Nr.52 / 31 luglio 2023

TICINO DOJO JOHO

Notizie e approfondimenti sul JUDO, a cura dell’ATJB


In questo numero torniamo sul senso di uno stage per pre-agonisti, ricordiamo le prime tre edizioni dei campionati del mondo, conosciamo meglio i fratelli Hifumi e Uta Abe, leggiamo il seguito del racconto "Le stagioni del ciliegio" con il quattordicesimo capitolo dell'Estate e la rubrica "l protagonisti della storia".

 

 

Ricordo che, chi avesse contributi da pubblicare in TDJ, è invitato a trasmetterli allo scrivente coordinatore (e-mail: mbfrigerio@bluewin.ch).

Indice del cinquantaduesimo numero:

  1. Il senso di uno stage per pre-agonisti - Marco Frigerio
  2. Le prime tre edizioni dei campionati del mondo - Marco Frigerio
  3. I fratelli Abe - Marco Frigerio
  4. Le stagioni del ciliegio (racconto inedito) - Mattia e Marco Frigerio
  5. I protagonisti della storia - Marco Frigerio
  6. Notizie in breve - Marco Frigerio

 

La foto finale dello stage per pre-agonisti del DYK Chiasso con Giacomo Polimeni del clan degli Ashikaga eletto Shogun. Si ringraziano i partecipanti e tutti i collaboratori.

L'appuntamento è per la tredicesima edizione, da mercoledì 26 a domenica 30 giugno 2024.

Riservate la data!


IL SENSO DI UNO STAGE PER PRE-AGONISTI

Sfogliando il mio libro dei ricordi ritrovo il primo stage al quale partecipai, era l'estate del 1978 e si era a Bertinoro in Romagna. Compivo quattordici anni (per altro durante il ritiro).

L'attività consisteva in un'oretta di footing prima di colazione, un'ora e mezza di tecnica e un'ora e mezza di kata al mattino e in due ore di uchi-komi e randori nel pomeriggio. Non venivano organizzate attività parallele; nei tempi morti era usuale (e anche saggio) riposare oppure bighellonare per il tranquillo paesino collinare che ci ospitava.

Cinque ore di judo al giorno più la condizione per sette giorni e più, per chi si fermava più di una settimana.

Decisamente altri tempi !

 

Proporre oggi uno stage per pre-agonisti con - unica attività - il judo, non pare più essere il caso. I tempi sono cambiati. Prevedere un programma che include momenti ludici e/o culturali è invece la soluzione.

Diciamo spesso che il judo non è solamente uno sport ma una disciplina che trasmette cultura e valori, quale migliore occasione per farlo se non durante dei ritiri sportivi per pre-agonisti. Naturalmente con il raggiungimento dell'età in cui l'agonismo comincia a contare è comprensibile che si torni a proporre un programma intenso, incentrato sul judo.

Prima di allora però devo aver fatto comprendere ai giovani cosa è il judo, da dove arriva, di cosa si compone e quale il suo obiettivo finale.

Come si fa infatti ad amare il "judo vero" se non lo si conosce, al massimo si amerà l'agonismo ma - come sappiamo - l'agonismo non è tutto. Se non ho capito l'importanza della pratica del judo, terminata la fase agonistica, dismetterò il judogi e - con il passare degli anni - della disciplina mi rimarrà un ricordo lontano e (forse) qualche medaglia in un armadio.

Ben vengano quindi gli "adattamenti moderni".

 

In questa direzione segnalo il dodicesimo stage del DYK Chiasso per pre-agonisti che si è tenuto al centro scolastico La Perfetta di Arzo dal 28 giugno al 2 luglio 2023.

Lo stage - riproposto dopo tre anni di pausa - alternava lezioni di judo a momenti ludici e culturali, il tema che fungeva da filo conduttore era "Il Giappone dei samurai"; in passato abbiamo avuto altri temi come "l'impero romano", "i pirati", "le olimpiadi e i greci antichi" e "star wars".

I sedici partecipanti allo stage avevano dai nove ai quattordici anni.

Il judo era programmato, in alternanza a esercizi di condizione, il mattino prima di colazione. Venivano poi organizzati due allenamenti giornalieri di un'ora e mezza.

Il programma prevedeva però anche altro e meglio l'approfondimento del racconto Le stagioni del ciliegio con la preparazione della rappresentazione in quattro quadri della prima parte durante la serata genitori, le immancabili teorie sulla storia del Giappone e sulla vita di Jigoro Kano con rispettivo quiz, giochi e prove di abilità con i partecipanti suddivisi per clan, la cerimonia del tè che voleva porre l'accento sull'importanza di trovare un momento di calma e di riordino dei propri pensieri.

Al termine dello stage l'elezione dello Shogun scelto i componenti del clan che, nel corso delle varie prove, aveva ottenuto il maggiore punteggio.

 

Una bella edizione la dodicesima, diretta da Manrico Frigerio e dallo splendido e folto team del DYK. Lo stage verrà riproposto il prossimo anno.

Chissà che qualche giovane judoka ticinese decida di partecipare; quest'anno abbiamo potuto contare sulla presenza di un giovane judoka del JK Biasca.


LE PRIME TRE EDIZIONI DEI CAMPIONATI DEL MONDO

Chi è appassionato di judo e di storia, come il sottoscritto, ricerca volentieri racconti su eventi passati ai quali, per questioni di anagrafe, non ha avuto modo di assistere.

Fortunatamente la storia del judo agonistico non è così antica da non poter trovare qualche notizia.

Come è noto i primi campionati del mondo di judo si combatterono a Tokyo nel 1956, la seconda edizione pure a Tokyo nel 1958, la terza edizione a Parigi nel 1961.

Le prime tre edizioni dei campionati del mondo furono le sole ad essere organizzate con la formula OPEN, cara ai giapponesi che dal 1930 organizzano i campionati "All Japan" che non prevede categorie.

La suddivisione per categorie di peso venne introdotta ai giochi olimpici di Tokyo del 1964 e alla quarta edizione dei campionati del mondo (1965 Rio de Janeiro).

 

Le edizioni del 1956 e del 1958 dei campionati del mondo vennero dominate dai judoka giapponesi.

Il primo campione mondiale della storia fu Shokichi Natsui (1925/2006). Per vincere il titolo combatté cinque incontri, i primi quattro durarono meno di un minuto, la finale - con il connazionale Yoshihiku Yoshimatsu (1920/1988) - finì invece in parità. La vittoria gli fu assegnata all'hantei (decisione arbitrale). A quei campionati era presente anche l'olandese Anton Geesink (1934/2010) che, sconfitto per ippon da Yoshimatsu in semifinale, si classificò terzo.

I combattenti furono 31 provenienti da 21 paesi.

 

La seconda edizione dei campionati confermò la superiorità del Giappone.

Il vincitore fu Koji Sone (1928/1981) che superò tutti e cinque gli avversari.

Al secondo posto si classificò Akio Kaminaga (1936/1993), al terzo Kimiyoshi Yamashiki. Il solo non giapponese ad arrivare alle semifinali fu il francese Bernard Pariset (1929/2004); venne sconfitto poi nella finalina per il terzo posto (all'epoca vi era un solo terzo). Anton Geesink venne fermato ai quarti.

All'evento parteciparono 39 judoka provenienti da 18 nazioni.

 

La terza edizione dei mondiali costituì invece il punto di svolta.

I combattenti furono 57 provenienti da 25 paesi.

Fu Anton Geesink a imporsi vincendo sei incontri. La finale contro Koji Sone venne vinta, dopo 9 minuti di combattimento, grazie ad una immobilizzazione.

Nella semifinale il gigante olandese ebbe anche modo di sconfiggere l'altro combattente giapponese Hitoshi Koga per ippon di uchi-mata.

Dopo la vittoria Geesink si rivolse al proprio insegnante - il giapponese Haku Michigami (1912/2002) sbarcato in Europa negli anni cinquanta, responsabile della nazionale olandese dal 1955 al 1968 - ringraziandolo per "lo spirito giapponese trasmesso".

 

Il judo sportivo aveva superato definitivamente i confini del paese del Sol Levante e, grazie anche ai giochi olimpici del 1964, era destinato a divenire l'arte marziale più diffusa al mondo.

 

Parigi 2 dicembre 1961 l'olandese Anton Geesink vince la terza edizione dei campionati del mondo e mette fine al dominio giapponese che aveva caratterizzato le prime due edizioni.


I FRATELLI ABE

 

Hifumi Abe (Kobe 9.8.1997/...)  è stato campione del mondo nel 2017, 2018, 2022 e 2023 della categoria -66 kg, nonché campione olimpico a Tokyo 2021.

Uta Abe (Kobe 14.7.2000/...) è stata campionessa del mondo nel 2018, 2019, 2022 e 2023 della categoria -52 kg, nonché campionessa olimpica a Tokyo 2021.

 

Nel judo non sono affatto rari fratelli e sorelle agonisti anche di alto livello.

La particolarità della coppia Abe sta nel fatto che entrambi combattono nella seconda categoria di peso e quindi nei grandi eventi il medesimo giorno. È così capitato che si siano laureati insieme campioni del mondo 2018, 2022 e 2023 nonché il 25 luglio 2021 campioni olimpici !

Hifumi e Uta Abe sono già stati selezionati per rappresentare il Giappone ai giochi di Parigi 2024, dove tenteranno di conquistare il secondo titolo olimpico.

Il loro preparatore è il triplo campione olimpico Tadahiro Nomura che per altro è il loro zio. Entrambi frequentano la Nippon Sport Science University di Tokyo.

 

Il primo successo in parallelo risale al 2017 quando entrambi, giovanissimi, si imposero nel Grand Slam di Tokyo.

Da allora non hanno mai cessato di mietere successi..

Hifumi, campione del Giappone 2015, avrebbe già potuto qualificarsi per i giochi del 2016; si infortunò tuttavia a un ginocchio e non venne selezionato. Nei -66 kg il Giappone venne quindi rappresentato da Masashi Ebinura che si classificò terzo. Per ottenere la qualifica ai giochi 2021 Hifumi dovette effettuare un incontro speciale di selezione opposto a Joshiro Maruyama (campione del mondo 2019), vinse l'incontro al golden score.

Uta fu campionessa del mondo a 18 anni, sconfiggendo in finale la connazionale Ai Shihime (campionessa mondiale 2017) grazie a un ippon di uchi-mata.

In un’intervista del 2017 aveva indicato come il suo obiettivo fosse continuare la pratica del judo di alto livello sino al 2024 e la vittoria ai giochi di Tokyo.

All’epoca, ancora studentessa liceale, aveva dichiarato di preferire l’attività fisica allo studio della matematica o dell’inglese.

 

Se il torneo olimpico di Parigi sarà il loro ultimo palcoscenico sarà opportuno non perdersi lo spettacolo !  


LE STAGIONI DEL CILIEGIO (racconto inedito / capitolo 29)

 

Da quando Shinnosuke aveva iniziato a insegnare a Jigoro erano trascorsi vari mesi. I progressi che il ragazzo faceva erano sorprendenti, l’impegno profuso unico: in tutta la sua vita, Shinnosuke non aveva mai incontrato un giovane che a quell’età fosse così determinato.

Insieme a Jigoro erano stati coinvolti alcuni giovani al di fuori del sistema scolastico. Insegnare senza poter utilizzare un dojo non era impresa facile: gli esercizi di tandoku-renshu (ossia senza compagno) erano la base per costruire la tecnica, evitando di effettuare proiezioni a ripetizione in assenza di un tatami. Tuttavia, se questi esercizi permettono di progredire nella ricerca dell’equilibrio e degli spostamenti, È evidente che le sensazioni che il corpo prova quando si cade sono uniche e che non vi sono alternative per apprenderle se non praticando le cadute.

Per poter arrivare anche ad esercitare le cadute, Shinnosuke era riuscito a recuperare dei tappetoni sui quali l’esercizio, per chi era alle prime armi, era meno pericoloso. Aveva quindi iniziato anche a far studiare le proiezioni. Vi era chi prediligeva la grande falciata esterna (osoto-gari), ma anche chi praticava con successo uchi-mata (falciare all’interno della coscia). Quello che indubbiamente mancava era il randori, ossia l’esercizio libero per il quale l’uso di un tatami appariva essenziale.

Shinnosuke aveva chiesto l’autorizzazione del direttore della scuola a poter utilizzare il dojo anche al di fuori degli orari abituali e il direttore, che aspirava a disporre una squadra di judoka vincente, aveva dato il proprio consenso. Il problema in sé era Jigoro che non voleva disubbidire al padre che gli aveva vietato di frequentare corsi di judo e che, con un’interpretazione creativa (tipica del figlio di un avvocato), sosteneva che praticare al di fuori di un dojo non andava assolutamente contro tale divieto …

Un giorno Shinnosuke si presentò al gruppo indicando che aveva ricevuto un invito per un torneo individuale, il quale si sarebbe svolto a dicembre al Parco Maizuru di Fukuoka, là dove sorgevano le rovine del castello risalente al XVII secolo. Un’ occasione interessante per mettersi alla prova in un contesto caratteristico che certo non stonava. Per prepararsi a dovere per la gara tuttavia era necessario che, negli ultimi mesi, ci si potesse esercitare nel randori e quindi entrare in un dojo. L’occasione risultò decisiva. Rompendo gli indugi, Jigoro ed il gruppo dei suoi compagni di allenamento finalmente iniziarono ad allenarsi sui tatami della scuola media di Kumamoto, al di fuori degli orari ordinari, insieme ai ragazzi che già frequentavano le lezioni, ma che avevano voglia di crescere. Masahito e Aaron ebbero così modo di conoscere Jigoro e i suoi compagni.

Quando mancava una sola settimana al torneo, Jigoro disse a Shinnosuke: “Maestro, grazie per avere insistito. Lo studio della tecnica è essenziale, ma è indubbiamente grazie al randori praticato con compagni di ogni misura ed età che si cresce realmente. Si impara a reagire e a non farsi sorprendere, si studiano soluzioni di difesa e contrattacco. Si apprende a mettersi in gioco affrontando l’ignoto”.

Hai perfettamente compreso Jigoro – gli rispose Shinnosuke – Kano ci ha indicato che solo praticando un bel randori, cadendo e rialzandosi per ripartire ogni volta, si diventa un judoka. Il modo di far randori per altro esprime il carattere del judoka, il tuo è sincero rispettoso e creativo, si capisce che senti gli squilibri e le tecniche, che ti adegui a dipendenza del compagno d’esercizio, continua così.

Shinnosuke aveva iscritto al torneo giovanile di Fukuoka i ragazzi della scuola ed anche i giovani di quello che lui chiamava il “corso speciale”. La trasferta si sarebbe svolta in treno partendo al mattino per rientrare prima di sera. In cuor suo Shinnosuke era preoccupato in quanto era conscio del fatto che Jigoro avrebbe affrontato il suo primo torneo senza disporre dell’autorizzazione del padre per la pratica del judo.

In cuor suo si augurava che non sorgessero complicazioni e che il torneo fosse un successo.

Ne aveva parlato con Kaori la quale gli aveva detto: “Nella vita vi sono situazioni in cui bisogna decidere assumendo la responsabilità delle proprie decisioni. Cosa capiterà non è possibile saperlo in anticipo. Decidi e una volta deciso non guardare indietro e non recriminare qualunque cosa accada”.

 

 

 

Continua....

I primi 15 capitoli (vedi TDJ 24/38) costituiscono la prima parte del racconto: La primavera. A partire dal capitolo 16 (vedi TDJ 39) è iniziata la pubblicazione della seconda parte del racconto: L'estate.


I PROTAGONISTI DELLA STORIA: Yoshiro Uchida (1920/...)

 

Il 1 aprile 2023 "Yosh" Uchida ha compiuto 103 anni ed è stato festeggiato da poco meno di 500 invitati. Figlio di giapponesi emigrati in California, biologo, iniziò a praticare judo all'età di 10 anni. Durante la seconda guerra mondiale servì quale tecnico nel servizio medico dell'esercito USA mentre i suoi famigliari erano trattenuti in un campo di prigionia, in quanto cittadini provenienti da un paese nemico.

Uchida è stato il promotore del judo nella regione di San José (California) per oltre 70 anni. Nel 1946 iniziò ad insegnare judo all'università lavorando al contempo per il laboratorio dell'ospedale. In collaborazione con Henri Stone dell’Università di Berkeley ebbe a definire delle regole per la competizione, introducendo anche le categorie di peso.

Nel 1953 organizzò il primo campionato nazionale di judo statunitense a San José.

Negli anni 1960-1961 è stato presidente della Judo Black Belt Federation of America.

Nel 1964 fu coach della squadra statunitense che partecipò alle olimpiadi di Tokyo dove James Bregman (1941/...) vincerà una medaglia di bronzo nei -80 kg.

Negli anni a seguire è stato il promotore di numerose iniziative divulgative, ha organizzato stages e collaborazioni internazionali che prevedevano lo scambio di giovani judoka.

La squadra di judo dell’Università di San José (“San José State Spartans”) risulta la più titolata di sempre nel campionato nazionale dei college statunitensi.

Nel 2012, a 92 anni, è ancora il coach di Martilou Malloy (1986/...) che, ai giochi olimpici di Londra, vince una medaglia di bronzo nei -57 kg.

Nel 2013 è stato nominato 10° dan dall'IJF.

 

Uchida è stato anche un imprenditore di successo. Diresse un laboratorio medico per decenni e nel 1996 fu tra i fondatori della Camera di commercio giapponese della Silicon Valley. Nella sua carriera è stato insignito di vari titoli e onoreficenze sia in Giappone che negli USA.

 

 

Yoshiro Uchida, oggi 103 enne, è stato protagonista dello sviluppo del judo in California.

Sulla costa ovest degli Stati Uniti storicamente si sono sviluppati vari centri, tra questi l' Università di San José dove lui ebbe ad insegnare per anni.

La medaglia di bronzo dei giochi di Londra Malloy lo considera "un Maestro che ha saputo utilizzare il judo per creare persone migliori".

 


NOTIZIE IN BREVE

 

Il 1 luglio a Cracovia si è combattuto il Campionato d'Europa per team miste.

La Georgia ha vinto il torneo superando nella finale la Germania. Al terzo posto Olanda e Italia. La competizione si è svolta, come avviene a livello mondiale, con formazioni composte da tre uomin e tre donne. Imbattibile nelle categorie maschili grazie a Shavdatuashvili (-73 kg), Bekauri (-90 kg) e Tushishvili (+90 kg), la Georgia è migliorata anche nelle categorie femminili in particolare grazie alla ventitrenne Eteri Liparteliani (-57 kg).

Da segnalare il deludente quinto posto ottenuto dalla Francia, data per favorita, sconfitta al golden score dall'Italia nei quarti ed ancora, nella finale per il terzo posto, dall'Olanda.

 

 

Sabato 8 luglio il Judo Budo Vezia-Pregassona ha partecipato alla manifestazione "Insieme nello sport" tenutasi al centro sportivo Valgersa organizzato dai Comuni di Cadempino, Massagno e Savosa.

Fabio Ciceri ed i suoi ragazzi erano presenti; un appuntamento di promozione da non mancare.

 

 

Il 10 luglio sono nati Melanie e Manuel Frigerio. Complimenti ed auguri a Mary e a Manrico membro di comitato ATJB e vicepresidente del DYK Chiasso.

 

 

È venuto a mancarte Edy Pessina, già presidente della Polisportiva Manno.

È stato tra i promotori del premio annuale al miglior judoka cantonale che, a partire dall'anno 1990, è stato attribuito in un primo tempo del Manno e successivamente dall'ATJB.

L'ATJB esprime le sue condoglianze ai famigliari.

 

 

Dal 10 al 14 luglio si è svolto a Cesenatico lo stage "judo e mare" organizzato da Edy Bozzini. Partecipanti vari dai bimbi agli adulti amatori. L'entusiasmo non è mai mancato.

Il prossimo anno verrà riproposto.

 

 

Una nutrito gruppo di judoka del JB Bellinzona è partito per un tour i due settimane in Giappone. Abbiamo chiesto a Luca Wyler, membro di comitato ATJB, di riferircene in un prossimo numero. Buon soggiorno.

 

 

Loic Gerosa (-81 kg) ha vinto i campionati europei universitari tenutisi a Zagabria il 24 luglio, disputando con successo sei incontri. In finale ha avuto la meglio dell'ungherese Benedek Toth.

Medaglia di bronzo anche per David Gauch nei -60 kg.

 

 

Voci di corridoio indicano che, in Ticino, c'è chi si agita per un dan onorifico in più.

Se si considera che Isao Okano (1944/...) campione olimpico, campione del mondo e autore di due importanti libri sul judo ("Vital judo") è 6° dan c'è da chiedersi con quale azzardo, alle nostre latitudini, c'è chi - dopo avere ricevuto il 6° dan in forma onorifica - ne rivendica uno successivo.

 


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