Nr.60 / 30 novembre 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


In questo numero vi proponiamo una riflessione sul judo inteso come mezzo di difesa personale, i risultati dei campionati ticinesi giovanili a squadre, la presentazione del week-end judoistico del 2 e 3 dicembre, il settimo capitolo della terza parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" (L'Autunno) e la rubrica "l personaggi della storia".

 

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TDJ, è invitato a trasmetterli allo scrivente coordinatore (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).

Indice del sessantesimo numero:

  1. Violenza domestica e judo - Marco Frigerio
  2. Campionati ticinesi a squadre scolari - Marco Frigerio
  3. Un week-end judoistico di alto livello - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

VIOLENZA DOMESTICA E JUDO

 

La giornata del 25 novembre è stata indetta nel Cantone Ticino come la giornata cantonale per la lotta contro la violenza domestica.

Il problema sociale è noto e in realtà travalica i confini della famiglia.

Ad inizio autunno il Dipartimento delle istituzioni ha interpellato alcuni club di arti marziali chiedendo se fossero disposti a proporre un evento particolare.

Qualcuno ha risposto positivamente.

 

Al DYK Chiasso abbiamo proposto una lezione gratuita per interessate avente per tema una introduzione all'apprendimento della difesa personale tramite il judo.

Chi scrive pensa infatti che dei corsi di difesa personale di qualche lezione, non sono sufficienti a chi vuole apprendere a difendersi e che solamente lo studio e la pratica regolare di tecniche specifiche può risultare realmente utile.

Il corso stagionale (settembre/giugno) di judo amatoriale, in cui si studiano anche tecniche di difesa personale, è quanto il DYK propone alle interessate (e agli interessati).

 

La lezione speciale tenutasi giovedì 30 novembre al dojo di via Cattaneo è stata un successo. Una decina le partecipanti.

Il judo - non va dimenticato - nasce proprio per la necessità di Jigoro Kano (all'epoca diciasettenne, strutturalmente piccolo e leggerissimo) di difendersi da episodi di bullismo messi in atto dai "compagni di scuola".

Seppur oggi il judo è noto principalmente come uno sport, così non era alle origini e così non è mai stato per il fondatore.

Praticato regolarmente il judo insegna a non temere il contatto fisico, a reagire in modo adeguato, a valutare correttamente le circostanze, a decidere celermente e ad acquisire fiducia e consapevolezza delle proprie possibilità.

Non si tratta poi di una disciplina esclusivamente fisica, come erroneamente spesso viene presentata, ma di una proposta globale intesa a sviluppare corpo, mente e cuore.

 

Naturalmente, non tutti i club alle nostre latitudini (ma non solo) propongono il judo amatoriale agli adulti.

In alcune società si preferisce rinviare interessati ad altre discipline limitando l'insegnamento del judo ai ragazzi e dando priorità ad una impostazione agonistica.

L'assenza di corsi per adulti è una pecca che andrebbe colmata al più presto e una  occasione persa per promuovere il vero judo !

 


CAMPIONATI TICINESI A SQUADRE SCOLARI

Domenica 26 si è combattuto a Bellinzona per il titolo di campione ticinese a squadre U13 e U15.

Se negli U13 il numero di squadre partecipanti è stato significativo (nove in rappresentanza di sette società), negli U15 unicamente il JK Biasca è riuscito a portare una formazione propria, le altre due squadre in competizione erano invece composte da judoka provenienti da più club.

Un ripensamento della formula di gara potrebbe essere interessante.

Un tempo la competizione a squadre si svolgeva in più luoghi, sull'arco di alcuni mesi e prevedeva  anche al termine dei turni un allenamento comune al dojo ospitante.

Un ritorno a una tale formula, per una squadra mista U13 e U15 con suddivisione tra maschi e femmine, potrebbe essere la soluzione.

 

Per la cronaca il titolo di campione ticinese 2023 U13 è stato vinto dalla formazione del DYK Chiasso che dopo avere concluso al primo posto il proprio girone di qualifica sconfiggendo JC Vezia-Pregassona, JK Biasca e JB Bellinzona (squadra 2) ha superato il JK Muralto in semifinale per 5 a 0 e il JB Bellinzona (squadra 1) in finale per 5 a 0.

Nella fotografia che segue la formazione campione ticinese U13 composta da Giacomo Polimeni, Oleksii Dmytrashyk, Milo Levi, Natan Weber, Oliver Cetti, Chris Caccia e Matteo Perez con i coach Mattia Frigerio e Paolo Levi.

Negli under 15 il titolo è andato ad una squadra mista denominata ATJB 1.

 

 

Le classifiche:


U13

1 DYK Chiasso

2 JB Bellinzona (squadra 1)

3 JK Muralto


U 15

1 ATJB 1

2 ATJB 2

3 JK Biasca


UN WEEK-END JUDOISTICO DI ALTO LIVELLO

 

Sabato 2 e domenica 3 dicembre due importanti eventi judoistici sono in programma.

Le finali dei Campionati Svizzeri Individuali di Yverdon, con quindici ticinesi alla ricerca di un posto sul podio, e il Grand Slam di Tokyo ultimo appuntamento del 2023 con i tornei internazionali di alto livello che contano per il ranking mondiale.

 

A Yverdon il Ticino spera di migliorare i risultati ottenuti lo scorso anno alle finali di Losanna (sette furono allora le medaglie - vedi TDJ nr.38).

Gli U18 sono da seguire in particolar modo, i titoli nazionali nei -81 kg, -90 kg e -70 kg sono infatti alla portata degli atleti di casa. Loris Perosa, Kai Bürgisser e Alessandra Regazzoni ambiscono al primo posto ed essendo all'ultimo anno della categoria U18 ne hanno certamente la possibilità.

Nelle categorie senior da seguire saranno in particolare la nazionale Binta Ndiaye (-57 kg - JK Lausanne) e trentaduenne Cyril Grossklaus (-90 kg - JC Brugg) di cui è annunciato il ritorno alle competizioni.

 

A Tokyo sono annunciate 88 nazioni e 541 combattenti.

Per la Svizzera sarà presente unicamente Daniel Eich (-100 kg). Il Giappone sarà rappresentato invece da 18 combattenti per le categorie maschili e 24 per quelle femminili. Nei -60 kg la competizione è stata indicata come decisiva per determinare chi tra il campione olimpico Nahoisa Takata e il vincitore del master di Budapest Ruju Nagayama (vedi foto) staccherà il biglietto per i giochi di Parigi.

In materassina anche i fratelli campioni olimpici e pluricampioni del mondo Hifumi e Uta Abe.

Spettacolo garantito nei +100 kg dove il giapponese Tatsuro Saito dovrà vedersela con il campione del mondo russo Inal Tasoev.

Da seguire anche la sfida tra le canadesi Christa Deguchi e Jessica Klimkait a -57 kg che si ripete. Un solo posto per nazione è possibile ai giochi e ciò è indubbiamente penalizzante per alcune nazioni e categorie. Per le due judoka canadesi, prima e seconda del ranking mondiale, uno è il biglietto che potrà essere attribuito.

 

 

Si segnala - a chi ancora non ne fosse a conoscenza - la possibilità di seguire gratuitamente in streaming, in diretta, gli incontri sia del campionato nazionale sia del Grand Slam.

Per potervi accedere è necessario tuttavia essere registrati nell'account della International Judo Federation (www.ijf.org) acquisendo così l'autorizzazione a seguire Judo TV.

 


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 37)

 

Erano passati diversi mesi dalla gara di Fukuoka e si era oramai vicini alla trasferta per le finali nazionali giovanili che, quell’anno si combattevano a Hiroshima.

Unicamente i primi due classificati di ogni categoria erano qualificati per le finali.

Noriko, giunta seconda al torneo del Kyushu, avrebbe quindi combattuto, insieme a Kyoshi, Aki e Hiro che si erano classificati primi.

Shiro, giunto terzo, avrebbe accompagnato il padre e la sorella ma non avrebbe potuto combattere.

Kaori non era in forma e, seppur a malincuore, aveva deciso di rinunciare alla trasferta.

Prima di partire Shinnosuke riunì il gruppo.

La nostra scuola ha una tradizione. Il judo che pratichiamo è rispettato da tutti in quanto tecnico. Vi chiedo di combattere al vostro meglio tenendo presente che i combattimenti non sono una rissa brutale ma un’occasione per esprimere le proprie capacità. Sono sicuro che saprete farvi valere. Le finali nazionali sono sempre un torneo particolare: l’emozione è più forte e qualche volta gioca brutti scherzi. Pensate solo a ricercare l’ippon, il risultato, alla vostra età, conta poco, ve lo dico sempre”.

I quattro ragazzi erano molto contenti di poter partecipare alle finali nazionali. Chi più chi meno i quattro finalisti avevano trascorso qualche notte insonne immaginandosi là al centro dell’Arena di Hiroshima sotto gli occhi di 2700 spettatori. Noriko aveva sognato il trionfo, Kyoshi aveva invece sognato una figuraccia. Tutti e quattro i finalisti della scuola però, superando le proprie paure, erano decisi a dare il massimo.  

 

La gara riservò gioie e dolori.

Noriko, malgrado il proprio impegno, non andò oltre il primo turno, così come Hiro.

Meglio di loro fecero Kyoshi che giunse terzo e, soprattutto Aki, che a sorpresa vinse la categoria.

Da un lato Shinnosuke era soddisfatto per i due podi nazionali ottenuti su quattro partecipanti alle finali giovanili, d’altro lato, come padre, capiva perfettamente la delusione e forse anche il pizzico di invidia che il successo di Aki causava alla figlia.

Complimenti a tutti voi. Avete combattuto come vi avevo indicato e questo è, per me importante. Aki, vedo che mi hai ascoltato, e le combinazioni che abbiamo studiato sul tuo tokui-waza hanno dato i loro frutti. Molto bello il passaggio da seoi-nage in kouchi-makikomi.”

Aggiunse poi: “Siamo un gruppo e tutti dobbiamo essere felici per i risultati ottenuti grazie al lavoro svolto insieme”.

Noriko aveva capito perfettamente che l’ultima osservazione del padre era per lei. In realtà non era gelosa di Aki, con la quale sia allenava tutti i giorni, era scocciata per avere perso al primo incontro. Difficile quindi esprimere gioia quando non si è contenti della propria prestazione.

 

Approfittando del fatto di essere a Hiroshima Shinnosuke visitò con il gruppo il parco e il Memoriale della pace, costruzione che ricorda la bomba atomica del 6 agosto 1945. Ebbe così modo di spiegare ai ragazzi come “A quel tempo il Giappone, sotto il controllo dei militari, aveva perso di vista i veri valori umani. Jigoro Kano era deceduto nel 1938 e, per sua fortuna, non aveva assistito al vergognoso attacco a Pearl Harbour che aveva portato all’entrata in guerra degli Stati Uniti. Se da un lato il memoriale ci ricorda la bomba che ha causato migliaia di morti, d’altro lato ci deve anche ricordare le cause e le scelte sbagliate dei nostri governanti di allora”.

I giovani rimasero impressionati dalla cupola simbolo e ascoltarono in silenzio le spiegazioni di Shinnosuke. Shiro chiese al padre cosa fosse stato in precedenza l’edificio chiamato “la cupola della bomba atomica”. Gli venne risposto che l’edificio, costruito nel 1915 da un architetto europeo, ospitava la fiera di Hiroshima e che la struttura fu quella più vicino al luogo di esplosione della bomba che resistette.

 

Rientrati a Kumamoto Shinnosuke, Noriko e Shiro trovarono Kaori a letto.

Era evidente che non aveva passato una buona giornata. Appariva stanca e si capiva che, per seguire i racconti dei figli, doveva sforzarsi.

I medici che aveva consultato a più riprese negli ultimi mesi non avevano saputo indicare un rimedio.

Per poter andare avanti era costretta a prendere una serie di medicine ed a ritagliarsi dei periodi di ricupero durante la giornata.

Shinnosuke era preoccupato, anche se non lo dava a vedere. Noriko e Shiro avevano compreso che qualche cosa non andava e, in casa, erano diventati più attenti e disponibili ad aiutare.

A volte situazioni di emergenza contribuiscono a rinsaldare i legami.

 

 

Continua....

I capitoli da 1 a 15 (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera ("Haru"). I capitoli dal 16 al 30 (vedi TDJ 39/53) costituiscono la seconda parte del racconto: L'estate ("Natsu").

Con Il capitolo 31 è iniziata la pubblicazione della terza parte del racconto: L'autunno ("Aki").

 



I PROTAGONISTI DELLA STORIA: Katzuko Osaki (1907/1996)

 

È stata la prima donna, in assoluto, ad essere promossa cintura nera nel 1933.

Era nata a Nagoya in una famiglia di attori del Kabuki (teatro tradizionale giapponese che risale al XVII secolo). Aveva fruito di una educazione eccellente.

Scoprì il judo grazie al libro “Judo Daigaku” di Takisaburo Tobari. Decise, di conseguenza, di iniziare la pratica; un insegnante del Butokukai di nome Yameda l’accolse tra gli allievi.

Dopo avere praticato per due anni scrisse a Tobari chiedendo di essere accettata. Si trasferì quindi a Osaka nel 1929 per diventare una sua allieva.

Nel corso di un seminario a Osaka, Ozaki venne chiamata a fungere da uke per Jigoro Kano per il koshiki-no-kata.

 

Nel 1932 Tobari la promosse cintura nera dopo che ella aveva sconfitto tre combattenti maschi; il Kodokan ratificò la nomina nel 1933.

Nel 1935 Ozaki aprì il proprio dojo a Osaka, di seguito si trasferì a Nagoya.

Al termine della sua carriera fu 7° dan.

 

La sua vita ha ispirato il programma televisivo “Lady Sanshiro”.



NOTIZIE IN BREVE

 

Venerdì 17 e sabato 18 novembre si sono combattuti i campionati europei U23 a Potsdam. La Svizzera ha ottenuto tre settimi posti grazie a John Waizenegger (-73 kg), Loic Gerosa (-81 kg) e April Fohouo (-70 kg). Due i titoli ottenuti dall'Italia grazie a Daniele Accogli (-100 kg) e Erica Simonetti (+78 kg), oltre al terzo posto del piemontese Francesco Carnielutti (-66 kg).

Nel tabellone per nazioni si segnalano i tre titoli dall'Olanda e i due ottenuti da Georgia, Ucraina e Ungheria (assente però la Francia).

 

 

Sabato 18 novembre Elena Callegari del DYK Chiasso ha ottenuto l'argento ai Campionati Svizzeri Romandi e Svizzera Latina. Elena ha vinto sei incontri per ippon, nella categoria +57 kg, prima di essere immobilizzata in finale dalla neocastellana Baroni del JC Cortaillod.

Alla trasferta ha partecipato il presidente ATJB Curzio Corno.

 

 

Domenica 19 novembre si è combattuto il torneo a squadre miste dei campionati europei U23.

La vittoria è andata alla Germania, nazione ospitante, che in finale ha sconfitto l'Olanda per 4 a 2. Al terzo posto Georgia e Ungheria vincitori rispettivamente di Azebarjan e Ucraina.

 

 

Numerosi i ticinesi presenti al torneo di Buchs (SG) domenica 20 novembre.

Vittorie sono state ottenute da Natan Weber, Yuki Alliata, Luke e Kai Bürgisser del DYK Chiasso, nonchè da Sarah Proietti e Christian Perosa del JB Bellinzona.

Qualche giustificata lamentela è stata sporta a seguito del fatto che, pur esistendo un regolamente svizzero per i tornei giovanili, la competizione non lo ha applicato ammettendo tecniche di sacrificio e/o sulle ginocchia anche in età U11 e U13.

Chi scrive ha manifestato al direttore FSJ Alexis Landais la problematica, si spera in un intervento risolutivo !

 

 

Sabato 19 e domenica 20 novembre a Somma Lombardo (VA) è stato organizzato il primo Memorial Antonio Pitrelli.

Matteo Marconcini, vicecampione del mondo 2017, ha tenuto dei corsi tecnici il sabato mentre la domenica si è reso disponibile per premiare i giovani. Il DYK era presente anche per onorare la memoria di Pitrelli con il quale, per diversi anni, vi sono stati regolari contatti.

Si segnalano i primi posti ottenuti da Giacomo Polimeni e Milo Levi.

 

 

È stato pubblicato il numero 107 di l'Esprit du judo, rivista francese di judo.

Vi si trova una interessante intervista a Masashi Ebinuma (triplo campione del mondo, due volte podio olimpico, oggi trentatrenne allenatore della nazionale giapponese).

Dice tra l'altro: "même si je n'avais pas de grosses qualités physiques je n'ai pratiquement pas fait de musculation pendant ma carrière ... mais je faisait beaucoup de préparation spécifique judo, pratiquement toujours sur le tapis ... c'est important d'être précis dans les exercises, d'être concentré et exigant avec soi-même". 

Riassumendo in due parole: il judo non si impara in una sala pesi ma sul tatami !

 

La ventunenne ungherese Roza Gyertyas ha conquistato il suo secondo titolo continentale U23 bissando il successo ottenuto lo scorso anno nei -52 kg.

In finale ha avuto la meglio della bulgara Gabriela Dimitrova.


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