiena.

 

Osoto-gari era la tecnica praticata con successo da Masahiko Kimura (1917/1993), grandissimo agonista cinque volte campione "All Japan" sconfitto unicamente quattro volte in carriera, da Yasuichi Matsumoto (1918/1996) primo campione "All Japan" del dopoguerra e primo direttore tecnico della nazionale olimpica giapponese, nonché responsabile dell'Università di Tenri e da Yasushiro Yamashita (1957/...) imbattuto tra ottobre 2977 e aprile 1985. 


PROTAGONISTI DELLA STORIA DEL JUDO: Yoshiaki Yamashita

Yoshiaki Yamashita (1865/1935 - a volte indicato come Yoshitsugu Yamashita) apparteneva a una famiglia di samurai, studente universitario e conoscente di Jigoro Kano, iniziò a praticare judo ventenne.

Al Kodokan arrivò nel 1884 divenendo uno dei pilastri della scuola.

È ricordato per avere avvicinato i 10'000 randori all’anno, pari a 28 randori al giorno nel periodo di apprendimento.

Fu insegnante all’Accademia Navale, all’Università Imperiale, alla Scuola superiore, all’Università Waseda, alle guardie del palazzo imperiale e all’estero in particolare negli Stati Uniti dove visse negli anni 1903/1905. Si ritiene che fu il primo a effettuare una lezione dimostrativa di judo nel nord America e meglio a Seattle dove sbarcò nel settembre 1903. Tra i suoi allievi ebbe anche il presidente americano Theodor Roosevelt, al quale impartì dei corsi alla Casa Bianca nella primavera del 1904, e che promosse al grado di 1° kyu. Era assistito dalla moglie Fude, che pure era una praticante, e dal giovane Saburo Kawaguchi.

Rientrato in Giappone nel 1906 - dopo avere insegnato un anno all'Accademia Navale di Annapolis - continuò l’insegnamento del judo in varie scuole, partecipando anche alla conferenza di Kyoto del 1906 che ebbe a definire i tre principali kata del judo.

Nei filmati che ci rimangono di Jigoro Kano, Yamashita è spesso il suo uke di riferimento.

È stato, seppur postumo, il primo decimo dan della storia del judo.

 

 

Yamashita con la moglie Fude praticano judo alla Casa Bianca a Washington, si noti la totale assenza di tatami.

Leggi le edizioni precedenti di Ticino Dojo Joho

 

Vai all'archivio

 

 

 

 

 

© Associazione ticinese Judo e Budo ATJB

www.atjb.chinfo@atjb.ch