Nr.61 / 15 dicembre 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB

CONCORSO DI NATALE

 

Anche quest'anno TDJ propone un concorso aperto a tutti i lettori.

Chi risponderà esattamente alle cinque domande che seguono e trasmetterà le risposte a mbfrigerio@bluewin.ch entro il 31 dicembre 2023 parteciperà alla estrazione del premio che consiste in una copia del libro "JUDO: i protagonisti della storia".

 

Le domande sono le seguenti:

  1. Che data riporta il primo numero assoluto di TDJ ?
  2. Come si chiama la moglie del protagonista del racconto "Le stagioni del ciliegio" ?
  3. Con quale tecnica Loris Perosa ha vinto la finale dei campionati svizzeri 2023 under 18 a Yverdon ?
  4. Chi è il judoka svizzero che ha vinto i campionati del mondo nel 2023 ?
  5. Chi è la campionessa svizzera che ha tenuto le lezioni del 50esimo al DYK Chiasso il 22 ottobre scorso ?

 

Tra i formulari rientrati, con le risposte corrette, verrà estratto il vincitore. L'estrazione avrà luogo domenica 7 gennaio 2024 al dojo del DYK Chiasso nel corso della cerimonia del kagami biraki, alla presenza di un notaio.

 

PARTECIPATE !


In questo numero vi proponiamo una riflessione sulla necessità di definire gli obiettivi della associazione cantonale per il 2024, riferiamo poi dei risultati ottenuti ai Campionati Svizzeri Individuali di Yverdon e al Grande Slam di Tokyo, per finire con l'ottavo capitolo della terza parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" (L'Autunno) e la rubrica "l libri sul judo".

Indice del sessantunesimo numero:

  1. Obiettivi cantonali 2024? - Marco Frigerio
  2. Campionati Svizzeri Individuali 2023 - Marco Frigerio
  3. Grand Slam di Tokyo - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I libri sul judo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

 

Il prossimo numero di TDJ sarà un uscita per il 15 gennaio 2024.

Nel 2023 sono stati pubblicati 22 newsletter; a chi lo richiedesse verrà fornito l'indice degli articoli pubblicati. Ricordo che tutti i numeri di TDJ sono visionabili nel sito cantonale (www.atjb.ch).

Auguri di BUONE FESTIVITA' a tutti i lettori e a tutti i judoka ticinesi (nonché alle loro famiglie), ricordando ai giovani che, durante le feste, è buona cosa, fare il possibile, per allenarsi partecipando magari anche a qualche stage di livello superiore.

 

Viva il JUDO che educa e che trasmette valori !

Marco Frigerio


OBIETTIVI CANTONALI 2024?

 

L'Associazione Ticinese Judo e Budo (ATJB) nasce nel 1967 allo scopo di creare un coordinamento tra i vari club, alfine di organizzare i campionati cantonali.

Negli anni l'associazione ha assunto compiti ulteriori: organizzare allenamenti comuni, creare eventi in favore dei giovani (le famose gare educative), coordinare gli agonisti proponendo una squadra cantonale (oggi denominata "Team Ticino"), proporre corsi tecnici, rappresentare il Ticino nei rapporti con la federazione nazionale riportando problematiche e interessi comuni, promuovere il judo.

 

L'ATJB è rappresentata da un comitato, eletto annualmente dall'assemblea dei club.

Nel comitato siedono persone che operano in puro spirito di volontariato, di varia provenienza. L'ATJB riceve dallo Stato del Cantone Ticino un importo annuo significativo che rettamente utilizza per finanziare le attività.

La domanda che è lecito porsi è: in che direzione ha oggi senso investire, a cosa dare priorità?

 

Ben vengano le gare educative e i campionati ticinesi, eventi oramai tradizionali.

Ben vengano l'organizzazione di qualche corso tecnico e la promozione del judo tramite radio e televisione dove si cercherà di mettere in evidenza la proposta educativa del judo.

I punti sui quali ci si deve interrogare, a parere di chi scrive, sono principalmente due:

 

1)

Il coordinamento dell'attività agonistica cantonale.

A livello agonistico l'ATJB dovrebbe cercare di garantire un aiuto concreto nella fase intermedia che corre tra l'avvicinamento alla competizione (gare educative e primi tornei), curato dai singoli club, e il raggiungimento del livello nazionale.

Responsabili U15, U18 e U21 dovrebbero essere individuati in persone con esperienza agonistica, tecnicamente capaci, in età adeguata, conoscitori e amanti del judo vero.

Iniziative cantonali sono interessanti infatti solo quando possono apportare un reale plusvalore rispetto a quanto già i singoli club sono in grado di dare.

Incaricare (retribuendoli) professionisti in grado di assume tali incarichi è opportuno e prioritario; le finali dei campionati svizzeri 2023 hanno dimostrato, in sintesi, che solamente due club oggi in Ticino hanno judoka che riescono a competere a livello nazionale e che comunque troppo pochi sono attualmente gli agonisti.

 

2)

La promozione di corsi per insegnanti mirati.

A livello formativo è buona cosa organizzare corsi mirati. Insegnanti di judo non si nasce, né ci si improvvisa. Cosa e come insegnare dipende evidentemente da quale sia il target degli allievi.

In Ticino l'impressione è che troppi club rinuncino ad insegnare agli adulti, il che non è solo un peccato ma un errore madornale. Rinunciando agli adulti, che non siano i "superstiti della fase agonistica" si riduce il judo a uno sport, il che è contrario al pensiero del fondatore.

 

 

Qualche riflessione sugli obiettivi che l'ATJB del 2024 intenderà perseguire e a quali dare priorità, è per chi scrive necessaria.

Il dibattito è aperto.


CAMPIONATI SVIZZERI INDIVIDUALI 2023

Sabato 2 e domenica 3 dicembre si sono combattuti a Yverdon le finali dei Campionati Svizzeri Individuali di judo 2023.

Una edizione decisamente sotto tono. Non è ragionevole infatti che alle finali vi siano categorie giovanili con 5/6 combattenti, quando ai tornei di qualifica le medesime categorie raggiungano in media i 15/20 combattenti. Una riflessione a livello federale urge, dei cambiamenti sono auspicati per la prossima edizione.

 

 

I judoka ticinesi hanno ottenuto ottimi risultati.

 

Sabato 2 dicembre in competizione le categorie cadetti (under 18) e senior.

Loris Perosa (JB Bellinzona) non ha mancato l'appuntamento con il titolo di campione svizzero U18 -81 kg. Determinato, come d'abitudine, la giovane promessa del judo ticinese è risultata ampiamente superiore ai suoi avversari. Molto bello il tai-otoshi con il quale ha concluso la finale nella quale era opposto a Abel Jaouada (JC Cheseaux).

Quattro le ulteriori medaglie ottenute negli U18. Luke Bürgisser (DYK Chiasso) ha conquistato il bronzo a -81 kg, Il podio non era previsto anche perché Luke è al primo anno di cadetto. Kai Bürgisser (DYK Chiasso) si è invece classificato secondo (come nel 2022) nei -90 kg, in finale si è fatto sorprendere e immobilizzare da Lorenzo Enz (JC Carouge). Antonio Niceta (DYK Paradiso) ha ottenuto il bronzo a +90 kg vincendo un incontro.

Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso) si è classificata terza nei -70 kg vincendo due incontri sui tre disputati, come due delle sue avversarie. Per i punti judo la vittoria di categoria è stata assegnata alla vodese che Alessandra aveva sconfitto per wazari al primo turno.

Nei senior il trentaduenne Luca Wyler (JB Bellinzona) ha vinto la categoria +100 kg confermandosi il judoka ticinese piu titolato di sempre. Vittorie nette per un atleta che con gli anni ha saputo mantenere in alternanza agonismo e disponibilità. Non per nulla, oltre alle funzione che svolge in seno alla propria società di appartenenza, è membro attivo del comitato cantonale.

Quinto posto per Roberto Maserin (JB Bellinzona) a -60 kg e settimo per Matthew Marastoni (DYK Chiasso) a -73 kg.

 

Domenica 3 dicembre in competizione la categoria juniore (U21).

Loris Perosa (JB Bellinzona) ha tentato l'impresa, qualificandosi per la finale dei -81 kg grazie a due ippon. Vi è andato vicino, nell'incontro decisivo ha però dovuto inchinarsi di misura al nazionale Thien Oulevey (Mikami Lausanne). Un fine settimana da non dimenticare indubbiamente il suo.

Ulteriori medaglie negli U21 sono state ottenute da Giulia Cambianica (JB Bellinzona) e Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso) nella categoria -70 kg vinta da Esmeralda Damiano (JC Liestal).

 

 

9 sono le medaglie ottenute dal Ticino nelle categorie che contano (due in più rispetto all'edizione 2022), alle quali si aggiunge un argento ottenuto in una delle numerose (e purtroppo a volte inguardabili) categorie dei "veterani" da Riccardo Arrigoni (JB Lugano).

Piena soddisfazione è stata espressa dal presidente cantonale Curzio Corno che non ha mancato di ringraziare tutti i volontari accompagnatori che hanno contribuito ai successi ottenuti. L'edizione 2023 è sicuramente risultata per il Ticino la migliore, per risultati, della fase postpandemica.

 

I campioni svizzeri senior 2023:

-60 kg Jesse Waizenegger

-66 kg Mahomed Batsiev

-73 kg Syd Stoya

-81 kg Loic Gerosa

-90 kg Simon Gautschi

-100 kg Marius Rast

+100 kg Luca Wyler

 

-48 kg Priscilla Rosset Morand

-52 kg Janna Stäheli

-57 kg Oana Nicolaescu

-63 kg Aline Rosset

-70 kg Alina Lengweiler

-78 kg Delia Vetterli

+78 kg Anja Kaiser


IL GRAND SLAM DI TOKYO

 

Sabato 2 e domenica 3 dicembre si è combattuto il Grand Slam di Tokyo.

L'unico svizzero in gara Daniel Eich (-100 kg) non è andato oltre il secondo turno, sconfitto dal canadese Shady Elnahas classificatosi poi al settimo posto.

La competizione non ha mancato di registrare qualche sorpresa.

 

Tra gli uomini Ryuju Nagayama ha vinto la sfida che lo opponeva al connazionale campione olimpico Nahisa Takato. Nella finale dei -60 kg è stato il più giovane dei nipponici a imporsi e a staccare così il biglietto per Parigi.

Nei -73 kg il campione d'Europa azero Hidayat Heydarov ha sconfitto in finale il giapponese Soichi Hashimoto dopo avere superato l'italiano Manuel Lombardo, classificatosi poi al terzo posto. Qualche discussione è sorta nei social per la tecnica che ha attribuito l'ippon all'azero in semifinale, a chi scrive però la decisione arbitrale di premiare il kouchi-gari è da considerarsi corretta visto che il contraccolpo è stato portato in caduta sulla schiena a partire dal primo attacco.

Nei -100 kg la vittoria è andata al russo Matvey Kanikowskiy che ha superato il giapponese Dota Arai campione del mondo junior. Da notare che nella categoria ha combattuto anche il ventisettenne campione olimpico giapponese Aaron Wolf, che si è dovuto accontentare del settimo posto. Difficile sarà quindi per l'ultimo vincitore della "tripla corona" (titolo attribuito a chi ha vinto olimpiadi, mondiali e all Japan) riuscere a difendere il titolo sulla Senna.

Nei +100 kg, sorprendentemente, ha vinto il numero due dei russi Tamerlan Bashaev sul coreano Minjong Kim grazie ad un ippon di uki-otoshi. Il coreano aveva fermato il giapponese Tatsuru Saito in semifinale. Il nipponico ha poi concluso al quinto posto superato nei ripescaggi dal ceco Lukas Krpalek, trentatrenne doppio campione olimpico alla ricerca di un posto per Parigi. Il campione del mondo russo Inal Tasoev è giunto solamente terzo, sconfitto nelle qualifiche dal giovane campione del mondo juniores giapponese Io Fujimoto con un bel ippon di harai-goshi a sinistra.

 

Tra le donne le giapponesi sono risultate grandi protagoniste con 4 vittorie su 7 categorie. Inarrivabile Uta Abe a -52 kg che in finale, grazie a un perfetto kouchi-gari, si è sbarazzata della francese Astrid Gneto. Per altro, ancora una volta, il fratello Hifumi Abe, in parallelo, non ha mancato di vincere i -66 kg con un osoto-gari da manuale in finale.

Nella categoria -63 kg tre semifinaliste su quattro sono state giapponesi e così il podio. Sul gradino più alto la ventinovenne Miku Takaichi (Tashiro) vincitrice di tre edizioni del Judo World Masters.

Mao Arai, campionessa del mondo junior, ha vinto la categoria +78 kg sconfiggendo in finale la numero due francese Lea Fontaine.

Christa Deguchi ha vinto la categoria -57 kg distanziando così nuovamente la connazionale Jessica Klimkait nella corsa per i giochi. Klimkait si è dovuta accontentare del terzo posto fermata in semifinale dalla brasiliana Jessica Lima.

Assente l'italiana Alice Bellandi nei -78 kg il primo posto è andato alla rediviva trentaduenne brasiliana Mayra Aguiar che in carriera può contare su tre medaglie di bronzo ai giochi e su sette podi ai campionati del mondo tra il 2010 e il 2019.

 

Questi i vincitori delle varie categorie:

-60 kg Ryuju Nagayama JPN

-66 kg Hifumi Abe JPN

-73 kg Hidayat Heydarov AZE

-81 kg Joonhwan Lee KOR

-90 kg Sanshiro Murao JPN

-100 kg Matvey Kanikowski RUS

+100 kg Tamerlan Bashaev RUS

 

-48 kg Natsumi Tsunoda JPN

-52 kg Uta Abe JPN (vedi foto a seguire)

-57 kg Christa Deguchi CND

-63 kg Miku Takaichi JPN

-70 kg Sanne Van Diike NED

-78 kg Mayra Aguiar BRA

+78 kg Mao Arai JPN


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 38)

Quell’estate Shinnosuke aveva organizzato una vacanza particolare.

Memore della visita a Hiroshima, aveva pensato di trascorrere una decina di giorni con Kaori e i figli alle isole Hawaii.

Approfondire in loco la percezione della storia, dai diversi punti di vista, gli era sembrato cosa buona e giusta: se gli Stati Uniti potevano dirsi vittima dell’attacco ignobile di Pearl Harbour, la decisione di lanciare due bombe atomiche sul Giappone aveva dato adito, negli anni, a serie riflessioni e a giustificate critiche.

 

Le isole Hawaii distano dal Giappone più di 6'000 chilometri.

L’isola principale è Oahu la cui capitale è Honolulu.

La trasferta sarebbe avvenuta in treno sino all’aeroporto di Fukuoka e, con volo della Japan Airlines, di otto ore e mezza, sino alla capitale dell’arcipelago.

Tutti in famiglia erano particolarmente contenti, Kaori era felice di poter trascorrere una vacanza con Shinnosuke e i figli. Le isole Hawaii suscitavano l’idea di un luogo mitico di pace e natura incontaminata, un’occasione dunque da non perdere. A suo tempo aveva letto il bel romanzo storico di James Michener che ne narra la storia. Aveva quindi raccontato ai ragazzi che le Hawaii sono l’unico stato degli Stati Uniti che ha avuto un re, la cui residenza poteva essere ancora visitata a Honolulu.

Naturalmente per un giapponese non era possibile visitare le Hawaii senza recarsi al National Memory di Pearl Harbor là dove il 7 dicembre 1941 l’esercito giapponese aveva parzialmente distrutto la flotta statunitense uccidendo, a seguito di un vile attacco a sorpresa, oltre 1500 persone tra marinai, soldati e civili.

 

Arrivati all’aeroporto di Honolulu, Shinnosuke e famiglia vennero accolti, come tutti i visitatori, da un gruppo di giovani hawaiane in costume. Come tradizione venne loro donato il “lei”, la ghirlanda di benvenuto riconosciuta universalmente come simbolo hawaiano.

Preso il taxi per recarsi all’albergo, situato direttamente sulla Waikiki Beach, attraversarono l’isola di Oahu che però, al contrario delle loro aspettative, era in tutto e per tutto moderna.

Anche la famosa spiaggia non aveva nulla di particolare.

Il secondo giorno la famiglia ebbe modo di visitare il National Memory. Dopo avere visionato il documentario relativo all’attacco giapponese, fu possibile accedere grazie ad un traghetto alla costruzione bianca e allungata dal cui interno era visibile la sagoma dell’Arizona, una delle navi da battaglia affondate nel corso dell’attacco del 1941.

Shinnosuke e Kaori rimasero particolarmente impressionati; la struttura bianca ricordava una vera e propria tomba. Trovarsi all’interno e vedere con i propri occhi la nave, che conteneva i corpi dei marinai deceduti, era toccante. Tra i visitatori per altro vi era chi ancora appariva visibilmente commosso.

Rientrando, la famiglia ebbe anche modo di visitare il National Memorial Cemetery of the Pacific, il cimitero delle forze armate americane. Una superficie collinare enorme caratterizzata da una infinità di targhe bianche intitolate ai singoli caduti della Prima e della Seconda guerra mondiale.

Tornati all’albergo, ancora in rispettoso silenzio per quanto avevano visto, Shinnosuke osservò: “Il Giappone ha alle spalle un periodo storico che lo ha reso indigesto. I militari che hanno governato il paese e che hanno causato la guerra sul Pacifico hanno effettuato delle scelte immorali. Anche per questo il messaggio educativo di Jigoro Kano non poté essere percepito negli anni che seguirono la Seconda guerra mondiale. Come poteva un giapponese indicare la via per l’acquisizione di sani principi morali e per una crescita positiva? All’epoca non era certo possibile. Il judo si è quindi diffuso nel mondo unicamente come uno sport di combattimento”.

Noriko chiese allora: “E quindi, come è stato possibile esportare il pensiero di Kano?”.

A rispondere fu Kaori “Ci è voluto quasi mezzo secolo e il recupero e la divulgazione degli scritti originali del fondatore. Finalmente oggi il judo ha trovato la sua giusta collocazione ed è indicato universalmente come la disciplina che insegna ad essere migliori. Non dimenticatelo: il nostro judo è molto più di uno sport di combattimento”. 

 

 

 

Continua....

I capitoli da 1 a 15 (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera ("Haru"). I capitoli dal 16 al 30 (vedi TDJ 39/53) costituiscono la seconda parte del racconto: L'estate ("Natsu").

Con Il capitolo 31 è iniziata la pubblicazione della terza parte del racconto: L'autunno ("Aki").


L'immagine è di Ottavia Amoruso Battista.

 



I LIBRI DEL JUDO: Kodokan Judo

 

Il libro di Alfredo Vismara, pubblicato nel 2022, riassume il sapere del noto judoka milanese fondatore negli anni settanta dell'associazione degli Amici dl judo.

Il libro fa parte del progetto didattico denominato "myjudoisyourjudo" che da qualche anno è stato sviluppato e proposto agli interessati.

 

La prima parte è dedicata al combattimento reale ("shobu ho").

Vengono illustrati vari esempi di atemi (colpi) e di applicazioni che potremmo chiamare di "difesa personale". Vismara presenta la materia precisando che trattasi di un aspetto del judo Kodokan "quasi totalmente trascurato".

A chi intende tenere corsi di judo ad adulti, l'approfondimento del capitolo potrebbe essere un valido punto di partenza per proporre applicazioni di tecniche di judo in situazioni di difesa.

Seguono i capitoli più classici dedicati a kata e randori ("rentai ho") e a educazione spirituale ("shushin ho").

Alla domanda perché studiare e praticare i kata l'autore risponde (vedi pag.390): "il judoka deve praticare i kata per allenare l'intenzione dell'azione (rei), accrescere l'energia spirituale (shinki) e la forza (ryoku) che ne consegue."

Una differenza fondamentale tra kata e randori è data dal fatto che nel kata "l'intenzione deve essere mantenuta viva dal praticante autonomamente", mentre nel randori "è  utilizzata solo per iniziare l'esercizio, poi è stimolata dal compagno di allenamento".

La conclusione è che "quanto migliorano capacità e qualità d'intenzione nel kata, tanto aumentano le possibilità d'espressione di sei, shinki e ryoku nel randori".

 

Nelle conclusioni del libro Vismara ricorda la finalità del judo che non vanno mai perse di vista. "Il prossimo di ognuno di noi è un'altra persona che, insieme a noi, grazie a noi, cresce fisicamente, moralmente e spiritualmente e che ci aiuta a fare altrettanto. Questa è la vera battaglia che ... vale la pena di intraprendere".

 

 

Un ricordo personale sullo shobu ho.

Alla fine del 1978 venne organizzato dagli Amici del judo lo stage di Bergamo.

Erano i primi tempi e coloro che poi ne fecero la storia erano alla  ricerca di un proprio spazio ed equilibrio. Tra i corsi proposti sull'arco della giornata vi era anche il momento di ciò che all'epoca veniva chiamato "shikenshobu waza". Si studiarono infatti tecniche di difesa su attacchi di atemi e si praticò anche il randori specifico con atemi.

Fu un esercizio difficile da comprendere, soprattutto per un giovane; con il senno di poi tuttavia lo stesso risultò utile ed apprezzabile.

Il patrimonio del judo - non va mai dimenticato - è notevole e il judo sportivo ne è solamente una piccola parte.


 

Alfredo Vismara, settanticinquenne judoka milanese, è stato il riferimento tecnico per diverse generazioni di judoka.

Il progetto didattico "myjudoisyourjudo" è il suo testamento judoistico.

Il libro "Kodokan judo" è un documento fondamentale per la corretta comprensione della disciplina, lo stesso evidenzia come il judo sia principalmente da ritenere un mezzo per una crescita fisica, morale e spirituale in perfetta armonia con compagni e ambiente.

 


NOTIZIE IN BREVE

Shiniki Nakamura (1959) è il nuovo presidente della Federazione giapponese di judo (AJJF), succede a Yasuhiro Yamashita (1957 - campione olimpico e mondiale degli anni ottanta).

Non trattasi di un judoka con risultati di livello internazionale, ma di un judoka che - avendo praticato dai dieci anni durante tutto il periodo scolastico ed anche nella squadra delle acciaierie Nippon Steel - ha acquisto un'ampia esperienza e visione.

Tra gli obiettivi indicati dal presidente vi è l'esigenza di "far conoscere i valori del judo" che, purtroppo, anche in Giappone sono poco noti (vedi intervista apparsa nel L'esprit du judo nr.107 a pag.32).

 

 

Shohei Ono e Shinji Hosokawa, campioni olimpici giapponesi, saranno a Villars-sur-glâne il 24 e 25 gennaio 2024.

Verrano effettuati quattro corsi per judoka a partire dai 15 anni.

L'iscrizione non sarà più possibile al raggiungimento del numero di 400.

Gli interessati possono iscriversi corrispondendo direttamente la quota richiesta tramite www.onodojo.eu.

 

 

Greta Castellani e Chiara Ambrosini del JK Biasca hanno vinto la medaglia d'argento ai campionati svizzeri di nage-no-kata di Cernier (NE) del 9 dicembre 2023.

Confermano così il risultato ottenuto lo scorso anno.

Nella fotografia che segue le giovani judoka ticinesi.


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