IL WORLD JUDO MASTER DI BUDAPESTI giochi olimpici di Parigi non sono così lontani e i tornei che contano si combattono anche in piena estate. È il caso della dodicesima edizione dei World Judo Masters che si sono svolti a Budapest dal 4 al 6 agosto con la partecipazione di 59 nazioni e 425 combattenti tra cui - per la Svizzera - il campione del mondo Nils Stump, Daniel Eich (al rientro dopo l'infortunio che gli ha impedito di partecipare ai mondiali), Binta Ndiaye e Fabienne Kocher. Al torneo era presente la squadra nazionale giapponese completa, sostenuta dalla tribuna VIP dal presidente del Kodokan Haruki Uemura e dalla principessa Tomohito (ambasciatrice del judo). Non mancavano i migliori combattenti d'Europa e d'Asia (con Corea del Sud e Uzbekistan protagonisti). Presenti anche i judoka ucraini mentre non hanno partecipato i russi anche se, sotto bandiera IJF, sono autorizzati a competere. I risultati dei rossocrociati non sono stati particolarmente positivi. Poca gloria per la giovane vodese Binta Ndiaye, sconfitta al primo turno per ipppon dalla tedesca Masha Ballhaus. Tabellone sfortunato invece per Fabienne Kocher che - dopo avere sconfitto la judoka coreana - ha dovuto inchinarsi, al secondo turno, per wazaari alla francese vicecampionessa olimpica Amandine Buchard che ha poi vinto il torneo. Entrambe le judoka rossocrociate combattono a -52 kg alla ricerca dell'unico posto disponibile per i giochi. Ricordo che ai giochi può partecipare unicamente un combattente per nazione. Settimo posto per Nils Stump, che certamente ambiva ad un migliore risultato. Sconfitto nei quarti dal tajiko Behrazi Khojazoda (arrivato poi in finale) a seguito di un tomoe-nage "insistito" valutato wazaari, nei ripescaggi è pure stato superato dal moldavo Petru Pelivan. Difficile anche il rientro di Daniel Eich che, dopo avere superato il primo turno, si è dovuto inchinare al canadese Kyle Reyes per wazaari. Eich è apparso meno brillante del solito e in perenne ricerca di prese in chiusura. Anche l'Italia, sebben ben rappresentata al torneo, si è dovuta accontentare della medaglia di bronzo della ventunenne napoletana Assunta Scutto a -48 kg. Categorie maschili: Ryujo Nagayama, già vincitore del Grand Slam di Ulaanbaator lo scorso giugno, si è imposto nella categoria -60 kg. Splendido il seoi-nage a sinistra e la chiusura in juji-gatame in semifinale. Il connazionale campione olimpico in carica Naohisa Takata si è dovuto accontentare del terzo posto sconfitto nei quarti dal coreano Won Jin Kim; la sua qualifica per i giochi è a rischio. Il ventunenne giapponese Ryoma Tanaka si è imposto a -66 kg. In semifinale, dopo oltre sette minuti di golden score, ha avuto la meglio del coreano Baul An (terzo classificato alle olimpiadi di Tokyo), in finale, opposto al primo del ranking Denis Vieru, ha chiuso i conti in un minuto e mezzo grazie a un ippon di koshi-waza. Se si considera che in questa categoria il Giappone dispone del campione olimpico Hifumi Abe e del suo rivale due volte campione del mondo Joshiro Maruyama, non presenti a Budapest, risulta particolarmente evidente l'altissimo livello dei combattenti nipponici a -66 kg. Il trentaduenne Soichi Hashimoto si è imposto a -73 kg superando in finale il tajiko Behrazi Khojazoda per squalifica. Il già campione del mondo del 2017 e quattro volte vincitore del World Master sta tentando di ottenere il suo primo pass per i giochi, nelle ultime due edizioni olimpiche il posto era infatti "occupato" da un certo Shohei Ono ... Combattutissima la categoria -81 kg con il campione del mondo georgiano Grigalashvili eliminato in semifinale al quinto minuto di golden score, per squalifica, dal brasiliano Guilherme Schimidt che in precedenza aveva eliminato (sempre per squalifica) il giapponese campione olimpico Nagase. In finale Schimidt è poi stato sconfitto dal belga Matthias Casse che è riuscito a piazzare un wazaari grazie a tomoe-nage. Nei -90 kg si è ripetuta la finale dei campionati del mondo dello scorso maggio tra i georgiani Lukas Maisuradze e Lasha Bekauri (campione olimpico), questa volta è il secondo ad avere avuto la meglio. Percorso netto per entrambi (tutte vittorie per ippon) per arrivare alla finale. Nei -100 kg finale tra l'uzbeko Muzzafarbek Turoboyev (campione del mondo 2022) e l'israeliano Peter Paltchik, vinta dal primo. Lo stile dell'uzbeko è un "pugno nello stomaco" per i puristi tuttavia, a quanto pare, produce risultati. Poca gloria per il giapponese campione olimpico Aaron Wolf sconfitto al secondo turno dal georgiano Ilia Sulamanidze classificatosi poi terzo, così come il canadese Reyes. Nei +100 kg finale tra il finlandese Martti Puumalainen, mai salito su di un podio internazionale, e il tajiko Temur Rachimov primo del ranking mondiale. In semifinale si erano sbarazzati rispettivamente dei giapponesi Tatsuro Saito (vincitore della scorsa edizione, giunto poi terzo) e Kokoro Kageura (campione del mondo 2021, giunto poi quinto). La finale ha visto prevalere il finlandese grazie a un seoi-nage a sinistra. Il judo in Finlandia non gode di grande tradizione tuttavia, dal 2020 - sotto la direzione del responsabile sloveno Rok Draksik - si sta lavorando bene e i primi risultati si vedono. Tra le donne da segnalare la vittoria nei -57 kg della canadese Jessica Klimkait. Il duello con la connazionale Christa Deguchi (vincitrice del mondiale) per il biglietto olimpico si riattiva. La Deguchi è stata sconfitta, invero a sorpresa, dall'esperta trentasettenne portoghese Telma Monteiro al secondo turno. La francese Clarisse Agbegnenou, campionessa olimpica e mondiale in carica, è stata sconfitta nella semifinale -63 kg dalla giapponese Miku Takaichi grazie a un ude-gatame portato al quinto minuto di golden score.Takaichi è il cognome da sposata della ventinovenne Miku Tashiro già campionessa del mondo cadetti (2009) e juniores (2010), la quale vanta due medaglie d'argento e due di bronzo ai campionati del mondo ed un quinto posto alle olimpiadi (2016). In finale la giapponese si è fatta però sorprendere dalla kosovara Laura Fazliu che si è presa così la rivincita rispetto al Master 2022. Nei -78 kg continua l'inarrestabile serie di vittorie della israeliana Inbar Lanir, campionessa mondiale in carica. In finale si è sbarazzata grazie a un ippon di ura-nage dell'esperta francese Madeleine Malonga. Alice Bellandi, prima del ranking, è stata fermata dalla coreana Hunji Yoon al secondo turno. Poca gloria anche per la campionessa olimpica Shori Hamada sconfitta al primo incontro dalla coreana Jeomyun Lee. Qualcuno si chiederà se gli atleti che si classificano al primo posto a tornei internazionali di judo di alto livello ricevono un premio in denaro. Ebbene si. Il primo posto al World Master IFJ viene premiato con seimila euro: quattromila ottocento per l'atleta e mille duecento per il coach. Due ultime immagini meritano un commento. L'arbitro messicano Gonzales, che ha arbitrato la finale per il terzo posto dei -73 kg che opponeva due atleti georgiani (Shavdatushvili e Terashvili), è riuscita a penalizzare entrambi con un shido perché, ad inizio combattimento, si sono salutati battendo la mano. Meno male che la giuria è intervenuta ed ha annullato la sanzione; ben altri sono i comportamenti da penalizzare. Axel Clerget, francese trentaseienne, due volte bronzo mondiale e oro olimpico nella competizione a squadre a Tokyo, ha tentato il rientro nel circuito internazionale. Concludere la carriera con i giochi di Parigi è senz'altro un obiettivo importante per un transalpino. A Budapest però nulla da fare, fuori al primo incontro per wazaari. C'è tempo e tempo. I vincitori: -60 kg R. Nagayama JPN -66 kg R. Tanaka JPN -73 kg S. Hashimoto JPN -81 kg M. Casse BEL -90 kg L. Bekauri GEO -100 kg M. Turoboyev UZB +100 kg M. Puumlainen FIN -48 kg W. Koga JPN -52 kg A. Buchard FRA -57 kg J. Klimkait CDN -63 kg L. Fazliu KOS -70 kg S. Van Dijke NED -78 kg I. Lanir ISR +78 kg R. Dicko FRA |