Nr.56 / 30 settembre 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


In questo numero qualche pensiero sul judogi, a seguire i risultati del torneo ranking di Morat e del  Grand Slam di Baku, il terzo capitolo della terza parte del racconto inedito "Le stagioni del ciliegio" (L'Autunno) e la rubrica "l personaggi della storia".

 

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TDJ, è invitato a trasmetterli allo scrivente coordinatore (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).

Indice del cinquantaseiesimo numero:

  1. Il judogi del judoka - Marco Frigerio
  2. Il torneo di Morat - Marco Frigerio
  3. Il Grand Slam di Baku  - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I personaggi della storia - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

IL JUDOGI DEL JUDOKA

 

Il termine "judogi" indica il vestito necessario per la pratica del judo.

C'è chi lo chiama erroneamente "kimono", termine giapponese generico che invece significa "cosa da indossare" e si riferisce agli indumenti tradizionali giapponesi.

 

Il judogi del judoka è di colore bianco.

Unicamente a fini mediatici - alla fine del secolo scorso - l' IJF ha introdotto l'uso di judogi blu per le competizioni importanti. Il judogi tradizionale resta tuttavia quello di colore bianco. Esso caratterizza la disciplina, rendendo tutti uguali.

Nel judo la sola distinzione permessa è infatti il colore della cintura che deve corrispondere al grado di conoscenza.

 

Capita con una certa frequenza che alcuni ragazzini si prensentino al dojo con il judogi di colore blu. Se possibile evitiamolo spiegando ai genitori che non è il caso di acquistare judogi blu in età da scolari (U15, U13 e U11) e da cadetti (U18). Con il judogi blu, per altro, in genere nemmeno si potrà combattere a quella età, essendo ancora in uso nelle competizioni la distinzione tramite le cinture bianca (primo chiamato) e rossa (secondo chiamato).

 

Il bianco è il colore di riferimento, ma non solo. Il judogi va curato, lavato e (se necessario) riparato. Il modo di presentarsi e di indossarlo è il biglietto da visita del judoka.

Come il saluto il judogi è un elemento fondamentale che ci caratterizza.

Non roviniamo l'armonia creata dal vestirsi tutti nel medesimo modo autorizzando anzi tempo il "colore del cielo".

Al termine della sua vita Jigoro Kano era uso indossare un judogi nero.

Dato che non siamo paragonabili al fondatore, a chi pratica alle nostre latitudini, è richiesto l'uso del judogi bianco.

 

Bianco è il colore del judogi del judoka.

Saluto e judogi ci caratterizzano, non stravolgiamo la tradizione autorizzando anzitempo l'uso di judogi di colore differente.

Nella pratica del judo siamo tutti uguali, l'utilizzo del colore bianco è una conferma.


IL TORNEO DI MORAT

 

Il penultimo torneo ranking dell'anno si è combattuto sabato 23 settembre a Morat.

Buona la partecipazione al torneo che viene considerato tra le migliori competizioni nazionali (ranking 1000), numerosi i combattenti francesi e italiani presenti.

Quattro i podi ottenuti dai judoka ticinesi: argento per Alessandra Regazzoni (DYK Chiasso) nei -70 kg U18 e bronzo per Luca Wyler (JB Bellinzona) nei +100 kg senior, Giulia Cambianica (JB Bellinzona) nei -70 kg U21 e Loris Perosa (JB Bellinzona) -81 kg U18.

Ai piedi del podio Roberto Maserin (JB Bellinzona) nei -60 kg senior e Kai Bürgisser (DYK Chiasso) -90 kg U18 classificatisi quinti.

 

 

Domenica 24 settembre era invece in programma il torneo per scolari.

Anche in questo caso il Ticino era ben rappresentato.

Da segnalare l'argento conquistato da Elena Callegari (DYK Chiasso) nei +57 kg U15 e il bronzo di Ginevra Monté Rizzi (DYK Chiasso) nella medesima categoria.

Bronzo anche per Christian Perosa (JB Bellinzona) nei +60 kg U13.

Tra gli U11 bella vittoria della poule da parte di Natan Weber (DYK Chiasso) con tre ippon di qualità.

 

 

L'ultimo impegno ranking si combatterà a Uster il 28 ottobre.

Di seguito verranno definite le liste dei qualificati alle finali nazionali quest'anno in programma a Yverdon il 2 e 3 dicembre.

 

Kai Bürgisser quinto a -90 kg U18, Alessandra Regazzoni seconda a -70 kg U18 e Christian Edouard settimo a -81 kg U21.


IL GRAND SLAM DI BAKU

Dal 22 al 24 settembre si è combattuto a Baku (Azebargian) il Grand Slam.

Presenti 64 nazioni, provenienti da tutti e cinque i continenti, e 485 combattenti.

Per la Svizzera hanno combattuto Aurelien Bonferroni (-81 kg) e Daniel Eich (-100 kg).

Due incontri vinti per Bonferroni, fermato agli ottavi dall'austriaco Shamil Borchashvili.

Sconfitta al primo turno per tripla ammonizione con lo spagnolo (già campione del mondo) Nikoloz Sherazadishvili per Eich apparso a corto di idee.

Nutrita la rappresentanza giapponese con dieci combattenti, anche se non di primo livello; quattro i podi ottenuti in un torneo dominato dai combattenti dell'est.

 

Nella prima giornata si è notato il ritorno dei combattenti russi che hanno conquistato tre podi e un quinto posto su cinque categorie e non solamente in quelle maschili.

Ai giochi sarà opportuno non sottovalutarli.

L'italiana Assunta Scutto ha vinto la categoria -48 kg faticando parecchio al primo incontro contro la slovena Marusa Stangar (vittoria per squalifica dell'avversaria). Terzo posto per Odette GIuffrida a -52 kg, l'argento olimpico del 2016 è assolutamente in corsa per i suoi terzi giochi. La categoria è stata vinta dalla giapponese Kisumi Omori che invece a Parigi non potrà essere presente, dato che la campionessa olimpica e mondiale in carica Uta Abe è già stata selezionata.

 

Nella seconda giornata sono stati i combattenti azeri a vincere entrambe le categorie di peso medio. Hidayat Heydarov ha vinto la categoria -73 kg, trattasi di un combattente noto a livello internazionale già campione d'Europa e tre volte podio mondiale. Sconosciuto invece è Zelim Tchaev che si è imposto a -81 kg. Solamente settimo il georgiano Shavdatuashvili (già campione del mondo nei -73 kg), mentre il belga Matthias Casse (già campione del mondo nei -81 kg) è stato sconfitto nei turni preliminare.

Da segnalare per questa categoria il terzo posto dell'italiano Antonio Esposito, gran combattente anche se il suo stile di judo è assai lontano dai canoni tradizionali.

Una chicca nella semifinale a -63 kg: l'ingherese Szofi Ozbas ha realizzato un ippon di ogoshi assolutamente spettacolare contro l'australiana Katharina Haecker classificatasi poi al terzo posto.

 

Terza giornata ancora all'insegna dei combattenti russi che hanno ottenuto due ori e un argento nelle tre categorie maschili in programma.

Il campione del mondo Inal Tasoev si è confermato miglior peso massimo del momento, in finale ha avuto la meglio su Guram Tushishvili, grazie a un contraccolpo valutato wazaari, che il gergiano ha faticato a digerire beccandosi il terzo shido per comportamento antisportivo subito dopo la conferma della valutazione.

L'italiana Alice Bellandi ha continuato l'invidiabile serie di podi consecutivi ottenendo l'argento nei -78 kg, in finale è stata superata dalla tedesca Anna-Maria Wagner (già campionessa del mondo).

 

 

I vincitori delle varie categorie:

-60 R. Abdulaev RUS

-66 Y. Najafov AZE

-73 H. Hedarov AZE

-81 Z- Tchaev AZE

-90 M. Igolnikov RUS

-100 I. Sulamanidze GEO

+100 I. Tasoev RUS

 

-48 A. Scutto ITA

-52 K. Omori JPN

-57 N. Giakova KOS

-63 A. Szymanska POL

-70 E. Teltsidou GRE

-78 A. Wagner GER

+78 B. Souza BRA


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 33)

 

È mai possibile che dimentichi sempre il controllo? Preservare la salute di uke è importante, senza un compagno di allenamento non vi è alcuna possibilità di crescita” diceva Kaori alla figlia Noriko, mentre papà Shinnosuke li osservava da bordo tatami.

Noriko era una ragazza impulsiva, amava la competizione e il judo le dava modo di esprimere al meglio le proprie energie. Al contrario del fratello Shiro, piuttosto riservato e di indole tranquilla, era la prima ad invitare nel randori e l’ultima a scendere dalla materassina negli allenamenti.

In competizione il controllo non esiste. Apprendere a controllare è inutile” fu la sorprendente risposta di Noriko.

Non è assolutamente vero. Il controllo è una delle componenti di una perfetta proiezione. L’ippon vero (non quello degli attuali regolamenti) si realizza quando le tre componenti: energia, velocità e controllo sono date. Realizzare un ippon controllando la caduta di uke è il massimo a cui si possa aspirare” rispose Kaori alla figlia“non è forse vero Shinnosuke?

Coinvolto suo malgrado nella discussione Shinnosuke cercò di svicolare: “Una campionessa del mondo ne sa certo più del sottoscritto che si è dovuto accontentare della medaglia d’argento”.

Noriko sembrò soddisfatta della risposta del padre. In famiglia Shinnosuke interveniva spesso con battutine atte a garantire che i toni delle discussioni fossero adeguati. Negli ultimi periodi tuttavia qualche occasione supplementare di scontro tra madre e figlia si era presentata.

Shinnosuke ricordava una lite piuttosto accesa legata al rifiuto della figlia di leggere Yasushi Inoue, un autore che aveva praticato judo noto in particolare per il libro “Morte di un maestro del tè”.

È una lettura lenta e sorpassata” aveva insistito la figlia mandando Kaori fuori dai gangheri, anche perché l’autore in questione era uno dei suoi preferiti.

Chissà perché si fatica ad accettare le opinioni che i figli esprimono, quando non coincidono con le proprie” si era domandato Shinnosuke ripromettendosi di cercare di limitare al massimo le discussioni.

 

Anche Shiro quel giorno appariva inusitatamente agitato.

Dopo qualche risposta tipo “non è successo nulla”, al momento della cena, quando l’intera famiglia era riunita, si decise a parlare.

Ancora una volta la prova di matematica non aveva prodotto una buona valutazione.

Il suo curriculum scolastico rischiava di essere compromesso dalle sue evidenti difficoltà a comprendere frazioni e polinomi concetti che – a suo dire – potevano tranquillamente non esistere.

A scuola ci vengono fornite nozioni che non necessariamente ci saranno utili nella vita. È però necessario ottenere, almeno il livello necessario a proseguire se questa è la tua aspirazioneSe hai necessità di aiuto chiedi, se non riusciremo ad aiutarti vedremo di trovare chi è in grado. La scuola dovrebbe garantire a tutti l’apprendimento, è però evidente che il numero degli allievi rende a volte necessario disporre di altre vie” disse Shinnosuke.

In famiglia nessuno aveva mai chiesto ai gemelli di essere i migliori della classe, al contrario – come aveva insegnato Jigoro Kano – Kaori e Shinnosuke erano convinti che le energie andavano utilizzate su più livelli. L’ importante era sì l’apprendimento culturale ma anche la formazione fisica e morale che entrambi i genitori ritenevano venisse rafforzata grazie alla pratica del judo. Destinare tutte le energie in una sola direzione era considerato sbagliato.

 

Certo i figli ci riempiono la vita” pensò Shinnosuke quella sera prima di addormentarsi “una ricetta assoluta per lo svolgimento del compito di genitore non esiste. L’importante è però non dimenticare che il proprio compito non è accondiscendere costantemente ma fare in modo che i figli crescano diventando persone autonome, possibilmente colte e con dei valori morali importanti o meglio, come diceva Jigoro Kano sani, forti e utili socialmente”.

 

 

Continua....

I capitoli da 1 a 15 (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera ("Haru"). I capitoli dal 16 al 30 (vedi TDJ 39/53) costituiscono la seconda parte del racconto: L'estate ("Natsu").

Con Il capitolo 31 è inizia la pubblicazione della terza parte del racconto: L'autunno ("Aki").



I PERSONAGGI DELLA STORIA: Masujiro Honda (1866/1925)

 

Iniziò la pratica del judo nel 1883. Fu un eccellente studente impegnato e dedito all’approfondimento. Combatté per il Kodokan la sfida per l’insegnamento alla polizia metropolitana di Tokyo.

Allorquando Jigoro Kano visitò l’Europa, per studiare i sistemi educativi occidentali (1889/1890), Honda divenne un fervente cristiano. Al suo rientro il Fondatore lo allontanò dal Kodokan; continuò tuttavia a seguirlo. Gli procurò un posto di insegnante alla scuola di Kumamoto, e lo coinvolse in vari progetti.

Honda fu ad esempio uno dei primi insegnanti di riferimento degli studenti cinesi in Giappone (programma educativo diretto da Kano che prevedeva un soggiorno di diversi mesi di studenti provenienti dalla Cina alfine di studiare le particolarità del paese). Il programma durò 10 anni e portò in Giappone circa 80'000 studenti che rientrarono in patria riportando le proprie esperienze positive.

Il pedagogo di Mao Tse Tung (1893/1976), Yang Changij (1871/1920), partecipò al programma di Kano laureandosi in seguito in filosofia all’Università di Edimburgo in Scozia. L’influenza indiretta della filosofia di Kano su Mao è riscontrabile nello scritto “Ricerca sull’educazione fisica” del 1917.

 

Negli anni Honda divenne “visiting professor” in diverse scuole, fu inoltre autore di vari articoli e libri, nonché traduttore dall’inglese di libri occidentali.

Il suo grado fu 3° dan.

 


NOTIZIE IN BREVE

Al torneo OPEN di Sarajevo che si è combattuto nel fine settimana del 16 e 17 settembre,  Alina Legweiler ha vinto la categoria -70 kg.

I nazionali svizzeri presenti al torneo hanno conquistato altre tre medaglie e meglio: Naim Matt (-73 kg) e  Lukas Wittwer (-81 kg) l'argento, mentre Gioia Vetterli (-63 kg) ha ottenuto il bronzo.

Un bel risultato complessivo.

 

 

Sabato 16 settembre a Bedano ha avuto luogo il torneo di promozione destinato a chi pratica judo a livello amatoriale ed ha intenzione di tentare l'esame di 1° dan.

Diversi i partecipanti anche provenienti dalla Svizzera interna.

La direzione dell'evento è stata assicurata da Edy Bozzini.

 

 

Lunedì 18 settembre Romolo Fibbioli e i suoi allievi del 7+ Roveredo hanno partecipato alla trasmissione "Siamo fuori".

Sotto una pioggia che certo non facilitava il compito i giovani hanno dimostrato qualche tecnica del "Seiryoku-zen’yo-kokumin-taiiku" il kata originale creato da Jigoro Kano negli anni venti che inizia con una serie di atemi eseguiti individualmente.


Leggi le edizioni precedenti di Ticino Dojo Joho

 

Vai all'archivio

 

 

 

 

 

© Associazione ticinese Judo e Budo ATJB

www.atjb.chinfo@atjb.ch