Nr.57 / 15 ottobre 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


In questo numero vi proponiamo una riflessione da nonno, a seguire i risultati del campionato del mondo juniores, il programma dei festeggiamenti del cinquantesimo del DYK Chiasso, il quarto capitolo della terza parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" (L'Autunno) e la rubrica "l libri del judo".

 

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TDJ, è invitato a trasmetterli allo scrivente coordinatore (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).

Indice del cinquantasettesimo numero:

  1. Judo: come e per quanto tempo ?  - Marco Frigerio
  2. Il campionato del mondo juniores - Marco Frigerio
  3. Il programma del cinquantesimo del DYK Chiasso - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I libri del judo - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

JUDO: COME E PER QUANTO TEMPO?

Avendo raggiunto una certa età ed essendo divenuto, nel giro di due mesi e mezzo, tre volte nonno sento (sempre più) la responsabilità di trasmettere (prima che sia troppo tardi) qualche messaggio judoistico destinato a restare nella memoria delle giovani generazioni.

 

Da decenni assisto e leggo della diatriba tra chi demonizza il judo agonistico ritenendosi a torto detentore della "sacra fiamma" del judo tradizionale e chi non riesce ad andare oltre le competizioni. Nei social ogni occasione sembra essere buona per parlare male dell'opposta visione della disciplina. Dopo più cinquant'anni trascorsi in materassina, dopo essere stato un convinto agonista (senza essere divenuto un campione), essermi formato quale insegnante (pur praticando altra professione) ed avere seguito corsi diretti da vari rinomati judoka resto convinto che il judo è uno solo e che, unicamente approfondendo nel tempo le varie componenti, chi lo pratica può ambire ad acquisire (almeno in parte) la sua conoscenza.

Judoka non si nasce, lo si diventa (nei decenni) praticando.

 

I recenti campionati del mondo juniores hanno attribuito 9 titoli su 14 categorie ai combattenti giapponesi (oltre al titolo a squadre). Indubbiamente i giapponesi interpretano il judo in modo più tecnico rispetto ad altri praticanti provenienti dalle cosiddette altre nazioni forti.

Guardando i combattimenti degli atleti giapponesi, in generale, si ritrovano (anche oggi) realizzazioni tecniche degne di nota e apprezzamento. Certo, anche i combattenti giapponesi hanno difficoltà quando si ritrovano opposti ai "cultori del sollevamento" e/o agli esperti del "terzo shido", in genere tuttavia risolvono o imparano a farlo.

Nella fase agonistica è quindi opportuno guardare alla terra del Sol Levante che ci propone campioni meritevoli di essere ricordati oggi come in passato.

Se il judo è agonismo in età giovanile (stendo un pietoso velo sulle gare master), esso diviene approfondimento tecnico e studio in età matura, e comunque sempre richiede pratica costante e ricerca.

Chi non pratica più, dopo essere stato agonista, non ha capito molto della disciplina.

Chi passa ad altro non ha compreso la profondità del judo.

Chi non trova stimoli per migliorarsi, non ha mai letto gli scritti di Jigoro Kano.

Non importa infatti quanto possa diventare forte il tuo corpo e quanto meravigliosa possa essere la tua tecnica; il vero obiettivo del judo si persegue solamente nella costante ricerca del proprio miglioramento e ciò sia caratterialmente sia dal profilo comportamentale.

 

Concludo ricordando che il 28 ottobre (data di nascita di Jigoro Kano) sarà anche quest'anno il World Judo Day, il motto del 2023 dice "bring a friend" che tradotto e ampliato significa "porta un amico al dojo".

Non è un motto pensato solamente per bimbi e ragazzi; il judo è anche e soprattutto per gli adulti. Pensiamoci.

Sarebbe bello riportare nei nostri dojo anche qualche agonista che si è perso nel tempo.

Vi aspettiamo là dove si pratica judo a 360° e non solamente per vincere due medaglie ...

 

Qualche riflessione, da nonno, sul judo.

Il judo non è solamente agonismo, non è solamente tecnica ma è un mezzo per migliorarsi destinato ad essere praticato senza interruzioni anche in età adulta e matura.


IL CAMPIONATO DEL MONDO JUNIORES

Si è combattuto dal 4 al 8 ottobre 2023 il campionato del mondo juniores in Portogallo.

Presenti 68 nazioni, 541 judoka.

Per la Svizzera tre judoka vi hanno preso parte: Binta Ndiaye (-52 kg), Aline Rosset (-63 kg) e April Fohoud (-70 kg). Sconfitta al secondo turno, dalla canadese Evelyne Beaton, Binta Ndiaye, così come Aline Rosset fermata dalla brasiliana Nuana Silva. April Fohoud ha invece combattuto la finale per il terzo posto contro l'austriaca Elena Dengg perdendo al golden score. Un quinto posto significativo per diciottenne vodese.

Nessun judoka di sesso maschile rossocrociato è invece stato selezionato, c'è da chiedersi come mai ...

 

Prima giornata all'insegna del Giappone che ha conquistato quattro titoli su quattro categorie. Bella la finale della categoria femminile -52 kg che ha visto la giapponese Rin Kamiya superare l'italiana Giulia Carnà per ippon grazie a un bel movimento di seoi-nage a sinistra. Da notare il tentativo non riuscito dell'italiana di bloccare le iniziative tecniche della nipponica con prese rigide giustamente sanzionate dall'arbitro centrale. L'italiana era la campionessa mondiale junior 2022 e campionessa d'Europa junior 2023.

Particolarmente combattuta la finale dei -66 kg con il giapponese Yamato Fukuda costretto a rincorrere l'israeliano Eran Fiks in vantaggio di wazaari. Rincorsa riuscita grazie ad un perfetto ka-te-jime.

Si noti per altro che, anche il campione mondiale -60 kg si chiama Yamato Fukuda, una omonimia destinata a creare confusione.

 

La seconda giornata ha incoronato la triestina Veronica Toniolo nella categoria -57 kg. Brutta la finale che ha visto la campionessa d'Europa juniores 2023 superare la giapponese Riko Honda grazie alla squalifica dell'avversaria. In realtà gli attacchi in sumi-gaeshi al golden score erano inesistenti ed avevano palesemente lo scopo di evidenziare la passività dell'avversaria, colpevole però di non avere trovato soluzioni in situazione di kenka-yotsu.

Bello invece l'ippon dell'azero Vusal Galandarzade nella finale dei -73 kg un seoi-nage in rotolamento che ha sorpreso lo statunitense Jack Yonezuka.

 

Nella terza giornata tre ulteriori titoli al Giappone su tre categorie combattute.

Bella vittoria di Kaito Amano nei -81 kg che, in finale, ha avuto la meglio sul georgiano Alexander Loladze. Ippon al suolo grazie a un ushiro-kesa-gatame perfezionato dopo una rotazione vicente.

Determinata e decisamente superiore alla avversarie Mayu Honda che ha vinto la finale della categoria -70 kg grazie ad un wazaari di ouchi-gari eseguito con la brasiliana Kaillany Cardoso già in ginocchio. Quando si dice di insistere ... Per concludere poi l'incontro con una immobilizzazione vincente.

Komei Kawabata ha vinto a -90 kg grazie alla squalifica per passività dell'azero Vugar Talibov, avversario fisicamente forte ma tecnicamente a corto di idee.

 

Nella quarta giornata due ulteriori titoli al Giappone grazie a Dota Arai (-100 kg), in finale sull'uzbeko Rustam Shorakhmatov e a Mao Arai (+78 kg) che in finale ha superato la connazionale Miki Muronoki.

Certo che, essere nella squadra giapponese di questi mondiali juniores e perdere al primo incontro, non è facile da digerire. Così però è stato per Io Fujimoto (+100 kg) e per Mika Nakano (-78 kg); chissà se sentiremo ancora parlare di loro ...

 

Nella quinta giornata si è proceduto con la competizione a squadre mista.

FInaliste di rito sono state Francia e Giappone.

La prima si è qualificata per la finale superando per 4 a 2 l'Azenbargian e il Portogallo, la seconda superando Turchia (4-2), Uzbekistan (4-0) e Brasile (4-1).

Alla competizione hanno partecipato 15 nazioni tra cui anche l'India; chi scrive non comprende perché l'Italia insista nel non partecipare alle competizionio a squadre.

La finale ha incoronato un Giappone nettamente superiore che ha chiuso ogni discussione dopo nei primi quattro incontri rifilando un sonoro 4 a 0 agli avversari.

Le vittorie individuali sono state ottenute da Hadano (-73 kg) grazie a un bel seoi-nage sinistro in ginocchio, Mayu Honda (-70 kg) che ha sconfitto la neo campionessa dei -63 kg Auchecorne grazie ad una immobilizzazione, Komei Kawabata (-90 kg)che ha piazzato uno splendido seoi-nage in ginocchio e a Mao Arai (+78 kg) che, dopo avere subito un wazaari, ha immobilizzato l'avversaria.

Al terzo posto si sono classificati il Brasile, 4 a 2 sull'Azebargian, e la squadra di casa il Portogallo che ha battuto l'Uzbekistan 4 a 3, il punto decisivo è stato ottenuto da Maria Silveira grazie a un osaekomi.

 

 

I vincitori:

 

-60 kg Y. Fukuda JPN

-66 kg Y. Fukuda JPN

-73 kg V. Galandarzade AZE

-81 kg K. Amano JPN

-90 kg K. Kawabata JPN

-100 kg D. Arai JPN

+100 kg S. Gureshidze GEO

 

-48 kg K. Miyaki JPN

-52 kg R. Kamiya JPN

-57 kg V. Toniolo ITA

-63 kg M. Auchecorne FRA

-70 kg M. Honda JPN

-78 kg M. Kim KOR

+78 kg M. Arai JPN

 

L'italiana Veronica Toniolo campionessa del mondo juniores -57 kg.

Nel 2019 era stata campionessa del mondo cadetti.

Con il titolo mondiale ipoteca il biglietto per i giochi di Parigi.


IL PROGRAMMA DEL CINQUANTESIMO DEL DO YU KAI CHIASSO

 

Nel fine settimana del 21 e 22 ottobre, a Chiasso, si festeggeranno i cinquant'anni del Do Yu Kai ("associazione degli amici della via"). Ospite d'onore Fabienne Kocher, nazionale svizzera terza classificata ai mondiali 2021, quinta ai giochi di Tokyo, in corsa per la qualifica ai giochi di Parigi 2024.

 

 

Sabato 21 ottobre

Si inizierà con la cerimonia pubblica delle ore 11.00 sul piazzale antistante il dojo di via Cattaneo 10 a Chiasso.

La cerimonia sarà presentata dal giornalista Roberto Cattaneo (già judoka del DYK). Oltre ai discorsi delle autorità comunali e del presidente dell'associazione, sono previsti la posa del ciliegio e la lettura e il commento dell'haiku del cinquantesimo scritto da Mattia Frigerio.

La cerimonia sarà allietata da due momenti musicali (piano e tromba) e si concluderà con l'aperitivo offerto.

Il Ticino judoistico è invitato a presenziare, la cerimonia è aperta a tutti.

Nel pomeriggio alle ore 16.00 avrà luogo la fotografia del cinquantesimo. Tutti i soci sono invitati rigorosamente in judogi bianco. Seguirà la castagnata offerta a soci e familiari e una conferenza aperta a tutti dal titolo "Due chiacchiere sulle finalità del judo".

 

 

Domenica 22 ottobre

Il dojo del DYK sarà allietato dalla presenza della nazionale svizzera Fabienne Kocher che terrà due lezioni tecniche che per ragioni di spazio sono riservate ai soci. Il mattino per i ragazzi ed il pomeriggio per giovani e adulti.

 

 

La storia del DYK Chiasso è iniziata nel 1974.

All'epoca sotto il "cappello" JC Carona, che aveva aperto una sede secondaria nella città di confine. In breve tuttavia l'associazione si rese autonoma creando anche - grazie all'opera dei soci di allora e di chi ebbe a garantire il credito necessario - una propria sede.

La stagione 2023/2024 è la cinquantesima. La sede, inaugurata il 3 aprile 1977, è stata negli anni ampliata e migliorata, tanto che oggi presenta spazi ad uso sportivo per oltre 200 mq, spogliatoi e servizi, nonché una ampia sala di ricezione ed un apprezzato giardino. Uno spazio assolutamente ideale a totale disposizione del DYK.


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 34)

 

Sono stata dal medico” disse improvvisamente Kaori al marito.

Mi hanno fatto degli esami preliminari per verificare l’origine della stanchezza che in questi ultimi tempi mi caratterizza. Non volevo spaventarti per cui non te l’ho detto prima ma ultimamente fatico ad arrivare a sera, se non riesco a ritagliarmi un momento di riposo quando i gemelli sono a scuola.”

Shinnosuke rimase turbato. Non si era accorto di nulla e questo non era da lui. “Vedrai che non sarà nulla di grave. Hai solo bisogno di staccare un po’. In ogni caso affronteremo insieme quello che sarà” disse alla moglie.

La notizia rimase così in sospeso, in attesa che il medico di riferimento riferisse del risultato degli esami.

 

Shinnosuke ricordava la brutta malattia che aveva colpito la madre allorquando ancora era un’agonista di livello internazionale.

Aki l’aveva sempre sostenuto nelle scelte, anche quando il padre, Saburo, esprimeva dubbi. Ad un certo punto Aki si era improvvisamente ammalata e nel giro di qualche mese era venuta a mancare. Saburo non era durato molto da solo, abituato alla vita di coppia, si era sentito perso e non aveva trovato in sé la forza di reagire.

In quel periodo Shinnosuke era a Tokyo, spesso anche all’estero, e ben poco aveva potuto fare per aiutare i genitori.

Ricordava bene quanto sua madre gli aveva detto “Non preoccuparti, vivi la tua vita e ricordati che sono i genitori a doversi occupare dei figli e non il contrario. Quando sarai genitore compi il tuo dovere. Questo è il ciclo della vita e non ci possiamo fare nulla”.

Malgrado le parole di Aki Shinnosuke si era sempre sentito in colpa e, ogni volta che si presentava un problema di salute, veniva assalito da preoccupazioni e tristezza.

 

Arrivato al dojo quel giorno si trovò ad insegnare alla classe di Shiro. Guardando il figlio sul tatami, nel suo judogi bianco con la cintura marrone appena ottenuta, ebbe a pensare a come le cose che diamo per scontato siano destinate ad evolvere, senza che si possa fare nulla.

Ich, ni, san, shi, go, roku, sichi, achi …” Shiro stava contando le entrate del compagno, disponendo il proprio corpo al meglio come strumento di crescita della tecnica che veniva esercitata.

Quando fu il turno di Shiro l’esercizio venne ripetuto con il compagno che a sua volta contava le entrate. Guarda caso la tecnica preferita da Shiro era osoto-gari, la grande falciata esterna che aveva caratterizzato la carriera agonistica di Shinnosuke.

Il braccio destro deve essere piegato. È l’intero avambraccio a dover entrare in contatto con il petto di uke, se si vuole portare il miglior squilibrio. Con il braccio teso non arriverai mai a contatto” lo corresse il padre.

Shiro sorrise, al contrario della sorella, era contento quando uno dei genitori dimostrava di interessarsi a lui correggendolo. Cercò quindi di adeguare la posizione del braccio destro.

Terminata la serie delle entrate arrivò il momento del randori. Shinnosuke aveva l’abitudine di praticare randori insieme ai suoi giovani allievi. Era convinto che l’esempio fosse il miglior modo di trasmettere, e poi – a dire il vero – praticare randori era un esercizio che gli piaceva.

Al terzo turno di randori gli capitò di praticare con Shiro. Il ragazzo ce la mise tutta, sfoderando l’intera gamma delle entrate preferite. Shinnosuke ne era divertito; non mancò di lasciarsi cadere quando le tecniche erano ben eseguite e di proiettare il figlio con qualche ben assestato osoto-gari quando se ne presentò l’occasione.

Era sempre un bel momento concentrare le proprie energie nel randori e non pensare a nulla di diverso.

 

Rientrato a casa quella sera ritrovò Kaori preoccupata.

Ha chiamato il medico, i valori non sono a posto e necessitano ulteriori approfondimenti” ebbe modo di dirgli senza che i figli se ne avvedessero.

Va bene” rispose Shinnosuke “faremo il necessario, non preoccuparti”.

A tavola Noriko chiese al padre per quando era previsto il torneo regionale di Fukuoka, i gemelli avevano infatti raggiunto l’età in cui le competizioni cominciano a contare. Noriko non vedeva l’ora di salire sul tatami e sentire l’“hajime”. Shiro esteriormente appariva meno interessato, in realtà anche lui aveva iniziato a pensarci. Il torneo di Fukuoka aveva consacrato la scuola di Kumamoto come vincente, da lì era partita la strepitosa carriera di Jigoro divenuto campione olimpico. I figli di Shinnosuke non potevano mancare l’appuntamento.

 

 

Continua....

I capitoli da 1 a 15 (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera ("Haru"). I capitoli dal 16 al 30 (vedi TDJ 39/53) costituiscono la seconda parte del racconto: L'estate ("Natsu").

Con Il capitolo 31 è iniziata la pubblicazione della terza parte del racconto: L'autunno ("Aki").


L'immagne che segue è di Ottavia Amoruso Battista.


I LIBRI DEL JUDO: "Il padre del judo" di Brian Watson

Nell'anno 2000 venne pubblicato, in lingua inglese, il libro "The father of judo" di Brian N. Watson.

L'autore, docente universitario, è un judoka inglese nato nel 1942 a Middlesbourgh, in Inghilterra, che ebbe a frequentare il Kodokan negli anni settanta.

Nel 2005 una traduzione in lingua italiana è stata pubblicata presso le edizioni mediterranee.

 

All'epoca il libro fu il primo in lingua inglese a presentare la vita di Jigoro Kano.

La sua lettura è interessante, vi si trovano alcuni episodi particolari che fanno comprendere il carattere estremamente determinato del fondatore del judo.

Due esempi.

Nel dicembre 1890, sulla strada del rientro dall'Europa, dove era stato inviato per studiare i metodi educativi occidentali, Jigoro Kano ebbe modo di scalare una piramide in Egitto insieme a un gruppo di turisti. Le guide egiziane stipularono con lui un accordo, sarebbero state pagate solo se avesse avuto bisogno di aiuto. Naturalmente Jigoro fu l'unico che non necessitò aiuto; non solo, in cima alla piramide rifiutò l'acqua che le guide offrivano agli scalatori. Abituato a stare senz'acqua durante gli allenamenti non aveva sete e nemmeno  era stanco per la scalata. Ridisceso senza aiuto lasciò comunque una mancia alle guide che lo ringraziarono sentitamente per l'inaspettata generosità.

Nel gennaio 1893 Jigoro Kano fece il suo rientro a Tokyo, dopo essere stato per alcuni anni direttore della scuola media di Kumamoto sull'isola di Kyushu. Gli vennero quindi offerti la direzione della principale scuola media della capitale e dell'Istituto Magistrale. Benché la prima fosse una scuola prestigiosa Kano scelse di divenire responsabile della formazione dei docenti. "un'attività molto più significativa rispetto all'istruzione di una ristretta élite di studenti privilegiati".

 

Negli anessi il libro riporta un articolo apparso sul giornale londinese "The Times" del 29 agosto 1933 che, riferendosi ad una conferenza tenuta da Kano presso la sede di addestramento del XIII battaglione in Kensigton, riferisce

"Dal punto di vista intellettuale, il judo inculca nel praticante un particolare atteggiamento mentale che tende a renderlo serio e sincero, cauto e deliberativo in tutte le sue relazioni con gli altri. Allo stesso tempo lo addestra a prendere decisioni rapide e a agire con protezza. In una discussione il judoka ricorrerà alla sua capacità di persuasione e non alla coercizione; non verrà meno agli impegni presi presumendo troppo di se stesso; e se si troverà ad affrontare un avversario agitato come un matto, giocherà con lui finché la sua ira non si sarà placata. In tal modo senza alcun dubbio, il judoka promuoverà il benessere reciproco per se stesso e gli atri".

 

 

Dalla presentazione del volume:

"Con la creazione del judo, Kano cercò di dare al mondo un metodo per condurre una esistenza più ricca di significato, sia fisicamente che mentalmente. Lui stesso fu un esempio di una vita equilibrata e completa."


NOTIZIE IN BREVE

 

Venerdì 29 settembe la trasmissione "Tutti fuori" di RSI era a Vezia.

Per qualche minuto si è parlato anche di judo grazie a Fabio Ciceri.

 

 

La squadra cantonale ha vinto due incontri di prima lega est a Horgen sabato 30 settembre.

Hanno combattuto Lorenzo Corno, Angelo Melera, Sacha Civatti, Riccardo Arrigoni, Lorenzo Mignola e Kevin Oliveri.

 


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