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Questo numero contiene: una riflessione sul "quinto posto", i risultati delle finali nazionali di Yverdon e del Grande Slam di Tokyo. Troviamo poi il secondo intervento della nuova rubrica "Le speranze del judo ticinese", il 60esimo capitolo de "Le stagioni del ciliegio" e la rubrica mensile "I libri del judo". Essendo l'ultimo numero dell'anno non può mancare il tradizionale quiz di Natale al quale tutti i lettori sono invitati a partecipare ! |
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Indice: - Il "quinto posto" - Marco Frigerio
- I campionati svizzeri 2024 - Marco Frigerio
- Il Grande Slam di Tokyo - Marco Frigerio
- Le speranze del judo ticinese: Marzio Cavalli
- Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
- I libri sul judo - Marco Frigerio
- Notizie in breve - Marco Frigerio
Le pubblicazioni di TDJ del 2024 terminano con questo numero. Riprenderanno con il nr.85 nel 2025; la prima uscita è prevista entro il 15 gennaio. L'auspicio di chi scrive è di avere una maggiore collaborazione dai club. Il 2025 sarà il quarto anno di TDJ: la newsletter che vuole interessare e informare chi pratica judo in Ticino sulla storia, sul senso della disciplina e sugli eventi previsti.
Una buona lettura e i migliori auguri di buone festività a tutte le vostre famiglie.
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QUIZ DI NATALE Chi, tra tutti coloro che avranno risposto esattamente alle sei domande che seguono, verrà estratto, vincerà una copia del racconto "Le stagioni del ciliegio". Se già ne dispone il premio verrà definito altrimenti. Per rispondere alle domande è sufficiente avere letto i 22 numeri di TDJ del 2024 ! 1. Come si chiama la campionessa svizzera già terza classificata ai campionati del mondo che la federazione non ha mandato ai giochi di Parigi preferendole, a -52 kg, una junior? 2. Come si chiama il judoka francese che ha vinto il suo terzo titolo individuale nei +100 kg ai giochi di Parigi ? 3. Come si chiama la judoka giapponese che, dopo essersi presa ippon al primo incontro dei giochi di Parigi, ha pianto "come una disperata" ? 4. Quale nazione ha vinto la medaglia d'oro al torneo olimpico di Parigi nella competizione a squadre (team misto)? 5. Come si chiama il presidente della federazione svizzera rieletto all'assemblea del 1 giugno 2024? 6. Nel capitolo 59 de "Le stagioni del ciliegio" il protagonista Shinnosuke e la moglie Kaori sono costretti a fermarsi una notte a Noizu, alla frontiera italo-svizzera a causa di uno sciopero. Quale è, in italiano, il vero nome della cittadina che in giapponese viene chiamata Noizu? Le risposte sono da inviare a mbfrigerio@bluewin.ch entro il 31.12.2024 ! |
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IL "QUINTO POSTO"Partecipare alle finali nazionali o più in generale a un torneo ed arrivare quinto, dopo avere perso la finalina, non è il massimo. Per poco si è mancato il podio. Si torna a casa con rimpianti e (qualche volta) con la tentazione di mandare tutto a quel paese. La domanda che, a volte ci si pone, è chi me lo fa fare? Non c'é da nascondersi dietro a un dito: l'allenamento degli agonisti non è la piacevole lezione del corso amatoriale. L'allenamento degli agonisti deve prevedere uno sforzo intenso in cui, ogni volta, si cerca (o si dovrebbe cercare) di dare il massimo e di andare oltre i propri limiti. Lo sforzo e la fatica trovano soddisfazione se il risultato arriva. Shohei Ono, che (ancora recentemente) ho avuto la fortuna di incontrare, ha indicato chiaramente a chi era sui tatami a Chiasso (purtroppo pochi) che, per poter realmente apprendere a dominare una tecnica, è necessario ripeterla, ripeterla e ripeterla. Ono allenava le sue tecniche 1000 (mille) volte al giorno in forma di tandoku-renshu (da soli) e grazie ad adeguati esercizi di uchi-komi e nage-komi. Anche senza voler prendere alla lettera il "miglior judoka dell'ultimo decennio" è innegabile che, per progredire nell'apprendimento di una tecnica e saperla utilizzare con combinazioni e varianti, il carico di allenamento deve costantemente aumentare e così il numero delle ripetizioni. Quando - dopo avere fatto il possibile e l'impossibile per progredire - si manca l'obiettivo, raggiungendo il fatidico "quinto posto" è naturale rimanere delusi (ndr nel judo non esiste il quarto posto a meno che i combattenti siano inferiori a cinque). Il "quinto posto" va digerito tuttavia, come tutti gli eventi negativi con i quali la vita ci confronta. Il judo di Jigoro Kano (che poco ha a che vedere con l'agonismo esasperato) vuole insegnare che dopo una vittoria ed anche dopo una sconfitta la domanda che ci si deve porre è: quale il mio prossimo obiettivo? Definito l'obiettivo andranno poi utilizzate nuovamente tutte le proprie energie alfine di ottenerlo. Recriminare e lamentarsi non serve è uno spreco di energia totalmente inutile. Il judo ci insegna che per mirare ad un risultato nella vita è necessario impegnarsi al massimo: "Finché l'essere umano è convinto della sua azione, di aver utilizzato la sua energia nel modo più efficace, non prova sentimenti di sconforto né di turbamento, in quanto il fatto di impiegare al massimo la sua forza è un'impresa che non lascia adito o spazio ad altre considerazioni. I rimorsi e le angosce sono difatti uno stato mentale dovuto all'irresolutezza, oppure al pensiero di non avere compiuto ciò che doveva essere fatto" (Kano, Discorso sui tre livelli del Judo, Judo luglio 1918). Chi conosce il judo sa però anche che il "quinto posto" ottenuto in una categoria numerosa, dopo avere vinto alcuni incontri e realizzato magari qualche bel ippon, vale certamente di più di un primo posto ottenuto senza avversari ! |
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Luca Wyler (JB Bellinzona) è campione svizzero +100 kg 2024. Classe 1992 Luca è indubbiamente il judoka ticinese più titolato della storia. È anche membro di comitato cantonale ed attivo monitore sempre presente ai vari eventi che l'ATJB e/o il suo club organizza. Complimenti vivissimi ! |
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I CAMPIONATI SVIZZERI 2024
I Campionati Svizzeri 2024 (U18 - U21 e senior) si sono conclusi con due titoli nazionali e complessivamente 7 medaglie per il Ticino grazie ai club del JB Bellinzona (4) e del DYK Chiasso (3). Nei senior: Luca Wyler (JB Bellinzona) ha conquistato il suo quinto titolo svizzero nei +100 kg senior. L'impegno e la dedizione che mette nella pratica del judo sono da sempre esemplari; in finale ha avuto la meglio su Esteban Piquerez (RC Chavannes) per ippon. Gli abbiamo chiesto un commento, così si è espresso: "Questo titolo è frutto del lavoro dei monitori che ho incrociato nei miei 26 anni di judo. Ognuno ha contribuito in parte. Il judo è una disciplina individuale ma senza compagni, allenatori, club, associazione/federazione nessuno può progredire. Ringrazio tutti per il loro contributo. Sono molto felice di essere riuscito tecnicamente, tatticamente e mentalmente a portare in Ticino, in particolare a Bellinzona, questo titolo". Negli U21: Alessandra Regazzoni (JB Bellinzona) ha vinto il titolo negli U21 -70 kg, categoria nella quale ha dovuto controntarsi con un'unica avversaria, che ha superato agevolmente vincendo i due incontri diretti per ippon. La vicecampionessa mondiale junior della categoria, April Fohoud, non ha partecipato alla competizione junior avendo vinto il titolo senior grazie a 4 ippon. Kai Bürgisser (DYK Chiasso) si è classificato secondo nei -90 kg. In finale ha incontrato Lorenzo Enz (JC Carouge) che, in una fase di contatto è riuscito a proiettarlo per ippon. Per il terzo anno consecutivo Kai è vicecampione svizzero. Negli U18: Martino Gada nei -81 kg (JB Bellinzona), Clarissa Bernasconi (JB Bellinzona) nei -48 kg in una poule a cinque, Ginevra Monté-Rizzi (DYK Chiasso) nei -63 kg e Elena Callegari (DYK Chiasso) nei -70 kg hanno ottenuto il terzo posto. Diversi ticinesi hanno combattuto la finalina senza però ottenere il podio. Il "quinto posto" è sempre un risultato di scarsa soddisfazione tuttavia costituisce un punto di ripartenza. Avanti quindi con il massimo impegno: alle prossime finali manca un anno e il tempo per allenarsi a dovere e migliorarsi certo è dato ! Questi i campioni svizzeri senior 2024: -60 kg Romain Baud (JC Romont) -66 kg Loan Celikbilek (JC Delemont) -73 kg Freddy Waizenegger (JC Servion) -81 kg Loic Gerosa (JC Le Samourai) -90 kg Ciril Grossklaus (JC Brugg) -100 kg Simon Gautschi (JC Arashi Kulm) +100 kg Luca Wyler (JB Bellinzona) -48 kg Priscilla Rosset (JC Morges) -52 kg Jessica Gurba (Porrentruy) -57 kg Charlotte De Gregorio (JC Le Samourai) -63 kg Aline Rosset (JC Morges) -70 kg April Fohoud (JC Cheseaux) -78 kg Delia Vetterli (JC Uster) +78 kg Tessa Ebona (JC Lemanique) |
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IL GRANDE SLAM DI TOKYOSabato 7 e domenica 8 dicembre si è combattuto l'ultimo torneo Grande Slam dell'anno. Il torneo di Tokyo. 44 le nazioni rappresentate per 274 combattenti. Quattro giapponesi erano presenti per ogni categoria di peso. Nessun judoka svizzero era invece a Tokyo. L'evento è stato aperto dal triplo campione del mondo Tadashiro Nomura che ha presentato il koshiki-no-kata. Il campione giapponese, oggi 8° dan, è nato in una famiglia di judoka; lo zio è stato campione olimpico a Monaco (1972). Nomura ha iniziato a praticare judo a tre anni. Nell'intervista rilasciata a IJF ha dichiarato che al termine della propria carriera di atleta ha saputo individuare nuovi obiettivi, quali il coaching, che gli hanno permesso di continuare e crescere nel cammino del judo. Prima del blocco finale una schiera di giovanissimi judoka si è resa protagonista di una dimostrazione in cui i partecipanti hanno avuto modo di esprimere al meglio la propria passione per il judo. La prima giornata è stata dominata dai judoka giapponesi. Tutte e sette le finali si sono combattute tra judoka del Sol Levante. Una nuova generazione si appresta a divenire protagonista del prossimo quadriennio. Nei -48 kg tutte e quattro le judoka salite sul podio, erano atlete di casa. La vincitrice è stata la ventitrenne Wakana Koga, già vicecampionessa del mondo 2022. In finale si è imposta grazie ad un seoi-otoshi insistito su Misuki Kondo. Nei -60 kg il ventiduenne Taiki Nakamura campione del mondo juniores 2022, ha superato in finale il ventottenne, bronzo olimpico, Rjuyu Nagayama. Bel incontro con entrambi i contendenti all'attacco senza però riuscire a concludere. La vittoria è stata assegnata dal terzo shido. Nei -73 kg la vittoria è andata al ventenne Ryuga Tanaka che in finale ha superato il vicecampione del mondo 2024 Tatsuhi Ishihara per somma di ammonizioni. Nella categoria era presente anche il trentatrenne Suichi Hashimoto (bronzo ai giochi di Parigi) che si è dovuto accontentare del quinto posto. Nella finalina è stato superato per tomeo-nage dal connazionale Sushuke Uchimura. Vittoria con lacrime per la ventiquattrenne Mika Adachi a -57 kg che in semifinale ha superato l'esperta Momo Tamaoki già vicecampionessa del mondo 2021 ed in finale Meguchi Fuchida grazie ad un wazaari attribuito a serguito di un contraccolpo suicida dell'avversaria. Nella seconda giornata i giapponesi, pur vincendo sei categorie su sette, sono risultati meno dominanti. Unicament nei -70 kg e nei + 100 kg la finale è stata combattuta da due judoka del Sol levante. Nei -100 kg nessun giapponese sul podio. Vittoria al russo Matvey Kalinikovskiy che in finale ha superato l'italiano Gennaro Pirelli grazie a una leva al suolo. Nei -90 kg finale di altissimo livello tra il giapponese vicecampione olimpico Sanshiro Murao e il georgiano Lukas Maisuradze (campione del mondo 2023). Il giapponese si è imposto con un waza-ari ottenuto al golden score per ashi-waza. Da notarsi che in semifinale Murao aveva legittimato la sua partecipazione ai giochi superando il connazionale campione del mondo 2024 Goki Tajima. Nei -78 kg vittoria per la ventiduenne Ikeda Kurena che in finale ha immobilizzato la campionessa mondiale junior 2023 coreana Minju Kim. Questi i vincitori: -60 kg Taiki Nakamura JPN -66 kg Takeshi Takeoka JPN -73 kg Ryuga Tanaka JPN -81 kg Sotaro Fujiwara JPN -90 kg Sanshiro Murao JPN -100 kg Matvey Kanikovskiy RUS +100 kg Kanta Nakano JPN -48 kg Wakana Koga JPN -52 kg Kisumi Omori JPN -57 kg Mika Adachi JPN -63 kg Haruka Kaju JPN -70 kg Mayu Honda JPN -78 kg Kurena Ikeda JPN +78 kg Mao Arai JPN |
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LE SPERANZE DEL JUDO TICINESE Con l'ultimo numero abbiamo iniziato una nuova rubrica destinata a dare voce alle giovani speranze del judo ticinese. Non importa se agonisti o se praticanti di palestra. Chi non ha ancora compiuto i 18 anni è invitato ad esprimere il suo pensiero sul judo, sulle proprie esperienze e su quanto ha appreso ed apprende praticando la disciplina. Grazie a Marzio Cavalli del JK Muralto che ha accolto il nostro invito ad esprimersi. L'auspicio è che anche judoka di palestre non use a comparire nella presente newsletter si annuncino. Mi chiamo Marzio Cavalli, ho 17 anni e faccio parte del Judo Club Muralto sin da quando ne avevo 6. Ho iniziato su suggerimento dei miei genitori che mi hanno iscritto a delle lezioni di prova. Da quell’anno era possibile già iniziare a 6 anni invece che a 7. Questo sport mi ha accompagnato nella crescita, insegnandomi disciplina, rispetto e la capacità di imparare a conoscere i miei limiti, non soltanto fisici. Attualmente gli allenamenti si svolgono il lunedì ed il giovedì, dalle ore 19.30 alle 21.00. Durante la pandemia da Covid-19 gli allenamenti si sono interrotti, e riprendere l’attività è stato fisicamente impegnativo. Inoltre, sto seguendo un apprendistato con maturità integrata, e riuscire a conciliare gli orari di studio serali con quelli degli allenamenti richiede un’organizzazione ancora maggiore e, a volte, anche qualche rinuncia. Mi sto preparando per il passaggio alla cintura marrone e posso dire di non aver mai perso la passione per il judo. Quando riesco a perfezionare una determinata tecnica ciò mi dà molta soddisfazione, così come sentirmi parte del club, prima come bambino, poi come ragazzo e ora nel gruppo degli adulti. Lo trovo uno sport veramente completo che consiglierei a chiunque. |
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Marzio Cavalli, cintura blu del JK Muralto ci ha trasmesso il suo contributo. Ascoltare la voce dei giovani che praticano nei nostri dojo è importante. La divulgazione del judo non avviene solo tramite i risultati agonistici, spesso sono i praticanti che amano essere attivi al dojo e che contribuiscono a dare una mano agli eventi a fare la differenza. Grazie. |
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LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 60) Erano passati alcuni anni dalla gita in Europa e Shinnosuke, che si muoveva oramai poco, aveva dovuto interrompere anche l’insegnamento agli adulti. Da qualche tempo le ginocchia gli facevano un gran male, si era però sempre sforzato di camminare. Gli piaceva ancora passeggiare, appoggiandosi al bastone, lungo il viale dei ciliegi che conduceva alla scuola dove aveva insegnato judo per decenni. Da quando Kaori non usciva più faticava a partecipare a qualsiasi evento, sia pur famigliare. Noriko veniva a trovarli regolarmente e cercava di essere d’aiuto. Aveva tuttavia la sua vita e i suoi figli, che - pur cresciuti - richiedevano attenzione. Shinnosuke le ripeteva spesso: “Mia madre mi disse un giorno che i figli devono vivere la loro vita e che non è compito loro occuparsi dei genitori. Non preoccuparti per noi. Io sono felice ho vissuto una vita intensa e completa. Non ho sprecato alcuna stagione. Ti ringrazio per quello che fai ma a volte non è necessario. La tua attenzione va prestata a tuo marito e ai tuoi figli”. Scherzando aggiungeva poi “In ogni caso l’eredità andrà divisa con “tuo fratello hawaiano”, anche se fai gli straordinari.” La battuta faceva sorridere Noriko che era ben cosciente del fatto che i suoi genitori avevano aiutato economicamente entrambi i figli, in misura equa, negli anni dell’effettivo bisogno per cui, quando sarebbero mancati, ben poco vi sarebbe stato da suddividere. “I soldi non sono importanti. Ciò che importa è avere una famiglia di riferimento, fare il possibile affinché i rapporti funzionino, disporre di una professione che piaccia e che garantisca delle entrate sufficienti per vivere degnamente e un “hobby costruttivo” a cui dedicare il proprio tempo libero. Che le entrate siano 100 o 1'000 conta poco. Nessuno porterà con sé quanto accumulato” avevano ripetuto spesso negli anni, all’unisono, Kaori e Shinnosuke. Quel giorno Shinnosuke si sentiva stranamente in forze. Uscito per una passeggiata, giunto nei pressi della scuola, incontrò Kyoshi il quale ebbe a parlargli dei progressi judoistici dei figli Kyuzo e Shokichi. Quest’ultimo in particolare sembrava disporre di tutti i presupposti per una carriera agonistica importante; per altro il suo tokui-waza era osoto-gari, una tradizione di famiglia che dunque proseguiva. Shinnosuke ne rimase compiaciuto, anche se - con una certa amarezza - pensò che il proprio tempo, per seguire i nipoti (ma non solo), stava per scadere. “I miei genitori non hanno mai conosciuto mia moglie e i gemelli” si disse. “Dovrei essere contento di avere visto nascere e, in parte, crescere Vincent, Kyuzo e Shokichi.” Rientrando aveva incontrato Noriko che, al solito, usciva dalla casa dei genitori dopo avere portato la spesa. “Ti ringrazio. Il tuo ritorno a Kumamoto è stata una fortuna per tutti noi, visto la bella famiglia che hai creato. Ho appena incontrato Kyoshi che mi ha riferito delle ultime prodezze judoistiche dei vostri figli. Me ne compiaccio. State loro vicini e vivete appieno la fase della vita in cui si è genitori effettivi, di quanto seguirà non vi è certezza.” Shinnosuke non era mai stato particolarmente uso ad esprimere i propri sentimenti, quel giorno però si avvicinò alla figlia e la baciò sulla fronte, sorprendendola. Entrato in casa si diresse verso il portico dove era solito trascorrere le ore che precedevano la cena, al fianco di Kaori. Sakura era mancato anni prima, Namaiki - oramai anziano - viveva ancora con loro. Quella sera, come d’abitudine, si era accoccolato tra le braccia di Kaori. Sedutosi, Shinnosuke guardò il ciliegio; era una pianta florida, maestosa, in piena salute. Non poté fare a meno di pensare che le stagioni del ciliegio hanno tempi diversi rispetto alle stagioni dell’uomo. Si sentiva stanco per la passeggiata. Non poter essere attivo, come era sempre stato, era difficile da accettare. Dopo avere accarezzato Namaiki prese la mano di Kaori che stava sonnecchiando, ma che istintivamente gli sorrise, e chiuse gli occhi a sua volta. Intanto le ombre della sera vinsero gli ultimi raggi del sole ed anche il ciliegio del giardino scomparì nel buio. Shinnosuke si addormentò. Nel sonno si rivide giovane judoka, fresco sposo a Kumamoto, genitore di due gemelli, insegnante del “corso speciale” e ad adulti che mai avevano praticato. Si rivide a Tokyo con la nazionale, a Madrid per il suo primo campionato del mondo, a Baku per la sua ultima competizione internazionale, a Honolulu dove aveva tenuto un corso, a Kumamoto con Jigoro, Masahiko e Aaron durante il “randori speciale”, a Parigi al Racing Club. Ripensò al ciliegio di “Noizu” ed ai sogni di tutti coloro che avevano avuto la fortuna di praticare judo. Rivide i volti dei propri genitori Akiko e Saburo, dei figli Noriko e Shiro (stranamente ritornati bambini), del maestro Maruyama, di Ryunosuke (l’avvocato), del preside Kenji, dell’amico Takeo (mancato da qualche anno). Quest’ultimo sembrava osservarlo con intensità, come se volesse trasmettergli un ultimo messaggio. Ad un certo punto Shinnosuke ebbe un sussulto; svegliatosi di soprassalto si volse verso Kaori lanciandole un ultimo sguardo, come a voler tenere stretta l’immagine della moglie. Avrebbe voluto dirle molte cose ancora e ringraziarla, un’ultima volta, per il tempo trascorso insieme. Non riuscì però a fare o a dire altro quella sera: improvvisamente, anche il suo inverno, era terminato. “È sera oramai tra i fiori si spengono rintocchi di campana”
"Le stagioni del ciliegio" si concluderà nel prossimo numero con l'epilogo.
Il racconto è però oggetto di una pubblicazione completa. Chi è interessato può acquistarne una copia a CHF 15.-; il ricavato è per il DYK Chiasso a cui l'autore ne ha fatto dono. |
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I LIBRI SUL JUDO: La bagarre Leo Lebrun ha scritto un romanzo autobiografico intitolato La bagarre. Il romanzo pubblicato nel 2024, in lingua francese, è la storia di un uomo che superati i trentacinque anni si ritrova a fare i conti con la propria vita e che decide di perseguire un obiettivo: diventare cintura nera di judo. Judo che ha interrotto vent'anni prima anche per la figura ingombrante del padre, campione francese che ha combattuto con Saito a Tokyo. Lebrun insegna scrittura. La bagarre è il suo primo romanzo Il suo modo di esprimersi è personale con citazioni letterarie da Bukowski e Hemingway. Il judo viene ripreso nei vari capitoli e funge da filo conduttore del racconto. Ricominciare a praticare causa dolore e sofferenza ma la volontà del protagonista è forte e supera gli ostacoli, anche se la cintura nera non verrà raggiunta. Sul tatami verrà guardato dall'alto in basso dai venticinquenni e proiettato senza riguardo dai diciottenni. "Il faut du courage pour accepter sa nullité !" afferma l'autore. Apprendere a combattere quale padre, figlio e fratello è quanto in fondo il judo (negli anni di pratica giovanile) gli ha trasmesso. "Le judo, c'est un sport de pratiquants, un sport de familles et de clubs ... Teddy Riner ne peut pas être un modèle. Une légende, une icône, une figure admirable, oui. Mais pas un modèle. Un modèle de judoka ne peut être que quelcun qui donne du sens à sa pratique à l'intérieur même de sa pratique. Le titre, la médaille sont des éléments extérieurs. Ils disent le plus fort, le meilleur. C'est le contrarie même de la philosphie du judo" ! Una lettura interessante e un racconto nel quale il judo è un riferimento importante. |
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"J'ai lu un jour que le judo consistait à faire rentrer l'intelligence dans le corps". Un romanzo autobiografico, in lingua francese, in cui il judo funge da filo conduttore per una riflessione sulla vita. |
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NOTIZIE IN BREVE Illia Dmytrashyk (DYK Chiasso) ha vinto, sabato 30 novembre, il torneo internazionale di Zagabria nella categoria -42 kg U16. Quattro gli incontri disputati di cui tre vinti per ippon. Un risultato di prestigio per il giovane ucraino da due anni in forza al DYK Chiasso. Sabato 30 novembre si è svolta a Pregassona, nel dojo dell'associazione Judo per tutti, l'ultima selezione PISTE 2024. Quattro i presenti che sotto la direzione di Fabio Ciceri si sono cimentati con le prove previste. Domenica 1 dicembre a Yverdun si è combattuto anche il campionato svizzero veterani. Nei -66 kg ha ottenuto il primo posto Roberto Maserin judoka piementese tesserato al JB Bellinzona. Sabato 7 dicembre ai campionati svizzeri di kata di Martigny il JK Biasca ha conquistato due medaglie di bronzo grazie alla coppia Nikita Algisi e Marco De Rosa nel nage no kata U20 (3 gruppi) e alla coppia Greta Castellani e Chiara Ambrosini nel nage no kata elite. Complimenti. Domenica 8 dicembre alla palestra ai Saleggi di Bellinzona si sono combattuti i campionati ticinesi a squadre per scolari. Yoshiyuki Hirano ha spiegato il programma e gli obiettivi della nuova selezione ticinese under 15 ad insegnanti ed a genitori, dando appuntamento al prossimo allenamento del 25 gennaio 2025 a Bellinzona. La competizione è stata vinta dal DYK Chiasso che ha realizzato una storica doppietta confermando il titolo U13 ottenuto nel 2023 (nove le squadre partecipanti) e vincendo anche negli U15 (quattro le squadre); da ricordare i due splendidi ippon di o-goshi di Giacomo Polimeni nei -45 kg U13 e il bellissimo ippon di kata-guruma di Jacopo Tettamanti negli U15. Nelle foto che seguono le squadre campionesse ticinesi 2024 scolari U13 e U15. Questa le classifiche dei campionati: U13 - 1 DYK Chiasso, 2 JK Muralto, 3 Roveredo sette più, 4 JB Bellinzona U15 - 1 DYK Chiasso, 2 JB Bellinzona, 3 Judo per tutti Vezia, 4 JK Biasca |
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