Nr.86 / 15 febbraio 2025

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


 

Questo numero contiene una riflessione sui sogni agonistici, un commento sul Grand Slam di Parigi, i risultati del torneo ranking di Oesingen, il secondo capitolo de "Il Racconto di Maruyama",  le rubriche Le speranze del judo ticinese e I protagonisti del judo.

 

CAMPIONATI TICINESI INDIVIDUALI

domenica 30 marzo 2025 alle palestre comunali di via Soave a Chiasso

Novità: per la categoria junior/senior è prevista la suddivisione per cinture (fino a cintura verde e dalla cintura blu). Un'occasione per permettere anche a chi ha iniziato "tardi" la pratica di effettuare un'esperienza agonistica.


Organizza il DYK Chiasso in collaborazione con l'ATJB.

Informazioni da richiedere a mbfrigerio@bluewin.ch.


Si ricorda che per partecipare bisogna essere tesserati alla Federazione Svizzera Judo !


Indice di TDJ nr.86:

  1. I sogni agonistici - Marco Frigerio
  2. Il Grand Slam di Parigi - Marco Frigerio
  3. Il torneo ranking di Oesingen - Marco Frigrerio
  4. Le speranze del judo ticinese: Elena Maria Rezzonico
  5. Il Racconto di Maruyama - Marco Frigerio
  6. I protagonisti del judo - Marco Frigerio
  7. Notizie in breve - Marco Frigerio

I SOGNI AGONISTICI

 

Il judo non è solo agonismo.

Lo ripetiamo da sempre sulla base degli scritti del Fondatore.

L'agonismo è tuttavia una parte importante della disciplina, nell'età a ciò predisposta. Permette infatti di mettersi alla prova, di superare i propri limiti affrontando l'ignoto e di misurare la conoscenza tecnica e capacità.

 

Quando si è giovani è naturale che si sognino traguardi importanti.

Quale sportivo non ha sognato di vincere i giochi olimpici. Ai sogni tuttavia deve seguire la concretezza e il raziocinio.

Per vincere i giochi olimpici, ma anche solo per riuscire a parteciparvi, è necessario divenire il più forte judoka svizzero della categoria, vincere o classificarsi a tornei importanti entrando nelle classifiche continentali e mondiali, e - in ogni caso - dare priorità nella propria vita, per diversi anni, al judo.

Qualcuno dei responsabili nazionali U18 e/o U21 ha veramente indicato, a chi attualmente sogna, la strada da percorrere ? È stato detto che in questa fase, dedicata al judo, non sarà certo la federazione svizzera a finanziare i bisogni del giovane sognatore ?

 

L'impressione, da esterno e oramai attempato judoka, è che oggi i responsabile federali (che per altro hanno avuto altre esperienze, provenendo per lo più da paesi esteri) invitino i giovani a sognare, imponendo loro una serie di presenze a competizioni e ad allenamenti centralizzati, senza indicare quale sia la strada da percorrere e senza renderli attenti a cosa concretamente ciò possa significare.

Partecipare a tornei in vari punti d'Europa, per altro a proprie spese, per entrare in classifica è un esercizio che può essere fatto, sulla base però di una scelta consapevole.

In Svizzera ben pochi vivono insegnando judo; difficile pensare che la pratica della disciplina garantisca un futuro professionale.

 

Ben venga il judo agonistico, preceduto però da una riflessione di base: quale l'obiettivo e cosa si è disposti a sacrificare nel tentativo di realizzare il sogno!


IL GRAND SLAM DI PARIGI

Si è combattuto nel fine settimana del 1-2 febbraio il Grand Slam di Parigi, primo torneo del Tour IJF 2025 e primo evento internazionale arbitrato con le nuove regole di competizione.

50 le nazioni presenti per 287 combattenti.

La Svizzera non ha presenziato.

 

Nella prima giornata assoluto protagonista Romain Valadier-Picard, ventiduenne parigino che a -60 kg, esprimendo un buon judo, ha vinto quattro incontri.

Nella finale ha avuto la meglio del giapponese Kenta Sekimoto con due waza-ari.

Tre categorie femminili su quattro sono state vinte da judoka nipponiche. Nei -52 kg si è imposta la ventiquattrenne Kisumi Onori che in finale ha superato la connazionale Kokoro Fujishiro, dopo che in semifiinale si era sbarazzata della kosovara, campionessa olimpica di Tokyo, Distria Krasniqi grazie ad un passaggio al suolo.

Per l'Italia era atteso Manuel Lombardo che però non è andato oltre il quinto posto nei -73 kg vinti dal ventottenne uzbeko Shakhram Ahadov che in finale ha superato il kosovaro Akil Giakova.

 

Nella seconda giornata da segnalare la vittoria del ventitrenne coreano Jonghoon Kim nei -90 kg, categoria in cui combattevano i campioni del mondo 2024 Goki Tajima e 2023 Luka Maisuradze. Ippon grazie a una combinazione seoi-nage e kouchi-gari sul georgiano nella finale.

Ai Tsunoda Roustant, ventiduenne spagnola con padre giapponese e madre francese entrambi judoka, ha vinto la categoria -70 kg sconfiggendo due avversarie giapponesi: al primo turno per squalifica Utana Terada e in finale Mayu Honda per ippon.

Nei +100 da segnalare la vittoria del russo Inal Tasoev, campione del mondo 2023, che - a seguito del ritiro di tutti i judoka russi - non aveva potuto prendere parte ai giochi. Tasoev si è preso così la rivincita vincendo a Parigi e chiudendo da protagonista il torneo (la finale dei massimi è da sempre l'ultimo incontro). Avesse combattuto lo scorso luglio "il buon Teddy transalpino" avrebbe avuto filo da torcere.

 

Che dire delle nuove regole?

La reintroduzione del yuko ha permesso di semplificare l'attribuzione delle vittorie.

Le finali hanno avuto una durata ragionevole e si sono visti anche dei begli ippon.

 

I vincitori:

-60 R. Valadier-Picard FRA

-66 R. Pashayev AZE

-73 S. Ahadov UZB

-81 F. Gauthier Drapeau CDN

-90 J. Kim KOR

-100 D. Kostoev UAE

+100 D. Tasoev RUS

 

-48 M. Kondo JPN

-52 K. Omori JPN

-57 M. Fawaz FRA

-63 H. Kaju JPN

-70 A. Tsunoda Roustant ESP

-70 P. Sampaio POR

+70 L. Fontaine FRA


TORNEO RANKING DI OESINGEN

 

Buona partecipazione al torneo di Oesingen nel fine settimana del 1 e 2 febbraio.

Questi i risultati dei combattenti ticinesi.

Per le categorie scolari era presente Yoshi HIrano a supervisionare, per la prima volta, gli under 15 e under 13.

 

 

Senior

Loris Perosa (JB Bellinzona) primo a -81 kg

Angelo Melera (JB Bellinzona) secondo a -73 kg

Martino Gada (JB Bellinzona) terzo a -81 kg

Maurizio Kocher (DYK Paradiso) terzo a +100 kg

 

 

U21

Loris Perosa (JB Bellinzona) secondo a -81 kg

Jonas Perosa (JB Bellinzona) terzo a -81 kg

Chiara Ambrosini (JK Biasca) terza a -57 kg

 

 

U18

Elena Callegari (DYK Chiasso) prima a -70 kg

Jonas Perosa (JB Bellinzona) primo a -81 kg

Luke Bürgisser (DYK Chiasso) secoondo a -90 kg

Ginevra Monté Rizzi (DYK Chiasso) terza a -63 kg

 

 

U15

Christian Perosa (JB Bellinzona) primo a +60 kg

Oleksii Dmytrashyk (DYK Chiasso) quinto a -40 kg

Chris Caccia (DYK Chiasso) quinto a -55 kg

 

U13

La competizione prevedeva poules all'italiana da 3 o 4 combattenti

Prima

Arianna Bianchi (DYK Chiasso)

Secondi

Rodrigo Pereira (JK Biasca)

Natan Weber (DYK Chiasso)

Noah Beggia (JK Biasca)

Selina Perosa (JB Bellinzona)



LE SPERANZE DEL JUDO TICINESE

 

Abbiamo iniziato una nuova rubrica destinata a dare voce alle giovani speranze del judo ticinese. Non importa se agonisti o se praticanti di palestra.

Chi non ha ancora compiuto i 18 anni è invitato ad esprimere il suo pensiero sul judo, sulle proprie esperienze e su quanto ha appreso ed apprende praticando la disciplina.

Grazie a Elena Maria Rezzonico del JBC Lugano che ci ha trasmesso il contributo che segue.

 

 

Mi chiamo Elena Maria Rezzonico. 

Ho iniziato a fare judo il 2024 a settembre, quindi sono cintura bianca.
Mi piace judo perché ogni lunedì imparo sempre qualcosa di nuovo, per esempio come cadere lateralmente. Un'altra cosa che mi piace del judo è che divertendomi imparo a difendermi.

 

Elena Maria Rezzonico del JBC Lugano.

Ha iniziato a praticare a settembre 2024. Lungo è il cammino che ha appena intrapreso. Le soddisfazioni però non mancheranno e la crescita personale neppure.


IL RACCONTO DI MARUYAMA: capitolo 2

 

“Sono stati festeggiamenti allegri. Shinnosuke e Kaori erano visibilmente emozionati ed entusiasti per l’inizio della loro vita comune; d’altronde sono undici anni che si frequentano. Ho avuto modo di visitare la casa di Kumamoto in cui abitano, mi ha colpito il giovane ciliegio posato nel giardino come segno di ben augurio futuro. Credo che la coppia avrà modo di trovare il proprio equilibrio, rimanendo a rimirarlo nella sua crescita negli anni a venire riposando sulle sedie a dondolo della splendida veranda. Un luogo di pace e meditazione interno alla propria casa decisamente opportuno.”

Takero Maruyama ascoltava Hifumi che lo relazionava in merito alla visita a Kumamoto che aveva effettuato per suo conto. “Mi fa piacere. È chiaro che il giorno del matrimonio è un momento unico, non ho avuto occasione di verificarlo personalmente ma immagino sia un punto di svolta decisivo: da individuo singolo si passa alla coppia. Anche il modo di pensare si dovrebbe trasformare. Shinnosuke è sempre stato un ragazzo serio e profondo non ho dubbi che farà quanto necessario per fare in modo che tutto funzioni. Conosco poco Kaori, ho però sempre avuto l’impressione che sia in perfetta sintonia con le aspirazioni di vita di Shinnosuke.”

Anche io conosco poco Kaori” replicò Hifumi. “Mi ha però sempre colpito per la sua determinazione e la “joie de vivre” che riesce ad esprimere in tutto ciò che fa. Sono certo che, nel giro di poco tempo, sentiremo parlare di bimbi in arrivo. Saranno sicuramente degli ottimi genitori, presenti ed attenti”.

“Essere genitore è tutt’altro che semplice” riprese Maruyama. “Mio padre è divenuto genitore tardi. Troppo vecchio per comprendere che vi è altro, oltre alla trasmissione del proprio sapere. Quando penso alla mia infanzia credo che vi dovrebbe essere un limite di età per essere padre. Ogni stagione ha il suo perché. Chi le confonde pensando di essere “ever young” è fuori dalla realtà. Il rischio di creare danni collaterali è concreto. Per mia fortuna ho potuto contare sui consigli di Kumiko in gioventù.”

“A Kumamoto ho incontrato Saito, l’allenatore della nazionale” aggiunse Hifumi, dimenticandosi di chiedere al maestro chi fosse Kumiko. “Era piuttosto allegro ed ha raccontato una storiella su Shinnosuke che non conoscevo. Pare che, allorquando erano di stanza a Colonia, in attesa di partecipare ai campionati del mondo juniores di Madrid, vennero portati ad ascoltare un’opera lirica. Sembra che Shinnosuke ne rimase così impressionato che, nei giorni a seguire, continuò a canticchiare brani dell’opera. Saito l’avrebbe allora soprannominato Cio-cio san e l’avrebbe addirittura scelto quale secondo di categoria per quei mondiali, proprio per la sua particolarità. Una storia incredibile, confermata per altro dal fatto che Shinnosuke ha voluto concludere la festa di matrimonio ascoltando il coro a bocche chiuse di quell’opera: Madama Butterfly di Puccini. Personalmente l’ho trovato un brano originale e interessante, anche se distante parecchio dalla nostra tradizione.”

“Non mi sorprende” concluse Maruyama “Shinnosuke è sempre stato un ragazzo speciale, continuamente alla ricerca di stimoli positivi. Non conosco quel genere di musica. Non sono mai stato in Europa. Sono convinto però che la buona musica possa essere un’ottima compagna di vita. Buona è la musica che trasmette sensazioni positive e pacifiste; fatico quindi a seguire certe forme moderne di suoni irrazionali e gli inni propagandistici.”

 

Hifumi non vi aveva fatto caso ma, anche quel giorno, il maestro Maruyama appariva in difficoltà. Il suo sguardo era sofferente e il colorito anomalo. Nessuno però sembrava essersi reso conto che vi era qualche cosa che non andava, tutte le attività al dojo proseguivano come se nulla fosse.

Maruyama invece ne era consapevole, aveva compreso che il suo inverno era iniziato anzitempo e, stante i segnali che il suo corpo trasmetteva, si era convinto che sarebbe stata una breve stagione.

Aveva quindi risolto di raccogliere la storia della sua famiglia in una sorta di densho[1] destinato a chi avrebbe dovuto succedergli nella direzione della scuola e così di seguito.

“Ancora una cosa Hifumi” aggiunse pertanto, prima di lasciare il dojo e dirigersi verso casa, “avrei piacere di raccogliere la storia di mio padre e le mie esperienze di vita in uno scritto. Necessito però della tua collaborazione. Ho riflettuto parecchio, in queste ultime settimane, e ho pensato che, superati i cinquantacinque anni, è tempo di tirare le somme. Dovresti però aiutarmi. Come avrai notato non sono in perfetta salute ed ho qualche difficoltà a concentrarmi nella scrittura. Se fossi disponibile a fungere da segretario domani vorrei cominciare il racconto.”

“Nessun problema Maestro, conti pure su di me. Sono certo che ha molto da trasmettere; dalle esperienze del passato, tutti noi potremo solamente imparare. Ci ha sempre indicato che il judo non è solamente uno sport ma una scuola di vita, che intende trasmettere valori e principi. Indicazioni pratiche al riguardo saranno senz’altro utili a tutti coloro che vorranno perseguire la corretta promozione della disciplina.”

Maruyama apprezzò la risposta. Sapeva di poter contare su Hifumi. Non era il suo allievo preferito ma gli era fedele, lo rispettava e avrebbe fatto il possibile per venire incontro alle sue richieste. Alla mente gli tornarono le parole di Kumiko “quando sarà arrivata la fine della tua vita ricordati di chi ti è stato vicino, trova il modo di compensarlo e il tuo ricordo rimarrà nel tempo.

 

E fu così che “Il Racconto di Maruyama” ebbe inizio.

 

 

“Il judo è un insieme di elementi, costituiti da un lato da uno spirito intraprendente, attivo, ardito; dall’altro dalla discrezione e dalla continenza incline alla concordia. E il suo valore, vero e grande, sta proprio nella combinazione di tali elementi, distribuiti e misurati secondo le leggi dell’armonia.”[2]

 



[1] I “densho” erano i libri segreti delle antiche scuole di ju-jutsu, tramandati da maestro ad allievo.

[2] Kano, L’allenamento come elemento di successo e di gratificazione nella vita, Judo (marzo 1915).


I PROTAGONISTI DEL JUDO: Akitaro Ono (1876/1942)

 

Akitaro Ono è noto per avere fatto parte del quartetto dei “Four kings of Cuba”.

Come gli altri esponenti del gruppo si era formato al Kodokan, prima di trasferirsi all’estero alla ricerca di fortuna.

 

Ono arriva a Londra nel 1905 con il grado di 4° dan.

Inizialmente collabora con Sadakazu Uyenishi (1880/1951) jujitsuka che, giunto a Londra nel 1890 per unirsi alla scuola di Baritsu, vi rimase sino al 1908. Noto con il nome di Raku, Uyenishi combatté nei music hall divenendo una figura conosciuta.

Ono iniziò quindi ad esibirsi nelle sfide dei music hall che avevano lo scopo di far conoscere la bontà del proprio metodo.

L'esito delle sfide con i lottatori erano però influenzate dalle regole applicabili; nella lotta greco-romana, ad esempio, era vietato l’uso delle gambe, degli strangolamenti e delle lussazioni. La forza acquisiva di conseguenza una importanza superiore.

Grazie alla sua stazza Ono fu il solo giapponese del periodo a poter affrontare incontri importanti.

Tra le sfide sostenute è passata alla storia quella con i fratelli Emilio e Giovanni Raicevich, quest'ultimo considerato il più grande comabattente di lotta greco romana del periodo. Emilio venne sconfitto grazie a un harai-goshi, al contrario di Giovanni che riuscì a sconfiggere due volte il giapponese: nell’incontro di semifinale dei campionati del mondo professionistico di lotta tenutosi a Parigi nel 1908 e nel torneo delle nazioni del 1911 tenutosi a Milano.

Nel 1907 Ono prese parte anche al tour europeo di Maeda e Satake, che ritroverà a Cuba nel 1911 e con i quali – unitamente a Tokugoro Ito - conoscerà un periodo di grande popolarità.

Ono non seguirà il gruppo in Sud America e tornerà in Inghilterra dove rimarrà sino alla morte sopravvenuta nel 1942.

 

 

Akitaro Ono fu un judoka trasferitosi a Londra, che percorse la strada dei combattimenti professionistici esibendosi nei music hall per denaro.

Fece parte dei Four kings of Cuba, un quartetto di judoka che per qualche anno divennero famosi per le sfide con i lottatori e i pugili.


NOTIZIE IN BREVE

 

Al Grand Slam di Parigi Loretta Cusak Doyle (classe 1963) è stata insignita del 9° dan onorifico.

Bronzo mondiale ai primi campionati del mondo femminili del 1980. Campionessa mondiale alla seconda edizione nel 1982, dopo essersi imposta in finale su Kaori Yamaguchi. Due volte campione d'Europa.

La scozzese ha anche assunto funzioni all'interno della IJF in particolar modo nella commissione educazione.

 

 

Dieci giovani judoka del DYK Chiasso prenderanno parte il 22 e 23 febbraio al torneo Karuna di Vienna.

Saranno seguiti a bordo tatami da Paolo Levi, da dieci ani responsabile della formazione degli agonisti chiassesi.

Chi partecipa alla trasferta avrà anche modo di visitare, per quanto possibile, la capitale austriaca patria del valzer e della Sacher torta.

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