Nr.58 / 31 ottobre 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


In questo numero vi proponiamo una riflessione sulle ricorrenze, l'intervista a Fabienne Kocher, i risultati del torneo ranking di Uster, il quinto capitolo della terza parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" (L'Autunno) e la rubrica "l protagonisti della storia".

 

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TDJ, è invitato a trasmetterli allo scrivente coordinatore (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).

Indice del cinquantottesimo numero:

  1. Le ricorrenze  - Marco Frigerio
  2. Intervista con Fabienne Kocher - Marco Frigerio
  3. Il torneo ranking di Uster - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

LE RICORRENZE

 

C'é chi dice che le ricorrenze non sono importanti: un passaggio obbligato per chi ha una storia che continua.

Chi scrive pensa invece che le ricorrenze sono un'occasione da non perdere per marcare presenza. Alle nostre latitudini poi, con gli spazi sempre più esigui che l'informazione ci riconosce, le ricorrenze vanno festeggiate. Ogni occasione per parlare (bene) del judo va utilizzata al meglio.

 

Sabato 21 e domenica 22 ottobre al DYK Chiasso si sono festeggiati i 50 anni dell'associazione di arti marziali più antica del Mendrisiotto, in attività.

Anche a Chiasso (come a Bellinzona e Lugano) il judo è arrivato negli anni cinquanta tuttavia, affinché attecchisse al tessuto cittadino, si è dovuto attende il 1974 e il Do Yu Kai ("l'associazione degli amici della via").

Nato quale sezione del JC Carona il DYK Chiasso si è ben presto reso autonomo creando la propria sede (inaugurata il 3.4.1977) ed ottenendo l'affiliazione alla FSJ nel 1978.

Alla cerimonia pubblica di sabato 21 erano presenti il presidente cantonale Curzio Corno, il presidente del JB Lugano Marco Rossi e il responsabile cantonale U18 e U21 Rezio Gada, oltre naturalmente alle autorità comunali e a numerosi soci ed amici di ieri e di oggi.

La cerimonia è stata diretta, con maestria e simpatia, dal giornalista RSI Roberto Cattaneo, già judoka al DYK.

Davide Lurati, capodicastero sport di Chiasso ha portato gli auguri e l'apprezzamento del Comune.

Chi scrive, presidente del DYK da 38 anni, ha ripercorso la storia dell'associazione soffermandosi sugli obiettivi. "I campioni passano ed hanno il loro effimero momento di gloria, quello che rimane ed è importante è il contribuire alla crescita dei praticanti in conformità a quanto inidicato da Jigoro Kano".

Mattia Frigerio ha letto e commentato l'haiku che ha dedicato al 50esimo del DYK.

Nel giardino che circonda il dojo è stato posizionato un ciliegio e la targa che riprende l'haiku.

La cerimonia è stata allietata da un duo jazz Niccolò Monté Rizzi (tromba) e Yannick Veronesi (piano).

Un bel momento di festa, completato nel pomeriggio dalla castagnata offerta ai soci e alle loro famiglie e dalla foto del cinquantesimo e, domenica 22 dall'apprezzatissimo corso tecnico tenuto dalla campionessa svizzera Fabienne Kocher di cui riferiamo nell'articolo a seguire.

 

Perché un ciliegio?

Il ciliegio simbolezza la vita e la morte. In Giappone ve ne sono di meravigliosi, come ad esempio il "ciliegio che spacca la roccia" di Morioka, citato nel discorso dal sottoscritto per indicare come, anche il DYK si sia inserito pian piano nel contesto cittadino con la forza e la costanza di questo ciliegio, divenendo un riferimento sportivo e educativo importante a Chiasso.

Inoltre dall'aprile 2022 stiamo scrivendo "Le stagioni del ciliegio" il racconto che cerca di evidenziare gli aspetti positivi del judo nel corso della varie fasi della vita.

Perciò, come dice l'haiku del 50esimo:

 

Sboccia Ciliegio

il vento soffia sempre

dove c'é vita


INTERVISTA A FABIENNE KOCHER

Domenica 22 ottobre la nazionale svizzera Fabienne Kocher (classe 1993, JC Uster) ha diretto due allenamenti tecnici al dojo del DYK Chiasso in occasione dei festeggiamenti del 50esimo.

Ai giovanissimi (anni 2015/2012) ha spiegato osoto-gari, ai giovani e adulti sumi-gaeshi.

Fabienne è in corsa per i giochi olimpici di Parigi dopo essere stata terza ai mondiali del 2021 di Budapest e quinta ai giochi di Tokyo nella categoria -52 kg.

Nel 2013 aveva vinto i campionati d'Europa juniores a Sarajevo nella categoria -57 kg.

Conoscerla di persona è stato un piacere, tutti hanno apprezzato la sua disponibilità e la sua simpatia.

Al termine degli allenamenti i ragazzi hanno potuto formulare anche delle domande alle quali Fabienne ha sempre risposto con il sorriso. Ne abbiamo quindi approfittato per intervistarla.

 

 

Come hai iniziato a praticare judo ?

Ho scoperto il judo grazie a mia sorella maggiore. È sempre stata il mio modello, quindi ho dovuto imitarla in tutto. E quando si è dedicata al judo, ovviamente ho voluto iniziare subito. Purtroppo ho dovuto aspettare fino all'età di 8 anni.

 

Da quanti anni fai parte della nazionale svizzera ?

Uff, è una domanda difficile. Non ricordo esattamente, ma ho potuto prendere parte alla nazionale dall'U18 in poi (ma a quel tempo era ancora l'U17). La mia prima medaglia nel campionato svizzero è stata nel 2007, quindi penso che avessi circa 15 anni.

 

Quanti allenamenti fai in media alla settimana ?

Per lo più due volte al giorno, circa 9-10 sessioni di allenamento nel dojo o nella sala pesi. Sono circa 20 ore settimanali.

 

Spesso sei in ritiro all’estero, dove ti sei trovata meglio e perché ?

Ho sempre trovato qualcosa di straordinario nel viaggare per il judo. Ci sono davvero tanti posti meravigliosi di cui conservo ancora bellissimi ricordi. Penso sempre che trascorrere del tempo in Giappone sia davvero bello per un campo di addestramento. Partner eccezionali, duro ma sempre buon allenamento e cibo delizioso.

Budapest è un posto molto speciale per me come torneo perchè lì ho potuto vivere alcune delle mie più grandi emozioni e vincere medaglie importanti. Budapest avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.

 

Quali sono i judoka che hai incontrato che più ti hanno impressionato e perché ?

Da una parte sicuramente i miei due (ex) allenatori Giorgio Vismara e Alex Budolin. Hanno una tale passione per il judo, ogni volta che salgono sul tatami la senti. L'impegno e la passione che mettono ogni giorno sono semplicemente straordinari. Ne vieni coinvolto e trascinato.

Come combattente Uta Abe (ndr campionessa olimpica dei -52 kg) è ovviamente eccezionale. L'esplosività, la determinazione, la velocità e il feeling del judo sono davvero unici. Per me è una dei migliori combattenti al mondo in assoluto.

 

Alle Olimpiadi di Tokyo sei arrivata quinta, come ti stai preparando per Parigi ?

Con un sacco di duro allenamento. Per vincere la medaglia devo essere in ottima forma la prossima estate, nei -52 kg ci sono molte combattenti forti e tutte hanno una possibilità. Quindi training, training e ancora training.

 

Ti sei già chiesta cosa farai dopo che avrai cessato l’attività agonistica di alto livello ?

Completerò la mia laurea in psicologia e poi voglio fare qualcosa che mi permetta di utilizzare la mia esperienza agonistica e trasmetterla ai giovani talenti.

 

Cosa ti piace del judo in genere ?

Il judo per me è semplicemente uno sport unico. Così vario, non è solo forza, tecnica o velocità. È necessario un mix di tutto per diventare un buon combattente. Inoltre, non esiste il "corpo da judo" perfetto, tu hai il tuo corpo e ad esso adatti il tuo stile di combattimento. Ogni combattimento è diverso, non puoi adattarti a qualcosa di specifico, devi sempre essere flessibile e lasciare che i tuoi sentimenti / riflessi ti guidino. Anche il tuo stile di judo è costantemente in evoluzione. Impari nuove tecniche e allarghi il tuo repertorio, lo trovo affascinante. E ovviamente il rispetto e l' "educazione" che il judo porta con sé é unico. Anche a livello internazionale i judoka sono una grande famiglia; si creano facilmente buone amicizie e, anche se non ci si concede nulla sul tatami durante il combattimento, dopo ci si abbraccia e ci si diverte. Penso che sia davvero una cosa bella.

 

 

Grazie Fabienne per esserti resa disponibile e tanti auguri per i giochi di Parigi; al DYK Chiasso (ma non solo) faremo il tifo per te. Sarebbe bello avere ospitato la prima donna del judo svizzero destinata a conquistare un podio olimpico.

Nella foto che segue Fabienne - al centro sotto l'immagine di Jigoro Kano - con i judoka del DYK che hanno preso parte alla lezione tecnica.


IL TORNEO RANKING DI USTER

 

Sabato 28 ottobre si è combattuto a Uster l'ultimo torneo ranking della stagione.

Obiettivo per tutti i partecipanti saggiare il proprio livello in vista delle finali e ottenere la conferma della qualifica.

Presenti un buon numero di combattenti ticinesi.

 

Negli U18 secondo posto per Loris Perosa (JB Bellinzona) a -81 kg, Kai Bürgisser (DYK Chiasso) a -90 kg e Antonio Niceta (DYK Paradiso) a +90 kg.

Terzo posto per Clarissa Bernasconi (JB Bellinzona) a -48 kg.

 

Negli U21 terzo posto per Christian Edouard (DYK Chiasso) a -81 kg, Kai Bürgisser (DYK Chiasso) a -90 kg e Lia Marcionelli (JB Bellinzona) -57 kg.

 

Nei senior discrete prestazioni per Lorenzo Corno (-66 kg - JC Caslano) e Angelo Melera (-73 kg .- JB Bellinzona), il primo vince due incontri mentre il secondo ne vince tre sfiorando il podio.

 

 

Domenica 29 ottobre ha avuto luogo il torneo scolari.

Anche qui nutrita la partecipazione dei ticinesi che hanno ottenuto i seguenti risultati.

 

Negli U11 primo posto per Natan Weber (DYK Chiasso) e secondo posto per Mikael Abusenna (DYK Chiasso).

Negli U13 primo posto per Christian Perosa (JB Bellinzona), secondo posto per Oleksii Dmytrashyk (DYK Chiasso), Chris Caccia (DYK Chiasso) e Margherita Bosia (DYK Chiasso), terzo posto per Stella Giovanora (JB Bellinzona), Miron Cheban (JC Ceresio) e Karol Iannarelli (JB Bellinzona).

Negli U15 secondo posto nei -33 kg per Iilia Dmytrashyk (DYK Chiasso) e ei -40 kg per Giuly Giovinazzo (JC Vezia-Pregassona), terzo posto per Sofia Gygaz (JC Ceresio), Alessia Agustoni (JB Bellinzona), Alice Laiso (JC Vezia-Pregassona) e Elena Callegari (DYK Chiasso).

 

Il torneo è stato caratterizzato a un "discutibile" funzionamento del sistema informatico.

È capitato, in particolare il sabato che i risultati indicati nel sistema non corrispondessero a quelli effettivi.

Si spera che per le finali del 2 e 3 dicembre a Yverdon non vi siano sorprese.

 

Kai Bürgisser (già secondo nei -90 kg U18) e Christian Edouard hanno ottenuto il terzo posto negli U21.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 35)

Il torneo di Fukuoka era un momento importante per tutti i judoka dell’isola di Kyushu.

I vincitori acquisivano la possibilità di qualificarsi per le finali nazionali giovanili. Riuscire ad ottenere risultati di rilievo nazionale in gioventù era un’occasione per mettersi in mostra.

Shinnosuke ripeteva spesso tuttavia che “sino all’età di junior i risultati contano poco. L’importante é fare esperienza di competizione e di cercare di correggere gli errori. Un judoka acquisisce il suo potenziale verso i vent’anni e può continuare con l’alto livello fino ad oltre i trenta. Vittorie e sconfitte nella fase precedente sono unicamente un passaggio”.

Shiro e Noriko avevano sentito spesso il padre esprimersi in questi termini.

Shiro condivideva il pensiero ed aveva un approccio pratico alla competizione. “Andrà come andrà” diceva tra sé, anche se perdere al primo turno gli sarebbe spiaciuto.

Noriko pensava tutt’altro, “fatemi salire in materassina e vi faccio vedere come si combatte”, caratterialmente era una guerriera e non faceva nulla per celarlo.

 

La giornata fu parecchio emozionante anche per Shinnosuke. La prima competizione di una certa importanza di entrambi i figli. Scoprire che stare a bordo tatami per allievi e per i figli non è propriamente la stessa cosa fu toccante.

La prima a salire in materassina fu Noriko. La categoria era discretamente numerosa. Quattro furono gli incontri che la videro protagonista. Lottatrice fino alla fine, in difficoltà in due occasioni seppe ricuperare e imporsi. In finale incontrò una ragazza all’ultimo anno delle medie di nome Uta, partita all’arrembaggio Noriko venne a trovarsi sbilanciata sull’avanti. Uta ne approfittò per piazzare un perfetto tai-otoshi valutato ippon. Scesa dalla materassina, con volto serio, si rivolse al padre dicendo “ho sbagliato. Ma la prossima volta saprò cosa fare”.

Shinnosuke non dubitava della determinazione della figlia e la sua reazione all’incontro di finale perso era esattamente ciò che si aspettava. Il futuro judoistico di Noriko sarebbe stato certo costellato di successi.

Shiro non fu da meno, anche se lo stile era opposto a quello della sorella. La categoria, parecchio numerosa, prevedeva che per raggiungere la finale si dovessero superare quattro avversari. Shiro vinse tre incontri prima di risultare sconfitto al golden score nella semifinale. Nell’incontro per il terzo posto vinse grazie ad un wazaari di osoto-gari.

Buon sangue non mente” disse Takeo a Shinnosuke, dopo avere assistito alla finalina. Shinnosuke era soddisfatto; era convinto che, per crescere caratterialmente si devono superare degli ostacoli. Il terzo posto al torneo era un buon risultato, la competizione era stata di buon livello, ma soprattutto Shiro si era dimostrato presente e determinato.

Complessivamente la squadra della scuola di Kumamoto fu tra le protagoniste.

Tre judoka dell’ultimo anno vinsero la propria categoria; tra questi Kyoshi il peso massimo della scuola. Un ragazzo coscienzioso che, in allenamento, era particolarmente attento a non far male ai compagni visto la sua stazza decisamente superiore.

Shiro e Kyoshi erano divenuti amici e si allenavano spesso insieme.

 

Rientrati a casa Shinnosuke e i gemelli raccontarono a Kaori nel dettaglio quanto era accaduto al torneo. Kaori non si era sentita di accompagnarli, purtroppo non si sentiva bene.

L’entusiasmo che i figli dimostravano, seppur in modo differente, era tale da coinvolgere appieno la madre che in cuor suo sentiva di avere svolto al meglio il proprio compito di genitore scegliendo di rimanere a casa per occuparsi della loro educazione e crescita.

Fu una serata memorabile in famiglia, come è giusto che sia quando si festeggia un evento che coinvolge tutti.

Shinnosuke e Kaori erano felici e consapevoli di avere indicato ai figli una vera strada di crescita personale; i risultati non erano importanti ma l’approccio dimostrato e la voglia di fare meglio in futuro si.

 

 

Continua....

I capitoli da 1 a 15 (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera ("Haru"). I capitoli dal 16 al 30 (vedi TDJ 39/53) costituiscono la seconda parte del racconto: L'estate ("Natsu").

Con Il capitolo 31 è iniziata la pubblicazione della terza parte del racconto: L'autunno ("Aki").



I PROTAGONISTI DELLA STORIA: Moshe Feldenkreis (1904/1984)

È stato un fisico e ingegnere israeliano naturalizzato britannico.

Nato in Ucraina da famiglia ebrea si trasferì in Francia dove nel 1933, a Parigi, assistette a una dimostrazione di judo di Jigoro Kano. Ebbe quindi occasione di conoscerlo e di avere dei contatti con il medesimo.

A Parigi fondò – insieme a Paul Bonet-Maudry - il Ju-jutsu Club de France.

Fu allievo di Kawaishi divenendo la prima cintura nera francese nel 1936. All’epoca lavorava nel laboratorio di Joliot-Curie, genero della nota Marie Curie (due volte premio Nobel), al quale pure insegnava judo.

Fu costretto a lasciare la Francia a seguito dell’arrivo dei nazisti nel 1940; durante la guerra fu al servizio dell’esercito inglese occupandosi dei sistemi sonar in una base di sottomarini in Scozia.

 

Nel 1945 si trasferì a Londra dove ricominciò ad insegnare judo, scrivendo alcuni libri sulla disciplina. Durante la sua vita insegnò in vari paesi.

Amava sottolineare come “l’allenamento del judo dimostra di essere un passo propedeutico ineguagliabile per una professione artistica come la danza o la recitazione, ma anche per tutti gli sport o le occupazioni dove forma fisica e grazia dei movimenti sono essenziali”.

A seguito di un infortunio ad un ginocchio studiò e realizzò un metodo di ricupero incentrato sul movimento. Fu autore di vari libri sul tema. Il suo metodo denominato “Feldenkreis” è ancora oggi molto diffuso. Negli anni Cinquanta si trasferì in Israele dove rimase sino alla sua scomparsa.

In Israele divenne una celebrità per avere curato David Ben Gurion (primo capo dello Stato) instaurando con esso una solida amicizia.

 

Moshé Feldenkreis scrisse diversi libri sul judo.

"Nel judo è compresa un'attenzione costante, assieme con l'insegnamento dell'attacco e della difesa nel più efficiente dei modi, allo scopo preminente di mettere in grado uomini e donne di controllare perfettamente mente e corpo" (dalla prefazione di L'arte del judo, 1944, traduzione italiana 2011)


NOTIZIE IN BREVE

 

Sabato 14 ottobe Alexis Landais ha tenuto un corso tecnico a Bedano.

Buona la partecipazione di giovanissimi e adulti.

 

 

Domenica 15 ottobre Loris Perosa (-81 kg - in azione nella foto che segue), Kai Bürgisser (-90 kg) e Alessandra Regazzoni (-70 kg) hanno combattuto all'European Cup di Berlino per cadetti.

Grande prova di Loris che con quattro vittorie in cinque incontri si è classificato terzo. La foto che segue lo vede in azione. Bello l'ippon di juji-gatame della finalina.

 

 

Domenica 15 ottobre è stato inaugurato un nuovo spazio sportivo a Genestrerio.

Tra le società coinvolte il Dojo Arti Marziali, affiliato alla ATJB, che fa capo a Giorgio Montorfano.

Sul tatami si è tenuto un allenamento di judo diretto dal settantacinquenne Alfredo Vismara noto judoka milanese.

 

 

Domenica 22 ottobre il Quotidiano ha trasmesso (unico servizio in una giornata di elezioni) un filmato e delle interviste raccolte al dojo del DYK Chiasso in occasione dell'allenamento della nazionale svizzera Fabienne Kocher.

 

 

Dal 24 al 26 ottobre si è combattuto il Grand Slam di Abu Dhabi.

77 paesi presenti con 450 judoka che vi hanno preso parte.

La Svizzera non ha partecipato; nemmeno il Giappone ha presenziato.

L'Italia era invece presente con un alto numero di rappresentanti, tre le vittorie di categoria ottenute grazie a Scutto, Giuffrida e Bellandi. Decisamente sono le judoka della penisola ad ottenere i migliori risultati, tra gli uomini il miglior risultato è stato un quinto posto.

Tre vittorie nelle categorie maschili, invece, per gli atleti russi che combattono sotto bandiera neutrale. I campioni del mondo in carica Adamian e Tasoev sono una conferma, meno noto il giovane David Karapetyan vincitore nei -81 kg.

I vincitori delle categorie:

-60 kg C. Revol FRA, -66 kg V. Margvelashvili GEO, 73 kg S. Ahadov UZB, -81 kg D. Karapetyan RUS, -90 kg N. Majdov SBR, -100 kg A. Adamian RUS, +100 kg I. Tasoev RUS

-48 kg A. Scutto ITA, -52 kg O. Giuffrida ITA, -57 kg J. Klimkait CDN, -63 kg C. Beauchemin-Pinard CDN, -70 kg M.Taimazova RUS, -78 kg A. Bellandi ITA, + 78 kg R. Nunes POR

 

 

Rezio Gada, responsabile U18 e U21, ricorda agli interessati che aspirano a disporre di facilitazioni per attività sportiva nelle scuole, rispettivamente sono interessati a una carriera agonistica nazionale l'appuntamentoe a fine novembre con il test PISTE a Grenchen.

Naturalmente chi si annuncia deve mettere in conto di partecipare settimanalmente a più allenamenti nel proprio club, all'allenamento regionale del venerdì a Bellinzona e mensilmente all'allenamento nazionale a Grenchen.

 


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